Rimangono a terra
nude
di schiena
le mie parole
in un angolo buio
come stelle filanti dimenticata dopo una festa
biechi incanti
nel pudore sereno della prima luce
brillano apache
asciugate di tenerezza
offuscate da brevi deliri
in un indistinto perdersi sulla malta scura del cielo.
Mi guardano dal basso in alto
palesi
perse in un Talmud dalla copertina rossa
resistenti alla pioggia di novembre
alle sue nebbie fitte
cercando di curare piccole infelicità
piccoli singhiozzi d'amore
si nascondono alla sera
sotto le mie ciglia ritrose
chiudendosi al tocco della mia mano
con una sete di niente
la passione di tutto
in un indistinto perdersi
a capo chino.
Le mie pallide parole
soprassalti di suoni
sempre più sole.