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Santa Messa del giorno - 4

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2012 05:54
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31/07/2012 08:47

31 LUGLIO
XVII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ
SANT'IGNAZIO DI LOYOLA (m)
MESSALE


Antifona d'Ingresso Fil 2.10-11
Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
in cielo, in terra e sotto terra, e ogni lingua proclami
che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre.

In nómine Iesu omne genu flectátur, cæléstium, terréstrium et infernórum; et omnis lingua confiteátur quia Dóminus Iesus Christus in glória est Dei Patris.

Colletta
O Dio, che a gloria del tuo nome hai suscitato nella Chiesa sant'Ignazio di Loyola, concedi anche a noi, con il suo aiuto e il suo esempio, di combattere la buona battaglia del Vangelo, per ricevere in cielo la corona dei santi. Per il nostro Signore...

Deus, qui ad maiórem tui nóminis glóriam propagándam beátum Ignátium in Ecclésia tua suscitásti, concéde, ut, eius auxílio et imitatióne certántes in terris, coronári cum ipso mereámur in cælis. Per Dóminum....

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 14, 17-22
Ricordati, Signore! Non rompere la tua alleanza con noi.

Dal libro del profeta Geremìa
Il Signore ha detto:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la vergine,
figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;
se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene,
il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,
la colpa dei nostri padri:
abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci,
non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo,
perché tu hai fatto tutto questo.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 78
Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.

Canto al Vangelo Mt 13
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.

Vangelo Vangelo Mt 13, 36-43
Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti».


Sulle Offerte
Accetta, Signore, l'offerta che ti presentiamo nel ricordo di sant'Ignazio di Loyola, e fa' che questo sacramento, sorgente di ogni santità della Chiesa, ci santifichi nella verità. Per Cristo nostro Signore.

Pláceant, Dómine Deus, oblatiónes in celebratióne beáti Ignátii tibi delátæ, et præsta, ut sacrosáncta mystéria, in quibus omnis sanctitátis fontem constituísti, nos quoque in veritáte sanctíficent. Per Christum.

Antifona alla Comunione Lc 12,49
«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra,
e come vorrei che fosse già acceso»,
dice il Signore.


Dicit Dóminus: Ignem veni míttere in terram,

et quid volo, nisi ut accendátur?


Dopo la Comunione
Signore, il sacrificio che ci hai dato la gioia di celebrare nel ricordo di sant'Ignazio di Loyola, orienti tutta la nostra vita alla lode perenne del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.


Laudis hóstia, Dómine, quam pro beáto Ignátio grátias agéntes obtúlimus, ad perpétuam nos maiestátis tuæ laudatiónem perdúcat. Per Christum.




Martedì 31 luglio
Mt 13,36-43



Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.



Le parabole evangeliche sono brevi narrazioni che Gesù utilizza per annunciare i misteri del Regno dei cieli. Utilizzando immagini e situazioni della vita quotidiana, il Signore «vuole indicarci il vero fondamento di tutte le cose. Egli ci mostra … il Dio che agisce, che entra nella nostra vita e ci vuole prendere per mano» (Gesù di Nazaret. I, Milano, 2007, 229). Con tale genere di discorsi, il divino Maestro invita a riconoscere anzitutto il primato di Dio Padre: dove Lui non c’è, niente può essere buono. È una priorità decisiva per tutto. Regno dei cieli significa, appunto, signoria di Dio, e ciò vuol dire che la sua volontà dev’essere assunta come il criterio-guida della nostra esistenza. Il tema contenuto nel Vangelo di questa domenica è proprio il Regno dei cieli. Il cielo non va inteso soltanto nel senso dell’altezza che ci sovrasta, poiché tale spazio infinito possiede anche la forma dell’interiorità dell’uomo. Gesù paragona il Regno dei cieli ad un campo di grano, per farci comprendere che dentro di noi è seminato qualcosa di piccolo e nascosto, che, tuttavia, possiede un’insopprimibile forza vitale. Malgrado tutti gli ostacoli, il seme si svilupperà e il frutto maturerà. Questo frutto sarà buono solo se il terreno della vita sarà stato coltivato secondo la volontà divina. Per questo, nella parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13,24-30), Gesù ci avverte che, dopo la semina fatta dal padrone, «mentre tutti dormivano» è intervenuto «il suo nemico», che ha seminato l’erba cattiva. Questo significa che dobbiamo essere pronti a custodire la grazia ricevuta dal giorno del Battesimo, continuando ad alimentare la fede nel Signore, che impedisce al male di mettere radici. Sant’Agostino, commentando questa parabola, osserva che «molti prima sono zizzania e poi diventano buon grano» e aggiunge: «se costoro, quando sono cattivi, non venissero tollerati con pazienza, non giungerebbero al lodevole cambiamento» (Quaest. septend. in Ev. sec. Matth., 12, 4: PL 35, 1371).

Benedetto XVI, Angelus domenica 17 luglio 2011.



_________Aurora Ageno___________
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