Il senso del perso

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ormedelcaos
00mercoledì 10 ottobre 2007 19:39


Porgemmo i tasti in alto
in parallelo i nostri corpi
dilatammo l’orizzonte
degli eventi
e le singolarità algoritmiche
dei suoni.
Addensammo a stelle quel tempo
minuto.

Sfumammo i coni d’ombra
dei colori accesi ai versi
tra le frasi e le immagini
del mezzo
rostri e pergamene
dell’aver voluto così
tra necessità e caducità
dell’esserci.
Sfumammo la tattilità
logistica del segno.

Venimmo così verso di noi
tra sorrisi ancora acerbi.
Era sera
e della chat il senso del perso.





auroraageno
00giovedì 11 ottobre 2007 08:32

Oh, Walter... com'è bella..!!

Non posso che ritrovarmi in questa stupenda poesia..!
Non posso che ritrovare quel tempo minuto...
il tempo vissuto in quelle sere in chat, mentre assieme
ad altri sorrisi ancora acerbi dilatavamo i nostri orizzonti
e sgorgavano versi..!

E'tutta, tutta bella, tutta parlantissima, evocatrice di quella
realtà, pur virtuale, della chat e di quelle sere dedicate
alla poesia mentre timidamente ci conoscevamo attraverso i nostri
versi, un sorriso, un discorso, una battuta, a volte un canto,
nella necessità e nella caducità dell'esserci!

"Porgemmo i tasti in alto
in parallelo i nostri corpi
dilatammo l’orizzonte
degli eventi
e le singolarità algoritmiche
dei suoni.
Addensammo a stelle quel tempo
minuto."

"Era sera
e della chat il senso del perso"

Magnifica, magnifica, davvero, Walter!
Grazie, amico carissimo al mio cuore...

Ti abbraccio con tanto affetto

aurora

hunkchinasky
00giovedì 11 ottobre 2007 16:35
mi sembri continuare sulla linea del veggente (Porgemmo, Sfumammo, Venimmo) un po' come a dischiudere la porta del futuro ("io apro, poi sta a te vedere se dentro c'è un salotto o una sedia a dondolo" mi sembri voler dire) e in contrapposizione alla mia qui sembri concludere col lieto fine, dove
"Venimmo così verso di noi
tra sorrisi ancora acerbi."
può essere l'incontro (in carne e ossa)
e dove
" Era sera
e della chat il senso del perso. "
sembri arrivare alle stesse mie conclusioni.

Ho dato una interpretazione seduta fra la materialità e il virtuale, forse non è ciò che intendevi. Ma, eventualmente, ci ritorno.

Ottimo filone comunque (è una silloge?)

ormedelcaos
00venerdì 12 ottobre 2007 11:06



Le stiamo componendo assieme queste sillogi sul web, sul nuovo mondo virtuale, caro Tony.
Questi nuovi orizzonti dove si sta incanalando l’umanità, e da cui le nuove agorà in cui prendono posto anche i politici, e che presentano nuove percezioni delle distanze, ed immediatezze al confronto con l’altro, prima non possedute.
Perciò, ritengo, sia bene indagare su queste nuove percezioni della mente e del corpo; su questa nuova tattilità del segno alfabetico e della scrittura.


Ti ringrazio assai.
ormedelcaos
00venerdì 12 ottobre 2007 11:12


Carissima Aurora, anche se virtuali questi luoghi, come tu ben dici, intaccano il nostro animo, ci segnano in nuovi orizzonti dove l'elemento di sostegno non è la fisicità del luogo ma l'incontro stesso: il nostro porgersi agli altri; la compartecipazione ad un'idea, ad un progetto: ad un fare comune. E da cui il ricordo; le rimembranze.

Che belle rimembranze quegli incontri a comporre assieme, quel sentire in comune un qualcosa che doveva ancora venire alla luce, e di cui ci sentivamo testimoni ed interpreti.

Ti abbraccio e ti ringrazio assai.

walter
Amarganta
00giovedì 25 ottobre 2007 10:51

"tra necessità e caducità
dell’esserci"

...stati...

Intensa quanto il vissuto Walter [SM=x832000]
ormedelcaos
00venerdì 26 ottobre 2007 09:53


...dell'esserci...stati...

Ti ringrazio Amarga.


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