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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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03/01/2013 11:40

3 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 117,26-27
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
il Signore nostro Dio è luce per noi.

Benedíctus qui venit in nómine Dómini: Deus Dóminus et illúxit nobis.

Colletta
O Dio, tu hai voluto che l'umanità del Salvatore, nella sua mirabile nascita dalla Vergine Maria, non fosse sottoposta alla comune eredità dei nostri padri; fa' che liberati dal contagio dell'antico male possiamo anche noi far parte della nuova creazione, iniziata da Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Deus, qui, per beátum sacræ Vírginis partum, Fílii tui carnem humánis fecísti præiudíciis non tenéri, præsta, quæsumus, ut, huius creatúræ novitáte suscépti, vetustátis antíquæ contágiis exuámur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 2,29 - 3,6
Chi rimane in Dio non pecca.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, se sapete che Dio è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui.
Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Canto al Vangelo Gv 1,14.12
Alleluia, alleluia.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto
ha dato il potere di diventare figli di Dio.
Alleluia.

Vangelo Gv 1, 29-34
Ecco l'agnello di Dio.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, le offerte del tuo popolo, e donaci in questo sacramento di salvezza il possesso dei beni eterni, nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

Múnera, quæsumus, Dómine, tuæ plebis propitiátus assúme, ut, quæ fídei pietáte profiténtur, sacraméntis cæléstibus apprehéndant. Per Christum.

Prefazio di Natale III
Il misterioso scambio che ci ha redenti

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

In lui oggi risplende in piena luce
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque, mirándo consórtio, reddit ætérnos. Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Ef 2,4; Rom 8,3
Dio ci ha amati con infinito amore;
per questo ha mandato il suo Figlio
in una carne simile a quella di noi peccatori.

Propter nímiam caritátem suam, qua diléxit nos Deus, Fílium suum misit in similitúdinem carnis peccáti.

Dopo la Comunione
O Dio, che edifichi la tua Chiesa per mezzo dei sacramenti, suscita in noi nuove energie di vita, perché il dono ricevuto ci prepari a riceverlo ancora. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui nos sacraménti tui participatióne contíngis, virtútis eius efféctus in nostris córdibus operáre, ut suscipiéndo múneri tuo per ipsum munus aptémur. Per Christum.






_________Aurora Ageno___________
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04/01/2013 09:19



4 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE
MESSALE


Antifona d'Ingresso Is 9,2
Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce:
su coloro che abitavano una terra tenebrosa
sfolgorò il sole della vita.

Pópulus qui ambulábat in ténebris, vidit lucem magnam; habitántibus in regióne umbræ mortis, lux orta est eis.

Colletta
Dio onnipotente, il Salvatore che tu hai mandato, luce nuova all'orizzonte del mondo, sorga ancora e risplenda su tutta la nostra vita. Egli è Dio...

Epiphaniæ Concéde nobis, omnípotens Deus, ut salutáre tuum, quod ad redemptiónem mundi luce nova cælórum procéssit, nostris semper innovándis córdibus oriátur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 3, 7-10
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo Eb 1,1-2
Alleluia, alleluia.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.

Vangelo Gv 1, 35-42
Abbiamo trovato il Messia.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Sulle Offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questi misteri la giusta adorazione per la tua grandezza, e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

Deus, auctor sincéræ devotiónis et pacis, da, quæsumus, ut et maiestátem tuam conveniénter hoc múnere venerémur, et sacri participatióne mystérii fidéliter sénsibus uniámur. Per Christum.

Prefazio di Natale III
Il misterioso scambio che ci ha redenti

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

In lui oggi risplende in piena luce
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque, mirándo consórtio, reddit ætérnos. Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione 1 Gv 1,2
La vita che era presso il Padre si è manifestata a noi,
e noi l'abbiamo veduta.

Vita manifestáta est, quæ erat apud Patrem, et appáruit nobis.

Dopo la Comunione
Sostieni, Signore, con la tua provvidenza questo popolo nel presente e nel futuro, perché con le semplici gioie che disponi sul suo cammino aspiri con serena fiducia alla gioia che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.

Divérsis plebs tua, Dómine, gubernáta subsídiis, et præséntia pietátis tuæ remédia cápiat et futúra, ut, transeúntium rerum necessária consolatióne fovénte, fiduciálius ad ætérna conténdat. Per Christum.



Il Natale nelle parole di Giovanni Palo II



Il Natale è evento di luce, è la festa della luce: nel Bambino di Betlemme la luce originaria torna a risplendere nel cielo dell’umanità e squarcia le nubi del peccato. Il fulgore del trionfo definitivo di Dio appare all’orizzonte della storia per proporre agli uomini in cammino un nuovo futuro di speranza.



«Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1).



L’annuncio gioioso vale anche per noi, uomini e donne all’alba del terzo millennio. La comunità dei credenti si raduna in preghiera per riascoltarlo in ogni regione del mondo. Tra il freddo e la neve dell’inverno o nel caldo torrido dei tropici, questa notte è Notte Santa per tutti.



Lungamente atteso, irrompe finalmente lo splendore del Giorno nuovo. È nato il Messia, l’Emmanuele, Dio-con-noi! È nato Colui che fu preannunciato dai profeti e a lungo invocato da quanti abitavano in terra tenebrosa. Nel silenzio e nel buio della notte, la luce si fa parola e messaggio di speranza.



Ma non stride, forse, questa certezza di fede con la realtà storica in cui viviamo? Se ascoltiamo i resoconti impietosi della cronaca, queste parole di luce e di speranza sembrano parole di sogno. Ma sta appunto qui la sfida della fede, che rende questo annuncio consolante ed insieme esigente. Essa ci fa sentire avvolti dall’amore tenero di Dio, ed insieme ci impegna all’amore operoso di Dio e dei fratelli.



I nostri cuori, in questo Natale, sono preoccupati e turbati a causa della persistenza, in diverse regioni del mondo, della guerra, delle tensioni sociali, delle strettezze penose in cui versano tanti esseri umani. Tutti cerchiamo una risposta che ci rassicuri.



Sì, in questa notte evocatrice di memorie sacrosante, più salda si fa la nostra fiducia nella potenza redentrice della Parola fatta carne. Quando le tenebre e il male sembrano prevalere, Cristo ci ripete: Non temete! Con la sua venuta nel mondo Egli ha sconfitto il potere del male, ci ha liberati dalla schiavitù della morte e ci ha riammessi al banchetto della vita.



Spetta a noi attingere alla forza del suo amore vittorioso, facendo nostra la sua logica di servizio e di umiltà. Ciascuno di noi è chiamato a vincere con Lui “il mistero dell’iniquità”, facendosi testimone di solidarietà e costruttore di pace. Andiamo dunque alla grotta di Betlemme per incontrare Lui, ma anche per incontrare, in Lui, ogni bambino del mondo, ogni fratello piagato nel corpo o oppresso nello spirito.







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05/01/2013 14:13

5 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE
MESSALE



Antifona d'Ingresso Cf Gv 1,1
In principio prima del tempo
il Verbo era Dio;
ed egli si degnò di nascere
Salvatore del mondo.

In princípio et ante sæcula Deus erat Verbum, et ipse nasci dignátus est Salvátor mundi.

Colletta
O Dio, che nella nascita del tuo unico Figlio hai dato mirabile principio alla nostra redenzione, rafforza la fede del tuo popolo, perché sotto la guida del Cristo giunga alla mèta della gloria eterna. Egli è Dio...

Deus, qui pópulo tuo, Unigéniti tui nativitáte, redemptiónis efféctum mirabíliter inchoásti, ita, quæsumus, fídei fámulis tuis tríbue firmitátem, ut usque ad promíssum glóriæ præmium, ipso gubernánte, pervéniant. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 3, 11-21
Noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite, popoli, adorate il Signore,
oggi una grande luce è discesa sulla terra.
Alleluia.

Vangelo Gv 1, 43-51
Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera nostra, quibus exercéntur commércia gloriósa, ut, offeréntes quæ dedísti, teípsum mereámur accípere. Per Christum.

Prefazio di Natale III
Il misterioso scambio che ci ha redenti

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

In lui oggi risplende in piena luce
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque, mirándo consórtio, reddit ætérnos. Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo,
da donare il suo unico figlio,
perché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la vita eterna.

Sic Deus diléxit mundum, ut Fílium suum Unigénitum daret, ut omnis, qui credit in eum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso, fa' che la forza inesauribile di questi santi misteri ci sostenga in ogni momento della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, mysteriórum virtúte sanctórum, iúgiter vita nostra firmétur. Per Christum.






_________Aurora Ageno___________
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06/01/2013 06:04

6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE
Solennità

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12


Nella Chiesa Cristo si rivela a i popoli

Uno degli elementi più significativi che ha caratterizzato gli interventi del Concilio Vaticano II è indubbiamente il richiamo alla fondamentale unità della famiglia umana (cf ad es. GS, cap. II).

Verso quale universalismo?
«La presente generazione... ha visto crollare o restringersi gli ostacoli e le distanze che separano uomini e nazioni, grazie ad un accresciuto senso universalistico, ad una più chiara coscienza dell’unità del genere umano e all’accettazione della reciproca dipendenza in un’autentica solidarietà e grazie, infine, al desiderio — e alla possibilità — di venire a contatto con i propri fratelli e sorelle al di là delle divisioni artificialmente create dalla geografia o dalle frontiere nazionali o razziali» (Dives in misericordia, n. 10).

Alle soglie del terzo millennio, l’umanità si adopera per un universalismo culturale, ideologico, tecnologico... mai raggiunto finora. Ma quali mezzi ha a sua disposizione per raggiungere questo sogno? Si sperimentano molti metodi che hanno una parte più o meno grande di verità e di efficacia, ma che sollevano non pochi problemi. Si deve ricorrere alla forza? Ma l’esperienza di grandi imperi basati sulla violenza ci mette in guardia contro di essa. Occorre affidarsi alla coscienza universale del lavoro e della tecnica? Ma i principi di diritto, di cultura, ecc. su cui ci si fonda per realizzare l’unificazione del mondo, sono veramente i più profondi? Non trascurano deliberatamente un elemento irriducibile, cioè la persona? E il cristiano? Non ha la sua parola da dire? Il primo uomo che ha creduto nell’universalismo è secondo la Scrittura, Abramo, il padre delle nazioni. Dio gli promise che queste un giorno sarebbero state riunite nella sua discendenza, e il patriarca gli credette; fu il primo atto di fede fatto da un uomo.

Cammineranno i popoli alla tua luce
Ad Israele fu affidata la missione di riunire tutti i popoli nella discendenza di Abramo per realizzare così la promessa dell’universalismo. Israele credette di formare questa unità con l’attuazione di un certo numero di pratiche particolari: la legge, il sabato, la circoncisione... Al contrario, solo la fede di Abramo sarebbe stata capace di dare unità a tutti i popoli.

L’annuncio di un nuovo popolo di Dio, a dimensioni universali, prefigurato e preparato nel popolo eletto, si realizza in Gesù Cristo nel quale converge e si ricapitola tutto il piano di Dio (Ef 1,9-10). In lui tutto ciò che era diviso ritrova l’unità (seconda lettura).
La venuta dei Magi dall’Oriente segna l’inizio dell’unità della grande famiglia umana, che sarà realizzata perfettamente quando la fede in Gesù Cristo farà cadere le barriere esistenti fra gli uomini, e nell’unità della fede tutti si sentiranno figli di Dio, ugualmente redenti e fratelli tra loro (vangelo).
Questo nuovo popolo è la Chiesa, comunità dei credenti; attraverso i secoli essa realizza e testimonia la chiamata universale di tutti gli uomini alla salvezza per l’opera unificatrice di Cristo. E’ significativa la visione finale del Nuovo Testamento (Ap 7,4-12; 15, 3-4; 21,24-26): una moltitudine di razze, di popoli e di lingue, che salutano in Dio il re delle nazioni, e che abiteranno nella nuova Gerusalemme, dove l’umanità ritroverà la propria e definitiva unità.

C’è sempre una stella in cielo
Facilmente ogni discorso sull’ «unità», in qualsiasi campo, rischia di essere frainteso. Spesso si pretende per unità una piatta uniformità: l’annullamento di ogni differenza individuale, un totale livellamento. Si inaugura così un sistema di facili etichette e di facili ostracismi. Chi non si adegua alla media viene bollato come estremista o come reazionario o come eretico. Eppure la diversità e la varietà dei caratteri delle nazioni sono la ricchezza dell’umanità. Anche il fatto che la Chiesa sia una ed universale non esclude che nel suo ambito possano coesistere «diversi modi» di vivere l’unica fede. Per troppo tempo la Chiesa è stata legata al mondo culturale occidentale e all’uomo bianco per calare il cristianesimo in stampi e categorie mentali tipicamente europei, ma la Chiesa di Cristo non può essere bianca o nera o gialla come non può essere proletaria o borghese o capitalista: le sue porte sono aperte a tutti. Il cristiano non può rifiutare aprioristicamente la novità o l’originalità per se stesse; deve prima verificare se esse non siano magari una nuova dimensione della fede nell’Unico Cristo. Molte esperienze attuali, che qualche volta scandalizzano i tutori dell’uniformità (non dell’unità), sono il segno del rigoglio della vita della Chiesa. Cristo ci dà la misura di ogni cosa: Ama Dio con tutto il tuo cuore, amatevi come io vi ho amato (cf Mc 12,30; Gv 13,34). Questa è la stella da seguire, per giungere al nostro autentico e unico centro di unità: «il mistero di cui (il Padre) ci ha fatti partecipi» (orazione dopo la comunione).


Il Signore ha manifestato in tutto il mondo la sua salvezza

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 3 per l'Epifania, 1-3. 5; Pl 54, 240-244)
La Provvidenza misericordiosa, avendo deciso di soccorrere negli ultimi tempi il mondo che andava in rovina, stabilì che la salvezza di tutti i popoli si compisse nel Cristo.
Un tempo era stata promessa ad Abramo una innumerevole discendenza che sarebbe stata generata non secondo la carne, ma nella fecondità della fede: essa era stata paragonata alla moltitudine delle stelle perché il padre di tutte le genti si attendesse non una stirpe terrena, ma celeste.
Entri, entri dunque nella famiglia dei patriarchi la grande massa delle genti, e i figli della promessa ricevano la benedizione come stirpe di Abramo, mentre a questa rinunziano i figli del suo sangue. Tutti i popoli, rappresentati dai tre magi, adorino il Creatore dell'universo, e Dio sia conosciuto non nella Giudea soltanto, ma in tutta la terra, perché ovunque in Israele sia grande il suo nome (cfr. Sal 75, 2).
Figli carissimi, ammaestrati da questi misteri della grazia divina, celebriamo nella gioia dello spirito il giorno della nostra nascita e l'inizio della chiamata alla fede di tutte le genti. Ringraziamo Dio misericordioso che, come afferma l'Apostolo, «ci ha messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E' lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto» (Col 1, 12-13). L'aveva annunziato Isaia: Il popolo dei Gentili, che sedeva nelle tenebre, vide una grande luce e su quanti abitavano nella terra tenebrosa una luce rifulse (cfr. Is 9, 1). Di essi ancora Isaia dice al Signore: «Popoli che non ti conoscono ti invocheranno, e popoli che ti ignorano accorreranno a te» (cfr. Is 55, 5).
«Abramo vide questo giorno e gioì » (cfr. Gv 8, 56). Gioì quando conobbe che i figli della sua fede sarebbero stati benedetti nella sua discendenza, cioè nel Cristo, e quando intravide che per la sua fede sarebbe diventato padre di tutti i popoli. Diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto il Signore aveva promesso lo avrebbe attuato (Rm 4, 20-21). Questo giorno cantava nei salmi David dicendo: «Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o Signore, per dare gloria al tuo nome» (Sal 85, 9); e ancora: «Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia» (Sal 97, 2).
Tutto questo, lo sappiamo, si è realizzato quando i tre magi, chiamati dai loro lontani paesi, furono condotti da una stella a conoscere e adorare il Re del cielo e della terra. Questa stella ci esorta particolarmente a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che dobbiamo seguire, con tutte le nostre forze, la grazia che invita tutti al Cristo. In questo impegno, miei cari, dovete tutti aiutarvi l'un l'altro. Risplendete così come figli della luce nel regno di Dio, dove conducono la retta fede e le buone opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo che con Dio Padre e con lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Ml 3,1; 1 Cr 19,12
E' venuto il Signore nostro re:
nelle sue mani è il regno, la potenza e la gloria.

Ecce advénit Dominátor Dóminus; et regnum in manu eius et potéstas et impérium.

Colletta
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti, concéde propítius, ut, qui iam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuæ celsitúdinis perducámur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 60,1-6
La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaia
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.


O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.


Seconda Lettura Ef 3,2-3a.5-6
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Canto al Vangelo Cf Mt 2,2
Alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la tua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore
Alleluia.





Vangelo Mt 2,1-12
Siamo venuti dall'oriente per adorare il re.

Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.


Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o il sacerdote, o anche un cantore, può dare l'annunzio del giorno della Pasqua.


Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l'anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 31 marzo 2013.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 13 febbraio 2013.
L'Ascensione del Signore, il 12 maggio 2013.
La Pentecoste, il 19 maggio 2013.
La prima domenica di Avvento, il 1 dicembre 2013.

Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.

Sulle Offerte
Guarda, o Padre, i doni della tua Chiesa, che ti offre non oro, incenso e mirra, ma colui che in questi santi doni è significato, immolato e ricevuto: Gesù Cristo nostro Signore, Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, dona propítius intuére, quibus non iam aurum, thus et myrrha profértur, sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Iesus Christus. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Cf Mt 2,2
Noi abbiamo visto la sua stella in oriente
e siamo venuti con doni per adorare il Signore.

Vídimus stellam eius in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum.

Dopo la Comunione
La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo, perché contempliamo con purezza di fede e gustiamo con fervente amore il mistero di cui ci hai fatti partecipi. Per Cristo nostro Signore.

Cælésti lúmine, quæsumus, Dómine, semper et ubíque nos præveni, ut mystérium, cuius nos partícipes esse voluísti, et puro cernámus intúitu, et digno percipiámus afféctu. Per Christum.






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7 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE



Antifona d'Ingresso
Un giorno santo risplende per noi:
venite, nazioni, e adorate il Signore,
perché una grande luce è discesa sulla terra.

Dies sanctificátus illúxit nobis: veníte, gentes, et adoráte Dóminum, quia descéndit lux magna super terram.

Colletta
Lo splendore della tua gloria illumini, Signore, i nostri cuori, perché attraverso le tenebre di questo mondo possiamo giungere alla luce della tua dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Epiphaniæ Deus, cuius Verbi ætérnitas cæli fáciem decorávit, et ex María Vírgine carnis nostræ fragilitátem suscépit, quæsumus, ut qui splendor veritátis in nobis appáruit, pro mundi redemptióne in plenitúdine potestátis procédat. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 3,22 - 4,6
Mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono da Dio.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da Dio, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.
Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 2
Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli.

Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane».

E ora, siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.

Canto al Vangelo Mt 4,23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno,
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia.

Vangelo Mt 4, 12-17. 23-25
Il regno dei cieli è vicino.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera nostra, quibus exercéntur commércia gloriósa, ut, offeréntes quæ dedísti, teípsum mereámur accípere. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Gv 1,14
Noi abbiamo visto la sua gloria,
gloria che il Verbo ha dal Padre
come Figlio Unigenito, pieno di grazia e di verità.

Vídimus glóriam eius, glóriam quasi Unigéniti a Patre, plenum grátiæ et veritátis.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso fa' che la forza inesauribile di questi santi misteri ci sostenga in ogni momento della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, mysteriórum virtúte sanctórum, iúgiter vita nostra firmétur. Per Christum.


______________________________________________________________________________

SIATE ADORATORI DELL’UNICO VERO DIO

Le parole di

Benedetto XVI

Nel nostro pellegrinaggio con i misteriosi Magi dell’Oriente siamo giunti a quel momento che san Matteo nel suo Vangelo ci descrive così: «Entrati nella casa (sulla quale la stella si era fermata), videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2, 11). Il cammino esteriore di quegli uomini era finito. Erano giunti alla meta. Ma a questo punto per loro comincia un nuovo cammino, un pellegrinaggio interiore che cambia tutta

la loro vita. Poiché sicuramente avevano immaginato questo Re neonato in modo diverso. Si erano appunto fermati a Gerusalemme per raccogliere presso il Re locale notizie sul promesso Re che era nato. Sapevano che il mondo era in disordine, e per questo il loro cuore era inquieto. Erano certi che Dio esisteva e che era un Dio giusto e benigno. E forse avevano anche sentito parlare delle grandi profezie in cui i profeti d’Israele annunciavano un Re che sarebbe stato in intima armonia con Dio, e che a nome e per conto di Lui avrebbe ristabilito il mondo nel suo ordine. Per cercare questo Re si erano messi in cammino: dal profondo del loro intimo erano alla ricerca del diritto, della giustizia che doveva venire da Dio, e volevano servire quel Re, prostrarsi ai suoi piedi e così servire essi stessi al rinnovamento del mondo. Appartenevano a quel genere di persone che hanno fame e sete della giustizia (Mt 5, 6). Questa fame e questa sete avevano seguito nel loro pellegrinaggio – si erano fatti pellegrini in cerca della giustizia che aspettavano da Dio, per potersi mettere al servizio di essa.

Anche se gli altri uomini, quelli rimasti a casa, li ritenevano forse utopisti e sognatori – essi invece erano persone con i piedi sulla terra, e sapevano che per cambiare il mondo bisogna disporre del potere. Per questo non potevano cercare il bambino della promessa se non nel palazzo del Re. Ora però s’inchinano davanti a un bimbo di povera gente. Il nuovo Re, davanti al quale si erano prostrati in adorazione, si differenziava molto dalla loro attesa. Così dovevano imparare che Dio è diverso da come noi di solito lo immaginiamo. Qui cominciò il loro cammino interiore. Cominciò nello stesso momento in cui si prostrarono davanti a questo bambino e lo riconobbero come il Re promesso. Ma questi gesti gioiosi essi dovevano ancora raggiungerli interiormente.

Dovevano cambiare la loro idea sul potere, su Dio e sull’uomo e, facendo questo, dovevano anche cambiare se stessi. Ora vedevano: il potere di Dio è diverso dal potere dei potenti del mondo. Il modo di agire di Dio è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni.

Erano venuti per mettersi a servizio di questo Re, per modellare la loro regalità sulla sua. Era questo il significato del loro gesto di ossequio, della loro adorazione. Di essa facevano parte anche i regali – oro, incenso e mirra – doni che si offrivano a un Re ritenuto divino. Servendo e seguendo Lui, volevano insieme con Lui servire la causa della giustizia e del bene nel mondo. E in questo avevano ragione. Ora però imparano che ciò non può essere realizzato semplicemente per mezzo di comandi e dall’alto di un trono. Ora imparano che devono donare se stessi – un dono minore di questo non basta per questo Re.

«Entrati nella casa, videro il bambino e Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2, 11). Cari amici, questa non è una storia lontana, avvenuta tanto tempo fa. Questa è presenza. Qui nell’Ostia sacra Egli è davanti a noi e in mezzo a noi. Come allora, si vela misteriosamente in un santo silenzio e, come allora, proprio così svela il vero volto di Dio. Egli per noi si è fatto chicco di grano che cade in terra e muore e porta frutto fino alla fine del mondo (cfr Gv 12, 24). Egli è presente come allora in Betlemme. Ci invita a quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione. Mettiamoci ora in cammino per questo pellegrinaggio e chiediamo a Lui di guidarci.








[Modificato da auroraageno 07/01/2013 08:59]

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8 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 117,26-27
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
il Signore nostro Dio è luce per noi.

Benedíctus qui venit in nómine Dómini: Deus Dóminus et illúxit nobis.

Colletta
O Padre, il cui unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Deus, cuius Unigénitus in substántia nostræ carnis appáruit, præsta, quæsumus, ut per eum, quem símilem nobis foris agnóvimus, intus reformári mereámur. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 4, 7-10
Dio è amore.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 34-44
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta del tuo popolo, e donaci in questo sacramento di salvezza il possesso dei beni eterni, nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

Múnera, quæsumus, Dómine, tuæ plebis propitiátus assúme, ut, quæ fídei pietáte profiténtur, sacraméntis cæléstibus apprehéndant. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Ef 2,4; Rm 8,3
Dio ci ha amati con infinito amore;
per questo ha mandato il suo Figlio
in una carne simile a quella di noi peccatori.

Propter nímiam caritátem suam, qua diléxit nos Deus, Fílium suum misit in similitúdinem carnis peccáti.

Dopo la Comunione
O Dio, che edifichi la tua Chiesa per mezzo dei sacramenti, suscita in noi nuove energie di vita, perché il dono ricevuto ci prepari a riceverlo ancora. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui nos sacraménti tui participatióne contíngis, virtútis eius efféctus in nostris córdibus operáre, ut suscipiéndo múneri tuo per ipsum munus aptémur. Per Christum.

___________________________________________________________________________________________



Le parole di

Giovanni Paolo II

Offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgota.

Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. E’ forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica.

Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.

L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo:

Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana» .

Neppure la prova o il dolore deve farci paura se, con Gesù, sapremo riconoscervi la volontà Dio, ossia il suo amore per ognuno di noi. Anzi, potremo pregare così: «Signore, dammi di non temere nulla, perché tutto ciò che succederà non sarà che la tua volontà! Signore, dammi di non desiderare nulla, perché niente è più desidera bile che la tua sola volontà. Che importa nella vita? La tua volontà importa. Dammi di non sgomentarmi di nulla, perché in tutto è la tua volontà. Dammi di non esaltarmi di nulla, perché tutto è tua volontà».








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9 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE



Antifona d'Ingresso Is 9,2
Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce:
su coloro che abitavano una terra tenebrosa
sfolgorò il sole della vita.

Pópulus qui ambulábat in ténebris, vidit lucem magnam; habitántibus in regióne umbræ mortis, lux orta est eis.

Colletta
O Dio, luce del mondo, concedi a tutte le genti il bene di una pace sicura e fa' risplendere nei nostri cuori quella luce radiosa che illuminò la mente dei nostri padri. Per il nostro Signore...

Deus, illuminátor ómnium géntium, da pópulis tuis perpétua pace gaudére, et illud córdibus nostris spléndidum lumen infúnde, quod patrum nostrórum méntibus aspersísti. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 4, 11-18
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Canto al Vangelo 1 Tm 3,16
Alleluia, alleluia.
Gloria a te, o Cristo, annunciato fra le genti,
gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.
Alleluia.

Vangelo Mc 6, 45-52
Videro Gesù camminare sul mare.

Dal vangelo secondo Marco
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare.
Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò.
E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Sulle Offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questi misteri la giusta adorazione per la tua grandezza, e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

Deus, auctor sincéræ devotiónis et pacis, da, quæsumus, ut et maiestátem tuam conveniénter hoc múnere venerémur, et sacri participatióne mystérii fidéliter sénsibus uniámur. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione 1 Gv 1,2
La vita che era presso il Padre si è manifestata a noi,
e noi l'abbiamo veduta.

Vita manifestáta est, quæ erat apud Patrem, et appáruit nobis.

Dopo la Comunione
Sostieni, Signore, con la tua provvidenza questo popolo nel presente e nel futuro, perché con le semplici gioie che disponi sul suo cammino aspiri con serena fiducia alla gioia che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.

Divérsis plebs tua, Dómine, gubernáta subsídiis, et præséntia pietátis tuæ remédia cápiat et futúra, ut, transeúntium rerum necessária consolatióne fovénte, fiduciálius ad ætérna conténdat. Per Christum.






Le parole di

Frère Roger

È attraverso il cuore, nella profondità di sé stesso, che l’essere umano comincia ad afferrare il Mistero della Fede. Una vita interiore si elabora a poco a poco. Ci addentriamo nella fede oggi un po’ più di ieri, avanzando per tappe. All’intimo della condizione umana rimane l’attesa di una presenza, il silenzioso desiderio di una comunione.

Non lo dimentichiamo mai, questo semplice desiderio di Dio è già il principio della fede. La fede è una realtà semplicissima, così semplice che tutti la possono accogliere. È come un sussulto ripreso mille volte lungo tutta l’esistenza e fino all’ultimo soffio.





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10/01/2013 11:43

10 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Gv 1,1
In principio prima del tempo
il Verbo era Dio;
ed egli si degnò di nascere
Salvatore del mondo.

In princípio et ante sæcula Deus erat Verbum, et ipse nasci dignátus est Salvátor mundi.

Colletta
O Dio, che in Cristo tuo Figlio hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna, fa' risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore, perché giungiamo alla luce che non ha tramontato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Deus, qui per Fílium tuum æternitátis tuæ lumen cunctis géntibus suscitásti, da plebi tuæ fulgórem plenum sui Redemptóris agnóscere, ut ad perpétuam claritátem per eius increménta pervéniat. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 4,19 - 5,4
Chi ama Dio, ami anche il suo fratello.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, noi amiamo Dio perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Li riscatti dalla violenza e dal sopruso,
sia prezioso ai suoi occhi il loro sangue.
Si preghi sempre per lui,
sia benedetto ogni giorno.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo Lc 4, 14-22
Oggi si è adempiuta questa Scrittura.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e al tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera nostra, quibus exercéntur commércia gloriósa, ut, offeréntes quæ dedísti, teípsum mereámur accípere. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo,
da donare il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la vita eterna.

Sic Deus diléxit mundum, ut Fílium suum Unigénitum daret, ut omnis, qui credit in eum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente e misericordioso, fa' che la forza inesauribile di questi santi misteri ci sostenga in ogni momento della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, mysteriórum virtúte sanctórum, iúgiter vita nostra firmétur. Per Christum.






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11/01/2013 10:57

11 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 111,4
Una luce nelle tenebre è sorta per i giusti:
il Signore buono, santo e ricco di misericordia.

Exórtum est in ténebris lumen rectis corde: miséricors et miserátor et iustus Dóminus.

Colletta
Dio onnipotente, manifesta anche a noi il mistero della nascita del Salvatore rivelato ai magi dalla luce della stella, e cresca sempre più nel nostro spirito. Per il nostro Signore...

Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut Salvatóris mundi, stella duce, manifestáta
natívitas, méntibus nostris revelétur semper et crescat. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 5, 5-13
Lo Spirito, l'acqua e il sangue.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 147
Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Canto al Vangelo Mt 4,23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno,
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia.

Vangelo Lc 5, 12-16
Immediatamente la lebbra scomparve da lui.

Dal vangelo secondo Luca
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».
Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta del tuo popolo, e donaci in questo sacramento di salvezza il possesso dei beni eterni, nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore.

Múnera, quæsumus, Dómine, tuæ plebis propitiátus assúme, ut, quæ fídei pietáte profiténtur, sacraméntis cæléstibus apprehéndant. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione 1 Gv 4,9
In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi:
il Padre ha mandato nel mondo il suo unico Figlio,
perché noi abbiamo la vita per mezzo di lui.

In hoc appáruit cáritas Dei in nobis, quóniam Fílium suum Unigénitum misit Deus in mundum, ut vivámus per eum.

Dopo la Comunione
O Dio, che edifichi la tua Chiesa per mezzo dei sacramenti, suscita in noi nuove energie di vita, perché il dono ricevuto ci prepari a riceverlo ancora. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui nos sacraménti tui participatióne contíngis, virtútis eius efféctus in nostris córdibus operáre, ut suscipiéndo múneri tuo per ipsum munus aptémur. Per Christum.






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12 GENNAIO
FERIA DEL TEMPO DI NATALE DOPO L'EPIFANIA
MESSALE

Antifona d'Ingresso Gal 4,4-5
Dio ha mandato il suo Figlio
nato da donna,
perché noi ricevessimo
la dignità di figli adottivi.

Misit Deus Fílium suum, factum ex mulíere, ut adoptiónem filiórum reciperémus.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che nel Natale del Redentore hai fatto di noi una nuova creatura, trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha congiunto per sempre a sé la nostra umanità. Per il nostro Signore...

Omnípotens sempitérne Deus, qui per Unigénitum tuum novam creatúram nos tibi esse fecísti, præsta, quæsumus, ut per grátiam tuam in illíus inveniámur forma, in quo tecum est nostra substántia. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Gv 5, 14-21
Se chiediamo secondo la sua volontà, Dio ci ascolta.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, questa è la fiducia che abbiamo nel Figlio di Dio: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto.
Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte. C’è infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccato. Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte.
Sappiamo che chiunque è stato generato da Dio non pecca: chi è stato generato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo sta in potere del Maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.
Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!

Salmo Responsoriale Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Canto al Vangelo Mt 4,16
Alleluia, alleluia.
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
Alleluia.

Vangelo Gv 3, 22-30
L'amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.
Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Sulle Offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questi misteri la giusta adorazione per la tua grandezza, e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

Deus, auctor sincéræ devotiónis et pacis, da, quæsumus, ut et maiestátem tuam conveniénter hoc múnere venerémur, et sacri participatióne mystérii fidéliter sénsibus uniámur. Per Christum.

Prefazio dell'Epifania
Cristo luce di tutti i popoli

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

[Oggi] in Cristo luce del mondo
tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza,
e in lui apparso nella nostra carne mortale
ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Gv 1,16
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto,
e grazia su grazia.

De plenitúdine eius nos omnes accépimus, et grátiam pro grátia.

Dopo la Comunione
Sostieni, Signore, con la tua provvidenza questo popolo nel presente e nel futuro, perché con le semplici gioie che disponi sul suo cammino aspiri con serena fiducia alla gioia che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.

Divérsis plebs tua, Dómine, gubernáta subsídiis, et præséntia pietátis tuæ remédia cápiat et futúra, ut, transeúntium rerum necessária consolatióne fovénte, fiduciálius ad ætérna conténdat. Per Christum.








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13/01/2013 06:35

Liturgia del Battesimo del Signore - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
BATTESIMO DEL SIGNORE
Anno C - Festa

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22


Il Padre manifesta la missione del Figlio

Sulle rive del Giordano, Giovanni Battista predica la conversione dai peccati per accogliere il regno di Dio che è vicino. Gesù scende con la folla nell’acqua per farsi battezzare. Il battesimo per i Giudei era un rito penitenziale, perciò vi si accostavano riconoscendo i propri peccati. Ma il battesimo che Gesù riceve non è solo un battesimo di penitenza: la manifestazione del Padre e la discesa dello Spirito Santo gli danno un significato preciso. Gesù è proclamato «figlio diletto» e su di lui si posa lo Spirito che lo investe della missione di profeta (annuncio del messaggio della salvezza), sacerdote (l’unico sacrificio accetto al Padre), re (messia atteso come salvatore) (cf prefazio).

Il battesimo di Cristo è il «nostro battesimo»
La redazione degli evangelisti tende a presentare il battesimo di Gesù come il battesimo del «nuovo popolo di Dio», il battesimo della Chiesa. Nel libro dell’Esodo, Israele è il figlio primogenito che viene liberato dall’Egitto per servire a Dio e offrirgli il sacrificio (Es 4,22); è il popolo che passa tra la muraglia d’acqua del Mar Rosso e nel sentiero asciutto attraverso il fiume Giordano. Cristo è il «figlio diletto» che offre l’unico sacrificio accetto al Padre; Cristo che «esce dall’acqua» è il nuovo popolo che viene definitivamente liberato: lo Spirito non solo scende su Cristo, ma rimane su di lui «perché gli uomini riconoscessero in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio» (prefazio). Lo Spirito che non aveva più dimora permanente fra gli uomini (Gn 6,3) ora rimane sempre, per Cristo, nella Chiesa.
La missione di Cristo è prefigurata in quella del Servo sofferente di Isaia. Il «Servo di Iahvè» è colui che porta su di se i peccati del popolo. In Cristo che si sottopone ad un atto pubblico di penitenza, vediamo la solidarietà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo con la nostra storia. Gesù non prende le distanze da un’umanità peccatrice: al contrario, vi si immedesima per meglio «manifestare il mistero del nuovo lavacro» (pref.) e i conseguenti impegni di azione apostolica che ne derivano per il discepolo.

Alla riscoperta del proprio battesimo
Nati e vissuti nella fede della Chiesa, i cristiani hanno bisogno di riscoprire la grandezza e le esigenze della vocazione battesimale. E’ paradossale che il battesimo, il quale fa dell’uomo un membro vivo del Corpo di Cristo, non abbia molto posto nella coscienza esplicita del cristiano e che la maggior parte dei fedeli non sentano l’ingresso nella Chiesa attraverso l’iniziazione battesimale come il momento decisivo della loro vita.
Il battesimo dato a noi nel nome di Cristo è manifestazione del preveniente amore del Padre, partecipazione al mistero pasquale del Figlio, comunicazione di una nuova vita nello Spirito; esso ci pone dunque in comunione con Dio, ci integra nella sua Famiglia; è un passaggio dalla solidarietà nel peccato alla solidarietà nell’amore. Una nuova sensibilità per il battesimo è stata suscitata nella Chiesa dallo Spirito: oggi più che mai, nelle comunità cristiane, si presenta la vita cristiana come «vivere il proprio battesimo»; e maggiormente si manifesta negli adulti il bisogno di ripercorrere le tappe del proprio battesimo attraverso un «cammino catecumenale» fatto di profonda vita di fede vissuta comunitariamente, legata ad una seria conoscenza della Scrittura.

Il battesimo di nostro figlio
E’ un problema assai dibattuto non tanto per il valore e l’efficacia del battesimo dato al bambino quanto per la sua opportunità nella società attuale. Siamo entrati in un’epoca caratterizzata dal pluralismo e dai valori della fraternità e responsabilità personale. La famiglia non ha più l’influsso determinante di una volta; i genitori non sono in grado di fare opzioni definitive per i loro figli; e la rapida trasformazione della società rende ancor più difficile l’educazione della fede. Ancor peggio, le statistiche e l’esperienza dicono che una grande quantità dei bambini battezzati non vengono poi di fatto sufficientemente istruiti ed educati nella fede cristiana. I motivi che portano certi genitori a chiedere il battesimo dei loro figli possono essere la convenienza sociale, la tradizione familiare e le paure di natura superstiziosa.
La soluzione al problema non è facile e le sperimentazioni in corso possono dar origine a disagio, meraviglia, rifiuto. Occorre inserire il problema nel quadro di una «pastorale d’insieme» che tenda al rinnovamento della catechesi battesimale e che accompagni il cammino catecumenale dell’intera famiglia del battezzando. Ciò che conta non è fissare la data del battesimo, ma percorrere un cammino di fede.


Il battesimo di Gesù

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
(Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359)
Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
«Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (cfr. Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
«Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità
dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Mt 3,16-17
Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui ,
e la voce del Padre disse:
«Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto».

Baptizáto Dómino, apérti sunt cæli, et sicut colúmba super eum Spíritus mansit, et vox Patris intónuit: Hic est Fílius meus diléctus, in quo mihi bene complácui.

Colletta
Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo concedi ai tuoi figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Omnípotens sempitérne Deus, qui Christum, in Iordáne flúmine baptizátum, Spíritu Sancto super eum descendénte, diléctum Fílium tuum sollémniter declarásti, concéde fíliis adoptiónis tuæ, ex aqua et Spíritu Sancto renátis, ut in beneplácito tuo iúgiter persevérent. Per Dóminum.

Oppure:
O Padre, il tuo unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio, e vive e regna con te ...

Deus, cuius Unigénitus in substántia nostræ carnis appáruit, præsta, quæsumus, ut, per eum, quem símilem nobis foris agnóvimus, intus reformári mereámur. Qui tecum.

Oppure:
Padre d'immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli: concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna con te ...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 40,1-5.9-11
Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.

Dal libro del profeta Isaia

«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. - Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».

Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».


Salmo Responsoriale Dal Salmo 103
Benedici il Signore, anima mia.


Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:

là rettili e pesci senza numero,

animali piccoli e grandi.


Tutti da te aspettano

che tu dia loro cibo a tempo opportuno.

Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;

apri la tua mano, si saziano di beni.


Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;

togli loro il respiro: muoiono,

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.

Seconda Lettura Tt 2,11-14; 3,4-7
Signore ci ha salvato con un 'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta sal­vezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'em­pietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli ap­partenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore no­stro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spi­rito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella spe­ranza, eredi della vita eterna.

Canto al Vangelo Cf Lc 3,16
Alleluia, alleluia.
Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Alleluia.





Vangelo Lc 3,15-16.21-22
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Sulle Offerte
Ricevi, o Padre, i doni che la Chiesa ti offre, celebrando la manifestazione del Cristo tuoi diletto Figlio, e trasformarli per noi nel sacrificio perfetto, che ha lavato il mondo da ogni colpa. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe múnera, Dómine, in dilécti Fílii tui revelatióne deláta, ut fidélium tuórum oblátio in eius sacrifícium tránseat, qui mundi vóluit peccáta miserátus ablúere. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

Prefazio
Consacrazione e missione di Gesù.

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nel battesimo di Cristo al Giordano
tu hai operato segni prodigiosi
per manifestare il mistero del nuovo lavacro:
dal cielo hai fatto udire la tua voce,
perché il mondo credesse che il tuo Verbo era in mezzo a noi;
con lo Spirito che si posava su di lui come colomba
hai consacrato il tuo Servo
con unzione sacerdotale, profetica e regale,
perché gli uomini riconoscessero in lui il Messia,
inviato a portare ai poveri il lieto annunzio.

E noi, uniti alle potenze dei cieli,
con voce incessante proclamiamo la tua lode:

Santo, Santo, Santo il Signore...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
Qui miris signásti mystériis novum in Iordáne lavácrum, ut, per vocem de cælo delápsam, habitáre Verbum tuum inter hómines crederétur;
et, per Spíritum in colúmbæ spécie descendéntem, Christus Servus tuus óleo perúngi lætítiæ ac mitti ad evangelizándum paupéribus noscerétur.
Et ídeo cum cælórum virtútibus in terris te iúgiter celebrámus, maiestáti tuæ sine fine clamántes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

Antifona alla Comunione Gv 1,32.34
Questa è la testimonianza di Giovanni:
«Io l'ho visto, e ho attestato che egli è il Figlio di Dio».

Ecce de quo dicébat Ioánnes: Ego vidi et testimónium perhíbui, quia hic est Fílius Dei.

Oppure: Lc 3,16
Giovanni disse: «Io vi battezzo con acqua;
ma viene uno che è più forte di me:
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».

Dopo la Comunione
Dio misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, concedi a noi tuoi fedeli di ascoltare come discepoli il tuo Cristo, per chiamarci ed essere realmente tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

Sacro múnere satiáti, cleméntiam tuam, Dómine, supplíciter exorámus, ut, Unigénitum tuum fidéliter audiéntes, fílii tui vere nominémur et simus. Per Christum.






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14/01/2013 11:40

I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - LUNEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso
Vidi il Signore su di un trono altissimo:
lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
«Ecco colui che regna per sempre».


In excélso throno vidi sedére virum,

quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum:

Ecce cuius impérii nomen est in ætérnum.


Colletta
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...


Vota, quæsumus, Dómine, supplicántis pópuli cælésti pietáte proséquere, ut et quæ agénda sunt vídeant, et ad implénda quæ víderint convaléscant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 1, 1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora:
«Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio»?
Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 96
Adoriamo il Signore insieme ai suoi angeli.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
A lui si prostrino tutti gli dèi!

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.

Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino, dice il Signore:
convertitevi e credete al vangelo.
Alleluia.

Vangelo Mc 1, 14-20
Convertitevi e credete al vangelo.

Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.


Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grata tibi sit, quæsumus, Dómine, tuæ plebis oblátio, per quam et sanctificatiónem réferat, et quæ pie precátur obtíneat. Per Christum.


Comunione Sal 35,10
Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
nella tua luce noi vedremo la luce.



Dómine, apud te est fons vitæ,

et in lúmine tuo vidébimus lumen.

Oppure: Gv 10,10
«Io sono venuto perché abbiano la vita,
e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.



Ego veni, ut vitam hábeant,

et abundántius hábeant, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Christum.







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15/01/2013 10:25

I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso
Vidi il Signore su di un trono altissimo:
lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
«Ecco colui che regna per sempre».


In excélso throno vidi sedére virum,

quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum:

Ecce cuius impérii nomen est in ætérnum.


Colletta
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...


Vota, quæsumus, Dómine, supplicántis pópuli cælésti pietáte proséquere, ut et quæ agénda sunt vídeant, et ad implénda quæ víderint convaléscant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 2, 5-12
Conveniva infatti che Dio rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:
«Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l’hai coronato
e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi».
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:
«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 8
Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa.

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Canto al Vangelo Cf 1 Ts 2,13
Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio.
Alleluia.

Vangelo Mc 1, 21-28
Gesù insegnava come uno che ha autorità.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.


Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grata tibi sit, quæsumus, Dómine, tuæ plebis oblátio, per quam et sanctificatiónem réferat, et quæ pie precátur obtíneat. Per Christum.


Comunione Sal 35,10
Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
nella tua luce noi vedremo la luce.



Dómine, apud te est fons vitæ,

et in lúmine tuo vidébimus lumen.

Oppure: Gv 10,10
«Io sono venuto perché abbiano la vita,
e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.



Ego veni, ut vitam hábeant,

et abundántius hábeant, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Christum.







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16/01/2013 14:31

I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso
Vidi il Signore su di un trono altissimo:
lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
«Ecco colui che regna per sempre».


In excélso throno vidi sedére virum,

quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum:

Ecce cuius impérii nomen est in ætérnum.


Colletta
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...


Vota, quæsumus, Dómine, supplicántis pópuli cælésti pietáte proséquere, ut et quæ agénda sunt vídeant, et ad implénda quæ víderint convaléscant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura Eb 2, 14-18
Egli doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare misericordioso.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 104
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo Mc 1, 29-39
Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.


Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grata tibi sit, quæsumus, Dómine, tuæ plebis oblátio, per quam et sanctificatiónem réferat, et quæ pie precátur obtíneat. Per Christum.


Comunione Sal 35,10
Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
nella tua luce noi vedremo la luce.



Dómine, apud te est fons vitæ,

et in lúmine tuo vidébimus lumen.

Oppure: Gv 10,10
«Io sono venuto perché abbiano la vita,
e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.



Ego veni, ut vitam hábeant,

et abundántius hábeant, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Christum.







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17/01/2013 10:59

17 GENNAIO
I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ

SAN ANTONIO, ABATE (m)

MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 91,13-14

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano,
piantato nella casa del Signore,
negli altri del nostro Dio.

Iustus ut palma florébit, sicut cedrus Líbani multiplicábitur, plantátus in domo Dómini, in átriis domus Dei nostri.



Colletta

O Dio, che hai ispirato a sant'Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua intercessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il nostro Signore...

Deus, qui beáto António abbáti tribuísti mira tibi in desérto conversatióne servíre, eius nobis interventióne concéde, ut, abnegántes nosmetípsos, te iúgiter super ómnia diligámus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 3, 7-14
Esortatevi a vicenda, finché dura questo oggi.

Dalla lettera agli Ebrei.
Fratelli, come dice lo Spirito Santo:
«Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
come nel giorno della ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant’anni le mie opere.
Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: hanno sempre il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo».
Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.

Per quarant’anni mi disgustò quella generazione
e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie”.
Perciò ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel luogo del mio riposo».

Canto al Vangelo Mt 4,23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.


Vangelo Mc 1, 40-45
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.



Sulle Offerte

Accetta, Signore, l'offerta del nostro servizio sacerdotale nel ricordo di sant'Antonio abate, e fa' che liberi da ogni compromesso con il male diventiamo ricchi di te, unico bene. Per Cristo nostro Signore.

Accépta tibi sint, Dómine, quæsumus, múnera nostræ servitútis, pro beáti Antónii commemoratióne altári tuo propósita, et concéde, ut, a terrénis impediméntis absolúti, te solo dívites efficiámur. Per Christum.



Antifona alla Comunione Mt 19,21

«Se vuoi essere perfetto, va',
vendi quello che possiedi,
dallo ai poveri e seguimi»,
dice il Signore.

Si vis perféctus esse, vade, vende quæ habes, et da paupéribus, et séquere me, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione

O Signore, che hai reso vittorioso sant'Antonio abate nel duro scontro con il potere delle tenebre, concedi anche a noi, per la forza redentrice del tuo sacramento, di riportare vittoria contro le insidie del maligno. Per Cristo nostro Signore.

Sacraméntis tuis, Dómine, salúbriter enutrítos, cunctas fac nos semper insídias inimíci superáre, qui beáto António dedísti contra potestátes tenebrárum claras reférre victórias. Per Christum.







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I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - VENERDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso
Vidi il Signore su di un trono altissimo:
lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
«Ecco colui che regna per sempre».


In excélso throno vidi sedére virum,

quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum:

Ecce cuius impérii nomen est in ætérnum.


Colletta
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...


Vota, quæsumus, Dómine, supplicántis pópuli cælésti pietáte proséquere, ut et quæ agénda sunt vídeant, et ad implénda quæ víderint convaléscant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 4, 1-5.11
Affrettiamoci ad entrare in quel riposo.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto:
«Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo!».
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!».
Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 77
Proclameremo le tue opere, Signore.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore.

Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi.

Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.

Canto al Vangelo Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo Mc 2, 1-12
Il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grata tibi sit, quæsumus, Dómine, tuæ plebis oblátio, per quam et sanctificatiónem réferat, et quæ pie precátur obtíneat. Per Christum.


Comunione Sal 35,10
Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
nella tua luce noi vedremo la luce.



Dómine, apud te est fons vitæ,

et in lúmine tuo vidébimus lumen.

Oppure: Gv 10,10
«Io sono venuto perché abbiano la vita,
e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.



Ego veni, ut vitam hábeant,

et abundántius hábeant, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Christum.







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19/01/2013 11:29

I SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - SABATO
MESSALE



Antifona d'Ingresso
Vidi il Signore su di un trono altissimo:
lo adorava una schiera di angeli e cantavano insieme:
«Ecco colui che regna per sempre».


In excélso throno vidi sedére virum,

quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum:

Ecce cuius impérii nomen est in ætérnum.


Colletta
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore ...


Vota, quæsumus, Dómine, supplicántis pópuli cælésti pietáte proséquere, ut et quæ agénda sunt vídeant, et ad implénda quæ víderint convaléscant. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Eb 4, 12-16
Accostiamoci con fiducia piena al trono della grazia.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo Mc 2,13-17
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, l'offerta che ti presentiamo, esaudisci la nostra fiduciosa preghiera e santifica tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grata tibi sit, quæsumus, Dómine, tuæ plebis oblátio, per quam et sanctificatiónem réferat, et quæ pie precátur obtíneat. Per Christum.


Comunione Sal 35,10
Presso di te, Signore, è la sorgente della vita,
nella tua luce noi vedremo la luce.



Dómine, apud te est fons vitæ,

et in lúmine tuo vidébimus lumen.

Oppure: Gv 10,10
«Io sono venuto perché abbiano la vita,
e l'abbiano in abbondanza», dice il Signore.



Ego veni, ut vitam hábeant,

et abundántius hábeant, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di esprimere in un fedele servizio la forza rinnovatrice di questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.



Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Christum.









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20/01/2013 11:32

Liturgia della II Domenica del Tempo Ordinario - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno C

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-12


Nella Fede nasce la Nuova Comunità

Gesù è un uomo come noi: ha degli amici e accetta un invito nozze insieme alla madre e ai suoi primi discepoli. Questa vicinanza lo rende «accessibile», «conoscibile» a noi.
Però Cristo è anche «mistero» se lui stesso non si rivela, se non manifesta la sua identità. Una rivelazione che farà a poco a poco.

Tutto comincia con una festa di nozze...
Giovanni ripensando ai tanti fatti in cui era stato coinvolto, scopre che Gesù ha cominciato a rivelare la propria identità a Cana; e questa rivelazione culminerà nella morte, l’ora di Gesù.
Anche l’adesione dei discepoli a Cristo ha una storia: la fede comincia a sbocciare proprio a Cana. Qui nasce un nuovo rapporto con il Cristo e, di conseguenza, un nuovo rapporto fra di loro. Il legare che farà di loro una comunità è la fede comune in Gesù, Cristo comincia a rivelare la sua identità non in modo verbale esplicito, quasi con formule dogmatiche, ma attraverso il linguaggio dei gesti. «Gesù — si legge nel Catechismo degli adulti — non compie miracoli per esaltare se stesso o procurarsi la fama di guaritore e di profeta potente. Rifiuta anzi di favorire l’entusiasmo della folla alla ricerca di miracoli; né vuole alimentare le aspettative nazionalistiche di quelli che attendevano un “profeta” liberatore politico. Ai miracoli che compie, Gesù dà un senso preciso. Risana quei lebbrosi, non tutti i lebbrosi; ridà la vista a quei ciechi, non a tutti i ciechi; fa camminare quel paralitico, non tutti i paralitici; rianima dalla morte Lazzaro, la figlia di Giairo, il figlio della vedova di Nain, non tutti i morti.
Il miracolo è solo uno dei segni del regno di Dio... Ma i miracoli di Gesù non si riducono a gesti automatici o magici. Egli richiede prima di tutto la fede e intende farla crescere nel cuore dell’uomo: “La tua fede ti ha salvato”… dice ripetutamente alle persone guarite... Solo la fede permette di intravedere che Dio è presente in mule modi a fianco e nel cuore dell’uomo per la giustizia, la liberazione e la salvezza».

…e si compie nelle nozze eterne
I profeti avevano descritto il rapporto tra l’uomo e Dio in termini di rapporto nuziale (prima lettura). Il popolo d’Israele è stato più volte infedele e ha dovuto essere purificato attraverso dure prove come l’esilio. In questi momenti di prova il profeta annuncia la fedeltà di Dio che, nonostante tutto, continua ad amare il suo popolo; anzi, verrà il momento in cui Dio si unirà indissolubilmente e per sempre all’umanità. Questa unione definitiva sarà Gesù.
Cana è vista da Giovanni come il banchetto nuziale dell’unione definitiva dell’uomo con Dio, l’inaugurazione dei tempi messianici. Il segno di Cana rivela la gloria di Gesù, ne svela l’essere divino.

Cana, inizio della Chiesa, come comunità di fede
Parallelamente alla prima rivelazione di Gesù, avviene il passaggio dal vecchio al nuovo popolo di Dio, non più basato sulla carne sul sangue, ma sulla fede in Cristo. Questo è il primo dei segni fatti da Gesù: segno visibile col quale manifesta la sua gloria e i discepoli credono in lui. Questo gruppo di credenti in Gesù, nato a Cana, diventerà la Chiesa.
Nella seconda lettura troviamo questa Chiesa vivente che a Corinto è alle prese con il problema fondamentale: l’unità che deriva dalla fede comune in Gesù e la diversità dei carismi. Dio ricolma di doni naturali e soprannaturali i membri della comunità. Questi doni non sono un privilegio personale, un mezzo per l’affermazione di sé, ma un servizio per gli altri. Devono essere armonizzati e ampliati. Sono frutto non delle forze umane, ma dello Spirito.
Questa rivelazione di Cristo pone anche a noi degli interrogativi. Quali sono i segni per cui oggi un uomo può «conoscere» Cristo? La fede di Maria spinge Gesù a «manifestarsi». I discepoli credono in Gesù. In certo modo essi attingono alla fede di Maria. Non è questo anche oggi il compito della Chiesa, il compito di ogni cristiano, comunicare la fede? L’umanità anche oggi è in condizione d’esilio: guerre, ingiustizie... Di dove verrà la salvezza? Dall’impegno umano, che è necessario, o dall’alleanza con Dio?
In quest’opera di salvezza umano-divina la Chiesa e ogni credente hanno il compito di mettere tutto quello che sono e che hanno a servizio. La piccola Chiesa in cui siamo inseriti attende forse di essere «unita» da una fede più viva in Cristo che si rivela.
«La fede è virtù, atteggiamento abituale dell’anima, inclinazione permanente a giudicare e ad agire secondo il pensiero di Cristo, con spontaneità e con vigore, come conviene a uomini “giustificati”. Con la grazia dello Spirito Santo, cresce la virtù della fede se il messaggio cristiano è appreso e assimilato come “buona novella”, nel significato salvifico che ha per la vita quotidiana dell’uomo».


La perfetta armonia frutto della concordia

Dalla «Lettera agli Efesini» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
(Capp. 2, 2 - 5, 2; Funk 1, 175-177)
E' vostro dovere rendere gloria in tutto a Gesù Cristo, che vi ha glorificati; così uniti in un'unica obbedienza, sottomessi al vescovo e al collegio dei presbiteri, conseguirete una perfetta santità.
Non vi do ordini, come se fossi un personaggio importante. Sono incatenato per il suo nome, ma non sono ancora perfetto in Gesù Cristo. Appena ora incomincio ad essere un suo discepolo e parlo a voi come a miei condiscepoli. Avevo proprio bisogno di essere preparato alla lotta da voi, dalla vostra fede, dalle vostre esortazioni, dalla vostra pazienza e mansuetudine. Ma, poiché la carità non mi permette di tacere con voi, vi ho prevenuti esortandovi a camminare insieme secondo la volontà di Dio. Gesù Cristo, nostra vita inseparabile, opera secondo la volontà del Padre, come i vescovi, costituiti in tutti i luoghi, sino ai confini della terra, agiscono secondo la volontà di Gesù Cristo.
Perciò procurate di operare in perfetta armonia con il volere del vostro vescovo, come già fate. Infatti il vostro venerabile collegio dei presbiteri, degno di Dio, è così armonicamente unito al vescovo, come le corde alla cetra. In tal modo nell'accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s'innalzerà un concerto di lodi a Gesù Cristo. Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell'armonia della concordia e all'unisono con il tono di Dio per mezzo di Gesù Cristo, ad una voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterà e vi riconoscerà, dalle vostre buone opere, membra del Figlio suo. Rimanete in un'unità irreprensibile, per essere sempre partecipi di Dio. Se io in poco tempo ho contratto con il vostro vescovo una così intima familiarità, che non è umana, ma spirituale, quanto più dovrò stimare felici voi che siete a lui strettamente congiunti come la Chiesa a Gesù Cristo e come Gesù Cristo al Padre nell'armonia di una totale unità! Nessuno s'inganni: chi non è all'interno del santuario, resta privo del pane di Dio. E se la preghiera fatta da due persone insieme ha tanta efficacia, quanto più non ne avrà quella del vescovo e di tutta la Chiesa?


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 65,4
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te:
inneggi al tuo nome, o Altissimo.


Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi;

psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Omnípotens sempitérne Deus, qui cæléstia simul et terréna moderáris, supplicatiónes pópuli tui cleménter exáudi, et pacem tuam nostris concéde tempóribus. Per Dóminum.



Oppure:

O Dio, che nell'ora della croce hai chiamato l'umanità a unirsi in Cristo, sposo e Signore, fa' che in questo convito domenicale la santa Chiesa sperimenti la forza trasformare del suo amore, e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Is 62,1-5

Gioirà lo sposo per la sposa.

Dal libro del profeta Isaìa

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.



Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.



Seconda Lettura Cor 12,4-11

L'unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.



Canto al Vangelo 2Ts 2,14

Alleluia, alleluia.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.







Vangelo Gv 2,1-12

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


Sulle Offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l'opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Concéde nobis, quæsumus, Dómine, hæc digne frequentáre mystéria, quia, quóties huius hóstiæ commemorátio celebrátur, opus nostræ redemptiónis exercétur. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,5
Dinnanzi a me hai preparato una mensa
e il mio calice trabocca.


Parásti in conspéctu meo mensam,

et calix meus inébrians quam præclárus est!


Oppure: 1 Gv 4,16
Abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto.


Nos cognóvimus et credídimus caritáti,

quam Deus habet in nobis.



Oppure: Gv 2,11

Gesù manifestò la sua gloria in Cana di Galilea
e i suoi discepoli credettero in lui.



Dopo la Comunione

Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutrito con l'unico pane di vita formiamo un cuor solo e un'anima sola. Per Cristo nostro Signore.



Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde, ut, quos uno cælésti pane satiásti, una fácias pietáte concórdes. Per Christum.





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21/01/2013 10:46

21 GENNAIO
II SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - LUNEDÌ

SANT' AGNESE (m)
vergine e martire
MESSALE



Antifona d'Ingresso

Rallegriamoci ed esultiamo, perché il Signore

ha amato questa vergine santa e gloriosa.

Ecce iam séquitur Agnum pro nobis crucifíxum strénua virgo, pudóris hóstia, víctima castitátis.



Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che scegli le creature miti e deboli per confondere le potenze del mondo, concedi a noi, che celebriamo la nascita al cielo di sant'Agnese vergine e martire, di imitare la sua eroica costanza nella fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Omnípotens sempitérne Deus, qui infírma mundi éligis, ut fórtia quæque confúndas, concéde propítius, ut, qui beátæ Agnétis mártyris tuæ natalícia celebrámus, eius in fide constántiam subsequámur. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 5, 1-10
Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì.

Dalla lettera agli Ebrei.
Fratelli, ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».
Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 109
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».


Canto al Vangelo Eb 4, 12

Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.


Vangelo Mc 2, 18-22
Lo sposo é con loro.

Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».



Sulle Offerte

Benedici, Signore, i doni che ti offriamo nel ricordo di sant'Agnese, e rinnova profondamente il nostro spirito perché, liberi dai fermenti del male, viviamo una vita nuova nella luce del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

Múnera, quæsumus, Dómine, quæ in celebritáte beátæ Agnétis deférimus, ita grátiæ tuæ efficiántur accépta, sicut eius tibi plácitum éxstitit passiónis certámen. Per Christum.



Antifona alla Comunione Mt 25, 4.6

Le cinque vergini sagge presero l'olio

in piccoli vasi insieme con le lampade.

A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo che

viene, andate incontro a Cristo Signore.

Ap 7,17 Agnus, qui in médio throni est, dedúcet eos ad vitæ fontes aquárum.



Dopo la Comunione

La comunione alla mensa del corpo e sangue del tuo Figlio ci distolga, Signore, dalla seduzione delle cose che passano, e sull'esempio di sant'Agnese ci aiuti a crescere nel tuo amore per godere in cielo la visione del tuo volto. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui beátam Agnétem pro gémina virginitátis et martyrii victória inter Sanctos coronásti, da, quæsumus, per huius virtútem sacraménti, ut, omne malum fórtiter superántes, cæléstem glóriam consequámur. Per Christum.







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22/01/2013 07:10

II SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MARTEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 65,4
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te:
inneggi al tuo nome, o Altissimo.


Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi;

psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Omnípotens sempitérne Deus, qui cæléstia simul et terréna moderáris, supplicatiónes pópuli tui cleménter exáudi, et pacem tuam nostris concéde tempóribus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 6,10-20
La speranza che ci è proposta è come un’àncora sicura e salda.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia.
Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 110
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.


Canto al Vangelo Cf Ef 1,17-18

Alleluia, alleluia.

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.

Alleluia.



Vangelo Mc 2,23-28
Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».



Sulle Offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l'opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Concéde nobis, quæsumus, Dómine, hæc digne frequentáre mystéria, quia, quóties huius hóstiæ commemorátio celebrátur, opus nostræ redemptiónis exercétur. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,5
Dinnanzi a me hai preparato una mensa
e il mio calice trabocca.


Parásti in conspéctu meo mensam,

et calix meus inébrians quam præclárus est!


Oppure: 1 Gv 4,16
Abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto.


Nos cognóvimus et credídimus caritáti,

quam Deus habet in nobis.


Oppure: 1Gv 4, 16

Abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto.



Dopo la Comunione
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l'unico pane di vita formiamo un cuor solo e un'anima sola. Per Cristo nostro Signore.


Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde, ut, quos uno cælésti pane satiásti, una fácias pietáte concórdes. Per Christum.







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23/01/2013 10:18

II SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 65,4
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te:
inneggi al tuo nome, o Altissimo.


Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi;

psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Omnípotens sempitérne Deus, qui cæléstia simul et terréna moderáris, supplicatiónes pópuli tui cleménter exáudi, et pacem tuam nostris concéde tempóribus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 7,1-3.15-17
Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Melchìsedek, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dall’avere sconfitto i re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa.
Anzitutto il suo nome significa “re di giustizia”; poi è anche re di Salem, cioè “re di pace”. Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre.
[Ora,] sorge, a somiglianza di Melchìsedek, un sacerdote differente, il quale non è diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per la potenza di una vita indistruttibile. Gli è resa infatti questa testimonianza:
«Tu sei sacerdote per sempre
secondo l’ordine di Melchìsedek».



Salmo Responsoriale Dal Salmo 109
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».



Canto al Vangelo Cf Mt 4,23

Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.



Vangelo Mc 3, 1-6
È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.


Sulle Offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l'opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Concéde nobis, quæsumus, Dómine, hæc digne frequentáre mystéria, quia, quóties huius hóstiæ commemorátio celebrátur, opus nostræ redemptiónis exercétur. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,5
Dinnanzi a me hai preparato una mensa
e il mio calice trabocca.


Parásti in conspéctu meo mensam,

et calix meus inébrians quam præclárus est!


Oppure: 1 Gv 4,16
Abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto.


Nos cognóvimus et credídimus caritáti,

quam Deus habet in nobis.


Oppure: 1Gv 4, 16

Abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto.



Dopo la Comunione
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l'unico pane di vita formiamo un cuor solo e un'anima sola. Per Cristo nostro Signore.


Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde, ut, quos uno cælésti pane satiásti, una fácias pietáte concórdes. Per Christum.







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24/01/2013 07:32

24 GENNAIO
II SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI - GIOVEDÌ

SAN FRANCESCO DI SALES (m)
Vescovo e Dottore della Chiesa

MESSALE



Antifona d'Ingresso Ger 3,15

Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore,
essi vi guideranno con sapienza e dottrina.

Ger 3,15 Dabo vobis pastóres iuxta cor meum, et pascent vos sciéntia et doctrína.



Colletta

O Dio, tu ha voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore. Per il nostro Signore...

Deus, qui ad animárum salútem beátum Francíscum epíscopum ómnibus ómnia factum esse voluísti, concéde propítius, ut, eius exémplo, tuæ mansuetúdinem caritátis in fratrum servítio semper ostendámus. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Eb 7,25-8,6
Cristo ha offerto sacrifici, una volta per tutte, offrendo se stesso.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire. Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge. Questi offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: «Guarda – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte». Ora invece egli ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 39

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.



Canto al Vangelo 2 Tm 1,10

Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

Vangelo Mc 3, 7-12
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.



Sulle Offerte

O Padre, questo sacrificio, suprema testimonianza dell'amore del tuo Figlio, comunichi a noi l'ardore del tuo Santo Spirito, che infiammò il cuore mitissimo di san Francesco di Sales. Per Cristo nostro Signore.

Per hanc salutárem hóstiam quam offérimus tibi, Dómine, cor nostrum divíno illo Sancti Spíritus igne succénde, quo mitíssimum beáti Francísci ánimum mirabíliter inflammásti. Per Christum.



Antifona alla Comunione Cf Gv 10,11

Il buon pastore dona la vita
per la salvezza del suo gregge.

Gv 10,11 Pastor bonus ánimam suam pósuit pro óvibus suis.



Dopo la Comunione

O Signore, che ci hai dato la gioia di partecipazione ai tuoi sacramenti nel ricordo di san Francesco di Sales, fa' che in ogni circostanza della vita imitiamo la sua carità paziente e benigna per condividere la sua gioia nel cielo. Per Cristo nostro Signore.

Concéde, quæsumus, omnípotens Deus, ut, per sacraménta quæ súmpsimus, beáti Francísci caritátem et mansuetúdinem imitántes in terris, glóriam quoque consequámur in cælis. Per Christum.






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25/01/2013 10:49

Liturgia della "Conversione di San Paolo" *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






25 GENNAIO
CONVERSIONE DI
SAN PAOLO APOSTOLO
Festa

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO
Proprium Sanctorum – Die 25 januarii A. D. MMIX

LETTURE: At 22,3-16; At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18


Questa festa, istituita in Galilea nel secolo VIII in occasione della traslazione di alcune reliquie dell'apostolo, entrò nel calendario romano solo sul finire del secolo X. La «conversione» di san Paolo sta alla base di molti e importanti elementi della sua dottrina, in particolare del tema della potenza della grazia divina, capace di trasformare il feroce Saulo persecutore della Chiesa nell'«Apostolo» per eccellenza. Questa conversione è certamente uno dei più importanti avvenimenti della storia della Chiesa, che è debitrice a Paolo dello slancio dell' evangelizzazione tra i pagani, e della prima riflessione teologica sul messaggio cristiano.


Paolo sopportò ogni cosa per amore di Cristo

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
Che cosa sia l'uomo e quanta la nobiltà della nostra natura, di quanta forza sia capace questo essere pensante, lo mostra in un modo del tutto particolare Paolo. Ogni giorno saliva più in alto, ogni giorno sorgeva più ardente e combatteva con sempre maggior coraggio contro le difficoltà che incontrava. Alludendo a questo diceva: Dimentico il passato e sono proteso verso il futuro (cfr. Fil 3, 13). Vedendo che la morte era ormai imminente, invita tutti alla comunione di quella sua gioia dicendo: «Gioite e rallegratevi con me» (Fil 2, 18). Esulta ugualmente anche di fronte ai pericoli incombenti, alle offese e a qualsiasi ingiuria e, scrivendo ai Corinzi, dice: Sono contento delle mie infermità, degli affronti e delle persecuzioni (cfr. 2 Cor 12, 10). Aggiunge che queste sono le armi della giustizia e mostra come proprio di qui gli venga il maggior frutto, e sia vittorioso dei nemici. Battuto ovunque con verghe, colpito da ingiurie e insulti, si comporta come se celebrasse trionfi gloriosi o elevasse in alto trofei. Si vanta e ringrazia Dio, dicendo: Siano rese grazie a Dio che trionfa sempre in noi (cfr. 2 Cor 2, 14). Per questo, animato dal suo zelo di apostolo, gradiva di più l'altrui freddezza e le ingiurie che l'onore, di cui invece noi siamo così avidi. Preferiva la morte alla vita, la povertà alla ricchezza e desiderava assai di più la fatica che non il riposo. Una cosa detestava e rigettava: l'offesa a Dio, al quale per parte sua voleva piacere in ogni cosa.
Godere dell'amore di Cristo era il culmine delle sue aspirazioni e, godendo di questo suo tesoro, si sentiva più felice di tutti. Senza di esso al contrario nulla per lui significava l'amicizia dei potenti e dei principi. Preferiva essere l'ultimo di tutti, anzi un condannato, però con l'amore di Cristo, piuttosto che trovarsi fra i più grandi e i più potenti del mondo, ma privo di quel tesoro. Il più grande ed unico tormento per lui sarebbe stato perdere questo amore. Ciò sarebbe stato per lui la geenna, l'unica sola pena, il più grande e il più insopportabile dei supplizi.
Il godere dell'amore di Cristo era per lui tutto: vita, mondo, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro bene. All'infuori di questo, niente reputava bello, niente gioioso. Ecco perché guardava alle cose sensibili come ad erba avvizzita. Gli stessi tiranni e le rivoluzioni di popoli perdevano ogni mordente. Pensava infine che la morte, la sofferenza e mille supplizi diventassero come giochi da bambini quando si trattava di sopportarli per Cristo.


MESSALE

Antifona d'Ingresso 2 Tm 1,12; 4,8

Io so a chi ho creduto,
e sono certo che egli, giusto giudice,
è capace di custodire il mio deposito
fino all'ultimo giorno.

Scio cui crédidi, et certus sum quia potens est depósitum meum serváre in illum diem, iustus iudex.



Colletta

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell'apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Per il nostro Signore...

Deus, qui univérsum mundum beáti Pauli apóstoli prædicatióne docuísti, da nobis, quæsumus, ut, cuius conversiónem hódie celebrámus, per eius ad te exémpla gradiéntes, tuæ simus mundo testes veritátis. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura At 22,3-16

Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo disse al popolo:
«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
Un certo Ananìa, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”».

Oppure:

Prima Lettura At 9,1-22

Ti sarà detto ciò che devi fare

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?».
Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.



Salmo Responsoriale Salmo 116
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.



Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.



Canto al Vangelo Gv 15,16

Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.







Vangelo Mc 16,15-18

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».


Sulle Offerte

Accogli, o Padre, il nostro sacrificio, e fa' che lo Spirito Santo illumini la tua Chiesa con quella fede che animò san Paolo e lo fece missionario e apostolo delle genti. Per Cristo nostro Signore.

Illo nos, quæsumus, Dómine, divína tractántes, fídei lúmine Spíritus perfúndat, quo beátum Paulum apóstolum ad glóriæ tuæ propagatiónem iúgiter collustrávit. Per Christum.



Prefazio degli Apostoli II
La Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.

Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.

Santo, Santo, Santo ......

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti consístere fundaméntis, ut signum sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum, et cæléstia præbéret cunctis homínibus documénta. Quaprópter nunc et usque in sæculum cum omni milítia Angelórum devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.



Antifona alla Comunione Gal 2,20

Io vivo nella fede del Figlio di Dio,
che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

In fide vivo Fílii Dei, qui diléxit me, et trádidit semetípsum pro me.



Dopo la Comunione

Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore Dio nostro, comunichi anche a noi l'ardore di carità dell'apostolo Paolo, che portava nel suo cuore la sollecitudine per tutte le Chiese. Per Cristo nostro Signore.

Sacraménta quæ súmpsimus, Dómine Deus noster, in nobis fóveant caritátis ardórem, quo beátus apóstolus Paulus veheménter accénsus, ómnium pértulit sollicitúdinem Ecclesiárum. Per Christum.




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26/01/2013 08:42

Liturgia dei Santi Timoteo e Tito, vescovi *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






26 GENNAIO
SANTI TIMOTEO e TITO
VESCOVI, DISCEPOLI DI S. PAOLO (sec. I)
Memoria

LETTURE: 2 Tm 1,1-8; Sal 95; Lc 10,1-9


Timoteo, colui al quale Paolo «il primo dei peccatori» aveva confidato: «La grazia di nostro Signore ha sovrabbondato in me, con la fede e la carità che è in Cristo Gesù» (1 Tm 1,12-17), fu il discepolo prediletto dell’Apostolo delle Genti. Forse venne convertito da Paolo stesso durante il suo primo viaggio missionario. Era figlio di padre pagano e di madre giudea. La comunità di Listra raccomandò Timoteo a Paolo ed egli lo prese come compagno nel suo secondo e terzo viaggio; ma, poiché era figlio d’una ebrea per facilitargli l’apostolato fra i giudei, lo circoncise. Gli affidò numerosi incarichi e in vane circostanze le comunità di Tessalonica, della Macedonia e di Corinto. L’Apostolo gli indirizzò per lo meno due lettere, incorporate net canone del Nuovo Testamento. Timoteo si trovava presso Paolo durante la sua prima prigionia. In seguito lo troviamo a Efeso ad esercitare la funzione di vescovo. Paolo, prigioniero per la seconda volta, richiese la sua compagnia a Roma.



L’altro collaboratore di san Paolo, Tito, era di famiglia pagana. Pare che l’apostolo l’abbia convertito a Cristo durante il primo viaggio missionario. Tito accompagnò Paolo e Barnaba a Gerusalemme, dove Paolo si oppose energicamente a coloro che volevano che il suo discepolo proveniente dalla gentilità fosse circonciso. Tito fece le funzioni di intermediario tra Corinto e l’apostolo. Nella lettera che gli indirizzò Paolo, appare già come residente a Creta. San Paolo gli scrisse pregandolo di riunirsi a lui a Nicopoli in Epiro; probabilmente di lì lo inviò in Dalmazia, dove viene venerato in maniera particolare.






Ho combattuto la buona battaglia


Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in cielo e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina. Ma stà bene attento in qual senso lo diceva: Certo era un premio essere sciolto dal corpo ed essere con Cristo (cfr. Fil 1, 23), mentre restava nel corpo era una lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio per poter combattere: cosa che giudicava ancor più necessaria. L'essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore, anzi assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l'unico premio al di sopra di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo preferì la prima cosa alla seconda.
Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva tutte queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch'io ammetto questo, perché quelle cose che per noi sono fonti di tristezza, per lui erano invece fonte di grandissimo piacere. Ma perché io ricordo i pericoli e i travagli? Poiché egli si trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: «Chi é debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non ne frema?» (2 Cor 11, 29). Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo esempio così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo essere partecipi dei suoi trionfi. Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può ascoltare lo stesso Apostolo che dice: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2 Tm 4, 7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla partecipazione della medesima gloria.
Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di gloria, cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono stati promessi. Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e la sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo animo, per la quale ha meritato di arrivare ad una gloria così grande, ma anche la comunanza di natura, per cui egli é come noi in tutto. Così anche le cose assai difficili ci sembreranno facili e leggere e, affaticandoti in questo tempo così breve, porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia e misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e la potenza ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Ez 34,11.23-24

«Cercherò le pecore del mio gregge» dice il Signore.

«e farò sorgere un pastore che le conduca al pascolo;

io, il Signore, sarò il loro Dio».

Ps 95,3-4 Annuntiáte inter gentes glóriam eius, in ómnibus pópulis mirabília eius, quóniam magnus Dóminus et laudábilis nimis.



Colletta

O Dio, nostro Padre, che hai formato alla scuola degli Apostoli i santi vescovi Timoteo e Tito, concedi anche a noi per loro intercessione di vivere in questo mondo con giustizia e con amore di figli, per giungere alla gloria del tuo regno. Per il nostro Signore...

Deus, qui beátos Timótheum et Titum apostólicis virtútibus decorásti, utriúsque intercessióne concéde, ut, iuste et pie vivéntes in hoc sæculo, ad cæléstem mereámur pátriam perveníre. Per Dóminum.



LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura 2 Tm 1,1-8

Mi ricordo della tua schietta fede.

Dalla seconda Lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te.
Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.

Oppure: Tt 1,1-5
A Tito, mio vero figlio nella medesima fede.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato.



Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.


Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.



Canto al Vangelo

Lc 4,18

Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.







Vangelo Lc 10,1-9

La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».


Sulle Offerte

O Dio, l'offerta che ti presentiamo nella festa dei santi Timoteo e Tito, dia gloria al tuo nome e ottenga a noi il perdono e la pace. Per Cristo .....

Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera pópuli tui, pro beatórum tuórum Timóthei et Titi festivitáte deláta, et sincéro nos corde pérfice benígnus accéptos. Per Christum.



Antifona alla Comunione Gv 15,16

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi

e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto

e il vostro frutto rimanga», dice il Signore.

Eúntes in mundum univérsum, prædicáte Evangélium: ego vobíscum sum ómnibus diébus, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione

Fortifica, Signore, la nostra fede con questo cibo di vita eterna, perché sull'esempio dei santi Timoteo e Tito professiamo la verità in cui essi hanno creduto, e testimoniamo nelle opere l'insegnamento che ci hanno trasmesso. Per Cristo ...

Sacraménta quæ súmpsimus, Dómine Deus noster, illam nobis fidem innútriant, quam et apostólica dócuit prædicátio, et beatórum Timóthei et Titi sollicitúdo custodívit. Per Christum.








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27/01/2013 09:09

Liturgia della III Domenica del Tempo Ordinario - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno C

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Ne 8,2-4.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21


Una comunità in ascolto

Il cristianesimo è rivelazione: Dio si rivela e si comunica all’uomo storico. Tale rivelazione-comunione è resa presente nella storia tramite il segno della Parola (parola e gesto) al cui vertice sta Gesù di Nazaret, la Parola di Dio vivente incarnata. Non è tanto lo sforzo che fa l’uomo per raggiungere e conoscere Dio, quanto l’atto di Dio che si dona e si unisce all’uomo.



Dio si rivela e si comunica all’uomo

Il Dio di Abramo, di Isacco, di Gesù Cristo non è un Dio imposto, non è un Dio che si rivela nei fenomeni naturali, ma nella storia degli uomini, si rivela e si comunica in modo perfetto e definitivo nell’uomo Gesù.

La Bibbia è la letteratura di un popolo: in essa sono raccolte le vicende, le sofferenze, le angosce, le gioie e le speranze della storia di un popolo; le riflessioni dei saggi, le liriche, gli inni dei poeti, le canzoni popolari fino alla vita delle primitive comunità cristiane. Tutto questo è certamente «rivelazione dell’uomo», ma è insieme «rivelazione di Dio». La storia passata è letta come parola di Dio perché alla sua luce possiamo leggere la nostra storia, la nostra vita, e scoprire e incontrare Dio nelle vicende del nostro quotidiano.



Parola di Dio e comunità

La parola di Dio, però, lungi dall’alienare l’uomo, intende promuovere una fedeltà radicale alla condizione umana.

La prima lettura ci manifesta il rapporto fra la parola di Dio qual è contenuta nella Bibbia e la comunità. Il gesto di Neemia ci dice che il popolo di Dio per ricostruirsi dopo lo sfacelo dell’esilio ricerca la sua più profonda identità e unità nella parola di Dio. Anche oggi (e sempre) la Chiesa ritrova la sua identità nella parola di Dio. Senza la parola di Dio la Chiesa è «nulla». La Chiesa è sempre in religioso ascolto della parola di Dio: da questa viene adunata e ne dipende totalmente; da essa deve lasciarsi continuamente «giudicare» e contestare.

D’altra parte la parola di Dio risuona in tutta la sua verità solo in lei; e la sua ragione d’essere è nell’annunciare questa parola e nel testimoniarla come fedele discepola di Cristo, pienezza di tutta la rivelazione.

La Chiesa pertanto non proclama un’astratta ideologia umana, ma la Parola che si è fatta carne in Cristo, Figlio di Dio, maestro e redentore di tutti gli uomini.

Il Cristo capo della Chiesa (seconda lettura) è il Cristo maestro, il Cristo­Parola (vangelo). E' lui che unifica la molteplicità e diversità delle membra in un solo corpo, è lui che unendo con la sua parola viva le menti e i cuori crea l’unità della fede.

La lettura evangelica ci rivela l’attualità della parola di Dio e il modo cristiano di leggerla. «Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (Lc 4,21).



La parola di Dio si compie oggi

Ogni pagina del vangelo non è parola morta ma viva che Dio dice a noi e deve realizzarsi oggi. Il Vangelo non racconta solo la vita di Gesù, ma anche la mia vita. Il Vangelo ci contiene, ci coinvolge. Per questo la liturgia della Parola non è una semplice lezione morale, né l’affermazione della speranza escatologica tenuta desta dai profeti; essa proclama l’adempimento del disegno del Padre nell’oggi della vita e dell’assemblea.

Non si contempla qui un passato tramontato, né si sogna un avvenire straordinario, ma si vive il tempo presente come luogo privilegiato della venuta del Signore. Quindi non si cerca di applicare questo o quell’altro testo ispirato agli avvenimenti vissuti dai membri dell’assemblea, ma di indicare che l’evento vissuto oggi dagli uomini e dai cristiani rivela il disegno di Dio che si realizza in Cristo.

Antico e Nuovo Testamento vengono resi attuali, vicini, se non si rimane attaccati alla lettera morta. In ogni pagina scopriremo presto o tardi di poter dire: «Qui si parla di noi. Io sono Adamo. Noi siamo gli apostoli sul mare. Noi ci troviamo precisamente come Gesù sulla via del Calvario e della risurrezione. In tal modo, mediante la parola di Dio, noi veniamo lentamente a scoprire qual è la nostra vita agli occhi di lui, vale a dire nella sua dimensione profonda...».

La parola che viene da Dio, di Dio possiede la potenza e l’efficacia. Essa interroga, provoca, consola, crea comunione e salva, sia pure in modo diverso, secondo i momenti e le forme; ogni atto di predicazione è glorificazione di Dio ed evento per l’uomo.


Cristo è sempre presente nella sua Chiesa

Dalla Costituzione «Sacrosanctum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia (Nn. 7-8. 106)
Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e soprattutto nelle azioni liturgiche. E' presente nel Sacrificio della Messa tanto nella persona del ministro, «Egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso per il ministero dei sacerdoti», tanto, e in sommo grado, sotto le specie eucaristiche. E' presente con la sua virtù nei sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo che battezza. E' presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. E' presente infine quando la Chiesa prega e canta i santi, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
In quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lo prega come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'Eterno Padre.
Giustamente perciò la Liturgia è ritenuta come l'esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo; in essa, per mezzo di segni sensibili, viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico e integrale.
Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l'efficacia.
Nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini e dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo. Insieme con la moltitudine dei cori celesti cantiamo al Signore l'inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di condividere in qualche misura la loro condizione e aspettiamo, quale salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli apparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria.
Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente «giorno del Signore» o «domenica». In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all'Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li «ha rigenerati nella speranza viva della risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1 Pt 1, 3). La domenica è dunque la festa primordiale che dev'essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le vengano anteposte altre celebrazioni, a meno che siamo di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Cantáte Dómino cánticum novum,

cantáte Dómino, omnis terra.

Conféssio et pulchritúdo in conspéctu eius,

sánctitas et magnificéntia in sanctificatióne eius.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo, ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre. Per Dóminum.



Oppure:

O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno, fa che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


LITURGIA DELLA PAROLA



Prima Lettura Ne 8,2-4.5-6.8-10

Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

Dal libro di Neemìa

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».



Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.



La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.



Seconda Lettura 1Cor 12,12-30 forma breve 12,12-14.27

Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

[ Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo.
Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. ] Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. [ Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. ] Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?


Canto al Vangelo Lc 4,18

Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.







Vangelo Lc 1,1-4; 4,14-21

Oggi si è compiuta questa Scrittura .

Dal vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».



Sulle Offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.


Múnera nostra, Dómine, súscipe placátus, quæ sanctificándo nobis, quæsumus, salutária fore concéde. Per Christum.


Antifona alla Comunione Sal 33,6
Guardate al Signore e sarete raggianti,
e il vostro volto non sarà confuso.


Accédite ad Dóminum et illuminámini,

et fácies vestræ non confundéntur.


Oppure: Gv 8,12
«Io sono la luce del mondo», dice il Signore;
«chi segue me, non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


Ego sum lux mundi, dicit Dóminus;

qui séquitur me,

non ámbulat in ténebris,

sed habébit lumen vitæ.



Oppure: Lc 4,18

«Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato per annunziare ai poveri
il lieto messaggio» .



Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e col sangue del tuo Figlio, fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.


Præsta nobis, quæsumus, omnípotens Deus, ut, vivificatiónis tuæ grátiam consequéntes, in tuo semper múnere gloriémur. Per Christum.





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