il lago

Il lago

Prendiamoci dei tubi
Prendiamoci degli assoli
Prendiamoci quattro zampe a me la minestra dice lui gli sia consentito
Perché a noi il languore dell’attesa
La solitudine spalmata sui colli
Le pietre di pietra una sull’altra
Noi vogliamo il cemento dicono loro gli sia concesso a presa rapida
Il mulino non muove più le eliche
Ci girano intorno le zanzare non abbiamo zanzariere di fortuna diciamo noi
Abbiamo gli emicicli di pesco e i fiori di gardenia
Ma gli insetti sembrano non accorgersene chiudiamo le finestre
Se è sera e il buio si approssima al lago

Tramonta il sole un altro giorno finisce diciamo noi
La notte è calda occore l'aria fresca dicono loro
Ma l'alba nuova con il giorno porta brezza frescolina
Allora prepariamoci a dormire fino a domani diciamo tutti

Diciamolo tutti diciamoci così sia, diciamolo ancora

Portaci un dessert se ancora non è tardi
Portaci due birre di cui una alla spina e l’altra bruna
Portaci una rosa se riesci a vederla portaci un resto
Compriamoci due brustolini se ne abbiamo voglia e non abbiamo sete
Dice lei

Guarda il lago se è ancora fermo mentre noi cercheremo di inquadrare la luna non piena
Prima che vi si getti
Gardaci attenti
Guardaci mentre accendiamo una sigaretta che ne abbiamo poche
Guardaci mentre ancora la guardiamo che si spegne
Facci delle domande se non sei sicuro di guardarci bene

Da ore il sonno ha lasciato i nostri occhi
Facciamo colazione beviamoci un caffé
Vorrei anche una brioche alla crema dice lei
Vado a comprare le sigarette torno subito
Prendine tante ricordati di me

Ti ho portato anche una rosa è profumata come te
Ci sorridiamo negli occhi e in un bacio ci perdiamo
Non avere fretta restiamo ancora qui
vicini all'inizio del mondo tu e io

Essi si amavano e noi li guardavamo
Vedemmo tante domande sui loro visi
Sorridemmo scendendo al lago.

Il lago è noi disse lei
Il lago è quando ci troviamo dentro
Immersi tra i muri e le gocce di un pianto
con o senza sigarette
Se il tabaccaio è chiuso e la moglie dorme e non si sveglia
Svegliati tu dal sonno se hai un tre tra le mani compra due brioche
E una dalla a lei mettila sul tavolo senza dire miao ma solo bau bau
Azzanna il muso alla crema e renditi più dolce al mistero del tavolo
Se seduto stai tra la porta e la finestra che dà sul lago
Mentre il tavolo si allunga all'ombra della luna.

Nuova e antica si avvicina la sera
L'acqua del lago è tepida e il moto dolce
Lei si sarà svegliata e avrà gradito la brioche
C'è un po' di crema rimasta sul piattino
Leccala tu fai una doccia e valle vicino
Prima che si riaddormenti falle la corte
Accarezza i suoi petali e bacia la sua presenza
Rose sul balcone spandono il profumo
Non c'è ancora la luna
Irresistibile e insistente la carezza del lago

Dircelo, questo dialogo, questo monologo,
questo interagire tra la superficie e la base
tra un tre e 14 e la sua circonferenza,
questa costanza d'archi, di princìpi, di rapporti
questo dilungarci tra il lago e le ombre della sera
tra un'ora estesa e i minuti di un nostro pensiero
che breve ci porta lontano, là dove i fondali
nascondono tesori o solo mancanze di luce,
specie se non c'è il sole e suona un campanile
ad annunziarci le tre e due quarti d'ora
con una mezza luna che sembra anch'essa
non aver voglia di dormire,questa notte.

Domani di nuovo ci alzeremo, e diremo ancora:
hai visto il lago, è lì sulla tua destra, sveglio
com'era ieri e l'altro ieri.

E rabbrividisce il lago illuminato d'oro
nel sole del primo mattino
mentre barche oscillano dolcemente all'ormeggio
sussurrandosi l'una all'altra i bisbigli della notte:
Presto me ne andrò, lei ha detto, aspettami
sicuro del mio ritorno
Sarai sempre con me, lui ha risposto, tornerai
perché te sola vuole il mio cuore

E dal balcone sorridono profumi
smemorando chi veglia d'ogni apprensione