auroraageno
00venerdì 5 agosto 2011 13:55
I PENSIERI MARCI
Non sempre il silenzio è bene. Quello che scaturisce dal timore non è un buon silenzio. Anche i bambini possono esprimere i loro pensieri. Ogni tanto i loro pensieri hanno un'originalità sorprendente. Guai a tappare i pensieri. Un pensiero bloccato diventa marcio. In vacanza mi capita per caso di incrociare sulla radio l'emittente di un movimento politico: gli ascoltatori intervengono con veemenza e con un taglio monocorde; il conduttore, anziché placare certi eccessi, li stuzzica e li radicalizza, creando un'atmosfera tesa ma anche monotona. È un po' questo, a mio avviso, «il pensiero marcio» a cui fa riferimento lo scrittore ebreo Aharon Appelfeld nel suo forte e drammatico romanzo Un'intera vita (Guanda 2009), storia di una ragazzina cristiana che va in cerca della madre ebrea convertita al cristianesimo, ma ugualmente deportata dai nazisti. È significativo che le parole da noi citate siano messe in bocca a una suora, l'unica che è vicina al tormento della giovane. Tanti sono gli spunti di riflessione che possiamo scoprire in queste poche righe. C'è il silenzio maligno che nasce dalla paura, dall'interesse personale o dal quieto vivere e che, alla fine, avalla implicitamente ingiustizie e vergogne. C'è il tema dell'originalità creativa dei bambini: coi loro pensieri tutt'altro che insignificanti, sono capaci di intuizioni limpide, non sporcate dai luoghi comuni degli adulti. Ma c'è soprattutto il rimando al pensiero -tappato-, asfittico, incapace di uscire dal cervello e di confrontarsi con altre idee, divenendo a poco a poco incancrenito. Ebbene, come diceva il filosofo danese Kierkegaard, «le idee fisse sono simili ai crampi ai piedi; il rimedio è camminarci sopra!».
card. Gianfranco Ravasi