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notturnoop09
00domenica 19 aprile 2009 20:36
Nel silenzio nudo di questo legno
che è ora il mio cuore posato sul tuo
fra questi archi di nuvole e cielo
e ombre rimaste sulle porte
fra le campane lontane di una chiesa
il vento che s’insinua fra le giacche
della gente
resteremo per sempre insieme
io e te mamma
mano nella mano come un tempo
davanti agli occhi degli altri
quando ci vedevano da questi specchi
bagnati e rotti giocare
sul filo della vita come gli sguardi delle persone
solleva un poco la polvere
e la tua veste sulla pelle per poterti abbracciare
qui
in questo istante costruito dentro al buio
nel cemento armato delle cose
sopra i muri dove nascono ormai solo le rose
selvatiche
siamo liberi come la sabbia nel deserto
l’affanno doloroso sulle spalle del mare
e non c’è niente che ci possa più fermare
ora che questo azzurro è diventato il nostro letto
le stelle sono un abito per poterci rivestire
l’abatjour e noi sdraiati nell’inverno
come amanti al mattino
ce ne saremo andati.

(L'Aquila... Una grande bara di legno sul pavimento freddo della chiesa... Sopra di essa, posata come un fiore sull'erba, una piccola bara bianca... Questa immagine silenziosa di morte ed insieme di vita e di amore mi rimarrà per sempre dentro...)
auroraageno
00lunedì 20 aprile 2009 09:32
Preziosa poesia.... Grazie per questa testimonianza della tua sensibilità che trova eco nelle nostre. Ricordi che non si cancelleranno mai....

Un abbraccio forte, Valerio

aurora

lazharus
00lunedì 20 aprile 2009 17:05
E' struggente Valerio, proprio come le immagini che abbiamo visto e non dimenticheremo più, almeno noi!!!


Hai il mio applauso e la mia ammirazione.

Sebastiano
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