Ciliege

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ormedelcaos
00mercoledì 1 ottobre 2008 13:07



Stregne e fiuta 'u tiemp
fiuta i remoti e i presenti
e accussì, comm 'o tiemp
nui.

Eccoci: allora prendiamo quattro pere
Mangiamocele sopra la paglia
Hai il viso morbido stamattina, sa di rosso
Sa di rosso come le ciliege



ps
questo accoppiamento col dialetto lo vidi in Lazzaro, mi piacque molto.


auroraageno
00giovedì 2 ottobre 2008 17:06

... piace molto anche a me!

Già ero incantata dalla parte in italiano: la trovo così fresca, profumata... sa di campagna, di natura e di amore... di serenità e pace!

Poi hai aggiunto:

Stregne e fiuta 'u tiemp
fiuta i remoti e i presenti
e accussì, comm 'o tiemp
nui.


che io interpreto:

(stregne) e fiuta il tempo
fiuta i remoti e i presenti (il passato e il presente: odorali, riconoscili)
e così, come il tempo nostro; così come noi stessi

Una esortazione a riconoscere qualcosa d'importante!

Probabilmente ho sbagliato ad interpretare, sia nella prima parte che nella seconda.
Ma così mi appare, Walter... Abbi pazienza.
La leggo come mi viene naturale, senza tormentarmi la mente... in tutta serenità.

Un caro abbraccio, Walter

aurora

[SM=g6094]

ormedelcaos
00giovedì 2 ottobre 2008 19:35


Hai interpretato benissimo cara Aurora.

Ti traduco solo "stregne" che significa: stringe.

Ti ringrazio e ti abbraccio forte.


walter


lazharus
00sabato 4 ottobre 2008 15:03
E' proprio col riconoscimento delle piccole cose che si forma la grandezza dell'essere che dai remoti e dal presente attinge per l'essenza del prossimo verso.

Grande Walter, veramente grande

Lazzaro
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