IL MAESTRO INATTESO

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auroraageno
00venerdì 17 agosto 2012 10:07


IL MAESTRO INATTESO


«Perché tanta meraviglia se il mio maestro fu un sogno?». La vita è sogno di Calderòn de la Barca è uno dei momenti universali del teatro. Al punto che il titolo può divenire uno slogan, intelligente e ermetico, in un'epoca di slogan fatui e banali. Il giovane che non capisce
perché ci si debba stupire se suo maestro fu un sogno, rappresenta l'uomo che ancora vive nel mistero e già si approssima alla conoscenza. Il sogno è un nostro maestro, indica vie e percorsi che al risveglio non si delineano chiaramente, e quasi sempre svaniscono. Ma hanno avuto realtà e senso, seppure quel senso ci sfugga e quella realtà dilegua o appare solo a frammenti. Il sogno non è, come molti pensano, una fuga dalla realtà. E non è neppure, secondo un
altro e opposto luogo comune, la vera sede della realtà. No, è parte della realtà, esattamente come il mondo della veglia e della ragione, come la luna col suo mistero argenteo
segue e accompagna lo splendore illuminante del sole. «You are innocent when you dream», recita e canta Tom Waits, «Sei innocente, quando sogni». Non puoi quindi cercare di seguire le indicazioni del sogno, quando è svanito, né devi rinnegarne il mutamento che ha operato in te. Noi dobbiamo accettare la luce del giorno e il mondo della veglia, sapendo che però il sogno ha agito, in noi, per vie misteriose il cui senso ci sfugge, ma esiste.




Roberto Mussapi


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