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La chiamarono Briciola - racconto - storia vera

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2011 20:55
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La chiamarono Briciola
- una storia vera -




Era un giorno di fine agosto, un pomeriggio caldo e afoso. La
mamma, dall’interno dell’abitazione, udì le voci dei bambini che
giocavano nel cortile di casa. Sembravano molto eccitati e lei uscì
sul terrazzo per dare un’occhiata. All’esterno del cancello c’era un
cane che sembrava molto interessato alla presenza dei bambini e ai
loro richiami. Un piccolo aprì il cancello ed il cane, con circospezione
ma con evidente desiderio, entrò nel cortile. I bambini lo accolsero
con entusiastiche esclamazioni e cercarono di accarezzarlo.
La mamma, dall’alto, seguiva queste manovre con un po’ di apprensione,
temeva che le loro effusioni avrebbero spaventato il cane
che li avrebbe morsi.
Ma non accadde nulla di tutto questo e lei osservò in silenzio
come progredivano gli approcci amichevoli dei bambini con il cane;
quando vide che lo avevano condotto alla zona d’erba, in fondo al
cortile, chiamò il figlio che era tra i più felici di quei bambini per
l’arrivo dell’ospite inatteso.
Il figlioletto, levando verso di lei il visino ridente, disse:
- “Mamma, mamma… guarda, non ha paura di noi!” -
Effettivamente il cane non mostrava segni di spavento, accoglieva
le carezze scodinzolando.
- “Mamma, cosa possiamo fare per lei? Avrà sete!” -
Gli altri bambini, allora, si affrettarono ad affollarsi sotto il suo
terrazzo per darle tutti i ragguagli su quanto era accaduto.
- “Girava in strada, cercava di entrare dai vicini, ma non c’è riuscita,
è venuta presso questo cancello e ha risposto ai nostri richiami.
È una cagnolina! È buona, non ci fa niente!” -
La mamma rispose:
- “Diamole da bere, ora porto giù una ciotola” -
Prese una ciotola, la riempì d’acqua e con mille precauzioni scese
le scale ed uscì sul cortile. I bambini l’accolsero festanti. La mamma
sorrise agli amichetti del figlio e posò la ciotola per terra, ad una
certa distanza dal cane. Questi, al suo apparire, si era ritirato di
qualche metro e si avvicinò all’acqua solo quando lei si fu allontanata.
La mamma fece per avvicinarsi, l’avrebbe accarezzata volentieri,
amava gli animali, specialmente i cani, ma non fu possibile: la cagnolina
ringhiò mettendosi fuori portata.
La donna rimase un po’ di tempo ad osservare e vide che dai
bambini, però, si lasciava accostare ed accarezzare.
Il figlio la implorò:
- “Teniamola qui, con noi… !” -
- “Non possiamo, non abitiamo solo noi qui, ci sono altre famiglie
e in casa…” - lasciò in sospeso la frase, ma pensò al marito che non
avrebbe di sicuro approvato la decisione.
Risalì in casa, dopo avere loro raccomandato di stare attenti e
non tormentare la cagnolina con troppe effusioni e troppo chiasso.
Nelle ore che seguirono la mamma uscì spesso sul terrazzo per
guardare cosa succedeva in cortile. Osservava l’animale e pensava
che doveva essere un cane abbandonato, o forse scappato, ma, poiché
era estate, la prima eventualità sembrava essere la più verosimile,
purtroppo!
A sera scese con una coperta ed una ciotola colma di pasta asciutta
e tonno, prese una cassetta dal garage e portò tutto dai bambini
per la cagnolina. Li aveva esortati ad aprire il cancello e tentare di
farla uscire, in modo che potesse ritornare da dov’era venuta o pren-
desse un’altra strada, ma non c’era stato verso! La cagnolina si rifiutava
di uscire. Alla fine le fu preparata la cuccia con la cassetta e
la copertina e lei vi si rifugiò dopo aver mangiato avidamente tutto
il contenuto della ciotola. Era una bella cagnolina, bianca e fulva,
di taglia media.
La mamma cercò di accarezzarla, questa volta la bestiola non ringhiò,
ma uscì dalla cuccia e si spostò di nuovo.
Alla fine i bambini se ne andarono a casa loro, anche il figlioletto
salì in casa con la mamma e la cagnolina rimase sola, nella cuccia
improvvisata addossata al muro a passare la notte.
Trascorsero alcuni giorni in questo modo, la cagnolina stava nel
cortile, nella sua cassettina, e a volte scappava in strada a velocità
incredibile, quando qualcuno lasciava aperto il cancello, e sfrecciava
lungo la via rincorrendo un altro cane, che aveva visto passare, o
chissà cos’altro.
La mamma, che spesso usciva sul terrazzo per osservarla, pensava
ogni volta che forse non sarebbe ritornata, avrebbe preso altra
méta… invece la cagnolina tornava sempre e se trovava il cancello
chiuso si accoccolava accanto al muretto di recinzione in evidente
attesa.
Quando questo accadde una domenica, dopo che erano usciti per
andare a trovare i nonni e, al ritorno, la trovarono così, scesero
dall’auto e le si avvicinarono, la cagnolina non scappò, ma alzò il
muso verso di loro e li guardò con occhi imploranti.
Naturalmente fu riaccolta nel cortile, anche papà s’era un po’ intenerito
nel capire la situazione, però non voleva saperne di ammetterla
in casa.
Però il giorno dopo il figlioletto con i suoi amichetti condussero
la cagnolina fino alla porta dell’appartamento e quando la mamma
aprì si trovò di fronte la bestiola che la guardava con circospezione.
Provò a protestare, ma desistette subito, non poté resistere alla
vista di quella povera creatura abbandonata e in balìa del buon cuore
o meno di chi aveva incontrato.
La condusse sul terrazzo e le portò la ciotola con l’acqua. La cagnolina
bevve e si accucciò.
Trascorsero altri giorni, la bestiola, che era stata chiamata “Briciola”
dai bambini, si lasciava ormai avvicinare ed accarezzare anche
dalla mamma, ma papà non era d’accordo e mal sopportava la
sua presenza.
Un mattino, dopo molta riflessione, mamma decise che avrebbe
tenuto Briciola, a costo di dover litigare col marito: non si sentiva
di rimettere in strada quella creatura arrivata da loro in cerca di
salvezza.
Infatti non fu cosa semplice, non filò tutto liscio, ma alla fine
papà si arrese e sopportò la presenza dell’ospite.
Mamma aveva notato che Briciola non si lasciava toccare la coda
e le scoprì una brutta piaga, quando finalmente riuscì a guardare.
La portò dal veterinario, le fece fare tutte le cure necessarie facendo
salti mortali per pagare l’onorario e i farmaci, infatti la famiglia
non godeva di larghe risorse economiche. Il veterinario disse
che il cane era molto stressato, doveva averne passate tante!
Più tardi venne anche operata alla testa per una cisti vicino all’orecchio
destro, e papà disse che era molto probabile fosse quello
il motivo per cui era stata abbandonata. Mamma la medicava e la
piccola le leccava la mano.
Briciola rimase in famiglia per molti anni e mamma, il figlioletto
ed il fratello più grande si occupavano di lei portandola a passeggio,
facendole il bagno e pulendo dove sporcava. Non erano sacrifici
gravosi, Briciola ricambiava con tanto affetto le loro cure e l’ospitalità
ricevuta. Anche papà si era abituato alla sua presenza e molto
spesso, alla sera, preparava lui la cena per la cagnolina.
Al mattino se ne stava quieta nella cuccia fino a quando papà non
era uscito per recarsi al lavoro, allora scattava in piedi e si precipitava
nella camera grande dove mamma indugiava a letto, posava il
musetto sulle coperte accanto al viso di lei e la salutava con guaiti
e grandi leccatine.
Andò anche in vacanza con loro, si recarono al mare e scelsero un
villaggio per campeggio che ospitava anche i cani. Si divertì molto,
fra salti tra le onde e giochi sulla spiaggia mentre mamma l’osservava
preoccupata, perchè Briciola camminava sulle punte delle zampine,
esitando per il bruciore della sabbia quasi rovente.
Andò con mamma anche in montagna, in un appartamento i cui
proprietari avevano acconsentito alla presenza di un cane. Fece lunghe
passeggiate, ma sembrava stancarsi presto, così veniva ricondotta
a casa dove, dopo aver bevuto, si accucciava sul tappeto e
faceva lunghi sonni.
Trascorsero ancora alcuni anni, poi Briciola cominciò a stare molto
male e con tutto il dolore che provava mamma la portò dal veterinario
perché l’aiutasse, ma non c’era modo di salvarla, non per
molto. Venne curata, ma un giorno morì e la sua morte fu pianta a
lungo.
Ancora oggi rimane un caro ricordo e mamma prova tanta gratitudine
per l’affetto ricevuto da quella generosa bestiola e non dimentica
mai come Briciola la perdonasse sempre, quando purtroppo,
lei nervosa, a volte la trattava con impazienza…




Aurora Ageno
9 agosto 2007






Briciola nella cuccia





[Modificato da auroraageno 19/10/2008 15:50]

_________Aurora Ageno___________
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09/08/2007 17:12

Il Cane
In tutto il mondo il cane viene visto come esempio di fedeltà e di affidabilità: il suo antico istinto è quello di servire fedelmente il suo padrone.
Sebbene venga a volte trattato male dall'uomo, reagisce sempre con amore e pazienza.
Attraverso una educazione sbagliata e anche possibile, purtroppo, rovinarne il carattere.
Per il cane è molto importante venire rispettato dal suo padrone, del quale si sente fino in fondo il protettore.
In effetti, è pronto anche a sfidare la morte pur di salvarlo.
Nella tradizione indiana, inoltre, il cane è anche il guardiano di luoghi segreti e il custode della conoscenza ancestrale.
Il cuore del cane è colmo di compassione, per cui riesce a sorvolare su molte debolezze dell'uomo.
Da lui possiamo imparare pure noi ad appropriarci di questa qualità, cosi come possiamo apprendere a esaminare con regolarità la nostra lealtà verso noi stessi e verso gli altri.

Gli Animali insegnano...dovremmo osservarli più spesso.

[SM=x832013]

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10/08/2007 08:53

E' VERO!

Sono d'accordo, Amar!

Mi colpiscono molto queste tue parole: "Il cuore del cane è colmo di compassione, per cui riesce a sorvolare su molte debolezze dell'uomo."
Sono bellissime e quante volte ho constatato che è proprio così!
Eppure troppe volte l'uomo non meriterebbe la sua compassione, né la sua dedizione e la sua fedeltà.
Abbiamo moltissimo da imparare, infatti.

Grazie, Amar per il tuo bell'intervento! [SM=x832000]



[Modificato da auroraageno 16/06/2011 20:55]

_________Aurora Ageno___________
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