Giacomo Smerica

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Piperthree
00martedì 19 luglio 2005 23:43
Ero un piccolo pargoletto,
un piccolo poemetto da strada, da raccontare
ai figli del sole e ai figli delle rose,
ai figli del paese, nel paese che di bocca
in bocca si sperde e si disseta.
Un piccolo trottolino che giocava
- dicevano – con gli altri, come tutti,
ma dalle pupille di lepre e i gesti di volpe,
un organetto di voce innocente
mirata un giorno a grandi cose.
Sono cresciuto, mentre il paese invecchiava
perso in edilizie ed appalti onerosi,
mentre le ragazze venivano scelte
e scartate come gusti di gelato,
sono cresciuto coi loro figli
come quelle primule bianche
sulle quali di tanto un cane vi orina,
e poi un altro e un altro ancora,
sono cresciuto mentre sentivo
che morivano con quelli i miei sogni.

Bè, tutto il paese aspettava, contava
le ore, riponeva fiducia nel trottolino,
nell’uomo, sicuri di una qualche
mia iniziativa nel bene degli altri.
Bè, me ne andai come polvere
spostata dal vento,
questa fu la mia iniziativa
che mi portò a capire quanto m’importasse
e quanto fossi fatto per le aspettative degli altri,
e quanto nell’amore avuto
abbia perso il mio per me stesso.
paranoimia
00venerdì 22 luglio 2005 22:57

Forse più che contro la malvagità altrui è impossibile combattere contro le altrui aspettative... Contro la prima puoi provare a difenderti, ma dalle seconde non c'è scampo, o meglio, una soluzione che è peggio del male, a volte.

E un altro colpo andato a segno.

Grande, dottò! [SM=x831998]
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