30 anni dopo il viaggio in India
CRONACA DI AGOSTO 2003
Prologo:
La vita è un dono di Dio è la luce che in te si accende come l'alba per illuminare il giorno, e si spegne come alla sera, consegnandoti al cielo dove tu resterai luce tra tante stelle.
PERCHE' CREDO IN DIO!
Sabato 2 agosto 2003 Franco è arrivato, è sbarcato dall'aereo proveniente da Rio de Janeiro oggi 2 agosto 2003, sono andato all'aeroporto di Venezia, con i suoi anziani genitori ad accoglierlo.
Nell'attesa non riuscivo a stare fermo, ho camminato in preda ad un'ansia-desiderio d'attesa che non riuscivo a dominare, l'orologio sembrava fermo, l'avrò guardato centinaia di volte mentre camminavo su e giù per la sala d'attesa del Marco Polo, il tempo non passava mai.
I genitori di Franco invece erano tranquilli e guardavano me con uno strano sorriso.
Finalmente dopo mezz'ora di attesa, a me sembrava di essere stato lì un secolo, Franco arrivò accompagnato da una donna, dalla carnagione olivastra e da tre ragazzi, due maschietti ed una femminuccia.
Mi sono trattenuto, non senza sforzo, dal corrergli incontro per lasciare che prima abbracciasse i suoi genitori, loro erano andati due anni prima in Brasile e avevano già conosciuto la sua famiglia, li ha salutati, abbracciati e, quando i suoi genitori si rivolsero ai ragazzi, Franco volse lo sguardo verso di me.
Erano passati cinque anni dall'ultima volta che l'avevo visto, in gola avevo un fiume di cose da dire, da chiedere, ma, non mi uscì una parola, ci abbracciammo lungamente, non serviva parlare, rimanemmo abbracciati fino a quando il papà di Franco, tossicchiando leggermente e dandoci una leggera pacca sulle spalle ci disse che era ora di andare.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio lentamente, tutti e due con le lacrime agli occhi, una commozione che non riuscirei a descrivere, non ci sono parole.
Mi ha presentato la moglie ed i suoi tre figlioli, sembrava quasi mi conoscessero appena Franco ha detto loro chi ero. Capii subito che aveva parlato di me e del periodo trascorso assieme in India con Madre Teresa.
Ci siamo frequentati durante il mese, specialmente la mezza giornata che abbiamo trascorso con Bruno.
È sempre un'emozione entrare al Camposanto, anche quando ci vado da solo, ma quel giorno eravamo tutti e tre, io Franco e Bruno.
Ci siamo seduti sulla panchina di pietra che Bruno aveva voluto vicino alla sua tomba, e abbiamo chiacchierato, dei vecchi tempi, dei nostri sentimenti, delle nostre famiglie, delle associazioni di volontariato parrocchiali che seguivo io e di quello che Franco faceva nelle favelas di Rio.
Non ci siamo nemmeno resi conto che tutto un pomeriggio fosse passato, è stata la mamma di Bruno che, all'imbrunire ci trovò lì.
Veniva a portare dei fiori per il figlio e vedendoci ci abbracciò tutti e tre, sì, tutti e tre, perché Bruno era in mezzo a noi, sembrava quasi di sentirne la presenza, e poi, c'era qualcun altro con noi, quel marchio nel nostro cuore, quella piccola donna che ci aveva sconvolto, quando la penso mi sembra ancora di sentire la sua mano che mi accarezza i capelli, la sua voce che ci diceva: "amatevi come io vi ho amato", frase, che è anche l'unica riportata sulla lapide della Sua tomba.
Ho passato dei bei giorni con Franco e la sua famiglia, gli anni sono passati ma i nostri cuori sono ancora desiderosi e vivi come sempre, non c'è abbattimento nel cuore, non c'è stanchezza nell'animo, il fare del bene, l'aiutare il prossimo ricarica cuore e animo, e questo l'ho notato guardando negli occhi Franco.
Sabato 29 agosto 2003 Ho riaccompagnato Franco e la sua famiglia all'aeroporto, quattro settimane sono volate, ormai è ripartito, gli ho promesso che ce la metterò tutta per andare a trovarlo a Rio e spero di riuscire a mantenere la promessa.
Non ci siamo detti addio ma arrivederci perché siamo sicuri che ci rivedremo, non importa il tempo che passerà, ma comunque ci ritroveremo.
Ho il cuore leggero, risento nell'anima quella dolce musica che sentii in India, quella musica che ti dà serenità e pace.
Ciao Franco a presto.
Franco mi ha lasciato un pensiero che un Padre Missionario racconta molto spesso in Brasile, ne faccio un regalo, a chi crede e anche a chi non ci crede:
“Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, proiettati dal film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti finché tutti i giorni si esaurirono.
Allora mi sono fermato guardando indietro, notando che in certi posti c'era solo un'orma...
Questi giorni coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia di maggior paura e di maggior dolore.
Ho domandato allora: "Signore, tu avevi detto che saresti stato con me tutti i giorni della mia vita ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato proprio nei momento peggiori della mia vita?"
Ed il Signore rispose: "Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata e che non ti avrei lasciato solo, neppure per un attimo, e non ti ho lasciato... I giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia... Sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".”
L.L. 01.09.2003