Asia Bibi: "Ho bisogno di voi.... Salvatemi!"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
auroraageno
00domenica 19 giugno 2011 17:24

Da due anni in prigione, è lei stessa a raccontare la sua storia nel libro,
uscito in questi giorni ed edito da Mondadori,
"Blasfema. Condannata a morte per un sorso d'acqua".

"Vi scrivo dal fondo del mio carcere, a Sheikhupura, in Pakistan, dove sto
vivendo i miei ultimi giorni. Forse le mie ultime ore. Così ha deciso
il tribunale che mi ha condannata a morte. Ho paura". Questo grido
di dolore è l'incipit del libro "Blasfema", dove Asia Bibi ricostruisce
la sua vicenda. Quella di una donna cristiana, analfabeta, una contadina
di un piccolo villaggio del Punjab. Una donna che non ha mai ucciso
o rubato eppure è stata condannata a morte. L'accusa: blasfemia,
nella quale rientra l'offesa in qualche modo al Corano o a Maometto.
Sono innocente, rispetto il profeta - dice Asia - ma in Pakistan con l'accusa
di blasfemia "si può togliere di mezzo chiunque, quali che siano il suo credo
religioso o le sue idee". "Secondo i giornalisti, dieci milioni di pakistani
sarebbero pronti a uccidermi con le loro mani", racconta e un mullah
ha promesso a chi la ucciderà 500 mila rupie: una fortuna in Pakistan.
Le vittime dell'accusa sono i musulmani stessi, non sono solo i cristiani,
gli indù e i seguaci di una setta non riconosciuta dal governo come
musulmana, gli ahmadi.

"Le lacrime sono le mie compagne di cella", racconta Asia che da due anni
si trova in carcere, lontano dal suo amatissimo marito e dai suoi cinque figli.
Tutto inizia un giorno d'estate, con 45 gradi: da una domenica di lavoro nei
campi per 250 rupie e dal desiderio di bere un po' d'acqua da un pozzo.
Alcune donne dicono che così ha contaminato l'acqua, in quanto cristiana.
Quindi nasce una discussione nella quale Asia Bibi viene accusata di blasfemia.
La situazione precipita. Asia viene incarcerata. Arrivano gli oltraggi e le umiliazioni
nella cella sporca e buia e la consapevolezza che né lei né la sua famiglia
avrà più pace. Un calvario spezzato da attimi di gioia, come quando
le raccontano dell'appello che Benedetto XVI ha fatto per lei all'udienza
generale del 17 novembre 2010: "Chiedo - disse il Papa - che, al più presto,
le sia restituita la piena libertà". O come quando vanno a farle visita in carcere
il governatore del Punjab, la regione dove abita, Salman Taseer, e Shahbaz Bhatti,
cattolico, ministro per le Minoranze religiose, che vive il suo impegno come
una testimonianza della fede in Cristo.

Entrambi si sono battuti per la sua liberazione e si sono opposti alla legge
sulla blasfemia. Per questo hanno pagato con la vita: uccisi nei primi mesi
del 2011. "Un musulmano e un cristiano, che versano il loro sangue
per la stessa causa: forse in questo c'è un messaggio di speranza",
dice Asia. La sensazione dopo questi eventi è di essere perduta, ma il suo
avvocato le ricorda che c'è ancora Paul Bhatti, il fratello di Shahbaz,
che ha deciso di continuare la sua battaglia ed è diventato consigliere
speciale del primo ministro del Pakistan per gli Affari delle minoranze
religiose. A lui abbiamo chiesto cosa si sta facendo per Asia Bibi
in questo momento:

"Ci stiamo muovendo indirettamente o attraverso il governo. Abbiamo seguito
la sua famiglia, che è chiaramente un po' nascosta. Quello che ora stiamo
facendo, lo stiamo facendo con le forze diplomatiche, in modo tale che questo,
diciamo, non ci esponga ad ulteriori rischi e, quindi, per cercare di liberarla
in maniera più mite: senza creare problemi. Noi, insieme a tanti altri politici
e insieme anche alle persone che la pensano alla stessa maniera, stiamo
facendo la nostra parte per Asia Bibi".

"Supplico la Vergine Maria di aiutarmi a sopportare un altro minuto senza
i miei figli". Il suo è, infatti, soprattutto un libro di un combattimento nella
fede, racconta di una donna che continua ad avere fiducia nell'amore di Dio,
sapendo di essere un innocente. A volte subentra la disperazione ma poi
la certezza: "Se oggi, nonostante tutto, sono ancora viva, certamente non
è per caso, ma perché Dio mi ha affidato una missione". Ma Asia Bibi, con
i suoi grandi occhi neri, chiede qualcosa, a tutti i lettori: "Fate sapere quello
che mi è capitato... Ho bisogno di voi! Salvatemi!".


Radio Vaticana 18 giugno 2011

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:43.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com