LA VITA SEMPLICE – ERNST WIECHERT

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il Poeta 1
00lunedì 26 ottobre 2009 21:16
LA VITA SEMPLICE – ERNST WIECHERT

- Con l'ultima luce l'uomo riaccostò il libro agli occhi, quasi per assicurarsi che un certo passo vi rimaneva ancora, non svanito nel crepuscolo del mondo... -

- < Eroi e pensatori...> mormorò lei < ecco quel che ci ha lasciato la guerra...>... Già, altre epoche, ma ora, dopo gli anni tremendi, non si ha più voglia né di combattere né di pensare, bensì di vivere, soltanto di vivere...-

- Tommaso Orla, chiuse gli occhi... Tutti dovevano morire, o nessuno. A nessuno era lecito essere ricco...
In città, Tommaso, incontra un amico camerata < Dovresti entrare anche tu in una Banca, il denaro corre, non hai un idea come...>. No! < Buona fortuna Tommaso, a rivederci...>-

- Il nostro lago è libero per la concessione, o meglio, non lo danno in appalto, ma danno il posto di pescatore e cacciatore insieme, un lavoro tranquillo, si può cavarne comodamente da vivere, se si è semplici. -

Per Tommaso, comandante di marina, il lago rappresentava il mare.
Sperava ora di lavorare là, trovando piacere di vita, nel realizzarsi in semplicità.
- Il cuore gli batteva come allora, nell'imminenza della battaglia, ma ciò che lo attendeva era più bello d'una battaglia...-

- Batte l'orologio e si spengono le luci. Il sonno scende come rugiada sulle ciglia del cadetto navale Gioachino Orla. Dormendo è entrato nella battaglia navale e una campana l'ha chiamato sulla torretta di comando. Ma tutto è buio, non c'è ammiraglio che dà ordini...-

- Si solleva la nebbia e sulla nebbia passa il richiamo degli uccelli. La linfa sale per i tronchi, la rugiada scende dalle stelle. Sta scritto: “ Il destino viene gettato in grembo, ma cade come vuole il Signore”. Tommaso rigirava lentamente il bicchiere fra le dita...
< L'Angelo mi ha guardato e non esige da me che una vita semplice. Il mio compito di prima non l'ho adempiuto bene. Ma questo saprò assolverlo. Voglio arrivare alla serenità del cuore, signor generale.>-

- Tommaso al figlio: < Chi vuole comandare, un giorno, deve imparare a obbedire. Inoltre, non è il nome che fa l'uomo, ma l'uomo che fa il nome...>-

- < Come avete detto, signor generale? “Morire”...
< “Morire è la più bella morte”: proprio, è un ritornello dei tempi di guerra...>
E tutte e due, nonno e nipotina, scoppiarono a ridere...-

- < I pesci sono di passo e domani ci sarà buona pesca> disse Tommaso.
< Perché sono di passo?>
< Chi lo sa? Gli animali intuiscono ciò che sta per venire, più chiaramente degli uomini... Solo i popoli antichi e le antiche stirpi ne hanno conservato qualche traccia.-

- <... Gioachino, avevi sperato che io fossi una specie di sovrano di una dozzina di laghi, mentre io non ero che il servitore di un signore. Non altro, né altro volevo essere. Non ti andava a genio che io avessi semplificato il mio nome e il mio grado. Eri troppo giovane per capirne le ragioni, e lo sei tuttora... Ma io sono tuo padre...>-

- < Alcuni amici inglesi mi hanno raccontato, signor generale, di un tale che, dopo aver conquistato tutta l'Arabia e la Palestina, finita la guerra ha deposto grado e nome per lavorare da operaio semplice in un fabbrica di aeroplani. Pare che costui sia uno dei pochi saggi sopravvissuti alla guerra... Inoltre un popolo che ha dato due milioni di morti, ha forse il diritto di domandare a Dio quale sia stato il suo intendimento...
< Avete perduto la fede, Orla. Peccato. È come un campo senza ingrasso.>
< Ma se Iddio non risponde, neppure dopo questi due milioni, né dopo gli altri milioni ammazzati in seguito, e ancor meno dopo i bambini uccisi e caduti per fame sulle strade; se Egli non risponde, anzi sembra che non voglia rispondere neppur dopo venti o duecento milioni di vittime... allora signor generale, può accadere che qua e là uno si stanchi d'inginocchiarsi davanti ad una parete di granito per sentirsi rispondere solo dall'eco...>.
< L'ho pensato spesso io pure , Orla. Ma è un andar troppo oltre. I figlioli non debbono saper tutto dei loro genitori.>-

Tommaso, condusse a fine il suo libro: < Non si può predicare Iddio, come non si predica la vita, il lavoro e l'amore. Bisogna attuarli: già per sé mandan luce, se in essi c'è luce...>.-

Libro di grande spessore e ricco di fotografie poetiche...

Lorenzo Pontiggia
il Poeta marylory
auroraageno
00martedì 27 ottobre 2009 14:27

Nemmeno questo conoscevo... Grazie Lorenzo!!!

Ti auguro una serenissima giornata, caro amico

aurora

il Poeta 1
00mercoledì 28 ottobre 2009 17:34
corriereforum


Leggere e scrivere
di Paolo Di Stefano

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Gianni Russo Martedì, 27 Ottobre 2009

La vita semplice di Ernst Wichert

Apprezzo e condivido il giudizio di Lorenzo Pontiggia e aggiungo due altre citazioni tratte dal libro.

"Chi conserva le cupidigie oltre l'età giusta porta a rovina non solo sé medesimo, ma anche le cose desiderate."

"La cosa suprema, bambina mia, che si può conquistare nella vita, è di non volere avere nulla."

L'edizione che posseggo è del 1939, c'è qualcuno che sa se il libro è stato ristampato più recentemente?
Grazie per l'ospitalità.
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Rispondo

Altre due perle nella collana di Wichert...
Ho letto l'edizione del 1970 nella collana LA MEDUSA. A. Mondadori
Ringrazio per l'attenzione...

Lorenzo

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