ormedelcaos
00mercoledì 26 dicembre 2007 23:20
C’è un nulla sulla tela
C’era un nulla per l'aere
C’è un nulla tra di noi e il tu
Nell’io dell’altro il possente
Affanno del mio caduto
Tra il denaro e la presa
Dell’opera
Che lesta vaga l’altrui
Quando caliente il sole
Posa l’orizzonte e i mari lunghi
Tra le cineprese e un' incudine
Onesta, di cui anche ai bagliori.
Daccapo
solevamo
soffermarci
tra il ferro e un cristallo smussato.
Tu mia rosa fiorita in su la cima
della collina tondeggiante,
tu regina dei fiori
tu non_blasfema
tu ancora_da_appassire,
poserai sul mobile centrale
distante da una tv_accesa al primo
dei programmi semi_muti
tre metri e mezzo dall’udito_Est
Finestra aperta_in_verde_opaco,
e tu tiranno indicherai, con dito snello,
il palazzo del re agli invitati ultimi
di serie ancestra
che arriveranno dopo le sei
post_meridiem
mostrando il clavicembalo
e la marmitta di una 500 gialla
post_bellica.
Rosso_sfumato_tendente_al_rosa
pallido. Valigia andante con bicchiere
semivuoto a tre_quarti_dall’alto di lato
in corsivo lento.
auroraageno
00giovedì 27 dicembre 2007 10:15
E'... suggestiva, più che mai originale... bellissima ed enigmatica.
Afferro alcune parti, altre no, ma non importa... è tutta bella!
M'impressiona questo punto:
Nell’io dell’altro il possente
Affanno del mio caduto
Quanta forza sento in questi versi! Magnifici...
Non parlo della parte dove ti rivolgi alla "rosa"... è così bella..!
Sempre doni meravigliosi, al tuo passaggio, Walter!!
Ciao! Buona giornata :-)
aurora
ormedelcaos
00giovedì 27 dicembre 2007 10:32
Grazie, e Buona giornata a te, carissima Aurora!