Il templare (in rime)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
steth
00venerdì 1 agosto 2008 11:23
Mi è stato chiesto di aprire nuovi post per ogni nuova poesia in modo da non lasciarle perdere in unico post.
Quindi riposto questa poesia in un nuovo post!

Il Templare

Rifiutai al mio nome la gloria
a protezione della Tua memoria.
Partii dalla natia terra
per combattere un’ingiusta guerra.
A difesa delle D’Acri mura
caddi tra orde d’infedeli e per l’arsura.
Non esiste vincitore ne perdente
ma solo vite fermate da un fendente.
Dov’è la giustizia in tutto questo?
La vita diedi per un giusto pretesto.
Un falso ideale tra i nostri corpi continua ad echeggiare
ma il senso della mia vita esso non può danneggiare.
Ogni azione che il mio corpo fece
per amor del prossimo ne era vece.
E se un cotale di pace vessillo il nostro nome disonora
sicuro che della medieval vita non ha avuto conoscenza sonora.
Or di quassù ogni Sapienza è proferita
a tal proposito la mia vita è servita.
auroraageno
00venerdì 1 agosto 2008 16:30

Direi che adesso è completa.
Spero che Mattia legga e ti dia il suo illuminato parere!

Ti auguro buona serata, Stefano! [SM=x832000]

aurora

lucky_luke
00venerdì 1 agosto 2008 16:42
Wow... non dirmi che ho "infettato" qualcuno a scrivere in rime
bella, alla lettura ci trovo un paio di freni... ma non saprei dirti cos'è...
io non sono esperto... scrivo solitamente di getto...
Magari Rosanna saprà dirti meglio
Ciao
Giuliano
steth
00venerdì 1 agosto 2008 19:30
Re:
lucky_luke, 01/08/2008 16.42:

Wow... non dirmi che ho "infettato" qualcuno a scrivere in rime
bella, alla lettura ci trovo un paio di freni... ma non saprei dirti cos'è...
io non sono esperto... scrivo solitamente di getto...
Magari Rosanna saprà dirti meglio
Ciao
Giuliano



Si, pure io l'ho notato.
Credo che sia dovuto al fatto che ci siano un paio di frasi troppo lunghe che spezzano il ritmo cadenzato dalle altre.

ViolaCorsaro
00venerdì 1 agosto 2008 20:58
Pronti.
Aurora non stiamo a scherzare dai [SM=x832008] .....qua c'è solo buio!
Avevo promesso di ripassare e mantengo.
Riguardo al contenuto ora la trovo più completa con un significato pieno e diretto senza ricorrere ad alcuna allegoria.
Emerge la convinzione radicata nel protagonista di aver asservito la giusta causa dove il fugace dubbio che si affaccia viene subitaneamente fugato ("Ogni azione che il mio corpo fece
per amor del prossimo ne era vece") rivelando la -quasi ingenua- ma comunque sincera ed appassionata fede e nella religione e nella causa templare nella città di S.Giovanni.
Vi è accennato anche un giudizio più generale che però rimane velato e i due versi finali non sono altro che il Giusto premio, la ricompensa dell'agathos profondo che già regnava nelle proprie convinzioni.

Riguardo alla metrica, prima di scendere nel dettaglio (per quel poco che so io), ti consiglierei di provare a contare le sillabe di ogni verso in modo da parificare almeno a coppie i versi (seguendo le rime) in modo tale da dare lo stesso ritmo perlomeno con la continuità di due versi altrimenti anche la sonorità conferita dalla rima ne viene a perdere.
Rapidamente noto un "pretesto/questo" che è per me è solo rima all'occhio dal momento che se non erro gli accenti sulle "e" sono alternativamente acuto e grave.Per il resto mi sembra un rima baciata ben riuscita a parte l'uso abbondante di participi (che tanto poco piacciono a Rosanna [SM=x831999] )che funziona.
Un poco contorti e sicuramente accorciabili il terz'ultimo e il quart'ultim verso........poi vedi tu, sei tu il poeta.

Un'ultima osservazione, sicuramente errore di battitura, al settimo verso il "ne" necessita di accento acuto.

Spero di essere stato esauriente, se non fosse così ci risentiamo.

Buona serata. [SM=x832015]
Versolibero
00sabato 2 agosto 2008 02:51
Da seguire assolutamente i consigli di Viola Corsaro [SM=x832015]

spetto la nuova versione (che potrai mettere qui sotto, trattandosi della stessa poesia, anche per confrontare il risultato)

Se vuoi scrivere in rima dovresti prima avere un buona padronnza della metrica in modo da ritmare i versi in rima baciata a due a due, o perlomeno nel numero di sillabe, come hai fatto qui:


Non esiste vincitore ne perdente
ma solo vite fermate da un fendente.


Però... il verbo per me non va bene al singolare, perché Non-ma collegano i due versi con lo stessoverbo sottinteso, come se fosse:


Non esiste vincitore né perdente
ma [esiste] solo vite fermate da un fendente.


e poiché quel verbo, se al plurale, sembra stonare con "vincitore" e "perdente" al singolare, accorderei tutto al plurale (e uso la tronca per far tornare lo stesso numero di sillbe)::


Non esiston vincitori né perdenti
ma solo vite fermate da fendenti






Un'altra cosa: "esso" in poesia sa di scolastico e prosastico, io lo manderei in pensione.


Un falso ideale tra i nostri corpi continua ad echeggiare
ma il senso della mia vita esso non può danneggiare.


E se togliessi il riferimento personale ("mia") e ti riferissi alla vita in generale? E se quei versi li accorciassi?:


Tra i corpi echeggia falso un ideale
ma vita non danneggia quando vale




Per ora mi fermo qui...



Ciao
Rosanna
steth
00sabato 2 agosto 2008 11:24
mi sembra di stare all'università della poesia essendo appena uscito dalle elementari. [SM=x832000]

Leggero con cura i consigli e cercherò di imparare pian piano.

Per ora un enorme grazie!

Stefano
Versolibero
00sabato 2 agosto 2008 12:51
Re:
steth, 02/08/2008 11.24:

mi sembra di stare all'università della poesia essendo appena uscito dalle elementari. [SM=x832000]
Stefano



Ma no, dài, mettiti comodo, io sono una bocciata [SM=g7341]

R


steth
00lunedì 4 agosto 2008 18:52
Il Templare

Rifiutai al mio nome la gloria
a protezione della Tua memoria.
Partii dalla natia terra
per combattere un’ingiusta guerra.
A difesa delle D’Acri mura
caddi tra orde d’infedeli e per l’arsura.
Non esiston vincitori né perdenti
ma solo vite fermate da fendenti.
Dov’è la giustizia in tutto questo?
La vita diedi per un giusto pretesto.
Tra i corpi echeggia falso un ideale
ma vita non danneggia, in quanto essa vale.
Ogni azione che il mio corpo fece
per amor del prossimo ne era vece.
Colui che il nostro nome disonora
della medieval vita manca in conoscenza sonora.
Or che di quassù ogni Sapienza è proferita
affermo: "da umil servo la mia vita è servita".
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:35.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com