La chiesa pareva uno zoo
zeppa di pellicce,kashmir
montoni,tigri,ermellini,volpi
e l’organo singhizzante
intasato di profumi in contrasto
chimica a delicati nasi esplosi
in starnuti silenziati da ricami
Fuori,sulle scale un prototipo
con braccio monco rintanato
in manico di smisurata giacca
archivio ambulante di stracci
custode di viso scarno brecciato a brufoli
-denti a pali lagunari consumati
da maree di svariati venti
-occhi,melmosi laghi essiccati
ove carogne in dorso al sole
-voce,raffica incagliata in consonanti
-orecchie, corde orfane di plettero
in attesa d’essere suonate da spiccioli
All’uscita di messa
cadevano frantumati sermoni
su eleganze complimentate
e ghigni di rinvii giocavano a tennis
con auguri targati buoni propositi
da interpretare se al bene,al male
imbarazzati alla vista
di quel derelitto cupo alla festa
tintinnava il cappello con l’altra mano
schivata ad arte in consumate distrazioni
a dire abbiamo pregato anche per te
Io cane sciolto,nei paraggi
povero ma ricco in confronto al niente
contento per aver sano ogni arto
e ciò di per se gran ricchezza
estrassi cinque euro con eleganza
sorridente li adagiai al berretto
tra condanne di marmoree facce
che in quel gesto videro affronto
e intralcio alla cavia di Dio
a rendere vivo umano il dolore
Sussurrai tra me...
un giorno la lancetta del male
si fermerà anche sulle vostre ore
..Il Divino vorrà capire
se utile o vana al progetto
sacrificale cavia
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Da:Destini E Presagi
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