IL POETA

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JORDANO85
00mercoledì 18 agosto 2010 17:03
Cominciato ha col mieter suoi versi
nel campo, desto dei ciel tersi.

L’aura della divin ispirazione
rampollata da un transeunte sortilegio
la lacrima sgattaiolata d’un pregio
sensorial rivo di commozione.

Colui che non sentendo, ma redige
gl’augelli, d’un cinguettio il lor splendore
l’acqua, d’un gorgoglio il suo nitore
il cuore, d’un battito il suo colore
la voce, d’un grido il suo candore
colui che ha dipinto quel che predilige.

Colui che issando la cervice sfior l’etere
salendo ov le compagne non lo deridono
a restar lassù, perpetuament lo dissuadono
un poeta tra i caduchi non può coesistere.

Quanto dovrà fort’esser il suo richiamo
per cui debba qualcun tender la mano
quel ovattata ripercussion d’un nano
in uno spazio in cui non ci circondiamo.
auroraageno
00mercoledì 18 agosto 2010 20:03

Notevole impegno in questa composizione..!

Grazie Jordano, buona serata!


aurora


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