Nebbia trasparente
riso beffardo d'asfalto
divora ombre
sagome torchiate dal sole
che lecca vino bianco alla fronte,
estate rovente
limbo d'anime cacciate
dalla matematica
transennate dall'inferno,
sognano montagne
per parlare in alto a Dio
e il mare placenta,
con spicciolo tra i denti
prezzo che pagano
a loro stessi
a conciarsi nella calura di una valle,
sventolano bandiere
bianche ai respiri
fantasmi aspettano l'autunno
per nascondersi tra vivi
al ritorno quando la città
osso spolpato si riempirà
di carne colorata
e l'addito all'anemico zebrato
spingerà a scongiuri
di somiglianze
mani a dorso di cucchiaio
rovesciato
al basso ventre
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Da:Pietre e Utopie
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