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Certa è del suo vino la bottiglia
come la terra che contiene i nostri corpi,
E qui mercanteggiamo
all’oste i nostri anni incerti,
ma cosa balbettanti pronunciamo
e cosa malediciamo – da passi imbarazzanti
di futuro – in mezzo ai denti?

(“Immersi all’astro sonnolento.
Battelli immersi dentro
al liquefarsi delle stagioni, nella piovana
veste dell’aria che in questo
primo Dicembre allontana
a tratti la purezza, e poi dipinge
ad olio l’amore delle strade
ed i tratti austeri della sfinge
che pudica si leva apostrofante!”)

Moltiplicazioni di batteri e neanche
un’ora di riposo al giardiniere,
neanche un pisolino al consigliere
comunale che inzuppando voti
si frappone fra le strette delle mani.
Già le luci intermittenti
del Natale avanzano sul viale
liete e consenzienti
sul ciglio insofferente delle strade,
ma sono solo stop d’indicazione
di auto lampeggianti a bloccare
- poste male – la circolazione.



(“Forever in debt to your priceless advice” - Nirvana)

Non conosco la canzone, ma è stata sicuramente fonte di ottima ispirazione