sottolestelle
00giovedì 15 settembre 2005 13:00
Indifferente, in quell’uso al pergolato
dei seni, si rifugiava alla presenza con grande mistero
invocando come atto puro
la struttura della scena asservente,
quella che, inquieta, passava dal pensiero al gesto
suppliva la carenza e l’ingenuità.
Determinava quelle opposizioni concettuali necessarie
in quanto strane, che in erba, arricchivano la sua pienezza,
funzionamento stesso del segno impensabile:
lo si potrebbe fare ma è meglio abbandonare
riservato com’è alla maggioranza.
Autorizzava quei termini della relatività essenziale
largamente il capo con il cogito sensibile
farne nascere di più profondi, e, mostrare
i capezzoli: abbiamo rimesso piede, nessuno è fuori della portata!
Rigorosa, praticava con vigilanza quel suo movimento.
Designava la perdita tra il dentro e il fuori;
quella determinazione naturalistica dell’essenza
nella sua linearizzazione a comunicare una debolezza teorica
di una astrazione a cui bisognava restare coscienti.
Partiva dalla sensibilità della traccia.
paranoimia
00giovedì 15 settembre 2005 14:10
Mancavano, nelle nostre pagine, i tuoi versi sempre così oltre l'apparenza. Da leggere e rileggere con calma, fermarsi, assaporare.
Ben ritrovato
Amarganta
00giovedì 15 settembre 2005 16:27
..
...mancavi