È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!



 
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
OFFLINE
Post: 18.763
Post: 11.136
Registrato il: 02/08/2007
Amministratore
Utente Gold
29/11/2012 11:53


Giovedì 29 novembre
Lc 21,20-28



Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.



Piero, ho sentito preti e giornali dire che tutte le cose sindacali e sociali sono materia. Che non bisogna che il prete si faccia trascinare dal suo cuore di uomo, da motivi terreni.

Che il pensiero del benessere è eresia. Che ai poveri Gesù parlava solo di croce e di cielo.

Ci credo Piero. Lo credo con tutto il cuore, con tutto me stesso. Appunto. È al cielo che li voglio portare i miei figlioli. Son partito per questo e ancora non penso altro che a questo.

Ma se mi chiede ragione di quel che fa il governo cattolico, che gli posso dire? Potrò ingannarlo? Potrò dirgli che attenda? Che questa legge è quella che Dio ha posta?

Io non posso dirgli queste cose. Non mi crederebbe. E ha ragione. Lui n’ha bisogno di me suo prete per mille altre cose troppo più grandi di questa stupida cosa del lavoro e del governo.

N’ha bisogno per il perdono di Dio di cui ha avuto sete fino a oggi e di cui avrà bisogno anche domani. N’ha bisogno per il Corpo di Cristo che l’aiuti ad affrontar la vita e il matrimonio e la vecchiaia e poi la morte e poi la Vita Eterna. Parlargli d’altre cose? Tenere il discorso sempre su quello della fede?

Non mi parrebbe vero, credimi. Ma son anche maestro di morale e confessore e se mi interroga devo rispondergli. E di chi è la colpa se nove volte su dieci la sua domanda sarà su questo campo umiliante? Ah avessi una posizione così limpida da poter rispondere: «A me lo vieni a dire? Che c’entro io, l’uomo dei Sacramenti, il pontefice tra la terra e il cielo coi misfatti dei forti di questa terra? Pensa all’anima tua, pensa a salvarti. Chiedimi il libro di Dio, il Corpo di Cristo, il suo Perdono».

Penso ora che è ancora troppo dono di Dio che io l’abbia ancora qui a domandarli a me i suoi perché. So che è l’ultimo giorno. Domani non verrà più. C’è un altr’uscio, non lontano dal mio dove c’è qualcuno che saprà dargli le risposte che attende.

Mi par già di sentirti protestare: «Che c’entra? Sei te Lorenzo che non sei riuscito a mostrargli la Croce, a predicargli il Vangelo nudo e crudo e la dottrina sociale della Chiesa».

No Piero. Se il colpevole di questa umiliazione dell’uomo non fosse in nulla aggiogato al mio carro, io potrei dire a Mauro che pieghi il capo all’uomo come fosse dinanzi a Dio. Per salvarsi l’anima e in sconto dei suoi peccati. Potrei leggergli la lettera di S. Paolo agli Efesini. Quella che don Divo cita contro di me. Ma così come sono non posso leggergliela. S. Paolo, quando scriveva quella lettera era in prigione. Vittima con le vittime. Lui sì che poteva additare la Croce. Ma chi è dall’altra parte non può. Io non posso. Non posso neanche se mi ci son trovato solo per un imprevedibile coincidere di circostanze storiche che non dipendono da me. II fatto resta e cioè che son compromesso col governo.

Il governo s’è alleato col Faraone contro Babilonia. L’ha stimato prudenza. Ed io ho taciuto. Non mi son fatto buttar nel pozzo come Geremia. Anzi ho avuto onore dal governo e aiuto d’ogni genere. Ecco qual è il muro che mi impedisce di andare incontro al povero e additargli la Croce. Se lo facessi suonerebbe come un orribile scherno.

--------

Giovedì 29 novembre
Lc 21,20-28



Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.



Piero, ho sentito preti e giornali dire che tutte le cose sindacali e sociali sono materia. Che non bisogna che il prete si faccia trascinare dal suo cuore di uomo, da motivi terreni.

Che il pensiero del benessere è eresia. Che ai poveri Gesù parlava solo di croce e di cielo.

Ci credo Piero. Lo credo con tutto il cuore, con tutto me stesso. Appunto. È al cielo che li voglio portare i miei figlioli. Son partito per questo e ancora non penso altro che a questo.

Ma se mi chiede ragione di quel che fa il governo cattolico, che gli posso dire? Potrò ingannarlo? Potrò dirgli che attenda? Che questa legge è quella che Dio ha posta?

Io non posso dirgli queste cose. Non mi crederebbe. E ha ragione. Lui n’ha bisogno di me suo prete per mille altre cose troppo più grandi di questa stupida cosa del lavoro e del governo.

N’ha bisogno per il perdono di Dio di cui ha avuto sete fino a oggi e di cui avrà bisogno anche domani. N’ha bisogno per il Corpo di Cristo che l’aiuti ad affrontar la vita e il matrimonio e la vecchiaia e poi la morte e poi la Vita Eterna. Parlargli d’altre cose? Tenere il discorso sempre su quello della fede?

Non mi parrebbe vero, credimi. Ma son anche maestro di morale e confessore e se mi interroga devo rispondergli. E di chi è la colpa se nove volte su dieci la sua domanda sarà su questo campo umiliante? Ah avessi una posizione così limpida da poter rispondere: «A me lo vieni a dire? Che c’entro io, l’uomo dei Sacramenti, il pontefice tra la terra e il cielo coi misfatti dei forti di questa terra? Pensa all’anima tua, pensa a salvarti. Chiedimi il libro di Dio, il Corpo di Cristo, il suo Perdono».

Penso ora che è ancora troppo dono di Dio che io l’abbia ancora qui a domandarli a me i suoi perché. So che è l’ultimo giorno. Domani non verrà più. C’è un altr’uscio, non lontano dal mio dove c’è qualcuno che saprà dargli le risposte che attende.

Mi par già di sentirti protestare: «Che c’entra? Sei te Lorenzo che non sei riuscito a mostrargli la Croce, a predicargli il Vangelo nudo e crudo e la dottrina sociale della Chiesa».

No Piero. Se il colpevole di questa umiliazione dell’uomo non fosse in nulla aggiogato al mio carro, io potrei dire a Mauro che pieghi il capo all’uomo come fosse dinanzi a Dio. Per salvarsi l’anima e in sconto dei suoi peccati. Potrei leggergli la lettera di S. Paolo agli Efesini. Quella che don Divo cita contro di me. Ma così come sono non posso leggergliela. S. Paolo, quando scriveva quella lettera era in prigione. Vittima con le vittime. Lui sì che poteva additare la Croce. Ma chi è dall’altra parte non può. Io non posso. Non posso neanche se mi ci son trovato solo per un imprevedibile coincidere di circostanze storiche che non dipendono da me. II fatto resta e cioè che son compromesso col governo.

Il governo s’è alleato col Faraone contro Babilonia. L’ha stimato prudenza. Ed io ho taciuto. Non mi son fatto buttar nel pozzo come Geremia. Anzi ho avuto onore dal governo e aiuto d’ogni genere. Ecco qual è il muro che mi impedisce di andare incontro al povero e additargli la Croce. Se lo facessi suonerebbe come un orribile scherno.


Don Lorenzo Milani



_________Aurora Ageno___________
Nuova Discussione
 | 
Rispondi


Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:38. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com