Al banco dei pegni della ragione
lasciò i respiri in cambio
di due riflessioni non inquinate
per fermare la fame dell'anima ma
durarono il tempo che va
nel duro lavoro di una mano
a deviare sudore alla fronte
e nel vedere la donna che amava
il sangue disertò il viso,
fermò il cuore ingolfato
a stento ingabbiato tra grate di costole
-Nel dolore capì che la figura
era sempre stata distante e lui
ne aveva fatto abusivo una copia,
un fantasma che bastava solo nel sogno
nelle notti che ormai ansioso ambiva
invece la luce chiedeva l'originale
diventata preziosa in mille contese
con offerte al rialzo e non solo a parole
le uniche che lui in povertà possedeva
anche se in armonia prestigiate in poesia
e nessun asta garantiva in caparra d'anima
anche al battitore degli inferi
almeno per un istante un cerchio di braccia
alla carne come impossibile era scacciare
il tormento a palpebre chiuse
allora sgomento decise
con un sol colpo alla tempia
fare per sempre alla creatura che ormai
malvagia appariva,lo sfratto
e il vuoto eterno prese possesso
dell'ormai già malconcia carcassa
-Fu questo il sol modo trasformare nei fatti
vane parole che tante volte aveva con cura
..........stese su carta
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Da:Pietre e Utopie
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