Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.



 
 
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LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE D'OGNI TEMPO E PAESE

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2010 20:27
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17/12/2010 18:12





Luna cinerea


Il rimpianto
La memoria






JOHANN WOLFGANG GOETHE


Ah, quei bei giorni chi può riportarmi,
Ah, quei bei giorni del mio primo amore
Ah, chi un'ora soltanto, può ridarmi
Di quella beata stagione!

E sto solo, la piaga ad attizzarmi
E quanto più si rinnova il dolore
rimpiango quella gioia che è passata.

Ah, quei bei giorni chi può riportarmi
di quella beata stagione!




GUILLAUME APOLLINAIRE


La tromba suona e risuona
Suona, si spengono i fuochi.
Il mio povero cuore ti dono
Per uno sguardo dei tuoi begli occhi
Un solo moto della tua persona.

Sono le dieci, tutto è spento,
Ascolto russare la caserma,
Viene dal Nord il vento,
La luna mi fa da lanterna
Grida un cane alla morte il suo lamento.

La notte si consuma lenta lenta,
Rintoccano le ore lentamente
Tu che fai o mia bella indolente
Mentre vegliando il tuo amante
Ti sospira lontana e si tormenta?

E io cerco nel cielo stellato
Dove sono le stelle gemelle -
Mio destino che al tuo è legato
Ma dove sono le nostre stelle?
O cielo, campo di grano incantato!

La notte si consuma dolcemente
Sereno alfine m'addormento.
I tuoi occhi che vegliano il tuo amante
Non sono forse, mia bella indocile,
Le nostre stelle del firmamento?




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Torneranno le brune rondinelle
al tuo balcone ad appendere i nidi
e ancora con le ali contro i vetri
giocando chiameranno.

Ma quelle che ammirate si fermavano
del tuo splendore e della mia fortuna,
quelle che i nostri nomi già imparavano,
quelle... non torneranno!

Ritorneranno folti i caprifogli
rampicanti sul muro del giardino,
e ancora più belli ogni sera
i fiori si apriranno.

Ma quelli coi cristalli di rugiada
le cui gocce tremare guardavamo
e poi cadere, lacrime del giorno,
quelli... non torneranno!


Ritorneranno le parole ardenti
dell'amore al tuo orecchio a risuonare,
e dal sonno profondo il tuo cuore
forse ridesteranno.

Ma così muto e assorto e inginocchiato
come davanti all'altare si adora
un dio, com'io t'ho amata, non illuderti,
così... non t'ameranno!




KOSTANTINOS KAVAFIS


Era l'una di notte,
o l'una e mezzo, forse.
Dietro un tramezzo di legno nell'angolo
della taverna. E nessuno, oltre noi,
nel locale deserto. A rischiararlo
appena un lume a petrolio. Il cameriere,
stanco da tanto, ormai
dormiva sulla porta.

Nessuno poteva vederci. Ed eravamo
così eccitati che ci rese ignari
d'ogni prudenza. S'aprirono
i vestiti già scarsi: era un luglio
che divampava ardente.

Che piacere dei sensi
tra quei vestiti dischiusi, e che rapido
scoprirsi della carne! Il suo bagliore
ventisei anni ha traversato e giunge
per rimanere vivo in questi versi.




BILHANA


Oggi ancora di lei mi ricordo,
di lei che le briglia reggeva
durante la furia selvaggia
del nostro galoppo d'amore,
di lei che aveva il volto
ardente e pallido come la luna,
e del suo corpo sconvolto dal tremito
della follia, oh come mi ricordo
oggi di lei, piegata sotto il peso
del seno colmo e dei fianchi rotondi
e dei suoi folti riccioli arruffati:
come se fosse oggi mi ricordo.




STEPHEN SPENDER


Da quell'aria di neve, dalla piazza
barocca che un disegno di ghiaccioli
ammantava di bianco,
lei venne, ed io le vidi
il viso gelido nella pelliccia
e le mie labbra rubarono il fuoco
del camino nel canto della stanza
dove in poltrona stavo ad aspettarla.
Con quel fuoco baciai la sua pelle,
vidi arrossarsi le sue guance pallide
e a quel mio tenero slancio i suoi occhi
sorridenti brillavano
come il ghiaccio là fuori
che ancora in loro mandava bagliori.

Quel giorno, fino ad oggi,
io l'avevo scordato.
E perché mi ricordo ora soltanto
che, quando entrò, non vide
la passione di quel dicembre bianco?




JUAN RAMON JIMENEZ


Che sgomento il ricordo
degli istanti sepolti
in cui fummo felici!

La memoria
- come in un grande vento
di crudeltà e rovina -
trascina i suoi orpelli, lo scenario...

E sono
maremme disseccate, sali rossi,
alte lagune che credemmo mari!





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20/12/2010 18:51



GUILLAUME APOLLINAIRE


Se due cuori si sono intensamente amati
Resiste il loro amore al di là della morte.
Cogliamoli i ricordi che abbiamo seminati
La lontananza è nulla quando l'amore è forte.




EMILY DICKINSON


Cuore, tu ed io, stanotte,
Lo dimenticheremo!
Ti scorderai il calore che ti dette,
Io scorderò la luce!

E avvertimi, ti prego,
Quando sarà finito
Così potrò di nuovo cominciare!
Fa presto! Perché fino a quando indugi
Io lo ricordo ancora!




ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA


Strinsi le mani sotto la veletta
oscura: "Oggi perché questo pallore?".
- Perché fino a stordirlo l'ho invasato
d'aspro dolore.

Come scordarlo? Lui uscì vacillando
e torceva la bocca per la pena.
Lo inseguii giù per le scale volando
fino al portone.

Ansimando gridai: "E' stato solo
uno scherzo quello che è stato. Sento
che morirò se vai". Disse in un ghigno:
"Non stare al vento".





GYULA JUHASZ


Così lontana lontana lontana
dove sta la gioia,
dove neanche più gli uccelli volano,
dove stremato arriva il desiderio,
lontana lontana
così lontana aspetta.

Un tempo, a primavera, o nella notte,
o nel mio mito, era amore
il suo nome; ieri (o cara)
era angoscia e dolore; oggi è ricordo,
e domani sarà
croce sulla mia tomba.




ANTONIO MACHADO


L'immagine di te su quell'altura
come m'appare!... E chiama il verde prato
la mia parola, e l'arida pianura,
la rupe grigia e il roseto sbocciato.

E al docile ricordo nera sale
la quercia sopra un picco, al fiume scende
il pioppo, al colle un pastore risale
ed un balcone di città risplende:

è il mio, il nostro. Non vedi? Lontana
la sierra di Moncayo bianca e rosa
verso Aragona... e della nube il fuoco

e nell'azzurro la stella, sua sposa.
E quel monte, oltre il Duero, di Santana
che nella sera silente si sfoca.




LORINC SZABO'


Sei sempre dappertutto, dove un tempo
io sapevo che c'eri, e ti vedevo, e t'amavo:
e sempre mi saluti con la strada e col bosco,
e la città e il villaggio, giorno e notte ti chiamano,
e la montagna autunnale e la neve
d'inverno, e le riviere e i sibili dei treni
e ovunque il mio lontano desiderio trepidi
da queste venticinque primavere
e dall'estate che è ancora infiammata
dalla follia che resiste.
Tu ci sei: dappertutto: una pioggia
di fiori spegne la mia vita, o mia
gioventù, mia freschezza, gioia mia:
e tutto e dappertutto mi aggredisce con te,
ma si leva dolente il mio lamento sempre:
che cosa sono questi dappertutto:
dappertutto non c'è.




JUAN RAMON JIMENEZ


Non ti ho tenuta più in me
di quanto tiene il fiume
l'albero della riva.
Io, passando, restavo
sempre nell'anima tua,
tu nell'anima mia sempre restavi,
non venivi mai via...
Bastava un povero vento, un cielo torvo
e tu sparivi dalla vita mia.




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29/12/2010 17:14



CATULLO


Nessuna donna può dire d'essere stata amata
quanto tu, Lesbia mia, fosti amata da me.
E non fu mai più grande in un patto d'amore
la fedeltà che ho avuto nell'amore per te.




JOHANN WOLFGANG GOETHE


O mie amate canzoni perdetevi
Nel mare del passato.
Non una ragazza o una fanciulla in fiore
Vi canti quando viene primavera.

Voi parlavate solo del mio amore,
Ora lei irride la mia fedeltà.
Voi che sull'acqua siete state scritte
Ora con l'acqua perdetevi.




BORIS PASTERNAK


La bufera su tutta la terra,
dentro tutti i villaggi infuriava.
Una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.

Come d'estate va verso la fiamma
dei moscerini lo sciame lieve,
così scendevano verso il riquadro
della finestra i fiocchi di neve.

E contro i vetri la furia del vento
come dischetti e frecce li attaccava,
e una candela sopra la tavola
una candela si consumava.

Sopra il bianco soffitto illuminato
le nostre ombre si proiettavano,
e si incrociavano le nostre mani
e le gambe, e i destini si incrociavano.

E due scarpette all'improvviso caddero
con suono sordo sull'impiantito,
e dal lume la cera gocciolava
le sue lacrime sopra il vestito.

E quella neve con la sua candida
e fitta nebbia tutto ovattava,
e una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.

Venne da un canto sulla candela
un soffio, e il fuoco della tentazione
le sue ali levò come un angelo
a dare della croce una visione.

Tutto febbraio infuriò la bufera,
e non cessava più non cessava,
una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.




THOMAS HARDY


Tu non venisti
e il tempo che fuggiva
su di me, già avvilito, si posava.
E non solo perché
la tua cara presenza mi mancava,
ma perché vidi allora
che nel tuo sentimento non c'era
quella pietà profonda che sa vincere
la riluttanza con la tenerezza.
Il mio dolore fu quando nell'ultimo
consuntivo di quella mia speranza
tu non venisti.

Tu non mi ami
e soltanto l'amore
ti potrebbe donare la lealtà;
lo sapevo e lo so, ma a quel tesoro
di atti umani divini non nel nome,
non si poteva aggiungere anche questo
- bastava solo un'ora o poco più -:
che tu, una donna, fossi là venuta
a dare un po' di dolcezza ad un uomo
già lacerato dal tempo, sebbene
tu non mi ami?




NICANOR PARRA


Anni fa passeggiando in una strada
dove già le mimose erano in fiore
un amico informato mi disse
che tu da poco tempo eri sposata.
Risposi che davvero non poteva
quella notizia affatto riguardarmi.
Però anche se proprio non t'ho amata
- e questo tu lo sai meglio di me -
ogni volta - e non potresti crederlo -
che io vedo fiorire le mimose
provo la stessa cosa che provai
quando mi fu sparata a bruciapelo
la notizia davvero desolante
che tu ti eri sposata con un altro.




KOSTANTINOS KAVAFIS


Torna sovente e prendimi,
palpito amato, a me ritorna e prendimi,
se la memoria dei sensi si desta
e infiamma il sangue di desiderio antico,
e quando le labbra e la carne
ricordano, e le mani
è come se ancora toccassero.

Torna sovente e prendimi, la notte
quando le labbra e la carne ricordano...




JUAN RAMON JIMENEZ


1.

Non andar via, ricordo, non andartene!
Volto, non disfarti come
nella morte, così!
Guardatemi ancora, occhi grandi e fissi
come mi avete guardato un momento!
Sorridetemi, labbra,
come mi avete sorriso un momento!

2.

Ah, fronte mia, restringiti;
non lasciare che la sua forma fuori
del suo continente dilaghi!
Comprimi il suo sorriso ed il suo sguardo
perché mia vita profonda diventino!

3.

- Sebbene di me stesso mi dimentichi;
e che il mio volto prenda,
soffrendolo, la forma del suo volto;
sebbene io sia lei
sebbene in lei si perda la mia immagine! -

4.

Oh, ricordo, sii me!
Tu - lei - sii tutto soltanto ricordo, per sempre;
ricordo per guardarmi e per sorridermi
nel nulla, o ricordo
- vita della mia vita - diventato
eterno, ma annullandomi, annullandomi!




DAVID HERBERT LAWRENDE


Se lei potesse venire qui da me
ora che la violenza della falce
ha disegnato sentieri nel sole
e le rondini già fendono l'aria
al tramonto! Se venisse da me!

Se lei potesse venire ora da me
prima che le campanule sfioriscano falciate,
mentre le vecce si infiammano, prima
che cercando freschezza i pipistrelli
cadano nella notte; oh se venisse!


Staccati i cavalli, il crepitio della macchina
tace. Se lei venisse raccoglieremmo il fieno
sulla collina e tranquilli giacere
davvero potremmo fin quando il cielo verde
non avesse più brividi nel lucore fremente.

Vorrei lasciarmi andare sopra il fieno
con la mia testa sulle sue ginocchia,
disteso, abbandonato, mentre lei
quietamente respira su di me
e silenziose crescono le stelle.

Vorrei giacere, immobile
come se fossi morto, ma sentendo
che la sua mano furtiva accarezza
la mia testa, il mio viso,
fino a quando si sciolga il mio dolore.




RUBEN DARIO


Ricordi che volevi sembrare Margherita
Gautier? Da me il tuo viso mai s'allontanerà
di quando andammo a cena al primo appuntamento
in una notte allegra che mai più tornerà.

Le tue labbra scarlatte di maledetta porpora
sorbivano champagne da un fine baccarat;
le tue dita sfogliavano la bianca margherita:
"Sì... no... sì... no", e sapevi che io t'amavo già!

Poi piangevi e ridevi, o fiore d'Isteria!
la mia bocca fu piena di lacrime e di baci;
mie le tue risa, i lagni, la fragranza fu mia.

Ma la morte gelosa di chi tanto si amò,
in una sera triste di quei giorni felici,
come una margherita d'amore ti sfogliò.






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30/12/2010 20:27



GUILLAUME APOLLINAIRE


Dei tuoi occhi nel lago profondo
Il mio povero cuore s'annega,
E lo sciolgono
In quell'acqua d'amore e di follia
Il tuo ricordo e la malinconia.




ARTHUR RIMBAUD


1.

Sull'onda calma e cupa dove dormono i cieli
Ofelia immacolata placidamente va,
Va come un grande giglio, sopita in lunghi veli.
Nei boschi si diffonde dei corni l'ansietà.

Più di mill'anni Ofelia dentro la sua tristezza
Passa, fantasma bianco, sull'acqua eterna e nera,
Più di mill'anni sono che la sua dolce ebrezza
Mormora la sua storia al soffio della sera.

Le bacia i seni il vento e in corolle dispiega,
Cullati dalle acque, languidamente i veli.
Un salice piangente sopra di lei si piega.
Sull'ampia fronte assorta si chinano gli steli.

E le ninfee s'adunano, gualcite, a sospirare.
Da un ontano che a volte distoglie dal riposo
Fugge un brivido d'ali da un nido al suo passare.
Dagli astri d'oro scende un canto misterioso.


2.

Pallida Ofelia, bella come neve, violento
Un fiume t'ha strappata alla tua verde età!
E' che dalle montagne della Norvegia un vento
Cadendo t'ha parlato dell'aspra libertà!

E' che nel soffio ignoto che t'ha sconvolto il manto
Dei capelli, il tuo spirito stranieri accenti udì;
E il tuo cuore la voce della Natura al canto
Delle notti e nel pianto degli alberi scoprì.

E' che al rombo del mare, un rantolo possente,
Il seno troppo umano e acerbo si turbò;
E un mattino d'aprile un povero demente,
Bel cavaliere pallido, a te si inginocchiò!

Povera folle, al sogno - la libertà, l'amore,
E il cielo! - ti sciogliesti come la neve tu.
A quel miraggio spense la voce lo stupore.
- Sgomentò l'infinito la tua pupilla blù.


3.

Ed il Poeta canta che, a notte, sotto cieli
Di stelle, cerchi i fiori che avevi colti già,
E che sull'acqua ha visto, sopita in lunghi veli,
Ofelia immacolata che come un giglio va.




JUAN RAMON JIMENEZ


E' ancora qui, com'era
allora, viva, la stessa
limpida e d'oro,
come se lei fosse Lei,
anzi ancora più Lei
perchè somiglia al suo ricordo immenso!

Primavera, perché
l'aiuti nella fuga?
Perché lasci che fugga
un'altra volta da me,
fra le tue valli in fiore,
più bella ancora nella mia memoria?




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Compiango voi, infelici stelle, voi
che siete belle e di luce splendenti
ed il nocchiero sgomento guidate
sernza compenso dagli dei o dagli uomini,
perché voi non amate, né mai
conosceste l'amore! Senza requie
le ore eterne portano le vostre
schiere attraverso l'infinito cielo.
Che viaggio avete compiuto da quando
fra le sue braccia restavo e di voi
e della mezzanotte mi scordavo!




VICENTE ALEIXANDRE


In questa sera piove e la tua immagine
limpida piove. E nel ricordo s'apre
il giorno. E tu entri. Ma non sento.
La memoria mi dà solo l'immagine,
Solo il tuo bacio
solo la pioggia cade nel ricordo.
E piove la tua voce, e piove il bacio
triste, il bacio profondo,
bacio che nella pioggia si è bagnato.
Umido è il labbro.
Umido di ricordo piange il bacio
dai grigi cieli teneri.
Piove il tuo amore bagnando
la mia memoria, e cade e cade. Il bacio
profondo cade. E anche grigia cade
la pioggia.




CATULLO


O infelice Catullo, rinuncia alla follia.
Rassegnati e convinciti che ciò che è stato è stato.
Vi fu un tempo che il sole per te rifulse limpido
quando eri prono al capriccio della fanciulla che amavi
come nessuna donna sarà amata così.
E lei come cedeva felice alle pazzie
a quei giochi d'amore che tu sempre inventavi.
Oh davvero quei giorni raggiavano per te.
Ora lei non ti vuole; e tu sii forte, rinunzia.
Non inseguirla se fugge, non tormentarti più,
ma torna alla ragione e ostinato resisti.
Addio fanciulla, ormai Catullo più non cede,
non ti cercherà più, né implorerà un tuo sguardo,
ma tu ne soffrirai di non essere amata.
Povera te, che vita è quella che ti resta?
Chi avrai ancora intorno? Chi più ti vedrà bella?
E chi amerai? A chi si dirà che appartieni?
A chi darai i tuoi baci e morderai le labbra?
Ma tu Catullo, inflessibile, non cedere, resisti.




EMILY DICKINSON


Per un istante d'estasi
Che prezzo d'angoscia paghiamo
Nella stessa misura fremente
Di quell'istante d'estasi.

Per un'ora che fu la più cara
Quali aspri compensi per anni,
Che amari spiccioli contesi
E che scrigni colmi di lacrime.




CIRIL ZLOBEC


Con fede nell'amore, come in Dio
crede un cristiano, io sempre e intensamente
ti penso, e a te le angustie della mente
e del cuore confido, e con il mio

desiderio, prostrato, t'imploro
e marchio sul tuo corpo con i baci
quello che mi appartiene, e sono braci
in cui tu ardi, e non mi stanco in loro,

né mai si affievolisce quell'ebrezza
del ricordo che sopra i luoghi santi
va del tuo corpo che mi dà tormento

con quelle alture della sua bellezza
e gli abissi, i supremi dei suoi incanti.
E ancora il cuore cede al turbamento.




ANNA ACHMATOVA


Che importa se la voce
si è fatta fioca. L'anima
ha più vigore: son casti i pensieri.
In questo cielo solcato dal vento
io, senza amore, rifiorisco libera.

S'è diradata l'ombra dell'insonnia,
più non languisco sulla grigia cenere,
e non è più una ferita mortale
dell'orologio della torre il battito.

Il passato non preme la sua mano
sul mio cuore. Rinasco nel perdono
assorta a un raggio che già primavera
sopra l'edera madida accende.




EMILY DICKINSON


Sono arrivata al punto di sentire
Il suo nome - o tremenda vittoria! -
Senza che il cuore s'arresti
E un rombo salga agli orecchi.

Sono arrivata al punto di passare
Sul pavimento, in quell'angolo
Dove noi ci voltammo le spalle
Coi nostri nervi a pezzi.

Sono arrivata al punto di frugare
Dentro la scatola delle sue lettere
Senza che il fiato mi tolgano
Trafiggendomi come chiodi.




JEROSLAV SEIFERT


Cos'è rimasto dei momenti belli?
Il brillare degli occhi,
di profumo una goccia,
un sospiro sul bàvero,
il respiro sul vetro,
di lacrime una briciola
e un'unghia di tristezza.

E poi, credetemi, quasi più nulla.
Fumo di sigarette
e sorrisi fuggevoli,
e un pugno di parole
che volano in un angolo
come rifiuti lievi
che il vento porta via.

E ancora non vorrei dimenticare
quei tre fiocchi di neve.

Solo questo, ed è tutto.




ALEKSANDR BLOK


Solo per pochi istanti ci si incontra
Noi fra le case in questi gialli giorni.
Tu con gli occhi di fiamma mi frastorni
E in un vicolo cieco ti nascondi.

E tu mi invadi non inutilmente
Col muto fuoco degli occhi, e t'agogno
Di nascosto, ma non inutilmente
E cedo a te, silenziosa menzogna!

Forse l'inverno ci potrà gettare
Con le sue notti in un ballo infernale
Ed alla fine mi potrà annientare
Il tuo sguardo tagliente, tuo pugnale.




LORINC SZABO'


Sono così felice, ardentemente,
d'amarti anche così, col mio dolore,
e vivo solo per tenerti in me
e non debbo evocarti per sentire
che sei qui: tu con gli occhi sognanti
e angosciati a osservare
questo destino che mi conduce
e mentre vecchi paesi s'accendono
e gli anni, penso che anche tu t'accendi,
tu che la trovi al fondo del tuo cuore
la mia tenerezza dolente.

Ora è il dolore la felicità,
ed è questo ad unirci; e più ancora
(e mai tanto così completamente!)
quando un sorriso un po' ironico passa
sulla dolcezza del tuo viso, e a me,
forse per pungermi, dici
(ma piena di fiducia e comprensiva):
"Mi ameresti così
se fossi ancora viva?"




PEDRO SALINAS


Se tu mi chiamassi,
oh se tu mi chiamassi!
Io tutto lascerei,
tutto butterei via:
i cataloghi, i premi,
l'azzurro dell'oceano sulle carte,
tutti i giorni e le notti,
i vecchi telegrmmi
e un amore.
Tu, che non sei l'amore,
se mi chiamassi!
E ancora ancora attendo la tua voce:
dai telescopi,
o da una stella,
attraverso gli specchi, dai tunnel,
dagli anni bisestili
potrà venire. Ma non so da dove.
Perché se tu mi chiami
- se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi! -
sarà per un miracolo
che non conosco e non potrò vedere.
E mai da queste labbra che ti bacio,
mai
dalla voce che dice: "Non andartene".




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Spesso ci hai visti in sogno
andare insieme all'altare,
tu come sposa ed io come tuo sposo.
E spesso, appena desto, alla tua bocca
rubai, in quell'ora che nessuno vigila,
quanti più baci ti potei rubare.
Ma la felicità che ci prendeva
e quella voluttà di tante ore,
con il piacere fuggì come il tempo.
Cosa mi resta di tanto godere?
Quei baci ardenti come i sogni fuggono
e fugge, come un bacio, tanta gioia.




COUNTEE CULLEN


Vieni, piantiamo noi il nostro amore come
un seme i contadini, e tu lo annaffierai
con le lacrime ed io gli strapperò le erbacce
con le mani fin quando non mi sanguineranno.
E questo nostro amore seppellito potrà
cadere sopra un fertile terreno e generare,
con i fiori e coi frutti, un albero: e gli amanti
pallidi qui venuti per caso li potranno
raccogliere e mangiare, e nelle loro vene
uno struggente ardore dolce si spanderà
ed una sconosciuta melodia batterà
ai loro polsi e allora quelle timide labbra
si uniranno ed ancora tante volte vivranno
quella felicità. E gli altri che verranno
da lontano a vedere, pellegrini, quest'albero
per il quale noi fummo crocifissi, giammai
- poiché sono felici - sapranno che si è alzato,
l'albero dell'amore, sopra un cuore spezzato.










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