Le mete sono molte, il traguardo mi lascia pago se voglio.
Corri uomo, corri
In conversazione con parenti e amici abbiamo avuto modo di parlare della corsa della vita che, più o meno coscientemente, finisce per coinvolgerci tutti. Per quanto mi riguarda mi sono inventato questa breve composizione che, con buona volontà, potrebbe adattarsi anche ad altri.
Nulla di speciale, ma scritta col cuore e la passione:
Ho vagato una vita, mai pago,
per siti e menti diverse,
alla cerca d’origini ed avi
ascosi, ma sempre vitali.
Giovane entusiasta,
tale errante d’Itaca o Ilio,
conobbi lande italiche tutte,
da coste roventi a vette nevate.
Giunse fine di mondo insanito
e Capi, speranze, idee,
certezze, mete, fiducia,
svanirono in sogni fugaci.
Ed ecco consessi diversi,
Patrie e genti novelle, sofferte,
mentre io, dopo sosta subita,
ripresi la corsa di sempre.
Mi videro Esperia, Ellade, Gallia,
Hispania, Teutonia, Illiria,
Helvetia. Anglia, Bisanzio,
Morea, Libia, Fenicia …..
Solo da siti remoti privi di Lari
e radici ubertose di storia,
restai lontano
d’affetto, presenza, di mente.
Vita d’infante stupito,
di colui che scelse la fede,
d’adulto crucciato, mai prono,
di maturo che stringe una vita,
la sosta d’oggi mi scuote,
mi preparo a corsa maggiore?
E per giungere ove stavolta,
negli Elisi, alle porte dell’Ade?
Rivolgo allora prece,
ad Atropo e Moire arcane,
che l’impegno oggi inconcluso
giunga alla meta finale.
Poi il refe recidano pure
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Francesco Mancini
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