Era l'ultimo tramonto d'estate
col sole rosso tremante sulle colline
e un fresco venticello pungente
insidiava mediate anestesie di pace
utili ad affrontare addii di vite
in presagio di non superare l'inverno
Il vecchio si recò in soffitta a visitare ricordi,
salutò la sedia a dondolo che tante volte
gli aveva cullato ossa e speranze,
poi fece con le dita due binari
sulla polvere che copriva il vecchio giradischi
fonte di tante note d'amore
Più in là rivide la vecchia giara
involucro d'illusioni figlie di vini migliori,
la scoperchiò e d'incanto s'inebriò
di una musica celestiale
e lentamente magica apparve
danzante la donna di sempre
con la sua lunga veste di seta frusciante
e sul petto impetuoso un fiore che le regalò
circondato di perle, ognuna servita a contare
desideri sbocciati e gelati a dinieghi
sovvertiti speranze
Diamanti occhi in luce Divina
e un sorriso tra labbra rose
irradiarono oggetti
nei tempi migliori
Un rumore e l'incanto finì,
un topo stanco d'aspettare
tra anticaglie, scuotendole fuggì e
riapparvero inesorabili segni del tempo
e inebriante odore di vino
imbalsamò scene sospese tra anni migliori
e quelli corvi a sentenza funerea
Lo trovarono morto
in tentativo d'abbraccio seccato
con labbra incenerite
e sulla giara il segno d'un bacio
-Uno squittìo, requiem ai ricordi
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Da:Destini E pRESAGI
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