Penna,fedele mio scudiero
a te non promisi regni
ma ti sei prostata in rivalsa
da contadino di parole grezze
in fido cane servitore
a sputare rabbia su mulini a vento
a mordere gregge ingrato che difesi
esercito coeso in rivolta solo a me
mentre ai dittatori chinò capo
girò schiena,alzò coda
per invito al culo
-Alla fine saggio dedussi
meglio perdere coi potenti veri
più clementi d’eroica plebaglia
immedesimata a questi,
dai primi al lascito in banchetti
si trova ancora carne abbondante all’osso
dagli ultimi scanno feroce a contesa
al lancio di miraggio spolpo
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Da:Avanguardie Irriverenti
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