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Santa Messa del giorno 5

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 11:54
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3 DICEMBRE
I SETTIMANA DI AVVENTO - LUNEDÌ
SAN FRANCESCO SAVERIO (m)
Sacerdote

MESSALE



Antifona d'Ingresso Sal 95,3-4
Narrate tra i popoli la gloria del Signore,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi;
grande è il Signore e degno di ogni lode.

Ps 17,50 Ps 21,23

Confitébor tibi in pópulis,

Dómine,

et narrábo nomen tuum frátribus mei.

Colletta
O Dio, che hai chiamato molti popoli dell'Oriente alla luce del Vangelo, con la predicazione apostolica di san Francesco Saverio, fa' che ogni comunità cristiana arda dello stesso fervore missionario, perché su tutta la terra la santa Chiesa si allieti di nuovi figli. Per il nostro Signore...

Deus, qui beáti Francísci prædicatióne multos tibi pópulos acquisísti, da, ut fidélium ánimi eódem fídei zelo férveant, et ubérrima ubíque prole Ecclésia sancta lætétur. Per Dóminum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura * Is 2, 1-5
Il Signore raduna tutti i popoli nella pace eterna del suo regno.

Dal libro del profeta Isaìa
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.

* Se questa lettura è già stata proclamata nella I domenica di Avvento (anno A), può essere sostituita da quella seguente.

Oppure: Is 4,2-6
Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.

Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 121
Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Canto al Vangelo Sal 79,4
Alleluia, alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia.

Vangelo Mt 8, 5-11
Molti dall'oriente e dall'occidente verranno nel regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Sulle Offerte
Accogli i doni che ti offriamo, o Signore, nel ricordo di san Francesco Saverio, che peregrinò alle lontane terre dell'Oriente sospinto dal desiderio di salvare l'umanità; concedi anche a noi di essere annunziatori e testimoni della fede, per venire incontro a te con una moltitudine di fratelli. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, Dómine, múnera, quæ tibi in beáti Francísci commemoratióne deférimus, et præsta, ut, sicut ille desidério salútis hóminum ad terras longínquas est progréssus, ita et nos, testimónium Evangélio efficáciter perhibéntes, ad te cum frátribus properáre festinémus. Per Christum.

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Antifona alla Comunione Cf Mc16,15; Mt 28,20
«Andate in tutto il mondo
e predicate il Vangelo:
io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine dei tempi»,
dice il Signore.

Mt 10,27 Quod dico vobis in ténebris,

dícite in lúmine, dicit Dóminus,

et quod in aure audítis, prædicáte super tecta.

Dopo la Comunione
L'Eucaristia che abbiamo celebrato, Signore, ci comunichi la carità apostolica di san Francesco Saverio, perché ognuno di noi viva in modo autentico la sua vocazione cristiana, e ottenga il premio promesso ai buoni operai del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

Mystéria tua, Deus, eum in nobis accéndant caritátis ardórem, quo beátus Francíscus pro animárum salúte flagrávit, ut, vocatióne nostra dígnius ambulántes, promíssum bonis operáriis præmium cum eo consequámur. Per Christum.






IL VANGELO CON JOHN HENRY NEWMAN

Grande teologo e filosofo inglese, parroco anglicano di Oxford convertitosi al cattolicesimo nel 1845. Il pensiero di John Henry Newman abbraccia una grande quantità e profondità di temi e segue diversi generi letterari. Nelle sue opere ha affrontato grandi questioni teologiche e filosofiche del suo tempo, giungendo ad anticipare sviluppi che si sarebbero compiuti soltanto nel XX secolo, al punto di essere stato annoverato tra i «padri assenti» del Concilio Vaticano II.

Newman è stato beatificato nel 2010 da papa Benedetto XVI.



DIO SI PREOCCUPA DI OGNI SINGOLO UOMO



Lunedì 3 dicembre
Mt 8,5-11

Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.



È necessario studiare da vicino la parola vegliare; bisogna studiarla perché il suo significato non è così evidente come si potrebbe credere a prima vista e perché la Scrittura la adopera con insistenza. Dobbiamo non soltanto credere, ma vegliare; non soltanto amare, ma vegliare; non soltanto obbedire, ma vegliare.

Vegliare perché? Per questo grande evento: la venuta di Cristo.

Cos’è dunque vegliare?

Credo lo si possa spiegare così. Voi sapete cosa significa attendere un amico, attendere che arrivi e vederlo tardare? Sapete cosa significa essere in compagnia di gente che trovate sgradevole e desiderare che il tempo passi e scocchi l’ora in cui potrete riprendere la vostra libertà? Sapete cosa significa essere nell’ansia per una cosa che potrebbe accadere e non accade; o di essere nell’attesa di qualche evento importante che vi fa battere il cuore quando ve lo ricordano e al quale pensate fin dal momento in cui aprite gli occhi? Sapete cosa significa avere un amico lontano, attendere sue notizie e domandarvi giorno dopo giorno cosa stia facendo in quel momento e se stia bene? Sapete cosa significa vivere per qualcuno che è vicino a voi a tal punto che i vostri occhi seguono i suoi, che leggete nella sua anima, che vedete tutti i mutamenti della sua fisionomia, che prevedete i suoi desideri, che sorridete del suo sorriso e vi rattristate della sua tristezza, che siete abbattuti quando egli è preoccupato e che vi rallegrate per i suoi successi?

Vegliare nell’attesa di Cristo è un sentimento di rassomiglianza a questo, per quel tanto che i sentimenti di questo mondo sono in grado di raffigurare quelli dell’altro mondo.

Veglia con Cristo chi non perde di vista il passato mentre sta guardando all’avvenire, e completando ciò che il suo Salvatore gli ha acquistato, non dimentica ciò che egli ha sofferto per lui.

Veglia con Cristo chi fa memoria e rinnova ancora nella sua persona la croce e l’agonia di Cristo, e riveste con gioia questo mantello di afflizione che il Cristo ha portato quaggiù e ha lasciato dietro a sé quando è salito al cielo.



_________Aurora Ageno___________
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