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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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24/11/2012 11:55


24 NOVEMBRE
XXXIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO
SANTI ANDREA DUNG-LAC E C. (m)
Martiri
MESSALE


Antifona d'Ingresso Cf Gal 6,14; 1 Cor 1,1
Non ci sia per noi altra gloria
che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
La parola della croce per noi
che siamo stati salvati è potenza di Dio.

Nobis absit gloriári nisi in cruce Dómini nostri Iesu Christi. Verbum enim crucis nobis, qui salvi facti sumus, virtus Dei est.

Colletta
O Dio, origine e fonte di ogni paternità, che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio fino all'effusione del sangue, i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, per la loro comune intercessione fa' che diventiamo missionari e testimoni del tuo amore fra gli uomini, per chiamarci ad essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

Deus, omnis paternitátis fons et orígo, qui beátos mártyres Andréam et sócios eius Cruci Fílii tui usque ad sánguinis effusiónem fidéles effecísti, eórum intercessióne concéde, ut amórem tuum inter fratres propagántes fílii tui nominári et esse valeámus. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Ap 11, 4-12
Questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male.
Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno.
E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso.
Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

Canto al Vangelo 2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

Vangelo Lc 20, 27-40
Dio non è dei morti, ma dei viventi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Sulle Offerte
Accogli, o Padre, i doni che ti presentiamo nel ricordo della passione dei santi martiri vietnamiti; dona anche noi fra le avversità del mondo la grazia di una fortezza intrepida e trasformaci in offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, sancte Pater, múnera quæ offérimus, passiónem venerántes sanctórum mártyrum, ut inter advérsa vitæ nostræ, fidéles tibi semper inveníri mereámur et hóstiam tibi acceptábilem nosmetípsos exhibére. Per Christum.

Antifona alla Comunione Cf Mt 5,10
Beati i perseguitati
per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beáti qui persecutiónem patiúntur propter iustítiam, quóniam ipsórum est regnum cælórum.

Dopo la Comunione
Signore Dio nostro, che nella celebrazione dei santi martiri Andrea e compagni ci hai nutriti dell'unico pane eucaristico, concedi di perseverare unanimi nella tua carità per ottenere il premio eterno riservato a quanti soffrono per la fede. Per Cristo nostro Signore.

Uníus panis alimónia refécti, in commemoratióne sanctórum mártyrum, te, Dómine, supplíciter deprecámur, ut, in tua dilectióne unánimes manéntes, patiéntiæ præmium mereámur cónsequi ætérnum. Per Christum.


Sabato 24 novembre
Lc 20,27-40

Dio non è dei morti, ma dei viventi.


Poco prima della sua morte, Cristo assicura i discepoli che riceveranno una consolazione: egli manderà lo Spirito Santo che sarà per loro un sostegno e un consolatore, e resterà con loro per sempre.

Nel cuore di ciascuno, ancora oggi egli mormora: «Non ti lascerò mai solo, ti invierò lo Spirito Santo. Anche se sei nella disperazione più profonda, io resto vicino a te».

Accogliere la consolazione dello Spirito Santo è cercare, nel silenzio e nella pace, di abbandonarci in lui. Allora, anche se accadono dei fatti gravi, diventa possibile superarli. Siamo così fragili da aver bisogno di consolazione?

A ognuno capita di essere scosso da una prova personale o dalla sofferenza degli altri. Ciò può arrivare fino a far tremare la fede e spegnere la speranza. Ritrovare la fiducia della fede e la pace del cuore significa talvolta essere pazienti con se stessi.

C’è una pena che segna in modo particolare: la morte di una persona cara che forse ci era d’aiuto nel nostro cammino terreno. Ma ecco che una tale prova può essere trasfigurata, allora diventa apertura a una comunione.

A chi si trova all’estremo della sofferenza, può essere restituita una gioia del Vangelo. Dio viene a rischiarare il mistero del dolore umano al punto che ci accoglie in un’intimità con lui.

Eccoci allora collocati su un cammino di speranza. Dio non ci lascia soli. Ci permette di avanzare verso una comunione, questa comunione d’amore che è la Chiesa, allo stesso tempo così misteriosa e così indispensabile.

Il Cristo di comunione ci fa questo immenso dono della consolazione.


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_________Aurora Ageno___________
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