Dedicata a Sebastiano, alle sue ferite da Martire della Parola e ad Altri

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ormedelcaos
00venerdì 11 luglio 2008 09:44
dei Poeti in tempo di Povertà





Il linguaggio è la casa dell'essere,
nella sua dimora abita l'uomo.
I pensatori e i poeti sono i custodi di questa dimora.


Holderlin




Chi sarebbero mai questi pensatori? e questi poeti? Perché non ci vengono indicati dei nomi? E infine: chi può pronunciare davvero quelle proposizioni? Soltanto un uomo che si sia definitivamente appropriato dell'essenza storica del pensare e del poetare. Ma noi, qui ed ora, possiamo divenire capaci di tanto? Ma ammesso che anche ciò sia possibile, a cosa potrebbe mai servire? Si tratta in ogni caso di una "visione" che sembra andare definitivamente e misteriosamente contro il senso e le autentiche urgenze della nostra epoca – di questo tempo di povertà, come lo chiama Holderlin, il quale, appunto, nella settima strofa del Brot und Wein (Pane e Vino), avvertendo la verità del nostro smarrimento, canta:


Ma intanto spesso mi chiedo
Se non sia meglio dormire che starsene così, senza compagni,
in attesa, e non so che fare intanto
e che dire, e perché dei poeti in tempo di povertà?





I poeti custodi della dimora sono pochissimi. Ciò non inorgoglisce nessuno. L'essere senza compagni fa male. Attraverso di loro, la parola rimane espressamente parola, madre di altra parola, figlia-madre di un tempo del destino. Perciò in essa ogni originalità è abbandonata, sono soppressi gli stili, le invenzioni, i gusti, gli autocompiacimenti, le ossessioni… La parola che custodisce è semplice, sebbene la si colga difficilmente e lentamente.


G. Zaccaria - L'etica originaria













Rebby.
00venerdì 11 luglio 2008 14:43

Mi posso permettere di sentirmi compresa nel gruppo da te citato?


E di gia' che ci sono ti mando un baciotto mio e vorrei anticiparti anche quello di Sebastiano. [SM=x832007]

Ciao ciao e grazie

R


ormedelcaos
00venerdì 11 luglio 2008 15:02


Cara Rebby, la Parola la devi sentire dentro, e tu ce l'hai e la sai non solo ascoltare ma anche trasmettere come fiore, e stelo - mi riferisco alla tua ultima che chiamerei Umiltà-

e di cui qua ti anticipo un inizio di commento.



mi fa piacere che vuoi bene a sebastiano, avete gli stessi sentimenti, solo che lui ha più coraggio di te.


lo accetto eccome il bacione che ricambio col solo mio unico cuore che ancora go.

uh, volevo scrivere: ho



lazharus
00mercoledì 16 luglio 2008 23:45
Re: dei Poeti in tempo di Povertà
ormedelcaos, 11/07/2008 9.44:






Il linguaggio è la casa dell'essere,
nella sua dimora abita l'uomo.
I pensatori e i poeti sono i custodi di questa dimora.


Holderlin




Chi sarebbero mai questi pensatori? e questi poeti? Perché non ci vengono indicati dei nomi? E infine: chi può pronunciare davvero quelle proposizioni? Soltanto un uomo che si sia definitivamente appropriato dell'essenza storica del pensare e del poetare. Ma noi, qui ed ora, possiamo divenire capaci di tanto? Ma ammesso che anche ciò sia possibile, a cosa potrebbe mai servire? Si tratta in ogni caso di una "visione" che sembra andare definitivamente e misteriosamente contro il senso e le autentiche urgenze della nostra epoca – di questo tempo di povertà, come lo chiama Holderlin, il quale, appunto, nella settima strofa del Brot und Wein (Pane e Vino), avvertendo la verità del nostro smarrimento, canta:


Ma intanto spesso mi chiedo
Se non sia meglio dormire che starsene così, senza compagni,
in attesa, e non so che fare intanto
e che dire, e perché dei poeti in tempo di povertà?





I poeti custodi della dimora sono pochissimi. Ciò non inorgoglisce nessuno. L'essere senza compagni fa male. Attraverso di loro, la parola rimane espressamente parola, madre di altra parola, figlia-madre di un tempo del destino. Perciò in essa ogni originalità è abbandonata, sono soppressi gli stili, le invenzioni, i gusti, gli autocompiacimenti, le ossessioni… La parola che custodisce è semplice, sebbene la si colga difficilmente e lentamente.


G. Zaccaria - L'etica originaria


Ma quando un poeta diventa custode della dimora?
E' sufficiente una scissione atomica della parola per decifrarne i quark o ancora più nel profondo, i numeri che la compongono?
Se questo fosse sufficiente anche un poeta dovra accontentarsi della scorza della parola non della sua essenza.



Ti ringrazio Walter per questa dedica anche se in ritardo ma era sfuggita alla mia ricognizione temporale.



















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