Festa di compleanno

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ceciliarossini
00sabato 17 dicembre 2005 11:36



Sarebbe stata una magnifica festa di compleanno.
Da anni ormai era il momento che attendevo con angoscia e desiderio, un inevitabile momento: i miei 50 anni.
Uscita dall’ufficio ero corsa a ritirare il vestito dalla lavanderia: era diventato stretto dallo scorso anno, ma non potevo permettermi spese pazze soprattutto dopo aver comprato quel regalo. Avevo scelto un’enorme torta alla panna dove affogavano ciliegie e fiori di marzapane rosa e per brindare una bottiglia gigante di Cointreau. Le rose rosse e le gialle spiccavano sul sedile posteriore della Ford sommergendo in parte il pacco colorato su cui spiccava un enorme fiocco bianco.
Avevo tutto il pomeriggio per prepararmi: dal parrucchiere mi rilassai mentre ciocche dei miei capelli cadevano inermi sul pavimento; il bagno caldo in cui mi sommersi per una buon’ora cacciò dalla mente ogni residuo di tristi pensieri.
Sarebbe stata sicuramente una splendida festa.
Alle sette in punto tutto era pronto: avevo apparecchiato la tavola con una tovaglietta ricamata da mia nonna tanti anni prima e che tiravo fuori dalla cassapanca ogni anno per la stessa occasione; i piatti erano sempre gli stessi, quelli buoni col bordo dorato, che facevano coppia con il bicchiere di cristallo brunato; le posate d’argento tramandate da madre in figlia e nel bel mezzo della tavola, vicino al vaso traboccante di rose, la bottiglia amica piena di desiderato oblio.
Misi sulla bianca e morbida pelle del viso un tocco di rosa e passai meticolosamente il rossetto sulle labbra: non doveva mancare nulla, tutto doveva essere perfetto. Sarebbe stato un dolce ricordo per tutto un anno.
Abbassai le luci del salotto e misi sul giradischi un vecchio adagio di Albinoni.
Tutto era pronto, tutto era perfetto, la festa poteva iniziare.
Mi versai un’enorme quantità di liquore che trangugiai d’un fiato, poi riempii di nuovo il bicchiere.
Mi diressi nel punto più illuminato della stanza dove avevo messo in bella vista il pacco colorato e, presolo, cominciai a scartarlo lentamente…lentamente…
-Grazie, mormorai
Era ciò che volevo, che desideravo e finalmente…
La musica riempiva il vuoto della stanza ed io sentivo il mio corpo piegarsi sensualmente al ritmo sempre più ammaliante.
Poi tutto finì.
Riempii nuovamente il bicchiere e mi girai.
Mi vidi avanzare nell’enorme specchio ottocentesco: immagine del tempo che passa inesorabile, compagno della vuota solitudine.
Alzai il calice verso quella figura antica ed ignota:
- Buon compleanno.
Si, era una festa veramente riuscita.

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