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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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Liturgia della XXXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: 1 Re 17,10-16; Sal 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44


La religione del dare

Due povere vedove sono al centro della liturgia di questa domenica. L'ospitalità della prima viene compensata dal miracolo di Elia (1a lettura) e l'umile generosità della seconda merita da Gesù un elogio che non ha l'eguale. La loro generosa prestazione è ancora più notevole se la si confronta con l'atteggiamento dei ricchi che, quasi a contrasto, il racconto oppone ad esse: da una parte (1a lettura) l'empia regina Gezabele che vive nel lusso e nella ricchezza disprezzando i poveri (1 Re 21), dall'altra i ricchi scribi che «divorano le case delle vedove» e sono sempre alla ricerca dei primi posti.

Dare ciò che si è, più che ciò che si ha
L'antitesi ricchi-poveri (in questo caso scribi-vedova) è un procedimento frequente nei discorsi escatologici di Gesù: è usato nelle beatitudini, in cui l'opposizione ricchi-poveri (Lc 6,20-24) serve prima di tutto ad annunciare l'arrivo del Regno e il capovolgimento delle situazioni umane abusive. Più che fare l'apologia o la critica di questo o di quell'altro stato sociale, sottolinea il capovolgimento che l'arrivo degli ultimi tempi porterà nelle strutture umane.
La vedova ha dato del suo necessario, in contrapposizione ai ricchi, che danno qualcosa della loro potenza e dei loro privilegi con ostentata e pomposa ricerca della propria gloria. Il gesto furtivo con cui la vedova getta in silenzio i suoi due spiccioli è un gesto di preghiera, di fede e di amore. L'obolo è insignificante, ma il dono è totale; tanto più grande quanto meno si ostenta, e anzi cerca di nascondersi. Gesù, che ha ammirato il gesto e l'ha lodato, non misura gli atti umani col nostro metro che si ferma alle apparenze. Egli non misura in cifre quello che doniamo; lo misura in amore, lo valuta secondo il metro dei valori interiori della persona; egli arriva al cuore.
Donare così, come la vedova, è donare come fa Dio, il quale non ci dona della sua abbondanza (in questo caso sarebbe rappresentato meglio dai ricchi donatori che non dall'obolo della vedova !), non ci dona di quello che ha, ma di quello che è: la sua stessa vita divina. Gesù povero e servitore degli uomini non è una parentesi nella vita di Dio, ma la manifestazione della condizione stessa di Dio. Egli non è un ricco venuto a visitare, da turista, la terra sottosviluppata dell'umanità; egli è il nostro fratello che è diventato povero e schiavo, per arricchire della sua ricchezza la nostra povertà.

Amore e donazione nella comunità cristiana
La parola del Signore e il comportamento della vedova portano facilmente la nostra considerazione sul senso della ricchezza e della povertà, non solo nella vita del singolo cristiano, ma anche nella vita delle nostre comunità.
«La santa Chiesa, come fin dalle sue prime origini, unendo insieme l’ "agape" con la Cena eucaristica si manifestava tutta unita nel vincolo della carità attorno a Cristo, così, in ogni tempo, si riconosce da questo contrassegno della carità, e, mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile. Perciò la misericordia verso i poveri e gli infermi e le cosiddette opere caritative e di mutuo aiuto, destinate ad alleviare ogni umano bisogno, sono tenute dalla Chiesa in particolare onore».

«Coloro che celebrano il culto traggono il vitto dal culto»
Consuetudini di vecchia data, che trovano spiegazione nelle vicende storiche, fanno sì che a determinate prestazioni di ministero corrisponda un compenso in danaro. Ciò non significa compravendita di beni spirituali, ma un mezzo per provvedere al sostentamento di chi dedica tutto il suo tempo e le sue forze al ministero sacro e alle necessità della Chiesa. La mentalità del nostro tempo (in questo certamente più conforme allo spirito del ministero) propone, come un mèta a cui tendere, lo sganciamento della singola prestazione ministeriale dal compenso in danaro. Questo richiede, però, da parte dei sacerdoti, spirito di disinteresse e fiducia nella provvidenza divina, e da parte dei fedeli, un senso di corresponsabilità e un serio impegno a provvedere ai bisogni dei sacerdoti e della comunità.
La ricerca dei mezzi economici necessari all'azione pastorale e caritativa non deve però mai indurre a compromessi con qualsiasi forma di potere — sia politico che economico — che mettano in pericolo la libertà della Chiesa e le impediscano di agire secondo il vangelo.


Cristo volle salvare tutto ciò che andava in rovina

Dall'«Omelia» di un autore del secondo secolo (Capp. 1, 1 - 2, 7; Funk, 1, 145-149)
Fratelli, ravviviamo la nostra fede in Gesù Cristo, vero Dio, giudice dei vivi e dei morti, e rendiamoci consapevoli dell'estrema importanza della nostra salvezza. Se noi svalutiamo queste grandi realtà facciamo male e scandalizziamo quelli che ci sentono e mostriamo di non conoscere la nostra vocazione né chi ci abbia chiamati né per qual fine lo abbia fatto e neppure quante sofferenze Gesù Cristo abbia sostenuto per noi.
E quale contraccambio potremo noi dargli o quale frutto degno di quello che egli stesso diede a noi? E di quanti benefici non gli siamo noi debitori? Egli ci ha donato l'esistenza, ci ha chiamati figli proprio come un padre, ci ha salvati mentre andavamo in rovina. Quale lode dunque, quale contraccambio potremo dargli per ricompensarlo di quanto abbiamo ricevuto? Noi eravamo fuorviati di mente, adoravamo pietre e legno, oro, argento e rame lavorato dall'uomo. Tutta la nostra vita non era che morte! Ma mentre eravamo avvolti dalle tenebre, pur conservando in pieno il senso della vista, abbiamo riacquistato l'uso degli occhi, deponendo, per sua grazia, quel fitto velo che li ricopriva.
In realtà, scorgendo in noi non altro che errori e rovine e l'assenza di qualunque speranza di salvezza, se non di quella che veniva da lui, ebbe pietà di noi e, nella sua grande misericordia, ci donò la salvezza. Ci chiamò all'esistenza mentre non esistevamo, e volle che dal nulla cominciassimo ad essere.

Esulta, o sterile, tu che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo, tu che non partorisci, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata dei figli di quella che ha marito (cfr. Is 54, 1). Dicendo: Esulta, o sterile, tu che non hai partorito, sottolinea la gioia della Chiesa che prima era priva di figli e poi ha dato noi alla luce. Con le parole: Prorompi in grida di giubilo..., esorta noi ad elevare a Dio, sempre festosamente, le voci della nostra preghiera. Con l'espressione: Perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata dei figli di quella che ha marito, vuol dire che il nostro popolo sembrava abbandonato e privo di Dio e che ora, però, mediante la fede, siamo divenuti più numerosi di coloro che erano guardati come adoratori di Dio.
Un altro passo della Scrittura dice: «non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9, 13). Dice così per farci capire che vuol salvare quelli che vanno in rovina. Importante e difficile è sostenere non ciò che sta bene in piedi, ma ciò che minaccia di cadere. Così anche Cristo volle salvare ciò che stava per cadere e salvò molti, quando venne a chiamare noi che già stavamo per perderci.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 87,3
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera
.


Intret orátio mea in conspéctu tuo;

inclína aurem tuam ad precem meam, Dómine.


Colletta
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde, ut, mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum...


Oppure:
O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri, giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Re 17, 10-16
La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia.

Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elia le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"».
Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.


Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.


Seconda Lettura Eb 9, 24-28
Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti.

Dalla lettera agli Ebrei
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.


Canto al Vangelo Mt 5,3
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.





Vangelo Mc 12, 38-44
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
[Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».]



Sulle Offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quæsumus, inténde placátus, ut, quod passiónis Fílii tui mystério gérimus, pio consequámur afféctu. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.


Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Oppure: Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane.


Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis.


Oppure: Mc 12,44
«La vedova ha offerto più di tutti gli altri,
perché ha dato tutto quello che aveva».

Dopo la Comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grátias tibi, Dómine, reférimus sacro múnere vegetáti, tuam cleméntiam implorántes, ut, per infusiónem Spíritus tui, in quibus cæléstis virtus introívit, sinceritátis grátia persevéret. Per Christum.






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12/11/2012 10:10

12 NOVEMBRE
XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
SAN GIOSAFAT (m)
Vescovo e Martire
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ger 3,15
Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore,
essi vi guideranno con sapienza e dottrina.

Propter testaméntum Dómini et leges patérnas, Sancti Dei perstitérunt in amore fratérnitatis: Quia unus fuit semper spíritus in eis, et una fides.

Colletta
Suscita nella Chiesa, o Padre, il tuo Santo Spirito, che mosse il vescovo san Giosafat a dare la vita per il suo popolo, perché fortificati dallo stesso Spirito, non esitiamo a donare la nostra vita per i fratelli. Per il nostro Signore...

Excita, quæsumus, Dómine, in Ecclésia tua Spíritum, quo replétus beátus Iósaphat ánimam suam pro óvibus pósuit, ut, eo intercedénte, nos quoque eódem Spíritu roboráti, ánimam nostram pro frátribus pónere non vereámur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Tt 1, 1-9
Stabilisci alcuni presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. Ognuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola donna e abbia figli credenti, non accusabili di vita dissoluta o indisciplinati.
Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: non arrogante, non collerico, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagni disonesti, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Canto al Vangelo Fil 2,15
Alleluia, alleluia.
Risplendete come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita.
Alleluia.

Vangelo Lc 17, 1-6
Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Sulle Offerte
Padre misericordioso, scenda sulle nostre offerte la tua benedizione, e ci confermi nella vera fede che san Giosafat testimoniò con il sangue. Per Cristo nostro Signore.

Clementíssime Deus, múnera hæc tua benedictióne perfúnde, et nos in tua fide confírma, quam sanctus Iósaphat effúso sánguine asséruit. Per Christum.

Antifona alla Comunione Mt 10,15
Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la sua vita
in riscatto per tutti gli uomini.

Mt 10,39 Qui perdíderit ánimam suam propter me, dicit Dóminus, invéniet eam in ætérnum.

Dopo la Comunione
Venga a noi, Signore, da questo sacro convito il tuo spirito di fortezza e di pace, perché a imitazione di san Giosafat doniamo volentieri la nostra vita per l'unità e la santità della Chiesa. Per Cristo nostro Signore.

Spíritum, Dómine, fortitúdinis et pacis hæc nobis tríbuat mensa cæléstis, ut, sancti Iósaphat exémplo, vitam nostram ad honórem et unitátem Ecclésiæ libénter impendámus. Per Christum.


Lunedì 12 novembre
Lc 17, 1-6


Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».



La scelta di Gesù non avviene in un entusiasmo d’amore, ma è un atto razionale. Quando hai sperimentato che Gesù ha parole di vita, razionalmente, anche se tutto in te dà contro, dici: «Io ti scelgo, mio Signore. Le tue parole entrano nel mio essere e risolvono tutti i miei interrogativi, perché le tue parole sono vita, ora io non sono più solo, il mio essere ha trovato la sua sorgente, la comunione è piena. Ora in questa comunione tutto quello che io vivo non è più il termine della mia vita, ma lo spazio dove manifesto una vita che è con te nella profondità, è con i miei fratelli». Quando non c’è la scelta, o meglio la scelta non diventa lotta vitale, ti accomodi: ogni tanto sei con Cristo, poi lo molli, non per sempre, ma ti accomodi sulle posizioni che non ti turbano più. Ciò che conta è la scelta che mi riporta ogni giorno a convertirmi.

Che significa la parola perdono? Significa grande dono. È difficile perdonare? Sì, tanto, perché le offese sia verbali sia fisiche sono ferite che entrano nel vivo dello spirito come un coltello nella carne. Dove si trova la forza di perdonare? Solo nella fede, cioè in Gesù scelto perché amato. Il perdono viene dato senza condizioni però esige il cambiamento di chi viene perdonato proprio perché si vuole il suo bene e si desidera che non nuoccia ad altri.






_________Aurora Ageno___________
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13/11/2012 09:00


XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 87,3
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.


Intret orátio mea in conspéctu tuo;

inclína aurem tuam ad precem meam, Dómine.


Colletta
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde, ut, mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Tt 2,1-8.11-14
Viviamo con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, insegna quello che è conforme alla sana dottrina.
Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata.
Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi.
È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 36
La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
I giusti avranno in eredità la terra
e vi abiteranno per sempre.

Canto al Vangelo Gv 14,23
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo Lc 17, 7-10
Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Sulle Offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quæsumus, inténde placátus, ut, quod passiónis Fílii tui mystério gérimus, pio consequámur afféctu. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.


Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Oppure: Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane.


Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis.


Dopo la Comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grátias tibi, Dómine, reférimus sacro múnere vegetáti, tuam cleméntiam implorántes, ut, per infusiónem Spíritus tui, in quibus cæléstis virtus introívit, sinceritátis grátia persevéret. Per Christum.


Martedì 13 novembre
Lc 17,7-10


Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili.



Noi siamo figli di Dio, non possiamo comportarci come quelli che non conoscono il Signore. Che responsabilità! Che voglia di cambiare pagina, di dire: «Signore, cambio completamente!». Non è solo speranza, è l’apertura di un mondo completamente diverso: il mondo di Dio in mezzo al mondo degli uomini.

Solo mettendo il nostro cuore nel cuore di Dio e lasciando entrare la sapienza di Dio nella nostra vita ragioniamo alla moda di Dio. Quanto tempo perso a ragionare alla moda degli uomini!

Gesù è molto deciso: «Date loro voi stessi», cioè: «Scoprite il cuore, spremete le meningi, datevi da fare, non chiudete gli occhi; dopo aver visto, non fate finta di non aver visto». Chi è pieno di se stesso non può uscire da sé ma si incontra col suo denaro, con i suoi mobili, col suo portafogli e quindi richiude il circolo e ricade su se stesso; si incontra con la sua posizione sociale che non può mettere in discussione, che costituisce il termine della sua vita, la sua schiavitù, il suo ultimo fine, perciò non ne può uscire. Queste persone non possono entrare nel Regno dei cieli, perché il loro atteggiamento è la chiusura definitiva, non hanno altra cosa da contemplare se non se stessi nelle varie manifestazioni di gloria, di onore, di potenza, di sicurezza. Noi siamo su questa terra per un’altra realtà; quando uno ha posto tutto il suo cuore nelle cose di questo mondo non c’è più spazio per Dio, ma non c’è spazio neppure per l’uomo, né per lui stesso.

Per questo i momenti più significativi della vostra vita saranno quando vi metterete in ginocchio davanti al buon Dio, lasciando che venga dentro di voi. La nostra vita può veramente essere spesa soltanto per Qualcuno che è infinito, e quindi può occupare tutto lo spazio del nostro essere.









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XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MERCOLEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 87,3
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.


Intret orátio mea in conspéctu tuo;

inclína aurem tuam ad precem meam, Dómine.


Colletta
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde, ut, mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Tt 3, 1-7
Eravamo insensati, ma Dio ci ha salvati per la sua misericordia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, ricorda [a tutti] di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Canto al Vangelo 1Ts 5,18
Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Alleluia.

Vangelo Lc 17, 11-19
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

Dal vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


Sulle Offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quæsumus, inténde placátus, ut, quod passiónis Fílii tui mystério gérimus, pio consequámur afféctu. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.


Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Oppure: Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane.


Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis.


Dopo la Comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grátias tibi, Dómine, reférimus sacro múnere vegetáti, tuam cleméntiam implorántes, ut, per infusiónem Spíritus tui, in quibus cæléstis virtus introívit, sinceritátis grátia persevéret. Per Christum.



Mercoledì 14 novembre
Lc 17,11-19


Gesù maestro, abbi pietà di noi!



Non sembra che l’uomo cerchi Dio nei giorni della sua vita, affannato per le cose, per il lavoro, ma proprio questo affanno così tremendo che occupa tutto l’uomo nasconde in fondo una grande fame di vedere Dio.

Poi quale altro tipo di fame c’è in noi? Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, ed abbiamo fame di vivere come Dio, cioè di essere suoi figli. Tutte le nostre sofferenze, tribolazioni, anche le più strane di questa terra, derivano dal fatto che noi non viviamo da figli di Dio, ma abbiamo dentro la fame profonda di vivere da figli di Dio.

Nel suo infinito amore Dio, che è Padre, ha mandato suo figlio Gesù ed è lui che sazia questa fame. Fuori di Cristo non trovate la risposta a questa fame essenziale e profonda. Dice Gesù: «La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda». Ogni giorno possiamo mangiare di quella carne e bere di quel sangue, possiamo unirci alla persona di Cristo che nutre la nostra vita individuale e comunitaria. Quando senti quella spinta forte ad amare, anche donando la vita, ecco, rimani in Gesù. Quando senti dentro di te che devi andare a cercare il fratello col quale è da molto tempo che magari non ti incontri, è Gesù che spinge dentro di te! Lascia che il Signore venga! E’ Lui che opera dentro di te! Lascialo venire!









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15/11/2012 11:04



XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - GIOVEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 87,3
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.


Intret orátio mea in conspéctu tuo;

inclína aurem tuam ad precem meam, Dómine.


Colletta
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde, ut, mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Fm 1, 7-20
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati.
Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!

Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.

Il Signore rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Canto al Vangelo Gv 15,5
Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.

Vangelo Lc 17, 20-25
Il regno di Dio è in mezzo a voi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».


Sulle Offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quæsumus, inténde placátus, ut, quod passiónis Fílii tui mystério gérimus, pio consequámur afféctu. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.


Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Oppure: Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane.


Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis.


Dopo la Comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grátias tibi, Dómine, reférimus sacro múnere vegetáti, tuam cleméntiam implorántes, ut, per infusiónem Spíritus tui, in quibus cæléstis virtus introívit, sinceritátis grátia persevéret. Per Christum.



Giovedì 15 novembre
Lc 17,20-25


Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!


Il regno di Dio appartiene a chi lo sceglie e lo vuole momento per momento nell’impegno della storia.

Non può conquistare il Regno chi vuole addormentarsi per sfuggirlo. La vigilanza è la caratteristica del cristiano ed è necessaria per essere sempre in grado di scegliere bene ciò che è eterno, ciò che è vero, ciò che è giusto. L’uomo che sa scegliere vive veramente bene la vita e la gioca pienamente.

È rivelandosi a noi che permette che Lo amiamo. Questa è la pedagogia di Dio. Non attraverso l’esortazione, ma attraverso la rivelazione di Se a noi. Poi aggiunge ancora: «Se uno mi ama, il Padre mio ed io verremo a lui e porremo dentro di lui la nostra dimora».

Ecco la pienezza dell’Avvento di Dio. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che operano in noi perché ci trasformiamo in Lui!

Il desiderio profondo dell’uomo di essere completamente nella pienezza, si manifesta, se siete attenti, si attua potentemente dentro il cuore dell’uomo.

Allora questa presenza dinamica, cioè attiva di Dio dentro di noi va lasciata venire, va lasciata fare, e mi permetto di suggerire qualche cosa. Non solo Cristo è venuto e ha inteso salvarci ed operare in noi non come individui, ma ha inteso salvarci come popolo, per cui la Comunità non è altro che l’espressione di questa azione di Dio che Egli compie in noi, ma insieme.

È il momento più profondo, allora. Lasciarlo venire dentro di noi come individui, ma come individui in comunione in una Comunità. Non ti farai santo se non in quella Comunità in cui la Vocazione ti ha posto e/o in quella Vocazione che ti viene rivelata dal Signore. È questa, allora, la riscoperta. In più, il Signore opera perché tu trasformi il mondo.

Quando senti quella spinta forte ad amare, anche donando la vita, ecco, rimani in Gesù.

Quando senti dentro di te che devi andare a cercare il fratello col quale è da molto tempo che magari non ti incontri, è Gesù che spinge dentro di te! Lascia che il Signore venga! È Lui che opera dentro di te! Lascialo venire!

Dio si è fatto uomo, è diventato uno di noi perché noi potessimo diventare come Loro, uno di Loro, cioè della famiglia di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Per noi, il Signore è venuto e verrà personalmente.



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16/11/2012 10:48

XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 87,3
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.


Intret orátio mea in conspéctu tuo;

inclína aurem tuam ad precem meam, Dómine.


Colletta
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...

Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde, ut, mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 2 Gv 1, 3.9
Chi rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.

Dalla seconda lettera di san Giovanni apostolo
Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità: grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore. Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre.
E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore.
Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
Ripongo nel cuore la tua promessa
per non peccare contro di te.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Canto al Vangelo Lc 21,28
Alleluia, alleluia.
Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.
Alleluia.


Vangelo Lc 17,26-37
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».


Sulle Offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quæsumus, inténde placátus, ut, quod passiónis Fílii tui mystério gérimus, pio consequámur afféctu. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 22,1-2
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.


Dóminus regit me, et nihil mihi déerit;

in loco páscuæ ibi me collocávit,

super aquam refectiónis educávit me.


Oppure: Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore,
nello spezzare il pane.


Cognovérunt discípuli

Dóminum Iesum in fractióne panis.


Dopo la Comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

Grátias tibi, Dómine, reférimus sacro múnere vegetáti, tuam cleméntiam implorántes, ut, per infusiónem Spíritus tui, in quibus cæléstis virtus introívit, sinceritátis grátia persevéret. Per Christum.


Venerdì 16 novembre
Lc 17,26-37


Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.


Che fiducia grande e che speranza! Il regno di Dio si manifesta nello stupore dei nostri piccoli sforzi in mano a una potenza illimitata; nell’aiuto inatteso ed inaspettato; nell’intimità straordinaria con Dio di ogni uomo nella preghiera; nella bellezza presente in ogni creatura; nel miracolo d’amore di una vita spesa per Gesù e donata interamente a lui; nella sofferenza accettata in una viva speranza.

Che gioia sapere che il regno di Dio cresce per una sua forza intima e agisce nonostante i miei limiti. Però c’è una condizione: che io dica sempre di sì al Signore, che io lo lasci agire entro di me. Tutti noi abbiamo dei talenti, cioè delle capacità.

Il Signore ci dice che tutto quel che siamo cresce nella misura in cui si dona. In ogni situazione non difendetevi mai, donatevi continuamente, e se venite trattati male avete la possibilità di donarvi gratuitamente, senza chiedere risposta, e sarà gioia piena! In questo respiro il cuore si riempie e cambiano d’importanza le cose.


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17/11/2012 10:38


17 NOVEMBRE
XXXII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO
SANTA ELISABETTA D'UNGHERIA (m)
Patrona del Terz'Ordine Francescano
MESSALE


Antifona d'Ingresso
Rallegriamoci tutti nel Signore nel ricordo di santa Elisabetta:
con noi gioiscono gli Angeli e lodano in coro il Figlio di Dio.

Mt 25,34 Mt 36 Mt 40 Veníte, benedícti Patris mei, dicit Dóminus: infírmus eram, et visitástis me. Amen dico vobis, quámdiu fecístis uni ex his frátribus meis mínimis, mihi fecístis.

Colletta
O Dio, che a sant'Elisabetta,
hai dato la grazia di riconoscere e onorare Cristo nei poveri,
concedi anche noi, per sua intercessione,
di servire con instancabile carità
coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Deus, qui beátæ Elísabeth tribuísti in paupéribus Christum cognóscere ac venerári, da nobis, eius intercessióne, egénis et tribulátis iugi caritáte servíre. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 3 Gv 1,5-8
Dobbiamo accogliere i fratelli per diventare collaboratori della verità.

Dalla terza lettera di san Giovanni apostolo
Carissimo [Gaio], tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri.
Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani.
Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 111
Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Canto al Vangelo 2 Ts 2,14
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.

Vangelo Lc 18, 1-8
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».


Sulle Offerte
Accetta, o Signore, l'offerta del nostro servizio sacerdotale nel ricordo di Santa Elisabetta, e concedi che, liberi dagli affanni e dagli egoismi del mondo, diventiamo ricchi di te, unico bene. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera pópuli tui, et præsta, ut, qui Fílii tui imménsæ caritátis opus recólimus, in tui et próximi dilectióne, beátæ Elísabeth exémplo, confirmémur. Per Christum.

Antifona alla Comunione Gv 13,35
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri»,
dice il Signore.

In hoc cognóscent omnes quia discípuli mei estis: si dilectiónem habuéritis ad ínvicem, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai fatti tuoi commensali, donaci di imitare l'esempio di santa Elisabetta che si consacrò a te con tutto il cuore, e si prodigò instancabilmente per il bene del tuo popolo.
Per Cristo nostro Signore.

Sacris mystériis reféctos, da nos, quæsumus, Dómine, beátæ Elísabeth exémpla sectári, qui te indeféssa pietáte cóluit, et pópulo tuo imménsa prófuit caritáte. Per Christum.




Sabato 17 novembre
Lc 18,1-8


Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?


Non temere, continua solo ad avere fede», cioè non lasciarti dominare dagli avvenimenti ma in essi vivi la tua relazione (fede) con il Signore Gesù. Negli avvenimenti vivi “Qualcuno”. Tutto ciò che accade nella vita, può essere vissuto in due modi radicalmente opposti. L’uomo senza relazione con il Signore è solo, soccombe quando viene a trovarsi nella malattia, nella vecchiaia, nella morte, nella povertà. L’uomo che è solo non vuole ciò che gli reca dolore. La fede è una chiamata all’abbandono in Dio. Ogni chiamata crea relazione tra chi chiama e chi è chiamato.

La persona che è in relazione con il Signore, non è più incapsulata in se stesso, ma sviluppa la relazione con il Signore, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore.

Come due fidanzati che camminano insieme, se incappano nella pioggia non solo non si lasciano, ma si stringono ancor più forte la mano l’un l’altro, così chi è nella fede intensifica il dialogo d’amore con Dio, vive in positivo tutti gli avvenimenti. «Sia fatto secondo la tua volontà», è la preghiera d’amore più frequente.

Siate un segno d’amore. Non rendetevi strumenti di Satana! Io vi scongiuro, vi supplico. State camminando bene, non lasciatevi vincere dal male! L’avete in voi la forza per poter superare le prove, le tentazioni, e avete la grazia dell’autorità che vi è vicina. Vi supplico nel nome del Signore: non lasciatevi vincere da Satana che vi tormenta e vi distrugge, e ricordatevi che si veste sempre da angelo per potervi ingannare!

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19/11/2012 11:37



XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Ger 29,11.12.14
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».


Dicit Dóminus:

Ego cógito cogitatiónes pacis et non afflictiónis;

invocábitis me, et ego exáudiam vos,

et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis.


Colletta
Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore...

Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, in tua semper devotióne gaudére, quia perpétua est et plena felícitas, si bonórum ómnium iúgiter serviámus auctóri. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 1, 1-4; 2, 1-5
Ricorda da dove sei caduto e convèrtiti.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.
Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. [Io udii il Signore che mi diceva]:
«All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
“Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima”».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde.
Poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo Lc 18, 35-43
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

Dal vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.


Sulle Offerte
Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore.


Concéde, quæsumus, Dómine, ut óculis tuæ maiestátis munus oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Christum..


Antifona alla Comunione Sal 72,28
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.


Mihi autem adhærére Deo bonum est,

pónere in Dómino Deo spem meam.


Oppure: Mc 11,23.24
Dice il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».


Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis,

crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.


Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.




IL VANGELO CI INVITA AD ABBANDONARCI A CRISTO

Lunedì 19 novembre
Lc 18,35-43

La tua fede ti ha salvato.


Con i giovani, vorremmo anzitutto cercare di andare alle sorgenti della fiducia della fede. Possono capire che ciò che conta prima di tutto, è passare, sempre e di nuovo, dall’inquietudine e persino dal dubbio, alla fede? E la fede è una realtà semplicissima, un’umilissima fiducia in Dio.


Il Vangelo ci invita ad un atteggiamento essenziale: abbandonarci in Cristo. Allora, c’è come una scelta da fare, una decisione da prendere. Quale decisione? La decisione di vivere nella riconoscenza a Dio, sì, in una gioia interiore, una gioia rinnovata in ogni momento. E per questo, abbiamo bisogno di uno spirito risoluto.

Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo.

A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi. Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione. Questa trasfigurazione è l’inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita.


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XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ger 29,11.12.14
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».


Dicit Dóminus:

Ego cógito cogitatiónes pacis et non afflictiónis;

invocábitis me, et ego exáudiam vos,

et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis.


Colletta
Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore...

Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, in tua semper devotióne gaudére, quia perpétua est et plena felícitas, si bonórum ómnium iúgiter serviámus auctóri. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 3, 1-6. 14-22
Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io Giovanni, udii il Signore che mi diceva:
«All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:
“Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto. Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te. Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
“Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 14
Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

Canto al Vangelo 1 Gv 4,10
Alleluia, alleluia.
Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Alleluia.

Vangelo Lc 19, 1-10
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


Sulle Offerte
Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore.


Concéde, quæsumus, Dómine, ut óculis tuæ maiestátis munus oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Christum..


Antifona alla Comunione Sal 72,28
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.


Mihi autem adhærére Deo bonum est,

pónere in Dómino Deo spem meam.


Oppure: Mc 11,23.24
Dice il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».


Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis,

crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.


Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.




Martedì 20 novembre
Lc 19,1-10

Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto
.

Può succedere che Dio sembri allontanarsi. Ce ne sono che rimangono sconcertati dall’impressione di un silenzio di Dio. La fede è come uno slancio di fiducia mille volte ripreso nel corso della nostra vita. Ricordiamocelo! Non è la nostra fede che crea Dio, e non sono i nostri dubbi che potrebbero relegarlo nel niente. Così anche quando non ne proviamo una risonanza sensibile, la misteriosa presenza di Cristo non se ne va mai. Se ci può essere in noi l’impressione di un’assenza, c’è innanzitutto lo stupore della sua continua presenza. Quando delle inquietudini pervengono ad allontanarci dalla fiducia della fede, certuni si chiedono: vivo forse l’attitudine di un non credente? No, sono dei vuoti di incredulità, niente di più.

Il Vangelo ci invita a donare sempre di nuovo la nostra fiducia a Cristo, e a trovare in lui una vita di contemplazione. E il Cristo dice a ciascuno di noi questa parola del vangelo: Cerca, cerca e troverai.

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21/11/2012 11:01

Liturgia della Presentazione della Beata Vergine Maria *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA





21 NOVEMBRE
PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
memoria


LETTURE: Zc 2,14-17; 1Sam 2,1.4-8; Mt 12,46-50



E’ una delle feste più care all’Oriente che la celebra dal secolo VI. Roma l’accetta nel suo calendario solo a partire dal secolo XIV. Per gli orientali la Theotòkos (Madre di Dio) è il vero tempio in cui Dio, respinto il culto antico, ha posto la sua salvezza; per gli occidentali (accolta la «tradizione» del Protoevangelo di Giacomo) Maria è una fanciulla prodigiosa che realizza una «consacrazione» esemplare a Dio.

Il nuovo calendario, conservando questa memoria, ha inteso additare in Maria una figura completa che ci aiuta ad esaltare Dio per la sua meravigliosa opera di salvezza. L’origine della festa è legata alla dedicazione della Chiesa di santa Maria nuova in Gerusalemme nel 543.

Maria, avendo «trovato grazia agli occhi di Dio» (cf Lc 1,30) è diventata Madre e potente Aiuto dei cristiani. «Anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristo, concepito dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine, per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa» (LG 65). Ogni cristiano, come Maria, «trova grazia» presso Dio nello Spirito Santo, per la mediazione di Cristo e diviene «Arca dell’alleanza nuova» e Tempio del Signore in forza della consacrazione dello Spirito nel Battesimo e nell’Eucaristia.








Colei che credette in virtù della fede,
in virtù della fede concepì

Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo. Disc. 25, 7-8
Fate attenzione, vi prego, a quello che disse il Signore Gesù Cristo, stendendo la mano verso i suoi discepoli: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 49-50). Forse che non ha fatto la volontà del Padre la Vergine Maria, la quale credette in virtù della fede, concepì in virtù della fede, fu scelta come colei dalla quale doveva nascere la nostra salvezza tra gli uomini, fu creata da Cristo, prima che Cristo in lei fosse creato? Ha fatto, sì, certamente ha fatto la volontà del Padre Maria santissima, e perciò conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo. Lo ripetiamo: fu per lei maggiore dignità e maggiore felicità essere stata discepola di Cristo che esser stata madre di Cristo. Perciò Maria era beata, perché, anche prima di dare alla luce il Maestro, lo portò nel suo grembo.
Osserva se non è vero ciò che dico. Mentre il Signore passava, seguito dalle folle, e compiva i suoi divini miracoli, una donna esclamò: «Beato il grembo che ti ha portato!» (Lc 11, 27). Felice il grembo che ti ha portato! E perché la felicità non fosse cercata nella carne, che cosa rispose il Signore? «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28). Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo. Cristo è verità, Cristo è carne; Cristo è verità nella mente di Maria, Cristo è carne nel grembo di Maria. Conta di più ciò che è nella mente di ciò che è portato nel grembo.
Santa è Maria, beata è Maria, ma è migliore la Chiesa che la Vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa: un membro santo, un membro eccellente, un membro che tutti sorpassa in dignità, ma tuttavia è sempre un membro rispetto all’intero corpo. Se è membro di tutto il corpo, allora certo vale più il corpo che un suo membro. Il Signore è capo, e il Cristo totale è capo e corpo. Che dire? Abbiamo un capo divino, abbiamo per capo Dio.
Perché, o carissimi, badate bene: anche voi siete membra di Cristo, anche voi siete corpo di Cristo. Osservate in che modo lo siete, perché egli dice: «Ecco mia madre, ed ecco i miei fratelli» (Mt 12,49). Come potrete essere madre di Cristo? Chiunque ascolta e «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50).
Quando dico fratelli, quando dico sorelle, è chiaro che intendo parlare di una sola e medesima eredità. Perciò anche nella sua misericordia, Cristo, essendo unico, non volle essere solo, ma fece in modo che fossimo eredi del Padre e suoi coeredi nella medesima sua eredità.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sedulio
Salve, Madre Santa, tu hai dato alla luce il Re,
che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.

Salve, sancta parens, eníxa puérpera Regem, qui cælum terrámque regit in sæcula sæculórum.

Colletta
Guarda, Signore, il tuo popolo riunito nel ricordo della beata Vergine Maria; fa' che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te...

Sanctíssimæ venerántibus Vírginis Maríæ memóriam gloriósam, ipsíus nobis, quæsumus, Dómine, intercessióne concéde, ut de plenitúdine grátiæ tuæ nos quoque mereámur accípere. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Zc 2,14-17
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo.

Dal libro del profeta Zaccarìa
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te
e tu saprai che il Signore degli eserciti
mi ha inviato a te.
Il Signore si terrà Giuda
come eredità nella terra santa
ed eleggerà di nuovo Gerusalemme.
Taccia ogni mortale davanti al Signore,
poiché egli si è destato dalla sua santa dimora.

Salmo Responsoriale 1Sam 2,1.4-8
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.

L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall'immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria.

Canto al Vangelo Cf Lc 2,19
Alleluia, alleluia.
Beata la Vergine Maria:
custodiva la parola di Dio,
meditandola nel suo cuore.
Alleluia.





Vangelo Mt 12,46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Sulle Offerte
Ci soccorra, o Padre, l'immenso amore del tuo Figlio,
che nascendo dalla Vergine
non diminuì, ma consacrò l'integrità della Madre,
e liberandoci da ogni colpa
ti renda gradito il nostro sacrificio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Súscipe, quæsumus, Dómine, preces pópuli tui cum oblatiónibus hostiárum, ut, intercedénte beáta María, Fílii tui Genetríce, nullíus sit írritum votum, nullíus sit vácua postulátio. Per Christum.

Prefazio della Beata Vergine Maria I
La maternità della beata Vergine Maria


E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo,
nella memoria della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.

Per mezzo di lui si allietano gli angeli
e nell’eternità adorano la gloria dei tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode:

Santo, Santo, Santo …

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Et te in ... beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit, et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Iesum Christum Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Cf Lc 11,27
Beata la Vergine Maria,
che ha portato in grembo il Figlio dell'eterno Padre.

Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti dei tuoi sacramenti
in questa celebrazione in onore della Beata Vergine Maria,
fa' che sul suo esempio collaboriamo fedelmente
al mistero della redenzione. Per Cristo ...

Suméntes, Dómine, cæléstia sacraménta, quæsumus cleméntiam tuam, ut, qui de beátæ Vírginis Mariæ commemoratióne lætámur, eiúsdem Vírginis imitatióne, redemptiónis nostræ mystério digne valeámus famulári. Per Christum.







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22 NOVEMBRE
XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - GIOVEDÌ
SANTA CECILIA (m)
Vergine e Martire
MESSALE


Antifona d'Ingresso
Questa è una vergine martire della fede,
che sparse per Cristo il suo sangue;
non temete le minacce dei giudici
e raggiunse il regno dei cielo.

Ecce iam séquitur Agnum pro nobis crucifíxum strénua virgo, pudóris hóstia, víctima castitátis.

Colletta
Ascolta, Signore, la nostra preghiera e per intercessione di santa Cecilia, vergine e martire, rendici degni di cantare le tue lodi. Per il nostro Signore...

Deus, qui nos ánnua beátæ Cæcíliæ celebritáte lætíficas, præsta, quæsumus, ut ea, quæ de ancílla tua devóte trádita sunt, exémpla nobis præbeant imitánda et Christi Fílii tui in servis eius prædicent mirabília. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 5, 1-10
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 149
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Canto al Vangelo Sal 94,8
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.

Vangelo Lc 19, 41-44
Se avessi compreso quello che porta alla pace!

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Sulle Offerte
I doni che ti presentiamo nel glorioso ricordo della santa martire Cecilia ti siano graditi, Signore, come fu preziosa ai tuoi occhi l'offerta della sua vita. Per Cristo nostro Signore.

Múnera, quæsumus, Dómine, quæ in celebritáte beátæ Cæcíliæ deférimus, ita grátiæ tuæ efficiántur accépta, sicut eius tibi plácitum éxstitit passiónis certámen. Per Christum.

Antifona alla Comunione Gv 15,5
«Io sono la vite e voi i tralci », dice il Signore;
«chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto».

Ap 7,17 Agnus, qui in médio throni est, dedúcet eos ad vitæ fontes aquárum.

Dopo la Comunione
Signore, che hai glorificato santa Cecilia con la corona della verginità e del martirio, per la comunione a questo sacro convito donaci energia nuova, perché superiamo la forza del male e raggiungiamo la gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Deus, qui beátam Cæcíliam pro gémina virginitátis et martyrii victória inter Sanctos coronásti, da, quæsumus, per huius virtútem sacraménti, ut, omne malum fórtiter superántes, cæléstem glóriam consequámur. Per Christum.


Giovedì 22 novembre
Lc 19,41-44

Se avessi compreso quello che porta alla pace!


«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»: qual è questa pace che Dio dona?

Prima di tutto è una pace interiore, una pace del cuore. È quella che permette di volgere uno sguardo di speranza sul mondo, anche se spesso è lacerato da violenze e conflitti.

Questa pace di Dio è anche un sostegno affinché riusciamo a contribuire, con grande umiltà, a costruire la pace laddove è minacciata. Una pace mondiale è così urgente per alleviare le sofferenze, soprattutto perché i bambini di oggi e di domani non conoscano l’angoscia e l’insicurezza.

Nel suo Vangelo, in una folgorante intuizione, san Giovanni definisce chi è Dio in tre parole: «Dio è amore». Se solo cogliessimo queste tre parole, andremmo lontano, molto lontano. Che cosa ci attrae in queste parole? In esse troviamo questa luminosa certezza: Dio non ha mandato Cristo sulla terra per condannare, ma perché ogni essere umano sappia di essere amato e possa trovare un cammino di comunione con Dio.

I cristiani vivono un tempo in cui la vocazione all’universalità, all’ecumenismo, alla cattolicità, deposta in loro dal Vangelo, può trovare un compimento senza precedenti. A partire dal IV secolo, ci sono stati pochi periodi più decisivi per i cristiani. Avranno essi il cuore sufficientemente largo, l’immaginazione sufficientemente aperta, l’amore sufficientemente ardente per rispondere a uno dei primi appelli del Vangelo: ogni giorno correre il rischio di riconciliarsi, essere lievito di fiducia in tutta la pasta umana?

Esiste una via sulla nostra terra per giungere a capire tutto dell’altro?

Un giorno mi dissi: se quella via esiste, comincia da te stesso e impegnati, proprio tu, a capire tutto di ogni uomo. Quel giorno ebbi la convinzione che la decisione presa sarebbe rimasta valida fino alla morte. Si trattava, in verità, di ritornare, e ritornare ancora per tutta la vita, a quella decisione: cercare di capire tutti piuttosto che essere capito.


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XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - VENERDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Ger 29,11.12.14
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».


Dicit Dóminus:

Ego cógito cogitatiónes pacis et non afflictiónis;

invocábitis me, et ego exáudiam vos,

et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis.


Colletta
Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore...

Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, in tua semper devotióne gaudére, quia perpétua est et plena felícitas, si bonórum ómnium iúgiter serviámus auctóri. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 10, 8-11
Presi quel piccolo libro e lo divorai.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.

Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.



Vangelo Lc 19, 45-48
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.


Sulle Offerte
Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore.


Concéde, quæsumus, Dómine, ut óculis tuæ maiestátis munus oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Christum..


Antifona alla Comunione Sal 72,28
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.


Mihi autem adhærére Deo bonum est,

pónere in Dómino Deo spem meam.


Oppure: Mc 11,23.24
Dice il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».


Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis,

crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus.



Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.


Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant caritátis augméntum. Per Christum.


Venerdì 23 novembre
Lc 19,45-48

Tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Felice chi cammina dal dubbio verso l’umile fiducia! Da parte mia, posso dire che a un dato momento della mia giovinezza ci fu un vacillamento della fede. Non mettevo veramente in dubbio l’esistenza di Dio. Ciò di cui dubitavo era la possibilità di vivere in comunione con lui. Desideravo talmente essere onesto che mi capitava di non più osare pregare. Pensavo che bisognava conoscere Dio per pregare. Un bel giorno, aprendo un antico libro, sono caduto su delle righe in vecchio francese. L’autore scriveva che se Dio non fosse comunicabile, Cristo ce lo faceva conoscere: «Il Cristo è lo splendore di Dio». Questo non l’ho dimenticato. È Cristo che ci permette di capire che Dio ci ama.

Quando la Chiesa è attenta ad amare e a comprendere il mistero di ogni essere umano, quando incessantemente ascolta, consola e guarisce, diventa ciò che è di più luminoso in se stessa: il limpido riflesso di una comunione.

Cercare riconciliazione e pace implica una lotta all’interno di sé. Non è un cammino facile. Nulla di duraturo si costruisce facilmente. Lo spirito di comunione non è qualcosa d’ingenuo, è allargare il proprio cuore, è profonda benevolenza, esso non ascolta i sospetti.

Per essere portatori di comunione, avanzeremo, ciascuno nella propria vita, sulla strada della fiducia e di una bontà del cuore sempre rinnovata?

Su questo cammino ci saranno talvolta degli insuccessi. Allora ricordiamoci che la sorgente della pace e della comunione è in Dio. Lungi dallo scoraggiarci, invocheremo il suo Spirito Santo sulle nostre fragilità.

E, in tutta la nostra vita, lo Spirito Santo ci permetterà di riprendere il cammino e di andare, da un inizio a un nuovo inizio, verso un avvenire di pace.


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_________Aurora Ageno___________
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24/11/2012 11:55


24 NOVEMBRE
XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO
SANTI ANDREA DUNG-LAC E C. (m)
Martiri
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Gal 6,14; 1 Cor 1,1
Non ci sia per noi altra gloria
che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
La parola della croce per noi
che siamo stati salvati è potenza di Dio.

Nobis absit gloriári nisi in cruce Dómini nostri Iesu Christi. Verbum enim crucis nobis, qui salvi facti sumus, virtus Dei est.

Colletta
O Dio, origine e fonte di ogni paternità, che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio fino all'effusione del sangue, i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, per la loro comune intercessione fa' che diventiamo missionari e testimoni del tuo amore fra gli uomini, per chiamarci ad essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Deus, omnis paternitátis fons et orígo, qui beátos mártyres Andréam et sócios eius Cruci Fílii tui usque ad sánguinis effusiónem fidéles effecísti, eórum intercessióne concéde, ut amórem tuum inter fratres propagántes fílii tui nominári et esse valeámus. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 11, 4-12
Questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno.
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

Canto al Vangelo 2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

Vangelo Lc 20, 27-40
Dio non è dei morti, ma dei viventi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Sulle Offerte
Accogli, o Padre, i doni che ti presentiamo nel ricordo della passione dei santi martiri vietnamiti; dona anche noi fra le avversità del mondo la grazia di una fortezza intrepida e trasformaci in offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, sancte Pater, múnera quæ offérimus, passiónem venerántes sanctórum mártyrum, ut inter advérsa vitæ nostræ, fidéles tibi semper inveníri mereámur et hóstiam tibi acceptábilem nosmetípsos exhibére. Per Christum.

Antifona alla Comunione Cf Mt 5,10
Beati i perseguitati
per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beáti qui persecutiónem patiúntur propter iustítiam, quóniam ipsórum est regnum cælórum.

Dopo la Comunione
Signore Dio nostro, che nella celebrazione dei santi martiri Andrea e compagni ci hai nutriti dell'unico pane eucaristico, concedi di perseverare unanimi nella tua carità per ottenere il premio eterno riservato a quanti soffrono per la fede. Per Cristo nostro Signore.

Uníus panis alimónia refécti, in commemoratióne sanctórum mártyrum, te, Dómine, supplíciter deprecámur, ut, in tua dilectióne unánimes manéntes, patiéntiæ præmium mereámur cónsequi ætérnum. Per Christum.


Sabato 24 novembre
Lc 20,27-40

Dio non è dei morti, ma dei viventi.


Poco prima della sua morte, Cristo assicura i discepoli che riceveranno una consolazione: egli manderà lo Spirito Santo che sarà per loro un sostegno e un consolatore, e resterà con loro per sempre.

Nel cuore di ciascuno, ancora oggi egli mormora: «Non ti lascerò mai solo, ti invierò lo Spirito Santo. Anche se sei nella disperazione più profonda, io resto vicino a te».

Accogliere la consolazione dello Spirito Santo è cercare, nel silenzio e nella pace, di abbandonarci in lui. Allora, anche se accadono dei fatti gravi, diventa possibile superarli. Siamo così fragili da aver bisogno di consolazione?

A ognuno capita di essere scosso da una prova personale o dalla sofferenza degli altri. Ciò può arrivare fino a far tremare la fede e spegnere la speranza. Ritrovare la fiducia della fede e la pace del cuore significa talvolta essere pazienti con se stessi.

C’è una pena che segna in modo particolare: la morte di una persona cara che forse ci era d’aiuto nel nostro cammino terreno. Ma ecco che una tale prova può essere trasfigurata, allora diventa apertura a una comunione.

A chi si trova all’estremo della sofferenza, può essere restituita una gioia del Vangelo. Dio viene a rischiarare il mistero del dolore umano al punto che ci accoglie in un’intimità con lui.

Eccoci allora collocati su un cammino di speranza. Dio non ci lascia soli. Ci permette di avanzare verso una comunione, questa comunione d’amore che è la Chiesa, allo stesso tempo così misteriosa e così indispensabile.

Il Cristo di comunione ci fa questo immenso dono della consolazione.


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_________Aurora Ageno___________
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Liturgia della XXXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
RE DELL'UNIVERSO


Anno B - Solennità

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO


LETTURE: Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37


Cristo Signore fa liberi gli uomini

Le letture proposte nel formulario liturgico ci aiutano a comprendere la profonda natura della regalità di Gesù Cristo. Gesù di Nazaret si è presentato come un re, ma il suo regno non è di questo mondo. Comincia a edificarsi quaggiù, ma non fa alcuna concorrenza ai regni terrestri. Durante tutta la sua vita pubblica, Gesù ha badato con cura estrema che non si potesse dare un'interpretazione politica alla sua missione. A parecchie riprese lo vogliono fare re, ma ogni volta egli si sottrae.

Cristo, re di un regno diverso
Gesù Cristo è re, perché è l'unico mediatore della salvezza di tutta la creazione. In lui, tutte le cose trovano il loro compimento, la loro vera consistenza secondo il disegno creatore di Dio. Dio continua a creare per mezzo dell'amore, e tutta la creazione è chiamata, nell'uomo, a partecipare alla sua stessa vita divina, a entrare nella sua Famiglia.
Questo disegno di amore si compie soltanto nell'invio dell'Uomo-Dio perché solo l'Uomo-Dio è capace, nella sua umanità, di far entrare nella Famiglia del Padre. Se tale è il disegno creatore di Dio, è in Gesù Cristo che tutta la creazione trova il punto d'appoggio della sua consistenza definitiva (cf Eb 1,3; Col 1,17). In questo senso Gesù Cristo è il primogenito di ogni creatura; egli è il re della creazione perché egli solo è l'immagine di Dio invisibile, e la realizzazione del disegno creatore dipende unicamente da lui. Ma, poiché la creazione si è staccata dal suo Dio per effetto del peccato, la regalità di Gesù Cristo assume l'aspetto di una riconciliazione universale che egli opera versando il suo sangue sulla croce.

Cristo rispetta la libertà e la responsabilità dell'uomo
La regalità di Cristo è universale e ha un reale potere su tutto e su tutti; nessuna realtà creata sfugge al suo giudizio supremo. Egli ha acquistato questa regalità per mezzo della sua morte sulla croce in remissione di tutti i peccati. Il primogenito di ogni creatura è pure il primogenito di fra i morti, il risorto.
La regalità di Cristo è un tema cristologico abbondantemente sfruttato nella tradizione ecclesiastica, per le sue concrete incidenze sul ruolo della Chiesa nel mondo. La riflessione teologica su questo argomento ha talora peccato di gratuità; a più riprese si è degradata in una ideologia giustificatrice di una situazione contingente della Chiesa, che alcuni si auguravano di veder continuare. In particolare, il tema è servito per spiegare i rapporti fra la Chiesa e il mondo in un «regime di cristianità», senza tener abbastanza conto del carattere transitorio di quest'ultimo. Quando questo stato di cose ha cominciato a scricchiolare alcuni si sono riferiti alla regalità di Cristo per difendere certe istituzioni e combattere i nemici della Chiesa con spirito non alieno da clericalismo. D'altra parte l'avvento del mondo moderno rischia di mettere in causa una giusta concezione della regalità universale di Cristo, relegandola al puro dominio dello spirito.

La regalità di Cristo è per la regalità dell'uomo
Quando Pio XI istituì, nel 1925, la festa di Cristo Re, intendeva reagire contemporaneamente agli eccessi del laicismo moderno che fa a meno di Dio, e a quelli del cesaropapismo e del clericalismo di ieri tentati di «servirsi» di Dio. Ma certo le eredità del passato erano tali che alcuni cristiani hanno preso questa festa come un'arma per difendere l'ordine antico e rifiutare il mondo che veniva; mentre i laicisti si sono irrigiditi sulle loro posizioni di rifiuto. Oggi, altri cristiani, preoccupati di una riconciliazione della Chiesa col mondo e del mondo con la Chiesa, vedono in questa proclamazione della regalità di Cristo un ostacolo al loro irenismo.
Ma la festa di Cristo Re può essere l'occasione per approfondire una verità essenziale della nostra fede e per rivalutare il contenuto di questa regalità nel contesto dei nuovi rapporti Chiesa-mondo.
Cristo è re per creare un popolo regale, libero da ogni asservimento dell'uomo, per favorire e accogliere le risorse, le consuetudini, le ricchezze dei popoli, purificarle, consolidarle, elevarle(cf LG 13). In particolare, i laici, partecipi della regalità di Cristo,devono operare per la promozione della persona umana, per animare di spirito evangelico le realtà temporali, e dare così testimonianza concreta che Cristo Re è liberatore e salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Cristo, l'uomo nuovo, solidale con la comunità umana, eleva e perfeziona, nel suo mistero pasquale, l'attività degli uomini per una migliore, più umana convivenza nella collaborazione, nella fraternità, nella pace (cf GS 22; 32;33-45; 77-78; 92-93).


Venga il tuo regno

Dall'opuscolo «La preghiera» di Origène, sacerdote (Cap. 25; PG 11, 495-499)
Il regno di Dio, secondo la parola del nostro Signore e Salvatore, non viene in modo da attirare l'attenzione e nessuno dirà: Eccolo qui o eccolo là; il regno di Dio è in mezzo a noi (cfr. Lc 16, 21), poiché assai vicina è la sua parola sulla nostra bocca e nel nostro cuore (cfr. Rm 10, 8). Perciò, senza dubbio, colui che prega che venga il regno di Dio, prega in realtà che si sviluppi, produca i suoi frutti e giunga al suo compimento quel regno di Dio che egli ha in sé. Dio regna nell'anima dei santi ed essi obbediscono alle leggi spirituali di Dio che in lui abita. Così l'anima del santo diventa proprio come una città ben governata. Nell'anima dei giusti è presente il Padre e col Padre anche Cristo, secondo quell'affermazione: «Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).
Ma questo regno di Dio, che è in noi, col nostro instancabile procedere giungerà al suo compimento, quando si avvererà ciò che afferma l'Apostolo del Cristo. Quando cioè egli, dopo aver sottomesso tutti i suoi nemici, consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti (cfr. 1 Cor 15, 24. 28). Perciò preghiamo senza stancarci. Facciamolo con una disposizione interiore sublimata e come divinizzata dalla presenza del
Verbo. Diciamo al nostro Padre che è in cielo: «Sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno» (Mt 6, 9-10). Ricordiamo che il regno di Dio non può accordarsi con il regno del peccato, come non vi è rapporto tra la giustizia e l'iniquità né unione tra la luce e le tenebre né intesa tra Cristo e Beliar (cfr. 2 Cor 6, 14-15).
Se vogliamo quindi che Dio regni in noi, in nessun modo «regni il peccato nel nostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Mortifichiamo le nostre « membra che appartengono alla terra» ( Col 3, 5). Facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale. Regni in noi solo Dio Padre col suo Cristo. Sia in noi Cristo assiso alla destra di quella potenza spirituale che pure noi desideriamo ricevere. Rimanga finché tutti i suoi nemici, che si trovano in noi, diventino «sgabello dei suoi piedi» (Sal 98, 5), e così sia allontanato da noi ogni loro dominio, potere ed influsso. Tutto ciò può avvenire in ognuno di noi. Allora, alla fine, «ultima nemica sarà distrutta la morte» (1 Cor 25, 26). Allora Cristo potrà dire dentro di noi: «Dov'è , o morte, il tuo pungiglione? Dov'è , o morte, la tua vittoria? » ( Os 13, 14; 1 Cor 15, 55). Fin d'ora perciò il nostro «corpo corruttibile» si rivesta di santità e di « incorruttibilità; e ciò che è mortale cacci via la morte, si ricopra dell'immortalità» del Padre (1 Cor 15, 54). Così regnando Dio in noi, possiamo già godere dei beni della rigenerazione e della risurrezione.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Ap 5,12; 1,6
L'Agnello immolato è degno di ricevere potenza
e ricchezza e sapienza e forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno.


Dignus est Agnus, qui occísus est,

accípere virtútem et divinitátem

et sapiéntiam et fortitúdinem et honórem.

Ipsi glória et impérium in sæcula sæculórum.


Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell'universo, fa' che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore...

Omnípotens sempitérne Deus, qui in dilécto Fílio tuo, universórum Rege, ómnia instauráre voluísti, concéde propítius, ut tota creatúra, a servitúte liberáta, tuæ maiestáti desérviat ac te sine fine colláudet. Per Dóminum...


Oppure:
O Dio, fonte do ogni paternità, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donare ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dn 7, 13-14
Il suo potere è un potere eterno.

Dal libro del profeta Daniele

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d'uomo;
giunse fi­no al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.


Salmo Responsoriale Dal Salmo 92
Il Signore regna, si riveste di splendore.


Il Signore regna, si riveste di maestà:

si riveste il Signore, si cinge di forza.


È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre, dall'eternità tu sei.


Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Seconda Lettura Ap 1, 5-8
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della ter­ra si batteranno il petto. Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!


Canto al Vangelo Mc 11,9.10
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.





Vangelo Gv 18, 33b-37
Tu lo dici: io sono re.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giu­deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno con­segnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


Sulle Offerte
Accetta, o Padre, questo sacrificio di riconciliazione, e per i meriti del Cristo tuo Figlio concedi a tutti i popoli il dono dell'unità e della pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Hóstiam tibi, Dómine, humánæ reconciliatiónis offeréntes, supplíciter deprecámur, ut ipse Fílius tuus cunctis géntibus unitátis et pacis dona concédat. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

Prefazio
Cristo sacerdote e re dell'universo.

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Tu con olio di esultanza
hai consacrato Sacerdote eterno
e Re dell’universo il tuo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, sacrificando se stesso
immacolata vittima di pace sull’altare della Croce,
operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature,
offrì alla tua maestà infinita il regno eterno e universale:
regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore ...



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine,

sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

Qui Unigénitum Fílium tuum,

Dóminum nostrum Iesum Christum,

Sacerdótem ætérnum et universórum Regem,

óleo exsultatiónis unxísti:

ut, seípsum in ara crucis hóstiam immaculátam

et pacíficam ófferens,

redemptiónis humánæ sacraménta perágeret:

et, suo subiéctis império ómnibus creatúris,

ætérnum et universále regnum imménsæ tuæ tráderet maiestáti:

regnum veritátis et vitæ;

regnum sanctitátis et grátiæ; regnum iustítiæ, amóris et pacis.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Comunione Sal 28,10-11
Re in eterno siede il Signore:
benedirà il suo popolo nella pace.



Sedébit Dóminus Rex in ætérnum;

Dóminus benedícet pópulo suo in pace.


Oppure: Gv 18,37
«Io sono re e sono venuto nel mondo
per rendere testimonianza alla verità».


Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita immortale, fa' che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell'universo, per vivere senza fine con lui nel suo regno glorioso. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


Immortalitátis alimóniam consecúti, quæsumus, Dómine, ut, qui Christi Regis universórum gloriámur obodíre mandátis, cum ipso in cælésti regno sine fine vívere valeámus. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.







_________Aurora Ageno___________
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XXXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - LUNEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 84,9
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore.


Loquétur Dóminus pacem in plebem suam,

et super sanctos suos, et in eos qui convertúntur ad ipsum.


Colletta
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Excita, quæsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes, ut, divíni óperis fructum propénsius exsequéntes, pietátis tuæ remédia maióra percípiant. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 14, 1-3.4-5
Recavano scritto sulla fronte il nome di Cristo e il nome del Padre suo.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.
E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Canto al Vangelo Mt 24,42
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo Lc 21, 1-4
Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, sacra múnera, quæ tuo nómini iussísti dicánda, et, ut per ea tuæ pietáti reddámur accépti, fac nos tuis semper obodíre mandátis. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 116,1.2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.


Laudáte Dóminum, omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.


Oppure: Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», dice il Signore.


Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai dato la gioia di unirci alla tua stessa vita, non permettere che ci separiamo mai da te, fonte di ogni bene. Per Cristo nostro Signore.


Quæsumus, omnípotens Deus, ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, a te numquam separári permíttas. Per Christum..


Lunedì 26 novembre
Lc 21,1-4



Vide una vedova povera, che gettava due monetine. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere



Il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installato la casa dei poveri nella reggia del ricco, quel giorno finalmente potrò cantare l’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo, beati i poveri perché il regno dei cieli è loro. Quel giorno io non resterò con te, io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso.



I poveri non hanno bisogno dei signori. I signori ai poveri possono dare una cosa sola: la lingua, cioè il mezzo di espressione. Lo sanno da sé i poveri cosa dovranno scrivere quando sapranno scrivere. E allora se vuoi trovare Dio e i poveri bisogna fermarsi in un posto e smettere di leggere e di studiare e occuparsi solo di far scuola ai ragazzi dell’età dell’obbligo e non un anno di più, oppure agli adulti. Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio. È inutile che tu ti bachi il cervello alla ricerca di Dio o non Dio. Ai poveri dai scuola subito prima d’esser pronta, prima d’esser matura, prima d’esser laureata, prima d’esser fidanzata o sposata, prima d’esser credente. Ti ritroverai credente senza nemmeno accorgertene.


Don Lorenzo Milani







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27/11/2012 10:26



XXXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MARTEDÌ
MESSALE


Antifona d'Ingresso Sal 84,9
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore.


Loquétur Dóminus pacem in plebem suam,

et super sanctos suos, et in eos qui convertúntur ad ipsum.


Colletta
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Excita, quæsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes, ut, divíni óperis fructum propénsius exsequéntes, pietátis tuæ remédia maióra percípiant. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 14, 14-19
E' giunta l'ora di mietere, perché la messe della terra è matura.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Vieni, Signore, a giudicare la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Canto al Vangelo Ap 2,10
Alleluia, alleluia.
Sii fedele fino alla morte, dice il Signore,
e ti darò la corona della vita.
Alleluia.

Vangelo Lc 21, 5-11
Non sarà lasciata pietra su pietra.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.


Sulle Offerte
Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, sacra múnera, quæ tuo nómini iussísti dicánda, et, ut per ea tuæ pietáti reddámur accépti, fac nos tuis semper obodíre mandátis. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 116,1.2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.


Laudáte Dóminum, omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.


Oppure: Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», dice il Signore.


Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai dato la gioia di unirci alla tua stessa vita, non permettere che ci separiamo mai da te, fonte di ogni bene. Per Cristo nostro Signore.


Quæsumus, omnípotens Deus, ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, a te numquam separári permíttas. Per Christum..


Martedì 27 novembre
Lc 21,5-11



Badate di non lasciarvi ingannare.



Non posso dire ai miei giovani, che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.

Quando è l’ora non c’è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. Chi paga di persona testimonia che vuole la legge migliore, cioè che ama la legge più degli altri. Non capisco perché qualcuno possa confonderlo con l’anarchico. Preghiamo Dio che ci mandi molti giovani capaci di tanto.

Questa tecnica di amore costruttivo per la legge l’ho imparata insieme ai ragazzi mentre leggevamo il Critone, l’Apologia di Socrate, la vita del Signore nei quattro Vangeli, l’autobiografia di Gandhi, le lettere del pilota di Hiroshima.

L’ho applicata, nel mio piccolo, anche a tutta la mia vita di cristiano nei confronti delle leggi e delle autorità della Chiesa. Severamente ortodosso e disciplinato e nello stesso tempo appassionatamente attento al presente e al futuro. Nessuno può accusarmi di eresia o di indisciplina. Nessuno d’aver fatto carriera. Ho 42 anni e sono parroco di 42 anime! Del resto ho già tirato su degli ammirevoli figlioli. Ottimi cittadini e ottimi cristiani. Nessuno di loro è venuto su anarchico. Nessuno è venuto su conformista. Informatevi su di loro. Essi testimoniano a mio favore.

Don Lorenzo Milani






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28/11/2012 11:31



XXXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - MERCOLEDÌ
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 84,9
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore.

Loquétur Dóminus pacem in plebem suam,

et super sanctos suos, et in eos qui convertúntur ad ipsum.

Colletta
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Excita, quæsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes, ut, divíni óperis fructum propénsius exsequéntes, pietátis tuæ remédia maióra percípiant. Per Dóminum..

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 15, 1-4
Cantano il canto di Mosè e il canto dell'Agnello.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
«Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore
che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo Ap 2,10
Alleluia, alleluia.
Sii fedele fino alla morte, dice il Signore,
e ti darò la corona della vita.
Alleluia.

Vangelo Lc 21, 12-19
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, sacra múnera, quæ tuo nómini iussísti dicánda, et, ut per ea tuæ pietáti reddámur accépti, fac nos tuis semper obodíre mandátis. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 116,1.2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.


Laudáte Dóminum, omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.

Oppure: Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», dice il Signore.


Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, dicit Dóminus.

Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai dato la gioia di unirci alla tua stessa vita, non permettere che ci separiamo mai da te, fonte di ogni bene. Per Cristo nostro Signore.


Quæsumus, omnípotens Deus, ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, a te numquam separári permíttas. Per Christum..








Mercoledì 28 novembre
Lc 21,12-19



Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.



Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto.

Abbiamo dunque idee molto diverse. Posso rispettare le vostre se le giustificherete alla luce del Vangelo o della Costituzione. Ma rispettate anche voi le idee degli altri. Soprattutto se son uomini che per le loro idee pagano di persona.



Don Lorenzo Milani

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29/11/2012 11:53


Giovedì 29 novembre
Lc 21,20-28



Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.



Piero, ho sentito preti e giornali dire che tutte le cose sindacali e sociali sono materia. Che non bisogna che il prete si faccia trascinare dal suo cuore di uomo, da motivi terreni.

Che il pensiero del benessere è eresia. Che ai poveri Gesù parlava solo di croce e di cielo.

Ci credo Piero. Lo credo con tutto il cuore, con tutto me stesso. Appunto. È al cielo che li voglio portare i miei figlioli. Son partito per questo e ancora non penso altro che a questo.

Ma se mi chiede ragione di quel che fa il governo cattolico, che gli posso dire? Potrò ingannarlo? Potrò dirgli che attenda? Che questa legge è quella che Dio ha posta?

Io non posso dirgli queste cose. Non mi crederebbe. E ha ragione. Lui n’ha bisogno di me suo prete per mille altre cose troppo più grandi di questa stupida cosa del lavoro e del governo.

N’ha bisogno per il perdono di Dio di cui ha avuto sete fino a oggi e di cui avrà bisogno anche domani. N’ha bisogno per il Corpo di Cristo che l’aiuti ad affrontar la vita e il matrimonio e la vecchiaia e poi la morte e poi la Vita Eterna. Parlargli d’altre cose? Tenere il discorso sempre su quello della fede?

Non mi parrebbe vero, credimi. Ma son anche maestro di morale e confessore e se mi interroga devo rispondergli. E di chi è la colpa se nove volte su dieci la sua domanda sarà su questo campo umiliante? Ah avessi una posizione così limpida da poter rispondere: «A me lo vieni a dire? Che c’entro io, l’uomo dei Sacramenti, il pontefice tra la terra e il cielo coi misfatti dei forti di questa terra? Pensa all’anima tua, pensa a salvarti. Chiedimi il libro di Dio, il Corpo di Cristo, il suo Perdono».

Penso ora che è ancora troppo dono di Dio che io l’abbia ancora qui a domandarli a me i suoi perché. So che è l’ultimo giorno. Domani non verrà più. C’è un altr’uscio, non lontano dal mio dove c’è qualcuno che saprà dargli le risposte che attende.

Mi par già di sentirti protestare: «Che c’entra? Sei te Lorenzo che non sei riuscito a mostrargli la Croce, a predicargli il Vangelo nudo e crudo e la dottrina sociale della Chiesa».

No Piero. Se il colpevole di questa umiliazione dell’uomo non fosse in nulla aggiogato al mio carro, io potrei dire a Mauro che pieghi il capo all’uomo come fosse dinanzi a Dio. Per salvarsi l’anima e in sconto dei suoi peccati. Potrei leggergli la lettera di S. Paolo agli Efesini. Quella che don Divo cita contro di me. Ma così come sono non posso leggergliela. S. Paolo, quando scriveva quella lettera era in prigione. Vittima con le vittime. Lui sì che poteva additare la Croce. Ma chi è dall’altra parte non può. Io non posso. Non posso neanche se mi ci son trovato solo per un imprevedibile coincidere di circostanze storiche che non dipendono da me. II fatto resta e cioè che son compromesso col governo.

Il governo s’è alleato col Faraone contro Babilonia. L’ha stimato prudenza. Ed io ho taciuto. Non mi son fatto buttar nel pozzo come Geremia. Anzi ho avuto onore dal governo e aiuto d’ogni genere. Ecco qual è il muro che mi impedisce di andare incontro al povero e additargli la Croce. Se lo facessi suonerebbe come un orribile scherno.

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Giovedì 29 novembre
Lc 21,20-28



Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.



Piero, ho sentito preti e giornali dire che tutte le cose sindacali e sociali sono materia. Che non bisogna che il prete si faccia trascinare dal suo cuore di uomo, da motivi terreni.

Che il pensiero del benessere è eresia. Che ai poveri Gesù parlava solo di croce e di cielo.

Ci credo Piero. Lo credo con tutto il cuore, con tutto me stesso. Appunto. È al cielo che li voglio portare i miei figlioli. Son partito per questo e ancora non penso altro che a questo.

Ma se mi chiede ragione di quel che fa il governo cattolico, che gli posso dire? Potrò ingannarlo? Potrò dirgli che attenda? Che questa legge è quella che Dio ha posta?

Io non posso dirgli queste cose. Non mi crederebbe. E ha ragione. Lui n’ha bisogno di me suo prete per mille altre cose troppo più grandi di questa stupida cosa del lavoro e del governo.

N’ha bisogno per il perdono di Dio di cui ha avuto sete fino a oggi e di cui avrà bisogno anche domani. N’ha bisogno per il Corpo di Cristo che l’aiuti ad affrontar la vita e il matrimonio e la vecchiaia e poi la morte e poi la Vita Eterna. Parlargli d’altre cose? Tenere il discorso sempre su quello della fede?

Non mi parrebbe vero, credimi. Ma son anche maestro di morale e confessore e se mi interroga devo rispondergli. E di chi è la colpa se nove volte su dieci la sua domanda sarà su questo campo umiliante? Ah avessi una posizione così limpida da poter rispondere: «A me lo vieni a dire? Che c’entro io, l’uomo dei Sacramenti, il pontefice tra la terra e il cielo coi misfatti dei forti di questa terra? Pensa all’anima tua, pensa a salvarti. Chiedimi il libro di Dio, il Corpo di Cristo, il suo Perdono».

Penso ora che è ancora troppo dono di Dio che io l’abbia ancora qui a domandarli a me i suoi perché. So che è l’ultimo giorno. Domani non verrà più. C’è un altr’uscio, non lontano dal mio dove c’è qualcuno che saprà dargli le risposte che attende.

Mi par già di sentirti protestare: «Che c’entra? Sei te Lorenzo che non sei riuscito a mostrargli la Croce, a predicargli il Vangelo nudo e crudo e la dottrina sociale della Chiesa».

No Piero. Se il colpevole di questa umiliazione dell’uomo non fosse in nulla aggiogato al mio carro, io potrei dire a Mauro che pieghi il capo all’uomo come fosse dinanzi a Dio. Per salvarsi l’anima e in sconto dei suoi peccati. Potrei leggergli la lettera di S. Paolo agli Efesini. Quella che don Divo cita contro di me. Ma così come sono non posso leggergliela. S. Paolo, quando scriveva quella lettera era in prigione. Vittima con le vittime. Lui sì che poteva additare la Croce. Ma chi è dall’altra parte non può. Io non posso. Non posso neanche se mi ci son trovato solo per un imprevedibile coincidere di circostanze storiche che non dipendono da me. II fatto resta e cioè che son compromesso col governo.

Il governo s’è alleato col Faraone contro Babilonia. L’ha stimato prudenza. Ed io ho taciuto. Non mi son fatto buttar nel pozzo come Geremia. Anzi ho avuto onore dal governo e aiuto d’ogni genere. Ecco qual è il muro che mi impedisce di andare incontro al povero e additargli la Croce. Se lo facessi suonerebbe come un orribile scherno.


Don Lorenzo Milani



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Liturgia di Sant'Andrea, apostolo *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






30 NOVEMBRE
SANT'ANDREA
Apostolo, (sec. I) - Festa


LETTURE: Rom 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22


Andrea, dal bel nome greco (Andreas = Virile), appare un uomo generoso, pronto, aperto, entusiasta. Era figlio di Giona di Betsaida (Mt 16,17), fratello minore di Pietro. Fu discepolo di Giovanni Battista, presso il quale conobbe l’apostolo Giovanni, e con lui seguì per primo Gesù, al quale condusse il fratello Pietro (Gv 1,35-42). I suoi interventi nel gruppo degli apostoli sono pochi ma significativi. Davanti alla folla affamata, Andrea indica a Gesù un fanciullo provvisto di cinque pani d’orzo e di due pesci (Gv 6,9), quasi per invitarlo a rinnovare dei prodigi. Alla scuola di Giovanni Battista, Andrea conobbe l’essenismo e fu fortemente colpito dalla speranza messianica: è lui, infatti, che pose la domanda alla quale Cristo rispose con il suo discorso escatologico (Mc 13,3-37). Infine, Andrea si è dimostrato particolarmente aperto di fronte al problema missionario: infatti, assieme a Filippo, e nelle forme prescritte dal giudaismo, si fece garante delle buone disposizioni dei pagani che volevano avvicinare Gesù (Gv 12,20-22).
Alcune tradizioni, che non possiamo controllare, riferiscono che Andrea svolse il suo ministero apostolico in Grecia e in Asia minore. Secondo queste tradizioni, egli morì martire a Patrasso, sopra una croce formata ad X, detta appunto «croce di sant’Andrea».
Paolo VI ha restituito alla Chiesa Orientale le reliquie di Sant’Andrea che si conservavano in San Pietro e furono riportate a Patrasso.

Andrea è il primo «missionario» fra gli Apostoli: lo testimonia Giovanni che era con lui al momento della chiamata (l’ora decima). Subito dopo l’incontro con Gesù Andrea testimonia al fratello Simone: «Abbiamo trovato il Messia!» e lo condusse a Gesù (Gv 1,41). La nostra Eucaristia rimane inefficace se non partiamo dalla Messa col desiderio stimolante di testimoniare che anche noi «abbiamo trovato il Signore» e non avvertiamo l’urgenza di condurre altri fratelli a Cristo, perché li accolga con noi alla mensa del Padre.








Abbiamo trovato il Messia

Dalle «Omelie sul vangelo di Giovanni» di san Giovanni Crisostomo, vescovo.
Andrea, dopo essere restato con Gesù e aver imparato tutto ciò che Gesù gli aveva insegnato, non tenne chiuso in sé il tesoro, ma si affrettò a correre da suo fratello per comunicargli la ricchezza che aveva ricevuto. Ascolta bene cosa gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» (Gv 1,41).
Vedi in che maniera notifica ciò che aveva appreso in poco tempo? Da una parte mostra quanta forza di persuasione aveva il Maestro sui discepoli, e dall’altra rivela il loro interessamento sollecito e diligente circa il suo insegnamento.
Quella di Andrea è la parola di uno che aspettava con ansia la venuta del Messia, che ne attendeva la discesa dal cielo, che trasalì di gioia quando lo vide arrivare, e che si affrettô a comunicare agli altri la grande notizia.
Dicendo subito al fratello ciò che aveva saputo mostra quanto gli volesse bene, come fosse affezionato ai suoi cari, quanto sinceramente fosse premuroso di porgere loro la mano nel cammino spirituale.
Guarda anche l’animo di Pietro, fin dall’inizio docile e pronto alla fede: immediatamente come senza preoccuparsi di nient’altro. Infatti dice: «Lo condusse da Gesù» (Gv 1,42).
Nessuno certo condannerà la facile condiscendenza di Pietro nell’accogliere la parola del fratello senza aver prima esaminato a lungo le cose. E' probabile infatti che il fratello gli abbia narrato i fatti con maggior precisione e più a lungo, mentre gli evangelisti compendiano ogni loro racconto preoccupandosi della brevità.
D’altra parte non è detto nemmeno che abbia creduto senza porre domande, ma che Andrea «lo condusse da Gesù»; affidandolo a lui perché imparasse tutto da lui direttamente. C’era insieme infatti anche un altro discepolo e anche lui fu guidato nello stesso modo.
Se Giovanni Battista, dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio», e ancora: ecco colui che battezza nello Spirito (cfr. Gv 1, 29. 33), lasciò che un più chiaro insegnamento su questo venisse da Cristo stesso, certamente con motivi ancor più validi si comportò in questo modo Andrea, non ritenendosi tale da dare una spiegazione completa ed esauriente. Per cui guidò il fratello alla sorgente stessa della luce con tale premura e gioia da non aspettare nemmeno un istante.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Mt 4,18-19
Sulle sponde del mare di Galilea
il Signore vide due fratelli, Pietro e Andrea,
e li chiamò: «Venite dietro a me,
vi farò pescatori di uomini».

Cf. Mt 4,18-19 Dóminus secus mare Galilææ vidit duos fratres, Petrum et Andréam, et vocávit eos: Veníte post me, fáciam vos fíeri piscatóres hóminum.

Colletta
Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell'apostolo sant'Andrea; egli che fu annunziatore del Vangelo e pastore della tua Chiesa, sia sempre nostro intercessore nel cielo. Per il nostro Signore...

Maiestátem tuam, Dómine, supplíciter exorámus, ut, sicut Ecclésiæ tuæ beátus Andréas apóstolus éxstitit prædicátor et rector, ita apud te sit pro nobis perpétuus intercéssor. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Rm 10,9-18
La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro:
«Per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino agli estremi confini del mondo le loro parole».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Canto al Vangelo Mt 4,19
Alleluia, alleluia.
Venite dietro a me,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia.





Vangelo Mt 4,18-22
Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Sulle Offerte
Accogli, Signore, con i doni che ti presentiamo nella festa di sant'Andrea apostolo l'umile offerta di noi stessi e donaci in cambio la tua vita divina. Per Cristo nostro Signore.

Concéde nobis, omnípotens Deus, ut his munéribus, quæ in beáti Andréæ festivitáte deférimus, et tibi placeámus exhíbitis, et vivificémur accéptis. Per Christum.

Prefazio degli Apostoli II
La Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.

Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti consístere fundaméntis, ut signum sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum, et cæléstia præbéret cunctis homínibus documénta. Quaprópter nunc et usque in sæculum cum omni milítia Angelórum devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Gv 1,41-42
Andrea disse a suo fratello Simone:
«Abbiamo trovato il Messia, il Cristo».
E lo condusse a Gesù.

Jn 1,41-42 Dixit Andréas Simóni fratri suo: Invénimus Messíam, qui dícitur Christus. Et addúxit eum ad Iesum.

Dopo la Comunione
La partecipazione al tuo sacramento, Signore, ci fortifichi e ci dia la gioia di portare in noi, sull'esempio di sant'Andrea apostolo, i patimenti del Cristo, per partecipare alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

Róboret nos, Dómine, sacraménti tui commúnio, ut, exémplo beáti Andréæ apóstoli, Christi mortificatiónem feréntes, cum ipso vívere mereámur in glória. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.






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XXXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO
MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 84,9
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore.


Loquétur Dóminus pacem in plebem suam,

et super sanctos suos, et in eos qui convertúntur ad ipsum.


Colletta
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Excita, quæsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes, ut, divíni óperis fructum propénsius exsequéntes, pietátis tuæ remédia maióra percípiant. Per Dóminum..


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 22, 1-7
Non vi sarà più notte perché il Signore Dio li illuminerà.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
L’angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Marána tha! Vieni, Signore Gesù!

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Canto al Vangelo Lc 21,36
Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo Lc 21, 34-36
Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, sacra múnera, quæ tuo nómini iussísti dicánda, et, ut per ea tuæ pietáti reddámur accépti, fac nos tuis semper obodíre mandátis. Per Christum.

Antifona alla Comunione Sal 116,1.2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.


Laudáte Dóminum, omnes gentes,

quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.


Oppure: Mt 28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», dice il Signore.


Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,

usque ad consummatiónem sæculi, dicit Dóminus.


Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai dato la gioia di unirci alla tua stessa vita, non permettere che ci separiamo mai da te, fonte di ogni bene. Per Cristo nostro Signore.


Quæsumus, omnípotens Deus, ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, a te numquam separári permíttas. Per Christum..







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Liturgia della I Domenica di Avvento - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






I DOMENICA DI AVVENTO
Anno C

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: Ger 33,14-16; Sal 24; 1 Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28,34-36


La Redenzione è Vicina

La padronanza sempre maggiore dell’uomo moderno sulle realtà del mondo, la capacità di «possedere» gli avvenimenti e di ridurli a qualcosa di prevedibile, non lasciano posto per la «vigilanza» nel senso biblico della parola, ma solo per la «previdenza».
Il compito che attende tutti gli uomini di oggi è complesso: si tratta di trasformare il mondo, di promuovere le strutture che lo rendano abitabile dall’uomo, di inventare e re-inventare continuamente per superare le grandi sfide che si impongono all’umanità di oggi: la fame, la guerra, l’ingiustizia... Arriverà il giorno in cui tutto sarà previsto e nulla potrà più disturbare la sicurezza umana? L’uomo antico sentiva che gli mancavano le risorse per arrivare da solo al compimento dell’avventura umana, e in questa povertà scopriva il Dio che salva. Il popolo ebreo si sentiva guidato da Iahvè nella fedeltà all’alleanza e ne attendeva vigilante la venuta: «Io realizzerò le promesse...» (v. 14) (prima lettura).
Per i primi cristiani l’evento storico di Gesù di Nazaret manifestava talmente «il Signore che viene» da mobilitare dinanzi a lui tutta la loro attenzione e tutte le loro energie (seconda lettura).
Gesù di Nazaret appariva il vigilante per eccellenza; suo cibo era fare la volontà del Padre che lo aveva mandato; la sua vigilanza si traduceva nell’interrogare con realismo gli avvenimenti e nell’accogliere l’oggi di Dio nella storia degli uomini.

Un segno nel sole
La Chiesa primitiva insisteva molto sulla vigilanza (vangelo). Bisogna tenersi pronti per il ritorno imminente del Signore che sarà imprevedibile, sarà una sorpresa come la visita inattesa di un ladro. Ma nell’anno 70, un avvenimento segnò profondamente l’idea dei credenti sul ritorno del Signore: la distruzione di Gerusalemme richiamava ad Ebrei e cristiani la fine del mondo.
Nel vangelo di oggi tutto è descritto come se si trattasse di una catastrofe cosmica che scuote gli astri e getta gli uomini nella massima confusione (vv. 25-26).
Luca non intende necessariamente annunciare la fine del mondo: egli ricorre al genere letterario delle apocalissi per dire che la caduta di Gerusalemme sarà una tappa decisiva per instaurare il Regno di Iahvè sul mondo.
La conclusione che dall’avvenimento hanno tratto i primi cristiani è importante: la fine di Gerusalemme non ha coinciso col ritorno del Signore; dunque, il ritorno del Signore ha per la vita presente un’attualità permanente e imprevedibile.

Chiesa senza frontiere
La venuta del Figlio dell’uomo ha coinciso invece con la liberazione totale della Chiesa dal giudaismo; è stata come l’aurora della creazione del nuovo mondo, un segno dell’avvicinarsi del Regno (vv. 27-31).
La caduta di Gerusalemme è una tappa nella venuta vittoriosa del Signore, perchè essa ha costretto la Chiesa ad aprirsi alle nazioni e a costruire un culto spirituale, svincolato dal particolarismo del Tempio. Ma ogni tappa dell’evangelizzazione del mondo e ogni tappa di umanizzazione, è anche un passo avanti di questa venuta del Figlio dell’uomo. Ogni conversione del cuore, mediante la quale l’uomo si apre sempre più all’azione dello Spirito del Risorto, è una nuova manifestazione di questa venuta.
La vigilanza della Chiesa — quella che la tiene pronta per il ritorno del suo Signore — riguarda oggi in modo tutto speciale la sua cattolicità. Ad ogni Chiesa locale viene continuamente chiesto di andare incontro al Signore che viene, con l’animo aperto all’universalismo della carità. Ogni Chiesa deve dunque stare attenta a non cadere nella tentazione del particolarismo, a non legare il cristianesimo a un popolo, o a un gruppo culturale privilegiato.

Nell’attesa della sua venuta
La celebrazione dell’Eucaristia colloca chi vi partecipa in stato di attesa del Signore, e insieme realizza quel lento e paziente ritorno del Signore nella storia dell’umanità e di ogni uomo, fino a «quando verrà di nuovo nello splendore della sua gloria». Partecipare all’Eucaristia con la convinzione che il ritorno del Signore è cosa estranea alla storia degli uomini perché vanificherà ogni sforzo umano con la sua subitaneità, è mentire all’Eucaristia fatta dal pane e dall’amore dell’uomo stesso; è non capire il vero significato del ritorno del Signore.
Il Regno, nel suo divenire, è presente; si tratta di imparare a scoprirlo. Chi è vigilante si preoccupa dell’estensione del Regno del Figlio dell’uomo, così da scoprirlo in germe in ciascuno ed in tutti.


Le due venute di Cristo

Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Cat. 15, 1. 3; PG 33, 870-874)
Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n'è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l'altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l'altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell'altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (MT 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (MT 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: Tu hai agito così, io non ho aperto bocca (cfr. Sal 38, 10).
Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale.
Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene... Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3).
Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo.
Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine.
Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell'ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo.


MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 24,1-3
A te, Signore, elèvo l'anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso.


Ad te levávi ánimam meam,

Deus meus, in te confído, non erubéscam.

Neque irrídeant me inimíci mei,

étenim univérsi qui te exspéctant non confundéntur.


Colletta
O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore...


Da, quæsumus, omnípotens Deus, hanc tuis fidélibus voluntátem, ut, Christo tuo veniénti iustis opéribus occurréntes, eius déxteræ sociáti, regnum mereántur possidére cæléste. Per Dóminum.


Oppure:
Padre Santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo giudice e salvatore. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ger 33,14-16
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.

Dal libro del profeta Geremia
Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 24

A te, Signore,

innalzo l'anima mia, in te confido.



Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.


Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.


Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Il Signore si confida con chi lo teme:

gli fa conoscere la sua alleanza.


Seconda Lettura 1 Ts 3,12-4,2
Il Signore renda saldi e irreprensibili i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

Canto al Vangelo Sal 84,8
Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.





Vangelo Lc 21,25-28,34-36
La vostra liberazione è vicina.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le po­tenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risol­levatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'im­provviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Ve­gliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di com­parire davanti al Figlio dell'uomo».


Sulle Offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino, dono della tua benevolenza, e fa' che l'umile espressione della nostra fede sia per noi di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera quæ de tuis offérimus colláta benefíciis, et, quod nostræ devotióni concédis éffici temporáli, tuæ nobis fiat præmium redemptiónis ætérnæ. Per Christum.



Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ....


Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Oppure:
Prefazio dell’Avvento I/A
Cristo, Signore e giudice della storia

È veramente giusto renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,
apparirà sulle nubi del cielo
rivestito di potenza e splendore.

In quel giorno tremendo e glorioso
passerà il mondo presente
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.
Nell’attesa del suo ultimo avvento,
insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria:


Santo, Santo, Santo ....



Antifona alla Comunione Sal 84,13
Il Signore elargirà il suo bene
e la nostra terra produrrà il suo frutto.


Dóminus dabit benignitátem,

et terra nostra dabit fructum suum.

Oppure: Cf Lc 21,36
«Vegliate e pregate in ogni momento,
per esser degni di comparire
davanti al figlio dell'uomo».

Dopo la Comunione

La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni. Per Cristo nostro Signore.


Prosint nobis, quæsumus, Dómine, frequentáta mystéria, quibus nos, inter prætereúntia ambulántes, iam nunc instítuis amáre cæléstia et inhærére mansúris. Per Christum.






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3 DICEMBRE
I SETTIMANA DI AVVENTO - LUNEDÌ
SAN FRANCESCO SAVERIO (m)
Sacerdote

MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 95,3-4
Narrate tra i popoli la gloria del Signore,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi;
grande è il Signore e degno di ogni lode.

Ps 17,50 Ps 21,23

Confitébor tibi in pópulis,

Dómine,

et narrábo nomen tuum frátribus mei.

Colletta
O Dio, che hai chiamato molti popoli dell'Oriente alla luce del Vangelo, con la predicazione apostolica di san Francesco Saverio, fa' che ogni comunità cristiana arda dello stesso fervore missionario, perché su tutta la terra la santa Chiesa si allieti di nuovi figli. Per il nostro Signore...

Deus, qui beáti Francísci prædicatióne multos tibi pópulos acquisísti, da, ut fidélium ánimi eódem fídei zelo férveant, et ubérrima ubíque prole Ecclésia sancta lætétur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura * Is 2, 1-5
Il Signore raduna tutti i popoli nella pace eterna del suo regno.

Dal libro del profeta Isaìa
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.

* Se questa lettura è già stata proclamata nella I domenica di Avvento (anno A), può essere sostituita da quella seguente.

Oppure: Is 4,2-6
Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.

Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 121
Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Canto al Vangelo Sal 79,4
Alleluia, alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia.

Vangelo Mt 8, 5-11
Molti dall'oriente e dall'occidente verranno nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Sulle Offerte
Accogli i doni che ti offriamo, o Signore, nel ricordo di san Francesco Saverio, che peregrinò alle lontane terre dell'Oriente sospinto dal desiderio di salvare l'umanità; concedi anche a noi di essere annunziatori e testimoni della fede, per venire incontro a te con una moltitudine di fratelli. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera, quæ tibi in beáti Francísci commemoratióne deférimus, et præsta, ut, sicut ille desidério salútis hóminum ad terras longínquas est progréssus, ita et nos, testimónium Evangélio efficáciter perhibéntes, ad te cum frátribus properáre festinémus. Per Christum.

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Cf Mc16,15; Mt 28,20
«Andate in tutto il mondo
e predicate il Vangelo:
io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine dei tempi»,
dice il Signore.

Mt 10,27 Quod dico vobis in ténebris,

dícite in lúmine, dicit Dóminus,

et quod in aure audítis, prædicáte super tecta.

Dopo la Comunione
L'Eucaristia che abbiamo celebrato, Signore, ci comunichi la carità apostolica di san Francesco Saverio, perché ognuno di noi viva in modo autentico la sua vocazione cristiana, e ottenga il premio promesso ai buoni operai del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

Mystéria tua, Deus, eum in nobis accéndant caritátis ardórem, quo beátus Francíscus pro animárum salúte flagrávit, ut, vocatióne nostra dígnius ambulántes, promíssum bonis operáriis præmium cum eo consequámur. Per Christum.






IL VANGELO CON JOHN HENRY NEWMAN

Grande teologo e filosofo inglese, parroco anglicano di Oxford convertitosi al cattolicesimo nel 1845. Il pensiero di John Henry Newman abbraccia una grande quantità e profondità di temi e segue diversi generi letterari. Nelle sue opere ha affrontato grandi questioni teologiche e filosofiche del suo tempo, giungendo ad anticipare sviluppi che si sarebbero compiuti soltanto nel XX secolo, al punto di essere stato annoverato tra i «padri assenti» del Concilio Vaticano II.

Newman è stato beatificato nel 2010 da papa Benedetto XVI.



DIO SI PREOCCUPA DI OGNI SINGOLO UOMO



Lunedì 3 dicembre
Mt 8,5-11

Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.



È necessario studiare da vicino la parola vegliare; bisogna studiarla perché il suo significato non è così evidente come si potrebbe credere a prima vista e perché la Scrittura la adopera con insistenza. Dobbiamo non soltanto credere, ma vegliare; non soltanto amare, ma vegliare; non soltanto obbedire, ma vegliare.

Vegliare perché? Per questo grande evento: la venuta di Cristo.

Cos’è dunque vegliare?

Credo lo si possa spiegare così. Voi sapete cosa significa attendere un amico, attendere che arrivi e vederlo tardare? Sapete cosa significa essere in compagnia di gente che trovate sgradevole e desiderare che il tempo passi e scocchi l’ora in cui potrete riprendere la vostra libertà? Sapete cosa significa essere nell’ansia per una cosa che potrebbe accadere e non accade; o di essere nell’attesa di qualche evento importante che vi fa battere il cuore quando ve lo ricordano e al quale pensate fin dal momento in cui aprite gli occhi? Sapete cosa significa avere un amico lontano, attendere sue notizie e domandarvi giorno dopo giorno cosa stia facendo in quel momento e se stia bene? Sapete cosa significa vivere per qualcuno che è vicino a voi a tal punto che i vostri occhi seguono i suoi, che leggete nella sua anima, che vedete tutti i mutamenti della sua fisionomia, che prevedete i suoi desideri, che sorridete del suo sorriso e vi rattristate della sua tristezza, che siete abbattuti quando egli è preoccupato e che vi rallegrate per i suoi successi?

Vegliare nell’attesa di Cristo è un sentimento di rassomiglianza a questo, per quel tanto che i sentimenti di questo mondo sono in grado di raffigurare quelli dell’altro mondo.

Veglia con Cristo chi non perde di vista il passato mentre sta guardando all’avvenire, e completando ciò che il suo Salvatore gli ha acquistato, non dimentica ciò che egli ha sofferto per lui.

Veglia con Cristo chi fa memoria e rinnova ancora nella sua persona la croce e l’agonia di Cristo, e riveste con gioia questo mantello di afflizione che il Cristo ha portato quaggiù e ha lasciato dietro a sé quando è salito al cielo.



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I SETTIMANA DI AVVENTO - MARTEDÌ
MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Zc 14,5.7
Il Signore verrà, e tutti i santi con lui:
in quel giorno splenderà una grande luce.

Ecce Dóminus véniet,

et omnes sancti eius cum eo;

et erit in die illa lux magna.

Colletta
Accogli, o Padre, le preghiere della tua Chiesa e soccorrici nelle fatiche e nelle prove della vita; la venuta del Cristo tuo Figlio ci liberi dal male antico che è in noi e ci conforti con la sua presenza. Per il nostro Signore......

Propitiáre, Dómine Deus, supplicatiónibus nostris, et tribulántibus, quæsumus, tuæ concéde pietátis auxílium, ut, de Fílii tui veniéntis præséntia consoláti, nullis iam polluámur contágiis vetustátis. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 11, 1-10
Su di lui si poserà lo spirito del Signore.

Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 71
Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco, viene il Signore nostro Dio con potenza grande,
illuminerà gli occhi dei suoi servi.
Alleluia.

Vangelo Lc 10, 21-24
Gesù esultò nello Spirito Santo.

Dal vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Sulle Offerte
Ti siano gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri meriti supplica l'aiuto della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

Placáre, Dómine, quæsumus, nostræ précibus humilitátis et hóstiis, et, ubi nulla súppetunt suffrágia meritórum, tuæ nobis indulgéntiæ succúrre præsídiis. Per Christum.

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Cf 2 Tm 4,8
Il Signore, giusto giudice, darà la corona di giustizia
a coloro che attendono con amore la sua venuta.

Corónam iustítiæ reddet iustus

iudex iis qui díligunt advéntum eius.

Dopo la Comunione
O Dio, che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Repléti cibo spiritális alimóniæ, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut, huius participatióne mystérii, dóceas nos terréna sapiénter perpéndere, et cæléstibus inhærére. Per Christum




Martedì 4 dicembre
Lc 10,21-24

Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo.

Io dico gioia in tutte le sue forme, perché nella gioia autentica sono incluse tutte le numerose grazie; le persone gioiose sono amorevoli, indulgenti, munifiche. La gioia, se deve essere gioia cristiana, la gioia raffinata dei mortificati e dei perseguitati, rende gli uomini pacifici, sereni, grati, gentili, affettuosi, miti, gradevoli, speranzosi. Sono pieni di grazia, dolci e vincenti.

La felicità dell’anima sta nell’esercizio dell’amore. Non nel piacere dei sensi, nell’attività, nelle emozioni, e neppure nella stima di sé, nella coscienza del proprio valore o nella sapienza, ma nella manifestazione dei suoi affetti, nel loro uso e nel loro dono. Come la fame e la sete, come i sapori, i suoni e i profumi sono la via attraverso cui il nostro essere corporeo riceve le sue soddisfazioni, così gli affetti sono le vie per cui giunge all’anima la sua gioia. Quando gli affetti sono rettamente usati, essa è felice; quando invece restano imperfetti, compressi, o peggio, vengono frustrati, l’anima non può esser felice. La nostra autentica, vera gioia consiste non nel sapere, non nell’aspirare o nel perseguire uno scopo, ma nell’amare, nello sperare, nel rallegrarsi, nell’ammirare, nel venerare, nell’adorare.

Se realmente è così, abbiamo nello stesso tempo una ragione per dire che l’unione con Dio, e nulla meno, costituisce la felicità dell’uomo. Benché infatti molti siano, oltre a Dio, i soggetti di conoscenza, i motivi di azione e le fonti di emozione, il nostro cuore esige qualcosa di più vasto e di più duraturo delle creature. Il nuovo e l’improvviso eccitano, ma non esercitano un influsso; ciò che è utile o piacevole non suscita venerazione; l’interesse personale non muove a riverenza, come il puro conoscere non eccita l’amore. Solo Chi ha creato il cuore umano può riempirlo.



John Henry Newman



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05/12/2012 09:35



I SETTIMANA DI AVVENTO - MERCOLEDÌ
MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Ab 2,3; 1 Cor 4,5
Il Signore viene, non tarderà:
svelerà i segreti delle tenebre,
si farà conoscere a tutti i popoli.

Véniet Dóminus et non tardábit,

et illuminábit abscóndita tenebrárum,

et manifestábit se ad omnes gentes.

Colletta
Dio grande e misericordioso, prepara con la tua potenza il nostro cuore a incontrare il Cristo che viene, perché ci trovi degni di partecipare al banchetto della vita e ci serva egli stesso nel suo avvento glorioso. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Præpara, quæsumus, Dómine Deus noster, corda nostra divína tua virtúte, ut, veniénte Christo Fílio tuo, digni inveniámur ætérnæ vitæ convívio, et cibum cæléstem, ipso ministránte, percípere mereámur. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 25, 6-10a
Il Signore invita tutti al suo banchetto e asciuga le lacrime su ogni volto.

Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno,
preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo:
beati coloro che sono preparati all’incontro.
Alleluia.

Vangelo Mt 15, 29-37
Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Sulle Offerte
Sempre si rinnovi, Signore, l'offerta di questo sacrificio, che attua il santo mistero da te istituito, e con la sua divina potenza renda efficace in noi l'opera della salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Devotiónis nostræ tibi, Dómine, quæsumus, hóstia iúgiter immolétur, quæ et sacri péragat institúta mystérii, et salutáre tuum nobis poténter operétur. Per Christum

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Is 40,10; cf 34,5
Il Signore nostro Dio verrà con potenza
e riempirà di luce i suoi fedeli.

Ecce Dóminus noster cum virtúte véniet,

ut illúminet óculos servórum suórum.

Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, la forza di questo sacramento ci liberi dal peccato e ci prepari alle feste del Natale. Per Cristo nostro Signore.

Tuam, Dómine, cleméntiam implorámus, ut hæc divína subsídia, a vítiis expiátos, ad festa ventúra nos præparent. Per Christum











Mercoledì 5 dicembre
Mt 15,29-37



Sento compassione per la folla.



Che Iddio onnipotente agisca nell’universo, questo sì lo possiamo concepire. Ma non possiamo invece afferrare la meravigliosa verità che egli non perde di vista nessuno e si preoccupa di ogni singolo uomo.

Dio ti vede in tutta la tua individualità e «ti chiama col tuo nome» (Is., 43, 1); dovunque tu sia, lui ti vede e ti comprende, perché è lui che ti ha fatto. Egli conosce ciò che c’è in te, tutti i tuoi sentimenti personali e i tuoi pensieri, le tue inclinazioni e le,tue simpatie, la tua forza e la tua debolezza. Egli è presente nel giorno in cui gioisci come in quello in cui soffri; prende parte alle tue speranze e alle tue tentazioni, si interessa alle tue ansie e ai tuoi rimpianti, come agli alti e bassi del tuo spirito. Egli ha contato i capelli del tuo capo e i cubiti della tua statura, ti cinge e ti porta sulle sue braccia, ti solleva e ti depone a terra. Tiene d’occhio il tuo volto, sia quando sorridi che quando piangi, sia quando ti senti in buona salute che quando sei ammalato. Dio guarda con tenerezza fin le tue mani e i tuoi piedi, ascolta la tua voce come pure il battito del tuo cuore e il soffio del tuo respiro. Tu non ami te stesso più di quanto egli ti ama; non puoi dolerti di una pena più di quanto egli stesso si duole che tu debba sopportarla, e se egli te la impone è come se tu stesso ti sobbarcassi ad essa, se fossi previdente, per ottenere in se­guito un bene maggiore.(…)

Sei stato scelto per appartenergli anche più degli altri tuoi simili sparsi nel mondo. Sei uno di coloro per i quali il Cristo ha offerto l’ultima preghiera, suggellandola col suo sangue prezioso.





John Henry Newman






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I SETTIMANA DI AVVENTO - GIOVEDÌ
MESSALE

Antifona d'Ingresso Cf Sal 118,151-152
Tu sei vicino, o Signore; tutte le tue vie sono verità.
Fin da principio ho conosciuto
dalla tua testimonianza che tu sei in eterno.

Prope es tu, Dómine, et omnes viæ tuæ véritas;

inítio cognóvi de testimóniis tuis, quia in ætérnum tu es.

Colletta
Ridesta la tua potenza, Signore, e con grande forza soccorri i tuoi fedeli; la tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Per il nostro Signore...

Excita, Dómine, poténtiam tuam, et magna nobis virtúte succúrre, ut, quod nostra peccáta præpédiunt, grátia tuæ propitiatiónis accéleret. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 26, 1-6
Entri una nazione giusta che si mantiene fedele.

Dal libro del profeta Isaia
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l’ha rovesciata fino a terra,
l’ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».

Salmo Responsoriale Salmo 117
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.

Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.

Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Canto al Vangelo Is 55,6
Alleluia, alleluia.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
Alleluia.

Vangelo Mt 7, 21.24-27
Chi fa' la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Sulle Offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino, dono della tua benevolenza, e fa' che l'umile espressione della nostra fede sia per noi pegno di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera, quæ de tuis offérimus colláta benefíciis, et, quod nostræ devotióni concédis éffici temporáli, tuæ nobis fiat præmium redemptiónis ætérnæ. Per Christum.

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Tt 2,12-13
Viviamo in questo mondo con giustizia e pietà,
nell'attesa che si compia la beata speranza.
e venga la gloria del nostro Dio.

Iuste et pie vivámus in hoc sæculo,

exspectántes beátam spem et advéntum glóriæ magni Dei.

Dopo la Comunione
La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni. Per il Cristo nostro Signore.

Prosint nobis, quæsumus, Dómine, frequentáta mystéria, quibus nos, inter prætereúntia ambulántes, iam nunc instítuis amáre cæléstia et inhærére mansúris. Per Christum.






Giovedì 6 dicembre
Mt 7,21.24-27



Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio.



Vivere in cielo con i pensieri, le motivazioni, le finalità, i desideri, i gusti, le preghiere, le intercessioni, perfino mentre si è ancora sulla terra, sembrare come gli altri, essere impegnati come gli altri, passare inosservati nella folla o persino essere disprezzati od oppressi, o forse in altre condizioni, ma avere comunque un canale segreto di comunicazione con l’Altissimo, un dono che il mondo non conosce.

Non dovete nascondere il vostro talento o tenere celate le vostre virtù. Desidero laici non irruenti nel parlare né litigiosi, ma persone che conoscano la propria religione, che la pratichino, che sappiano qual è il loro ruolo, che sappiano cosa hanno e cosa non hanno, che conoscano il loro credo tanto bene da poterlo diffondere, che conoscano così bene la storia da poterlo difendere. Desidero laici intelligenti e istruiti (…) Desidero che ampliate le vostre conoscenze, coltiviate la ragione, riflettiate sulla relazione di verità, impariate a vedere le cose così come sono, a capire in che modo la fede e la ragione sono in rapporto fra loro, quali sono le basi e i principi del cattolicesimo.

John Henry Newman

_________Aurora Ageno___________
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