Le mance
di Ormedelcaos, Aurora Ageno (luceeombra), La_trappoladellaparola
Avevamo una barca e due forbici
sopra ai comodini
avevamo il resto e il taglio
avevamo un qualcosa da indossare
per noi,
avevamo i desideri e le mance.
Ogni sogno azzardato nel volo
ci presentava il conto
senza riuscire a spegnere
del tutto la speranza,
e indossavamo
abiti tagliati di fresco
senza scordare
le mance che riponemmo
per il domani.
Vagavamo ad attimi le attese
e sforavamo i minuti e i pasti
quando l’ardore
e noi chini ad aiutarlo
per il prosieguo
assai, assai veniva l’ora
e noi con essa a navigare
i minuti e gli istanti del fare
di noi promessa l’eterno
quando l’amore
e i diserbanti della sera.
Inefficaci, pare,
contro gramigna che
apparve inaspettata.
La guardammo di sguincio,
con lumi critici,
certamente severi,
Quando
con accenti poco gradevoli
ci rammentò una realtà
NON solo
di miele;
restammo indecisi,
quasi irrisolti se darle un
PESO
oppure no...
mettere forse la parola ...
FINE?
Ci risolvemmo per un non far
NULLA
sperando nel tempo che tutto risolve,
e con dovuto rito scaramantico,
lasciammo solo a lui la
DECISIONE
Sull’ON balbettammo
quando l’out era già fuori
e uniti giocavamo ai destini,
a quelli dell’en plein
mentre la marmitta del motore
di strada lontana trasaliva
sui dossi della sera
perdendo carburante
al parcheggio non trovato
alla stazione del tram 29 bis
sotto al lampione rotto.
Era quasi inutile ormai
perseverare sull'orario teso
delle lancette liquefatte
dell'orologio di Dalì
se ne conservavamo solo
il ricordo, anche se attento.
Come l’acqua e il motore a scoppio.
Previdenti o avvertiti in sogno
avevamo pensato alle mance
da calcolare sulla nota spese
dell'imprevisto e dopo
l'iniziale smarrimento
ci ritrovammo uniti ancora
accogliendo a viso aperto
luci e ombre del divenire.
Avevamo i giorni e le sere
con le mance dell'esperienza,
ma soprattutto avevamo sempre
l'anima capace d'amore.
_________Aurora Ageno___________