farasha min al bahr
Che ne sai tu?
Tu che questa sera
Sarai lì, nel locale del porto,
come ogni sera di maestrale,
come ogni notte in riva al male,
mugghiando insieme al mare,
cosa ne sai tu dei miei giorni,
del mio sole fragrante
di henna e d’olivo,
di spezie e solitudine,
esattamente come a notte,
quando si fa dolore la mia voglia,
quando si fa struggente
la mia musica,
appassita nei veli,
stanca di sorridere,
di muovermi con gioia,
dentro la stessa
febbre di sempre,
scalza,
odorosa di niente
eppure d’amore,
mi vedrai gemere
ondeggiare, tremare…
mi vedrai stasera
come ogni sera
in un volo
e anche stavolta
ti sembrerà il primo,
oppure l’ultimo,
tu non saprai.
Non hai saputo mai
Se nascoste a miriadi
Nei miei capelli
Ci fossero conchiglie
O lacrime di rabbia,
che le sirene di mare
negli angiporti fumosi
nei locali famosi
sono sempre le stesse,
sempre uguali,
le donne per un’ora,
o al più per una notte…
ma io voglio danzare nel sole,
da sola, col mio sorriso triste,
con le mie ali spezzate,
i miei capelli bagnati,
odorosa di sale,
ancora scalza,
ancora inebriata,
ancora io, farfalla di un’ora,
un’ora nel sole, in riva al mare,
lontano dal male, o forse più vicina,
neanch’io lo so,
non sono stata alla scuola
delle donne
perbene e rispettabili,
operose e rispettose.
Non conosco scuole, io,
che non conosca il tuo piacere,
marinaio di ogni porto.
Oggi vienimi a vedere,
vieni, ma ci sarà il sole.