Grazie Aurora e grazie Micheal;
Caro Santhers, hai ragione con questi discorsi però secondo me la poesia è un poco come la vita: ci sono delle situazioni dove, magari per maggiore autonomia d'azione, solitudine o quant'altro, sono permessi certi comportamenti mentre in altri ambienti o contesti vigono consuetudini non scritte che però impongono il buon senso d'azione.Questo stà alla base della società.
Così pure in poesia, se per esempio si vuole affrontare un concorso, lo si fa accettando le regole che disciplinano tale partecipazione, magari a denti stretti, altrimenti con quale metro ci si potrebbe confrontare. Allo stesso modo, ritornano al discorso generale, a tutti credo piacerebbe vivere senza dover lavorare, ma quelli che lo fanno o hanno la fortuna di contare su un ricco background oppure li trovi (anche per scelta, quindi con piena consapevolezza e libertà d'azione) sulle panchine. Io non sono né uno nell'altro, né nella vita e, di riflesso pure in poesia.
In fondo poi dicono che il lavoro nobiliti...tuttosommato credo sia vero.
Aspetto un tuo parere sulla questione
!!