LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE D'OGNI TEMPO E PAESE

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Luceeombra.
00giovedì 3 dicembre 2009 17:00
LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE

D'OGNI TEMPO E PAESE

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scelte e tradotte da Luciano Luisi

Newton & Compton editori - 2005

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Premessa

1.

Il progetto di questo libro mi ha portato indietro di molti anni. Mi ha indotto a voltarmi a quella lontana stagione del dopoguerra (la più fervida di sogni e di speranze), quando anche la letteratura parve un segno certo, e forse il più stimolante, della vita che tornava a prendere il sopravvento. Risalgono a quel tempo i miei incontri, come traduttore, con alcuni amatissimi poeti del passato. Incontri rivelatori di misteriose affinità che mi hanno fatto riconoscere in alcuni più che in altri (e da ciò il bisogno di tradurli, di "leggerli" dall'interno) con una congenialità letteraria e umana che è poi diventata determinante per il mio destino di scrittore di versi. Erano i primi anni del '50.
Nel terzo programma della radio cominciò una rubrica di poesia straniera affidata alla voce sensibile di Achille Millo, e io tradussi due brevi sillogi da Apollinaire e da Rimbaud che, dopo il caldo e affettuoso consenso di Ungaretti, suscitarono l'offerta, che subito la mia pigrizia eluse, di un contratto editoriale.
Ancora un ricordo torna vivido alla memoria: l'incontro con Anna Achmatova. Era il 1964. La celebre poetessa venne in Italia per ricevere il premio Etna-Taormina avendo ottenuto, per la prima volta dopo diciassette anni, il permesso di allontanarsi dalla Russia. Sul suo viso luminoso, appesantito dagli anni, si leggeva appena la bellezza di un tempo. Fu proposto, in suo onore, che tutti i poeti presenti traducessero una sua poesia. Io scelsi quella che comincia "Che importa se la voce...".
Ecco, sono questi i semi che hanno poi continuato, nel segreto della mia stanza, a dare sporadici frutti; e ora è come se di quella stanza io mi accingessi ad aprire la porta.


2.

I poeti raccolti appartengono, oltre che a secoli diversi, a diverse aree culturali e linguistiche, ed è evidente che più volte abbia dovuto fare ricorso all'aiuto di illustri amici esperti nei vari idiomi, ma il rigore con cui i testi sono stati affrontati (e particolarmente quelli di lingue a me note), persino nel tentativo di giungere alle ragioni più segrete dell'espressione, alla motivazione della scelta delle parole, non ha condizionato, fino ad imbrigliarlo, il mio lavoro di traduzione la cui fedeltà va cercata nell'aderenza a quella sorta di sopra-linguaggio (che va ben oltre le singole lingue con le quali i poeti si esprimono) dove trova il suo più vero significato la poesia. Fedeltà dunque a quel nascosto senso che ho cercato di penetrare. [......]


3.

Questa antologia, così esplicitamente di poesie d'amore (le più difficili, le più temibili, anche per chi le traduce) non è certola prima né sarà l'ultima fra quante il tema ne ha stimolato e continuerà a suscitarne. Ma al di là dell'intento letterario che avrebbe suggerito, come è stato generalmente fatto, di ordinare la materia o per epoce o per aree linguistiche, questa "Luna d'amore" si è compiuta sotto l'impulso di rappresentare, attraverso la poesia di ogni tempo e cultura, l'immutabilità dell'uomo di fronte alla passione amorosa che ne condiziona il cuore e la mente, e le immutabili reazioni nell'ardore del desiderio, nella felicità o infelicità del possesso, nel dolore del distacco, nella sublimazione della memoria. [.......]
Così per accostare parole, frasi, espressioni che sembrano d'uno stesso poeta (in cui si manifesta ogni uomo che in loro trova la parola), e perché uno stesso stato d'animo risuoni di più voci come fosse una sola ad esprimerlo, sono stati tolti i titoli delle poesie [..], e sono stati collocati testi dello stesso autore nelle quattro parti in cui l'antologia è divisa, e che vogliono raccontare la vicenda della passione amorosa: simile, dal suo sorgere al suo spegnersi, a quella della luna.

LUCIANO LUISI



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Luna crescente

L'innamoramento
L'oggetto d'amore



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EMILY DICKINSON


Che sia l'amore tutto ciò che esiste
E' ciò che noi sappiamo dell'amore;

E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.




MARINA IVANOVNA CVETAEVA


L'amore
è lama? è fuoco?
Più quietamente - perché tanta enfasi?
E' dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.




AUGUST VON PLATEN


Chi ha guardato negli occhi la Bellezza
è consacrato a una funesta sorte:
ogni urgenza del vivere disprezza
e più angosciato sarà dalla morte
chi ha guardato negli occhi la Bellezza.

E' una pena che dura per la vita
quella d'amare, ed è folle speranza
d'esser più forti di quella ferita:
quando Bellezza in noi ha preso stanza
è una pena che dura per la vita.

Come una fonte vorrebbe languire
e suggere il veleno ad ogni brezza
e la morte dai fiori assorbire:
chi ha guardato nel volto la Bellezza
come una fonte vorrebbe languire.




ARTHUR RIMBAUD


D'estate, a calpestare per i sentieri andrò,
dentro il grano che punge, l'erba tenera a sera.
Sognando, la freschezza ai piedi sentirò,
lascerò che mi bagni la testa nuda il vento.

Non parlerò, smarrito ogni pensiero umano,
ma infinito nell'anima mi crescerà l'amore
e andrò come uno zingaro lontano assai lontano
per la Natura lieto come con una donna.




RABINDRANATH TAGORE


Al risveglio ho trovato
con la luce una lettera.
Ma non posso sapere
che dice: non so leggere.

E non voglio distrarre
un sapiente dai libri:
ciò che c'è scritto forse
non lo saprebbe leggere.

La terrò sulla fronte,
la terrò stretta al cuore.
Quando scende la notte
ed escono le stelle,
la porterò sul grembo
e resterò in silenzio.
E me la leggeranno
le foglie che stormiscono,
e ne farà il ruscello
col suo scorrere un canto
che a me ripeterà
anche l'Orsa dal cielo.

Io non lo so trovare
quel che cerco, o capire
cosa dovrei imparare,
ma so che questa lettera
che non ho letto, ha reso
più lieve il mio fardello,
e tutti i miei pensieri
ha mutato in canzoni.




JORGE CARRERA ANDRADE


Il tuo corpo è composto di frutti.
La notte esali un odore di pesche.

Scende il tuo bacio dalla gola al cuore
come va l'acqua d'una fontana.

E la mia pelle freme alle carezze
come al soffio di Dio l'erba dei campi.

Sei una coppa di frutti posata
accanto alle mie labbra tutti i giorni.






continua...
Luceeombra.
00domenica 6 dicembre 2009 15:40

MARCO ARGENTARIO


No, non chiamarlo amore, se una donna
che è tutta bella, desideri,
portato per mano dagli occhi che estasiati l'ammirano.

Ma se incontri una brutta e subito dentro ti senti
perduto, e accelerando i suoi battiti il cuore,
ardi di lei, smanioso: questo è fuoco d'amore,
perché la bellezza seduce chiunque il volto le guardi.




SERGEJ JESSENIN


Oggi ho chiesto ad un cambiavalute
che per un rublo dà mezzo tumàn,
come dire in persiano alla mia bella
Laila, le tenere parole "t'amo".

Oggi ho chiesto ad un cambiavalute
umile più del vento e più dell'acqua
del Vana, come dire alla mia bella
Laila, la parola "bacio", la più dolce.

Gli ho domandato ancora, nascondendo
la timidezza nel fondo del cuore,
come io avrei potuto alla mia bella
Laila dire la parola "mia".

Così il cambiavalute mi ha risposto:
- Non ci sono parole per l'amore,
ma soltanto i fuggevoli sospiri
e gli sguardi che come stelle splendono.

Non c'è parola per il bacio. Il bacio
non è sopra una tomba un'iscrizione.
Il bacio ha il fiato delle rose rosse,
petalo che si scioglie sulla bocca.

L'amore non dà pegni e non li chiede,
insegna gioia e dolore. "Sei mia"
possono dirlo soltanto le mani
che han lacerato lo scialle di seta.




JEAN PASSERAT


Bella, fugge la bellezza:
Oh cogliamo insieme i frutti
Dell'accesa giovinezza.
Fino a quando vita assiste
Siano sazi i desideri:
La bellezza non resiste.

Con l'età lei vien corrosa,
La nemica età l'uccide
Come il vento sulla rosa.
Se due amori insieme vanno
- E' l'amor che paga amore -
I curiosi non sapranno.

Non temer la maldicenza,
Piu' di me nessun nasconde
Delle tresche la parvenza.
Sono un cacciatore astuto:
Non mi vanto della preda
Quando ciò che voglio ho avuto.




WILLIAM BLAKE


Non esprimere l'amore,
Quello vero è sempre ascoso;
E' uno spiro che si muove
Silenzioso, misterioso.

Dichiarai il mio grande amore
il mio cuore le si aprì;
Con paure orrende, fredda,
Ah, tremando lei fuggì.

Come fu da me lontana
Un viandante l'accostò,
Silenzioso, misterioso:
Sospirò e la conquistò.




RUFINO


Solo godere è vivere!
Scordiamoci
tutti gli affanni: il nostro tempo è breve.

Ora a me Lieo, e la musica e corone di fiori,
a me l'ebrezza delle donne!
E' questa
la mia ora. Nessuno
del doman ha certezza.




WYSTAN HUGH AUDEN


O minatore amante, come la notte nero,
lungo quel colle limpido inseguilo il tuo amore;
la tua lampada è spenta, son fermi gli ascensori;
non lasciarla andar via, dà la caccia al suo cuore:
la domenica passa, ragazza non fuggire,
poi viene il lunedì, finiscono gli amori:
sii marmo alla sua polvere, e sii bianco al suo nero.





continua...

Luceeombra.
00lunedì 14 dicembre 2009 09:19

GUTIERRE DE CETINA


Occhi chiari, sereni,
per la vostra dolcezza lodati,
perché se mi guardate, mi guardate adirati?
Se quando più amorosi
voi più belli sembrate a chi vi ammira,
dal vostro sguardo allontanate l'ira
per non sembrare meno voluttuosi.
Ahi, tormenti furiosi!
Occhi chiari, sereni,
se così mi guardate, deh, guardatemi almeno!




JAMES LAUGHLIN


Viene alle undici lei la mattina
incontro a un uomo che la fa piangere

si siedono ad un tavolo in un angolo
parlano seriamente e all'improvviso

si mette a piangere mentre lui prende
tra le sue la sua mano e parla fitto

lei cerca di sorridere ma quando
lui la lascia di nuovo ripiange

chiede subito un brandy e lo ingolla
e si mette a rifarsi la faccia

poi si avvia verso casa sì lo credo
che lei l'abbia capito che qui vengo

soltanto per guardarla ed aspettare
quel giorno quando lui più non verrà.




MELEAGRO


Già le viole fioriscono, e i narcisi
amanti della pioggia, e fioriscono
i gigli di montagna, ma Zenofila,
che si nutre d'amore,
fiore in boccio tra i fiori, è fiorita
come una dolce rosa di Suada.
O giardini perché inutilmente
con le vostre corolle ridete?
Lei su tutte prevale
le vostre ghirlande odorose.




MARQUES DE SANTILLANA


Donna così formosa
non vidi alla frontiera
come quella pastora
che sta alla "Finojosa".
Facendo quella via
che dal Calatraveno
porta a Santa Maria
io fui vinto dal sonno
nella terra sterposa,
mi persi in quella via
dove vidi la donna
che sta alla "Finojosa".
In un verde reame
di rose e d'altri fiori
vigilando il bestiame
lei con gli altri pastori
la vidi sì maliosa
che quasi non credevo
che fosse la pastora
che sta alla "Finojosa".
Né credo che la rosa
fiorita a primavera
sia mai così formosa
né mai in ugual maniera
come quella pastora
che sta alla "Finojosa".
E non guardavo tanto
la sua tanta beltà
perché io già temevo
per la mia libertà.
E dissi: la graziosa
(per sapere chi era)
è forse la pastora
che sta alla "Finojosa"?
Ridendo mi rispose:
venite pure, ma
io lo capisco bene
ciò che sperate già.
Non è desiderosa
d'amore, né lo aspetta
la pastora che sta
qui nella "Finojosa".




ALEKSANDR BLOK


Tutte, quand'ella è apparsa,
le amiche eleganti ha offuscato
e l'anima mia è comparsa
nel cerchio voluto dal fato.

Della neve nel gemito pungente
sono sbocciati i tuoi lineamenti.
A briglia sciolta la troika sonante
vola in quel puro e bianco alienamento.

A lungo hai scosso la tua sonagliera
nella campagna m'hai trascinato,
m'hai soffocato con la seta nera,
lo zibellino m'hai spalancato...

Forse per quella tua disinvoltura
sfrontata, piange il vento lungo il fiume,
squilla e si spegne nella pianura
ogni sonaglio, ogni fievole lume?

Chiusa è la tua cintura fino in fondo,
fingi modesto lo sguardo saettante!
Tutte le cose i minuti confondano,
vadano in fumo in un rogo fiammante!

Lascia che il vento si metta a cantare
le menzogne, la tua seta, a cantare!
Gli uomini non dovranno mai sapere
come le mani tue sono leggere!

Per un istante dietro la veletta
mi si è dischiusa la lontananza...
Come sopra la bianca lontananza
è caduta l'ombrosa veletta.








continua...
Luceeombra.
00sabato 26 dicembre 2009 11:22

ATTILA JOSEF


Quando il mio amore traversò la strada
coi passerotti anche i colombi scesero.
Quando con grazia salì il marciapiede
la penombra esaltò le sue caviglie.
Quando fece una mossa con la spalla
con lo sguardo un bambino la seguì.
Camminando volava e dava gioia
alla gente che stava a guardarla,
e mentre si accendevano i lampioni
tutti le sorridevano ammirandola.
Nessuno era invidioso che lei fosse
la radice e la pianta del mio cuore.
Ma io come soffrivo che rubassero
la donna che stringevo fra le braccia!
Ma con il loro atteggiarsi da galli
gli uomini accesero nel mio profondo
l'orgoglioso pensiero che era mia.
E camminava in bellezza e allegria
e un fresco venticello si piegava
su di lei, l'amata mia.




WILLIAM SHAKESPEARE


Oh in che maniera posso mai cantarti
Sapendo che tu sei di me la miglior parte?
Cosa mi dà un elogio che a me stesso io faccia?
E che cos'è lodarti se non lodare me?
Proprio per questo allora dobbiamo separarci
Così che il nostro amore non sia più indivisibile
Ed io da te lontano possa infine donarti
Quello che ti è dovuto, e che tu sola meriti.
Oh assenza che tormento tu dovresti soffrire
Se l'amaro riposo non avesse il consenso
Di trascorrere il tempo nei pensieri d'amore
Che dolcemente ingannano il tempo e i pensieri.
E tu, assenza, m'insegni a fare uno di due
Lodando ora chi resta da qui tanto lontano.




GEORGE BYRON


1.
Quando lei passa nella sua bellezza
Come la notte in un cielo stellato
Tutto il meglio del buio e della luce
Bagna la sua persona ed i suoi occhi
Che sono così dolci a quella tenera
Luce negata al fulgore del giorno.


2.
Soltanto un'ombra in più o un raggio in meno
Sciuperebbero in parte la grazia
Che ondeggia sulle sue trecce corvine
O tenuamente illumina il suo volto
Che si rivela preziosa dimora
Dei suoi sereni e soavi pensieri.


3.
Sulla sua guancia, sulla sua fronte,
Così tenere e quiete ma espressive,
I colori, il sorriso seducente,
Confidano di giorni tesi al bene,
Della sua mente che con tutto è in pace
E del suo cuore che amando è innocente!











continua...
Luceeombra.
00martedì 29 dicembre 2009 10:17

WILLIAM SHAKESPEARE


Quante volte, o mia musica, quando fai della musica
Con quello strumento beato che fa nascere i suoni
Con le tue dolci dita, e sulle corde, con grazia
Componi un'armonia che l'orecchio rapito conquista,
Provo invidia degli agili salterelli protesi
Agilmente a baciarti i polpastrelli teneri
Mentre le labbra vogliose di mietere il raccolto
Di fronte a quell'audacia accanto a te si infiammano.
Anche solo per essere sfiorate come loro
Prenderebbero il posto dei legnetti danzanti
Sui quali tu fai scorrere con tale grazia le dita
Da rendere il legno felice più delle labbra vive.
E se quegli sfacciati saltarelli son così fortunati
Dà le tue dita da baciare a loro, ma le tue labbra a me.




EDWARD ESTLIN CUMMINGS


Amore mio
la tua chioma è un reame
dove regina è l'oscurità
la tua fronte è uno svolo di fiori

è la tua testa come un bosco vivo
ricolmo di uccelli che dormono
i tuoi seni son grappoli di api
candidi sopra il ramo del tuo corpo
il tuo corpo è l'aprile e le ascelle
mi annunziano la primavera

sono bianchi cavalli le tue cosce
aggiogati ad un cocchio da re
sono il ritmo d'un bravo menestrello
e in mezzo a loro c'è sempre una musica

amore mio
la tua testa è uno scrigno per la gemma
fresca della tua mente
i tuoi capelli son come guerrieri
che non sanno sconfitta
i tuoi capelli sulle spalle sono
un'armata con trombe vittoriose

le tue labbra son satrapi in porpora
i cui baci sanno far congiungere
come re
e i polsi
fanno la guardia alla chiave del sangue

sulle caviglie i piedi sono fiori
in vasi d'argento
fluttuano flauti nella tua bellezza

hanno i tuoi occhi l'ambiguità
di campane intuite nell'incenso.




PABLO NERUDA


Mi piaci se rimani come assente in silenzio,
e mi ascolti lontana né la voce ti sfiora.
E sembra che i tuoi occhi siano volati via,
e sembra che la bocca te l'abbia chiusa un bacio.

Poiché l'anima mia vive in tutte le cose
tu sorgi dalle cose e di me sei ricolma
dell'anima. O farfalla di sogno tu somigli
all'anima mia, tu somigli alla parola malinconia.

Mi piaci se rimani come persa in silenzio.
Sei chiusa in un lamento flebile di farfalla
e mi ascolti lontana né la mia voce ti giunge:
lascia allora che taccia anch'io col tuo silenzio.

E con il tuo silenzio lascia che io ti parli
che è chiaro come lampada, semplice come anello.
Tu sei come la notte che è costellata e muta.
Il tuo, così lontano, è un tacere di stella.

Mi piaci se rimani come assente in silenzio
distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola ed un sorriso bastano
a dirmi non è vero, a rendermi felice.









continua...

Luceeombra.
00sabato 2 gennaio 2010 18:38

PAUL VERLAINE


Ogni incrostata conchiglia che sta
In quella grotta in cui ci siamo amati
Ha la propria particolarità.

Una dell'anima nostra ha la porpora
Che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
Quando io brucio e tu a quel fuoco ardi;

Un'altra imita te nei tuoi languori
E nei pallori tuoi di quando, stanca,
Ce l'hai con me perché ho gli occhi beffardi.

Questa fa specchio a come in te s'avvolge
La grazia del tuo orecchio, un'altra invece
Alla tenera e corta nuca rosa;

Ma una sola, fra tutte, mi sconvolge.




JEAN-ANTOINE DE BAIF


Se questo non è amore, che cosa ho dunque in cuore?
E se invece è l'amore, è questo che io sento?
E se è buona perché lei mi dà smarrimento?
Se è cattiva che fa più dolce il suo rigore?

Ma di cosa io piango se voglio questo ardore?
E perché, contro me, il pianto non si frena?
Male che dà piacere! Bene che mi dà pena!
O gioia dolorosa! O gioioso dolore!

O viva morte, l'anima come puoi soggiogare
Se io non acconsento? Ma se consento, a torto
Io mi lamento, e a torto ti potrei biasimare.

Buono e malvagio amore in ogni caso io soffro
Su me gioia e dolore e male e bene porto;
Mi dolgo di servire ma io stesso mi offro.




ALCEO


Accoglimi, ti prego,
io sono qui a cantare
davanti alla tua porta:
ti prego fammi entrare.




JOHN KEATS


Io ti grido pietà! Amore, sì, amore!
Misericorde amore che dona senza chiedere,
Racchiuso in un pensiero, saldo, sincero amore,
Che non è mascherato, che un'ombra non può ledere!
Dammi tutto di te - tutto - tutto - sii mia!
Le tue forme bellissime, dei tuoi baci l'incanto,
I tuoi occhi, le mani: dammi la fantasia
Che m'accende il tuo seno così tenero e bianco.
Dammi te stessa e l'anima: per pietà sii arrendevole,
Non lesinare un atomo se tu non vuoi che muoia,
O, continuando a vivere, ormai tuo miserevole
Schiavo, perda il palato della mia mente il gusto,
Dimentichi per sempre gli scopi della vita
E in quel dolore sterile l'ambizione infinita.




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Che cos'è la poesia? chiedi fissandomi
Negli occhi con gli occhi tuoi blu;
Che cos'è la poesia! Me lo domandi?
Oh, la Poesia... sei tu!




LUIS DE GONGORA


Mentre con i tuoi capelli per competere
L'oro brunito splende al sole invano,
Mentre il bel giglio con disprezzo ammira
La tua candida fronte in mezzo al piano,
Mentre più sulle labbra tue si posano
Gli occhi che sul garofano da cogliere,
Ed altezzoso il tuo bel collo rosa
Trionfa sull'avorio opalescente,
Godete collo e chioma e labbra e fronte
Prima che ciò che fu in età dorata
E l'oro e il giglio e il cristallo lucente
Non solo argento o una viola spezzata
Diventino, e con loro tu mutata
In terra, in fumo, in pòlve, in ombra, in niente.




JEAN RACINE


Non c'è chi alle tue grazie o Parthenisse resista:
il tuo dominio è pari a quello degli dei.
Sarebbe senza l'anima, non avrebbe la vista,
chi potesse guardarti senza renderti onore.

Per me, te lo confesso, appena t'ho veduta,
non potendo resistere, mi sono arreso a te.
Con i sensi stregati, la ragione perduta,
si pose sotto l'ala della tua legge il cuore.

Io vidi senza angoscia la mia baldanza vinta,
e non fu quella perdita crudele né tremenda;
se io ne persi insieme con l'uso anche la voglia:
è felice quell'anima che tua schiava si renda.

Mai simile alla tua io vidi altra bellezza;
i tuoi occhi abbagliarono per lo splendore i miei;
la tua voce dolcissima incantò le mie orecchie;
nei nodi dei capelli avvinto mi perdei.

Ma io non mi fermai alle tue più sensibili
bellezze: in te ho scoperto i più rari tesori;
e vidi ed adorai questi doni invisibili
che rendono il tuo spirito bello come il tuo corpo.

Fu allora che vedendo quel merito adorabile
anche tutti i miei sensi ancor più t'adorarono;
ciò che vedevo in te era tutto mirabile
e non sentivo in me nient'altro che l'amore.

E finii per amare quell'innamoramento,
e dopo, compiacendomi, ne ho amato la dolcezza;
i tuoi occhi e il tuo viso nell'anima li sento,
ho sempre Parthenisse al fondo del mio cuore.

Sì, dopo che i tuoi occhi mi accesero la fiamma
respiro meno bene in me stesso che in te;
e sembra che l'amore abbia il posto dell'anima,
ed io non vivrei più se non fosse più in me.

E voi che mai avete Parthenisse incontrato
boschi, fontane, rocce, mio soggiorno incantevole,
soffrite che fin qui il suo nome abbia fiato,
e non scordate mai la sua gloria e il mio amore.











continua...
Luceeombra.
00domenica 10 gennaio 2010 21:23


PAUL GERALDY


So che sono irritabile, geloso,
insoddisfatto, musone, esigente,
che a una parola già divento ombroso
e cerco spesso la lite per niente...
Per troppo amore t'amo così male.

Io t'inseguo, ti sgrido, ti confondo...
Saresti più felice e meglio amata
se tu non fossi tutto ciò che al mondo
per me vale, e non fosse tormentata
da questo povero amore la mente.




FRIEDRICH HOLDERLIN


O divina creatura, quante volte
Ho appannato la tua cristallina
Pace dorata svelandoti
Il segreto del vivere e il dolore.

Oh, perdona e dimentica! Tu pensami
Nube che passa sulla luna piena,
E torna a splendere, mia dolce luce,
Nella tua ferma bellezza, serena.




PAOLO SILENZIARIO


Volevo dirti addio, ma la mia voce
s'è spenta, e sono ancora
qui accanto a te: ho paura
della tua lontananza
più della notte nera d'Acheronte.
Tu sei la luce del giorno, ma il giorno
non parla e tu mi doni la tua voce
che è più dolce di un canto di Sirena.
La mia speranza vive in quella voce.




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Sarei già andato davvero lontano,
Tanto lontano quanto è grande il mondo,
Se non mi trattenessero le stelle
Che hanno legato il mio al tuo destino,
Così che solo in te posso conoscermi.
E la poesia, i sogni, il desiderio,
Tutto mi spinge a te, alla tua natura,
E dalla tua dipende la mia vita.





Luceeombra.
00domenica 10 gennaio 2010 21:23


PEDRO SALINAS


Era l'anima tua
così limpida e aperta
che mai fu dato entrare
a me nella tua anima.
Io tentai scorciatoie
disagevoli, vàlichi
d'altezza inaccessibile...
Si andava alla tua anima
per cammini spaziosi.
Disposi un'alta scala
- sognavo d'alte mura
a proteggerti l'anima -
però l'anima tua
era senza difese
di muraglie di cinta.
Ed io cercai la porta
stretta della tua anima,
però l'anima tua,
così chiara com'era,
non aveva un'entrata.
Da dove cominciava?
E il suo termine, dove?
E seduto per sempre
restai sugli sfuggenti
tuoi confini dell'anima.




PIERRE DE RONSARD


Quando a sorsate bevo la scintilla amorosa
Che nasce dai tuoi occhi il mio sguardo è abbagliato.
Non la mente, lo spirito (e ne gode) è turbato
E il mio corpo già ebbro non trova quiete o posa.

Mi batte in petto il cuore, e la paura gela
Il mio calore umano, e si perdono al vento
I miei sensi vedendo che il tuo cuore è contento,
Se mi conduce a morte, d'esser detto crudele.

I fulminanti sguardi coi raggi mi trafiggono
Come punte di frecce, la pelle, il corpo, il cuore,
E l'anima, e se voglio ribellarmi al dolore,
Del male che ricevo la grazia supplicare,
Quella tua crudeltà mi vieta di parlare
E la voce mi spengono gli occhi tuoi che m'affliggono.




ALFRED DE MUSSET


Vi fu mai più dolcezza che vedere
Manon fra le mie braccia che s'appisola?
La bella fronte profuma il cuscino;
Sento il cuore che veglia sotto il seno.
Un sogno passa e viene ad allietarla.

Così un fiore di macchia s'addormenta
Chiudendo un'ape nel fondo del calice.
Io, io la cullo; un così bel mestiere
c'è stato mai?

Ma viene il giorno, e l'Aurora vermiglia
Disfoglia al vento il suo primaverile
Mazzo, e Manon con un pettine in mano
Corre allo specchio, va a dimenticarmi.
Ahimé! L'amore senza un prima e un dopo
C'è stato mai?




PAUL ELUARD


Abbiamo passato la notte ti tengo la mano io veglio
Ti sostengo con tutte le mie forze
Scolpisco su una pietra la stella delle tue forze
Solchi profondi dove scaturirà la bontà del tuo corpo
Ascolto in me la tua intima voce la tua voce per gli altri
E rido ancora di quell'orgogliosa che tratti
Come una mendicante
Dei folli che rispetti degli ingenui in cui credi
E nella mia testa che a notte
Dolcemente s'accorda con la tua
Mi meraviglio della sconosciuta che diventi
Una sconosciuta che ti assomiglia e assomiglia
A tutto ciò che amo
Che sempre si rinnova.






Luceeombra.
00domenica 10 gennaio 2010 21:24


LANGSTONE HUGHES


Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così io mi tuffai dentro la notte,
e la notte era nera, anche la notte.

Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così io piansi fin quando fu l'alba
e insanguinò le colline ad oriente
e il cuore, anche il mio cuore sanguinava.

Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così con l'anima un tempo a colori
come un pallone sgonfiato grinzosa,
me ne andai via nella mattina in cerca
d'un altro amore bruno.




PERCY BYSSHE SHELLEY


Temo i tuoi baci, mia dolce fanciulla,
Tu non temere i miei;
Profondamente il mio spirito è oppresso
Per opprimere il tuo.

Temo il tuo viso, la voce, i tuoi gesti,
Tu non temere i miei;
E' innocente l'affetto del mio cuore
Con cui adoro il tuo.




PAUL ELUARD


Non mi si può conoscere
Quanto tu mi conosci

I tuoi occhi in cui noi dormiamo insieme
Han fatto avere alle mie luci d'uomo
Un destino migliore
Che alle notti del mondo

I tuoi occhi in cui viaggio
Hanno concesso ai gesti delle strade
Un senso distaccato dalla terra

E nei tuoi occhi quelli che ci svelano
La nostra solitudine infinita
Già più non sono quello che credevano

Non ti si può conoscere
Quanto io ti conosco.








Luceeombra.
00domenica 10 gennaio 2010 21:25


DESANKA MAKSIMOVIC


No, non t'avvicinare!
E' meglio da lontano
ch'io li ami e desideri i tuoi occhi:
solo quando si attende
appare bella la felicità,
e non cercata ci manda un suo cenno.

No, non t'avvicinare!
E' molto più suadente
questo fremito dolce di paura e d'attesa.
Ed è molto più bello
ciò che a lungo s'insegue,
e il suo presentimento che ci turba.

No, non t'avvicinare!
Perché farlo e a che scopo?
Soltanto da lontano tutto splende
come una stella, tutto
ci incanta da lontano.
No, non avvicinarmeli i tuoi occhi.




ALFRED DE MUSSET


Io menestrello me ne vo nel mondo
E oltre il mio sapere non ho niente
Ma se mi amaste voi mia bella bionda
Mi crederei un ricco possidente.
Come Petrarca ai piedi del suo idolo
Davanti a voi, le ginocchia piegate,
Io scorderei persino il Campidoglio,
Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

Oh se mi amaste voi mia bella bionda
Solo dei vostri baci fame avrei,
E sordo al suo vicino che rimprovera
Il cuore inebriato sentirei.
Cuore mendico va di donna in donna
Cercando amore, e muore se non date
Aiuto a lui, signora; rivivrebbe
Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

E le mie fresche canzoni fiorite
Al vento del mattino e della sera
Verrebbero da voi come le rose
Che accompagnano in chiesa la preghiera.
Purificando l'aria di Parigi
Camminerei dove voi camminate,
L'anima brucerei come un profumo,
Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

Su voi, gran dama che tutti adulano,
Un occhialetto d'oro ha passeggiato,
E con il nodo fatto a una cravatta
Ecco già il vostro cuore incatenato.
D'uno più in alto gradite l'omaggio
Sorridetegli e fiera camminate
Al suo braccio! sarei domani un peso
Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.




ARTHUR RIMBAUD


D'inverno ce ne andremo in un vagone rosa
Con dei cuscini blu.
Staremo bene. Un nido di folli baci posa
Dove ti siedi tu.

E abbasserai le palpebre per non veder dal vetro
Fare smorfie le ombre della sera,
queste mostruosità ringhiose, branco tetro
Di lupi neri e diavolaglia nera.

A un tratto sulla guancia ti sentirai graffiata...
Un bacio come un folle ragnetto che s'agguata
nel collo scenderà...

E tu mi dirai: "Cerca!" reclinando la testa,
E a lungo cercheremo quella bestiola lesta
Che molto viaggerà...











continua...
Luceeombra.
00mercoledì 27 gennaio 2010 09:37


PAUL GERALDY


Sempre, tutta la vita... Queste parole stupide,
sì, le devi ridire, me le devi ripetere!
Noi due lasciarci! Dimmi... potremmo mai lasciarci?
Ti sembrerebbe folle, e mostruoso? Ripetilo!
Ho bisogno che tu mi rassicuri
di questa nostra eternità.

... Ma quando
il mio amico mi dice: "Ormai per sempre
è lei la tua compagna. Non sei illuso!
Non avrai che un amore. Vi sarete
sempre fedeli"... io sono un po' deluso.




ANTONIO MACHADO


Solitudine, mia compagna sola,
dea del prodigio, che hai voluto farlo
non richiesta!, di dare la parola
alla mia voce, dimmi: con chi parlo?

Rifuggo ormai la chiassosa brigata
e senza amici solo pena c'è
con te, signora, nel viso velata,
sempre velata se parli con me.

Non muterò per quanto mi rinnovi,
penso; non è l'enigma quel sembiante
che nell'intimo specchio appare nuovo,

altro è il mistero: la tua voce amante.
Discoprimi il tuo volto ch'io li trovi
fissi su me i tuoi occhi di diamante.




HEINRICH HEINE


Baciami, e non giurare: non mi tocca
Il giuramento di una donna! E' dolce
Quello che tu mi dici, ma più dolce
E' il bacio che ho rubato alla tua bocca.
Soltanto questo è mio, e questo sento
Che è vero: la parola è come il vento.

Ma giura, o mio tesoro, giura: appieno
Io voglio credere al tuo giuramento.
Se affondo la mia testa nel tuo seno
Io pienamente beato mi sento.
E che in eterno m'amerai io credo,
Amore mio, ed anche un oltre io vedo.




LUIS CERNUDA


Ti voglio.

Te l'ho detto col vento
che come un bruco gioca nella sabbia;
come un organo irato tempestoso;

te l'ho detto col sole,
che dei giovani indora i corpi nudi
e nelle cose innocenti sorride;

l'ho detto con le nuvole
meste fronti che il cielo sostengono,
tristezze fuggitive;

l'ho detto con le piante
le diafane creature che si coprono
d'improvviso rossore;

te l'ho detto con l'acqua
vita lucente che nasconde l'ombra;

e te l'ho detto con la mia paura
e te l'ho detto con la mia allegria,
e con astio, e tremende parole.

Ma non mi basta:
oltre la vita voglio
dirtelo con la morte;
oltre l'amore voglio
dirtelo con l'oblio.




FRANCISCO DE QUEVEDO


L'edera rampicante che cammina
Stringendo nel suo verde labirinto
Tutto il fusto del pioppo che danneggia
Perché più l'accarezza più gli nuoce,

Non sa l'occhio che guarda quel frondoso
Slancio se sia d'amore o invece un carcere:
Solo l'albero sa se sia un favore
O sia una morsa che lo copre e piega.

Così, Lisi, chi veda come godo
Quando t'adoro nella tua bellezza
E che nobili pene m'accompagnino,

Chieda alla mia passione e al mio destino:
Saprà che è schiavo del mio sentimento
Ciò che crede sia un premio alla follia.












auroraageno
00giovedì 11 febbraio 2010 09:06


WILLIAM SHAKESPEARE


Non piangere per me quando mi saprai morto,
Non oltre il suono tetro della campana lugubre
Che dà notizia al mondo che io sono fuggito
Dalla sua codardìa per vivere coi vermi.
Anzi, se leggerai queste righe, dimentica
La mano che le ha scritte: io t'amo così tanto
Che vorrei scomparire dalla tua cara mente
Se il pensiero di me può portarti dolore.
Oh se mai tu posassi gli occhi su questi versi
Quando forse sarò già sfatto nella terra,
Ti prego non chiamare il mio povero nome
Ma lascia che il tuo amore con la mia vita muoia.
Così che il mondo accorto non veda mai che tu
Soffri ancora e ne rida, quando non sarò più.




JOHN KEATS


Il giorno è già passato
e le dolcezze son tutte passate!
O dolce voce, bocca,
tenera mano e più tenero seno,
Caldo respiro, sussurri,
come tenere voci smorzate,
Occhi splendidi, forme
superbe e i fianchi dal fascino pieno!

Il fiore s'è avvizzito
con ogni incanto ch'era germogliato,
Della beltà i miei occhi
han visto dileguare la visione,
E neppure un'impronta
sulle mie braccia la beltà ha lasciato,
E' svanita la voce,
quel cielo di purezza e di passione.

Tutto è fuggito via
innanzi tempo al cader della sera,
Quando già quegli scialbi
notte e giorno festivi, nel velame
Profumato d'amore
di quell'oscurità che più s'annera,
Cominciano a intrecciare
per il piacere nascosto le trame.




VIDYAPATI


Seni turgidi, gonfi come tazze dorate.
M'hanno rubato il cuore quelle perverse occhiate.

Tu, mia sola bellissima, non lasciarmi alla soglia.
Concedimi il tuo miele, come un'ape ne ho voglia.

Guarda come ti supplico stringendoti le mani:
non essere crudele, e il dubbio s'allontani.

Ancora e ancora e ancora ti dirò il mio dolore,
non posso più patire quest'agonia d'amore.








Luceeombra.
00domenica 14 febbraio 2010 18:30




Luna piena

Il desiderio
La passione





SAFFO


Come violento sui monti
scuote le querce il vento,
così Amore ha travolto
l'anima mia, la ragione.




ANACREONTE


Crudele fabbro, Amore, mi ha scagliato
l'ascia, di nuovo,
e mi ha tuffato in un torrente gelido.

E io amo e non amo,
e più non so se la mia mente è mia
o non sono più in me.




SAFFO


E' già esangue la luna, e le Pleiadi
son diventate nell'albore pallide.
Già metà della notte è fuggita.
Già la mia giovinezza m'abbandona.
Ed ora sono, nel mio letto, sola.




MIMNERMO


Che vita, che dolcezze
rimangono senza l'amore? Meglio
la morte quando è spento il desiderio
dei convegni segreti e dei letti accoglienti
e di carezze lunghe che sfiniscono,
doni della fugace giovinezza.
Quando verrà la vecchiaia
che offende anche quel volto che fu bello,
offuscata la mente, non saprò più godere
lo splendore del sole, e disprezzato
sarò dalle donne e deriso dai giovani:
così ci volle imporre
triste e avvilita la vecchiaia un dio.




JEAN ARP


Annaffiami la luna.
Spazzolami i denti delle scale.
Trasportami nella tua valigia di carne sul mio letto d'ossa.
Cuocimi un tuono.
Raccogli i terremori in una gabbia
e coglimi un mazzo di lampi.
Tàgliati in due e mangia una di queste metà.
Eiaculati nell'aria orgogliosa dei getti d'acqua di Versailles.
Brùciati arròtolati a palla.
Sii una palla dal riso arcaico
che rotola intorno a una pillola.
Getta tutte le tue lingue alle rose.
Regola le tue lingue ai dolci rinoce-rosa.
Patìcciati un pasticcio.
Rànati in rana.
Poniti come firma sotto la mia lettera.


[.....]


JEROSLAV SEIFERT


La tua mammella è come
un pomo dell'Australia.
Giocare, che piacere,
con quel pallottolliere!




KOSTANTINOS KAVAFIS


Ogni tanto lui giura
di cominciare una vita migliore.
Ma quando viene la notte a tentarlo
con le promesse e con le sue lusinghe,
ma quando viene la notte che domina
la carne, a quei piaceri consueti
del corpo che desidera, che vuole,
perdutamente ancora s'abbandona.




CATULLO


Odio e amo. E tu forse
mi chiedi stupito: è possibile?
Non lo so, ma ora sento
in me questo, e ne tremo.




JAMES MC AULEY


Nel sortilegio delle prime luci,
quando il gallo si mette a cantare,
lei nascondendosi fra le mie braccia,
con tenerezza mi disse: "Conducimi
con te nel paradiso del piacere:
è questa l'ora ed è questa la chiave.
Fa presto caro ad aprire il forziere
del mio tesoro che saprai cercare".

"Assaggia le mie lacrime che pendono
ora tremanti sull'iride, e bevi
dalla gola che mugola i profondi
lamenti del mio corpo che s'arrende.
Svelto, prima che l'alba su noi irrompa
e tutti i suoi pensieri porti il giorno,
entra nel paradiso e mentre canta
il pettirosso prendi il tuo piacere".

In quell'ora legammo i nostri amori
puri come quel canto di richiamo,
pervasi di mistero come i fiori
saliti lungo il muro con un ramo.
Poi venne il giorno, coi fuochi d'oriente,
le cose che si muovono destò,
gli amori che si cercano, ma il nostro
sul petto, stanco, si addormentò.







auroraageno
00sabato 6 marzo 2010 19:01


MARINA IVANOVNA CVETAEVA



1.

Nell'alba ancora gelida,
alla sesta betulla,
laggiù dietro la chiesa
Don Giovanni aspettate.

Ma ahimé posso giurarvi
sulla vita e su voi
che non ha il mio paese
un posto in cui baciarsi.

Non abbiamo fontane,
anche il pozzo è gelato
e ci guarda la Vergine
con lo sguardo severo.

E perché le fanciulle
non sentano lusinghe
da noi a piena voce
suonano le campane.

Vivrei così, ma temo
di diventare vecchia...
Bell'uomo, il mio paese
non è adatto per voi.

In pelliccia è difficile
persino riconoscervi,
Don Giovanni, ma bastano
le vostre belle labbra!


2.

Nella nebbia dell'alba
la tormenta gridava.
Don Giovanni hanno posto
sopra un letto di neve.

Né lamenti di fonte,
né le stelle che bruciano...
Don Giovanni ha sul petto
una croce ortodossa.

Perché più luminosa
ti sia la notte eterna
io t'ho portato un nero
ventaglio di Siviglia.

Perché tu veda ancora
con gli occhi la bellezza
della donna, stanotte
ti porterò il mio cuore.

Dormi in pace! Sei giunto
da paesi lontani
per me. Gli amori adesso
li hai tutti, Don Giovanni.







Luceeombra.
00giovedì 15 aprile 2010 19:20


PAOLO SILENZIARIO


Suvvia gettiamole
queste inutili vesti e il tuo corpo
sia nudo quando abbraccia
il mio corpo già nudo! Ma togliti
proprio tutto: anche un velo impalpabile
è come una muraglia
di Semiramide! E uniamoli così
il tuo seno al mio petto, le tue labbra
alle mie labbra; e non diciamo il resto:
io detesto chi è troppo indiscreto.




MIHAI BENIUC


Un bacio è un serpe che un morso t'ha dato,
è come il vento che sull'arpa canta,
anche il denaro può averlo comprato.
La tua finta purezza non m'incanta!

Tu non farmi sapere com'è stato:
che conservi l'amore il suo segreto.
Ma che importa! Il mio vino ha stappato
e voglio tutta baciarti a tappeto!




VIDYAPATI


Lui cerca le sue labbra,
ma lei piega la testa.
Non vuole che lui tenda
le mani sopra il seno.
Per difendersi stringe
la fascia ch'era lenta,
ma tutta imporporandosi
già il desiderio svela.
La fanciulla è sensibile,
molto esperto è l'amante,
come lo giocheranno
il gioco dell'amore?
Già sbocciano i suoi seni
chiusi nelle sue mani,
verdi susine acerbe
che diventano rosse...

Ardenti le sue unghie
vanno decise ai seni,
e le ciglia di lei
come luna s'incurvano.
Acceso dal suo viso
si chiede fino a quando
potrà ancora la luna
fra le gonne celarsi.




JAMES LAUGHLIN


Reclinata su me i suoi capelli
fanno una grotta intorno

al suo volto, una macchia dove gli occhi
si intravedono appena e mi dice

che è una gatta e mi odia perché
io le faccio mostrare il suo piacere

e soffia come un gatto ma poi tenera
mette le mani sotto la mia nuca

e mi solleva la bocca fin dentro
quella sua oscura grotta dell'amore.




JAYADEVA


E condannami ad essere schiacciato,
o maliosa, dai turgidi tuoi seni,
dal nodo delle braccia soffocato,
e con i denti dammi i tuoi veleni.
E godi nel vedere che ferita
dal tuo amore si spegne la mia vita.









auroraageno
00martedì 18 maggio 2010 10:42


CHARLES BAUDELAIRE


Vienimi sopra il cuore, anima sorda e crudele,
Tigre adorata, mostro dalle arie indolenti;
Le mie dita che tremano io voglio lungamente
Affondare nel gorgo dei tuoi folti capelli;

Voglio nelle tue gonne, intrise del tuo odore,
Seppellire la testa che mi duole
E respirare come un fiore fradicio
Del mio amore defunto il dolce afrore.

Voglio dormire! Meglio che vivere è dormire!
In un sonno che è dolce come è dolce la morte.
Senza rimorso stenderò i miei baci
Sul tuo corpo lucente come il rame.

Nulla più che l'abisso del tuo letto
Per sciogliere i singhiozzi nella quiete;
L'oblio profondo sta sulla tua bocca
e solo nei tuoi baci scorre il Lete.

E al destino, che è ormai la mia delizia,
Obbedirò come un predestinato,
Come un martire docile, un puro condannato
Che attizza col fervore il suo supplizio,

E succhierò, per spegnere il rancore,
Il nepente e la provvida cicuta
Sulle punte incantevoli di quel tuo seno eretto
Dove mai ha trovato la sua dimora un cuore.




FEDERICO FARCIA LORCA


Io vorrei stare sopra le tue labbra
per spegnermi alla neve dei tuoi denti.
Io vorrei stare dentro il tuo petto
per sciogliermi al tuo sangue.
Fra i tuoi capelli d'oro
vorrei eternamente sognare.
E che diventasse il tuo cuore
la tomba al mio che duole.
Che la tua carne fosse la mia carne,
che la mia fronte fosse la tua fronte.
Tutta l'anima vorrei che entrasse
nel tuo piccolo corpo,
essere io il tuo pensiero, io
il tuo vestito bianco,
perché tu t'innamori
di me d'una passione così forte
che ti consumi cercandomi
senza trovarmi mai.
E perché tu il mio nome
vada gridando ai tramonti,
chiedendo di me all'acqua,
bevendo, triste, tutte le amarezze
che sulla strada ho lasciato,
desiderandoti, il cuore.
E intanto io penetrerò nel tuo
tenero corpo dolce
essendo io te stessa
e dimorando in te, donna, per sempre,
mentre tu ancora mi cerchi invano
da Oriente ad Occidente,
fin che alla fine saremo bruciati
dalla livida fiamma della morte.




EDWARD ESTLIN CUMMINGS


Mi piace il mio corpo quando sta con il tuo
corpo. E' davvero una cosa nuovissima.
I muscoli ho migliori e ho più nervi.
Mi piace il tuo corpo. Mi piace
quello che fa, mi piace come lo fa. Mi piace
sentire la spina dorsale del tuo corpo e le ossa,
e quel monte fremente sodo-liscio che voglio
ancora e ancora e ancora
baciare, e tutta mi piace baciarti,
mi piace dolcemente accarezzare
l'eccitante arruffìo del tuo pelo magnetico,
e quel-che-c'è-che viene
su dalla carne che s'apre...
E grandi briciole d'amore gli occhi,

e forse mi piace il brivido

di te così completamente nuova
sotto di me.




CHARLES BAUDELAIRE


Al tempo in cui Natura nel suo estro possente
Concepiva ogni giorno un essere mostruoso,
Poter vivere accanto a una fanciulla gigante
Come d'una regina il gatto voluttuoso.

Mi sarebbe piaciuto vederne il corpo e l'anima
Liberamente crescere nei suoi tremendi giochi;
E capire se il cuore covasse fosche fiamme
Dalle umide nebbie vaganti nei suoi occhi;

Senza tregua percorrere le magnifiche forme;
scalare, arrampicandomi, il suo ginocchio enorme,
E talvolta, d'estate, quando i soli malsani

In mezzo alla campagna, stanca, la fan sdraiare,
All'ombra del suo seno potermi addormentare
Come ai piedi d'un monte un villaggio sereno.




CHARLES BAUDELAIRE


Era nuda la donna che tanto amavo e aveva
Per esaltarmi tenuto i suoi gioielli sonori
E quell'addobbo sfarzoso simile la rendeva,
Nei loro giorni lieti, alle schiave dei Mori.

Quando, quasi danzando, quel monte sfolgorante
Di metallo e di pietra manda un vivo tinnire
Son rapito dall'estasi, e amo follemente
Quelle cose che sanno la luce e il suono unire.

Era dunque adagiata e si lasciava amare
E dall'alto divano mi sorrideva altera
Del mio amore profondo e dolce come il mare
Che verso lei saliva come su una scogliera.

Con gli occhi di una tigre ammansita guardandomi
Un po' vaga e sognante altre pose cercava
Ed era al tempo stesso così lasciva e candida
Che per quel suo mutare nuove ebrezze mi dava.

E il suo braccio e la gamba, la sua coscia, i suoi reni
Che ha lisci come l'olio, flessuosi come un cigno
Passavano stampandosi nei miei occhi sereni;
E il suo ventre e i suoi seni, grappoli della vigna

Che è mia, si protendevano verso me più invitanti
degli Angeli del male, e l'anima destavano
Dal riposo e violando la roccia di cristallo
Dov'era solitaria e quieta, la stanavano.

Mi parve di vedere uniti in un disegno
i fianchi dell'Antiope al busto di un imberbe
Per quanto dalla vita risaltava il bacino.
Su quel fulvo e bruno il trucco era superbo!

E quando solamente il fuoco del camino
Dava luce alla stanza perché il lume languiva
Ogni volta che aveva sospiri fiammeggianti
Quella sua pelle d'ambra s'inondava di sangue!









Luceeombra.
00lunedì 12 luglio 2010 17:33



PIERRE DE RONSARD


Amore, amore, dammi tregua o pace,
O cedi, o con la garrota più forte
Spezza la vita, anticipa la morte.
Dolce è la morte che viene veloce.

Sia che il giorno si spenga o che si levi
C'è un pensiero che sempre mi divora
E nel felice slancio m'addolora,
Mi fa la guerra e le mie pene aggrava.

Che mai farò? Se mi fa troppo errare
L'amore, per salvarmi, ormai sperare
Oso soltanto d'esser disperato.

Poiché l'amore non vuol darmi aiuto
Non mi resta a difesa che morire
E con la morte al suo giogo sfuggire.



OSCAR WILDE


Come dentro la sua caverna il sole
Chiude la nivea luna quando ancora
Non ha destato il canto dell'usignolo,
Così ogni voce toglie alle mie labbra
la tua Bellezza, e fa che le più tenere
Parole abbiano un suono che è stonato.

E come giunge all'alba sopra un quieto
Prato con l'ala più furiosa il vento,
E con la foga impetuosa dei baci
Spezza le canne in cui prima cantava,
Così mi piega il vento del mio ardore:
Per troppo amore questo amore è morto.

Ma certo tu hai capito dai miei occhi
Perché non parlo e tace la mia lira.
Meglio sarebbe allora ch'io partissi
E tu cercassi labbra più loquaci
Ed io mi rifugiassi nei ricordi
Sterili di quei baci rifiutati

E di quei canti che non ho cantati.



MELEAGRO


Ti prego, Eros, acquieta
questo mio desiderio d'Eliodora
che m'ha rubato il sonno,
ascolta la mia Musa che ti supplica!

Ma se dovessi morire per colpa
del tuo arco che sembra
sappia scagliare le frecce soltanto
su di me, farò scrivere
sulla mia tomba: "Guarda,
tu che passi: qui giace
un uomo ucciso da Eros".



RAYMOND RADIGUET


Fatti prestare un tenero rifugio
di foglie dagli uccelli, mia ciclista!
Ti sei stancata ormai di pedalare
e come un fiore in boccio di narciso
su queste rive ti vieni a sdraiare.

A me tu sembri attendere te stessa.
Ma perché non s'accosti un curioso
io nomino la Marna vigilessa
di quelle esche che impudica tendi.
E veglierà la Marna il tuo riposo.

Se la tua dolce acqua può sembrare
delle altre più dolce e più pudica
come noi tuttavia potrà sperare
che nel sole svanisca - quando è l'ora
del tè, bevuto coi calzoni bianchi -

la tua verginità.



FERENC BARANGYI


Fino a quando noi due ci rubiamo a noi stessi
ruberemo soltanto ciò che da tempo è nostro,
peccatori esitanti cerchiamo d'espiare
sfuggendo al matrimonio che abbiamo meritato,
e a me sempre ti toglie quello che ti possiede
e se talvolta a lui ti rubo per un giorno
io di nuovo indeciso, conoscendoti poco,
per settimane indago i tuoi dimenticati
segreti, e mentre attendo che le ore rubate
ritornino, io rubo ogni dolce incantesimo
che un nuovo incontro potrà offrirmi ancora,
perché è sempre così se noi ricominciamo:
che tu sei già lontana quando arrivi da me.
Ti tengo fra le braccia, ma mi chiedo: dov'è?



PAUL VERLAINE


O l'innocente che adoro
Con tutto il mio cuore sognando
Che alla felicità timida ancora
si unisca il Piacere più ardente.

Presto il momento, o mia innocente, sia
Che alle mie mani sciolte finalmente
Cada quell'armatura ormai imponente
Del tuo vestito, della tua biancheria;

E splenda al caldo lume della lampada
Complice della nostra prima notte
Quel corpo ingenuo sul quale si stampa,
Ardente di speranza; il desiderio;

E sia fremente nella notte nuziale,
sotto i miei baci senza più freni,
la tua carne che dianzi verginale
Sarà finalmente nuziale!






Luceeombra.
00venerdì 23 luglio 2010 15:29


JOHN DONNE


Mio caro amore, per null'altro che te
Destarmi avrei voluto da questo dolce sogno,
Che suggeriva il tema
Per la mente, ma troppo stremante per lo spirito,
Perciò tu con saggezza m'hai chiamato, ma ancora
Non hai turbato il sogno che in te può continuare
Talmente sei tu il vero che soltanto a pensarti
Sogni e fiabe diventano la verità e la storia;
Vieni fra le mie braccia se meglio decidesti
Che io più non sognassi, concediamoci il resto.

Come un lampo improvviso, o fiamma di candela,
m'han destato i tuoi occhi, non dei passi il rumore;
E ancora t'ho creduta
(Poiché il vero tu ami) a prima vista un Angelo,
Ma poi quando ho capito che leggevi il mio cuore
E i miei pensieri come un Angelo non può,
E hai intuito il mio sogno e persino il momento
Che la gioia m'avrebbe ridestato e sei giunta,
Io debbo confessare dovendo esser profano
Di non pensare a te se non come tu sei.
E l'andare, il restare, mostrano che sei tu,
Ma mi fai dubitare, se t'alzi per andartene
Che tu più tu non sia.

Debole è quell'amore che è pari al suo timore,
In lui non tutto è spirito e di purezza limpido,
se mescola il Timore, il Pudore e l'Onore.
Forse come le torce che devono star pronte
Ad accendersi e spegnersi, così tu tratti me:
Vieni a infiammarmi e subito sei pronta per partire
Ed io spero nel sogno per non dover morire.



CALLIMACO


Che tu possa vegliare tutta notte
come me che sto qui sotto l'androne
gelido! Che tu possa
essere insonne, o perfida Canòpio,
come il tuo amante che tu lasci fuori
senza neppure un'ombra di pietà.
Per lui ne hanno i vicini: tu neppure
un'ombra! Ma verranno
i tuoi capelli bianchi, e solo allora
avrai pietà per me
quando ricorderai.





Luceeombra.
00giovedì 5 agosto 2010 19:14


CATULLO


Viviamo e amiamo, Lesbia mia, e nessuna
delle calunnie dei vecchi censori
ci turbi. Tramontano i soli e risorgono
ma quando sarà spenta la nostra breve luce
avremo il sonno di una eterna notte.
Oh dammi mille baci e cento ancora
e ancora ancora mille ed altri cento;
quando migliaia ce ne saremo dati
ne faremo un gran fascio mescolandoli
perché nessuno ci possa invidiare
di un così grande numero di baci.




CATULLO


Tu vuoi sapere, o Lesbia, quanti baci
mi siano necessari per saziarmene.
Quanti granelli delle sabbie libiche
a Cirene fiorente di laserpizi, fra l'ara
dell'infuocato Giove, e dell'antico Batto
la tomba sacra, oppure quante sono le stelle
che quando è più silenziosa la notte
stanno a guardare gli amori furtivi
degli uomini: tu devi con tanti baci baciarmi
che il tuo folle Catullo ne sia sazio
tanti che un invidioso non li possa contare
né mandare il malocchio con la lingua forcuta.




VICENTE ALEIXANDRE


Come nacque l'amore? Fu in autunno.
Maturo il mondo
non t'aspettavo ancora. Ed arrivasti
allegra, bionda, sfuggita dal tempo
indulgente. E ti guardai. Oh quanto mi sembrasti
ancora bella! E viva nel sorriso, a specchio
della giovane luna precoce
nella sera, e pallida, maliosa
in quell'aure dorate; come te
che dall'azzurro uscivi, senza un bacio
ma con la bocca accesa
già impaziente d'amore.

Ti guardai. La tristezza
scompariva lontana, di drappi lunghi colma,
come un pigro occidente che le onde ritira.

Quasi una pioggia leggera - il cielo, blu! - bagnava
la tua fronte ora nuova.
Amante, amante era quello il destino
della luce! Tu eri così dorata che il sole
non avrebbe potuto infiammarsi
di più per te, di te, per darti sempre
la sua passione luminosa, tenera
ronda del sole che gira
intorno a te, dolce astro, intorno a un corpo,
o un'anima soltanto? Ah la tua carne
luminosa lambiva come due ali tiepide,
come l'aria che muove un petto che respira
sentii le tue parole, il tuo profumo,
e nella fonda anima veggente
toccasti il fondo. Imbevuto
di te fino al midollo della luce
io sentii la tristezza, la tristezza
d'amore: oh come è triste l'amore! E già nasceva
nella mia anima il giorno. Splendendo
raggiava in te e in me l'anima tua raggiava.
Sentii nella mia bocca il gusto dell'aurora.
I miei occhi svelarono
la sua dorata verità. Sentii
nella mia mente uccelli che cantavano
e turbarono il cuore. Vi guardai dentro e vidi
le ramaglie, i lucenti viottoli, e un volo
di piume colorate
m'inebriò d'un acceso presente
mentre tutto il mio essere a un mezzogiorno
furioso, folle, sempre più bruciava
e il mio sangue chiassoso ruinava in fiammate
d'amore, di lucore, di pienezza, di spuma.





Luceeombra.
00sabato 25 settembre 2010 18:43


Luna calante

Il distacco

L'assenza





SAFFO


Davvero vorrei essere già morta.
E lei che ormai più non frenava il pianto,
lasciandomi, mi disse:
"Che atroce sorte dobbiamo patire
o Saffo: t'abbandono
contro me stessa."

Ed io risposi: "Va
e sii felice, e di me custodisci
il ricordo per sempre. Tu sai
quanto fu grande l'amore.

Ma se tu
dimentichi, oh allora, se dimentichi,
io voglio ricordarteli
i momenti felici, e le ore
che noi bruciammo amandoci;

e le ghirlande di viole e di rose
che al mio fianco fiorivano
fra i tuoi capelli,
e le collane intrecciate di fiori
che al mio esile collo cingevi;

e come di unguenti regali
profumavi il tuo corpo quando a me
giacevi accanto tenera a placare
il desiderio.

E ricordati
quelle feste sfarzose, e i sacrifici
divini, e i boschi sacri e le danze
dove noi fummo come una insieme".




GUILLAUME APOLLINAIRE



Di te, da tanto tempo, io non ho più notizie.
Ma che dolci ricordi son quelli in cui ti vedo,
o mio lontano amore, o mia divina Lou,
accetta che il devoto la tua bellezza adori!

E' proprio questo d'oggi il giorno d'ispezione,
poco dopo, mia Lou, ce ne saremo andati.
E' questione di giorni. Non ti vedrò mai più,
non torneranno più quei bei giorni passati...

Come posso saperlo se tu mi ami ancora?
Le tronbe della sera gemono lentamente.
Davanti alla tua foto, o cara Lou, t'adoro
e tu sembri sorridere al tuo lontano amante.

Non so nulla di te! Se sei morta o sei viva.
Cosa sei diventata? E sono ancora vere
le promesse d'amore che hai fatto al cannoniere?
Come vorrei morire su quell'ignota riva!

Come vorrei morire nel fulgore d'oriente,
quando a Costantinopoli entrerò da crociato.
Il tuo ritratto in mano morire sorridendo
davanti al dolce mare verde azzurro smaltato!...

O Lou, mia immensa pena, Lou mio cuore spezzato,
come il suono di un corno la tua voce risuona,
io rivedo lontano, stupefatto e lontano,
quel tuo tenero sguardo col quale m'hai stregato.




HEINRICH HEINE



Così tu hai potuto davvero scordarlo
Che tanto a lungo m'hai dato il tuo cuore?
Quel dolce, quel falso, tuo piccolo cuore,
Che più dolce e più falso io non potrei trovarlo.

Dunque hai scordato l'amore e il dolore
Che m'hanno stretto il cuore, ed io non so capire
Quale fosse più intenso, se il dolore o l'amore,
Ma immensi erano entrambi, da morire.




GWENDOLYN BROOKS



E quando avrai dimenticato la luminosa biancheria nel letto il mercoledì e il sabato,
e sopra tutto avrai dimenticato la domenica -
quando la domenica avrai dimenticato con il letto che ci univa,
o me seduta sul radiatore della parete esterna della stanza
a guardare dalla finestra, nel pomeriggio che imbruniva,
laggiù la lunga strada,
ma in nessun punto preciso,
avvolta nella mia vecchia vestaglia
senza nessun programma
e-senza-niente-da-fare chiedendomi perché sono felice?
quasi che il lunedì non-venisse-mai-più -

quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
e come t'infuriavi se qualcuno suonava alla porta
e come impazziva il mio cuore se squillava il telefono,
e come poi andavamo al nostro pranzo della domenica,
che voleva dire soltanto attraversare il pavimento della stanza
fino al tavolo macchiato d'inchiostro, nell'angolo di fronte,
al pranzo della domenica che era sempre pollo
e tagliatelle, o pollo e riso,
e insalata e pane di segale e tè
e biscottini di cioccolato, quando
avrai dimenticato tutto questo,
io dico, e dimenticato anche il mio piccolo presentimento
che la guerra sarebbe finita prima che t'arruolassero,
e come finalmente ci si spogliava e si spegneva la luce e ci infilavamo nel letto,
e ci stendevamo con il corpo abbandonato per un attimo
nei candidi lenzuoli del week-end
e poi teneramente l'uno nell'altro ci fondevamo -

quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
che allora potrai dire,
ed io lo potrò credere,
che m'hai davvero dimenticata.





Luceeombra.
00martedì 30 novembre 2010 17:44


FEDERICO GARCIA LORCA


Io pronunzio il tuo nome
nelle notti di tenebra
quando gli astri si accostano
alla luna per bere
e le fronde riposano
delle foreste magiche.

E mi sento svuotato
di passione e di musica.
Pazzo orologio batte
le morte ore remote.

Io pronunzio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più delle stelle, triste
più della pioggia mite.

T'amerò come un tempo
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia svanisce
quale nuova passione mi attende?
Sarà pura e serena?
Le mie mani potessero
disfogliare la luna!




AMY LOWELL


Quando da te mi allontano
Il mondo sembra morto
Come un tamburo che non suona più.
Grido il tuo nome alle stelle che guardano
Lo affido alle ali del vento.
Le strade avanzano rapide
Ad una ad una, innalzano
Una barriera fra me e te.
E le luci mi accecano gli occhi
Ed io non posso più vederti in viso.
Perché devo lasciarti per ferirmi
Contro le sponde aguzze della notte?




GUILLAUME APOLLINAIRE


Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia
Vedo lassù il tuo sguardo negli occhi delle stelle
E nel cielo è il tuo corpo, consolante illusione
Nata dal desiderio che attizzano le raffiche
Attorno a me soldato perso nei suoi pensieri.

Amore tu non sai che cosa sia l'assenza
E forse non puoi credere che sembra di morire.
Ogni ora all'infinito cresce la sofferenza.
Quando il giorno finisce si comincia a soffrire
E quando torna notte la pena ricomincia.

Amore, io spero ormai soltanto nei ricordi
Nelo loro specchio tornano giovinezza e bellezza.
Invecchierai amore, invecchierai un giorno.
E' lontano il ricordo come un corno da caccia.
O lenta, lenta notte, o mio fucile peso.




FEDERICO GARCIA LORCA


Mia viva morte, amore delle viscere,
io aspetto invano una parola scritta
e penso, con il fiore che marcisce,
che se non vivo preferisco perderti.

L'aria è immortale. E la pietra nessuna
ombra conosce, né, immobile, la scansa.
Non ha bisogno nel profondo il cuore
del freddo miele che sparge la luna.

Ti sopportai. Mi lacerai le vene,
tigre e colomba, sulla tua cintura
in un duello di gigli e veleno.

Calma la mia follia con le parole,
o nella notte dell'anima oscura
per sempre, lascia ch'io viva sereno.




JORGE LUIS BORGES


Si devono levare fra il mio amore
e me, trecento notti come trecento muri
e sarà il mare una magia fra noi.

Avremo soltanto ricordi.
Oh sere meritate con la pena,
notti con la speranza di guardarti,
campi della mia strada, firmamento
che io vedo perdendo...
Assoluta come un marmo farà
tristi altre sere la tua assenza.




LEOPOLD STAFF


Quei pochi giorni tristi come il pianto
che ancora ci rimangono,
prima che tu per sempre vada via
oh come inutilmente
noi li abbiamo sciupati
quei pochi giorni tristi come il pianto,
quei pochi giorni tristi
più delle piogge d'autunno.
Il sole splende ancora
hanno sonori brividi le foglie
dorate dall'autunno
sugli alberi alti, ma il cuore
a noi trema se scende nell'anima
l'angoscia dell'addio
fra pochi giorni tristi come il pianto.
Ed io non t'accarezzo e non li bacio
quegli occhi tuoi che d'amore risplendono!
E non ti soffoco fra le mie braccia
sapendo che per sempre te ne andrai!
E invece attonito penso al destino
funesto, e piango
perché abbiamo sciupato
i pochi giorni che ancora rimangono,
i pochi giorni tristi come il pianto.






Luceeombra.
00lunedì 6 dicembre 2010 20:52


JOHANN WOLFGANG GOETHE



Ti dica il mio sguardo l'addio
che le labbra non sanno pronunciare!
Ahi come questo è duro a sopportare!
Eppure un uomo mi reputo io.

Triste persino in quest'ora diventa
il tuo più tenero pegno d'amore,
stringi la mano senza più calore,
sulla tua bocca la passione è spenta.

Anche un piccolo bacio rubato
oh quanto, prima, a esaltarmi bastava!
Così come una viola rallegrava
chi verso marzo l'avesse trovata.

Ora ghirlande non ne colgo mai
e neppure una rosa per te.
Francesca amata è primavera ormai
ma è già l'autunno purtroppo per me.




MIRABAI


O mio amato, concedimi
di vederti. Non è
più vita la mia vita senza te.
Muore il loto senz'acqua, e la notte
senza la luna è vuota. Me la vita
abbandona se tu sei lontano.
Non passa mai la mia notte turbata
dall'ansia, il desiderio
morde il mio cuore invano.
Non ho più fame e sonno, né sa più
dalla mia bocca uscire la parola.
Per chi poi? Chi m'ascolta? Sono sola.
Vieni da me, o mio sposo,
raggiungimi, vieni
e spegni il fuoco della sofferenza.
Tu che conosci il mio cuore perché
mi fai soffrire? Ritorna
e allontana il dolore che in me
dilaga alla tua assenza.
Di vita in vita Mira è la tua schiava
ed il suo amore l'ha legato a te.




STEPHEN SPENDER


La volontà ha deciso. Sì. Ma il cuore
come può ora decidere, che sta profondo sotto
quella facciata di giuste ragioni
che si vedono, come può decidere il cuore
di perderlo per sempre questo viso che amo?

E rinunciare agli occhi che tra le canne al buio
risplendono? E alla luce dentro la carne cieca?
Per provare che in fondo eran perduti, e accettare
quella mutila mano della consolazione?

Sotto il sonno, sotto il giorno,
sotto la terra, nel tunnel del midollo, l'amore
immutabile giura: tutto è immutato, e sa
che quello che non ha è ancora ciò che ha.




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Come un coltello da una ferita
io mi strappai il suo amore dalle viscere,
ma nel farlo sentivo
che mi strappavo insieme anche la vita.

Dall'altare che l'anima le eresse
con volontà ho scacciato la sua immagine
e in quell'ara deserta
la luce della fede più non resse.

La sua visione torna alla mia mente
per opporsi ai miei fermi propositi...
Quando potrò dormire
un sogno senza sogni finalmente!




SERGEJ JESSENIN


Non vagherò, non pesterò le foglie
delle bietole rosse, non cercherò le orme...
Con il cespo di grano dei capelli
sei scomparsa per sempre dai miei sogni.

Eri tenera e bella col vermiglio
colore delle bacche sulla pelle,
eri come un crepuscolo rosato,
come la neve candida che abbaglia.

Sono avvizziti gli acini degli occhi
e il tuo nome si è sfatto in un suono,
ma nello scialle è rimasto il profumo
di miele delle tue mani innocenti.

Nell'ora del silenzio quando l'alba
come un gatto sul tetto si lava,
sento intorno parlare dolcemente
di te le canne che col vento cantano.

E che importa che a me la sera mormori
che eri soltanto una canzone e un sogno!
Chi ha inventato il tuo corpo e le tue labbra
si è accostato, sfiorandolo, a un mistero.

Non vagherò più, non pesterò le foglie
delle bietole rosse, non cercherò le orme...
Con il cespo di grano dei capelli
sei scomparsa per sempre dai miei sogni.




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Non asciugatevi, non asciugatevi
Lacrime d'un amore che non muore!
A quegli occhi che più non sanno piangere
Il mondo appare vuoto ed incolore.
Non asciugatevi, non asciugatevi,
lacrime d'uno sfortunato amore!





Luceeombra.
00giovedì 9 dicembre 2010 18:24


EMILY BRONTE


Oh, fra il dolore e il piacere non può
neppure un tenero affetto resistere.
S'illude il cuore, se il resto passò,
che a conservare l'amicizia insiste.

Io lo so che i tuoi occhi non potranno
sorridere se sono tristi i miei;
ma per pietà dei miei occhi lo so
che i tuoi per sempre non piangeranno.

Lasciamoci, il tempo è distante
che a te mi univa il sentire e il pensare;
come un oceano sarò vagante,
veleggerò nel deserto del mare.

Ci sono isole perse tra i flutti:
terre dove il dolore va infinito;
e il tuo cuscino, a notte sarà soffice,
o amato mio, che non ho custodito.

E all'affacciarsi di ogni nuovo giorno
quando si desta fervido il tuo cuore
tu non avrai più bisogno di fingere
d'essere triste per il mio dolore.

Di giorno in giorno dalla tua memoria
qualche opaco ricordo svanirà
ed alla fine, spenti tutti i fuochi,
solo un sogno di me ti resterà.




CLEMENS MARIA BRENTANO


Era morta la terra,
Io stavo con me stesso,
E il sole imputridiva
Tutto tranne i tuoi occhi.

Tu mi porgi da bere
Ma tieni gli occhi bassi
Per non guardarmi in viso
Ed io non ho salvezza.

Primavera ha le ali,
La terra è tutta un fremito
Ma non potrà ridarmi
Che te, cara, che te.




GUILLAUME APOLLINAIRE


Fra le tue braccia l'amore è morto
Non ti dimenticare del suo incontro
Tu lo ritroverai anche se è morto
Egli ritorna per venirti incontro.

Un'altra primavera è già passata
Io mi ricordo come è stata tenera,
O mia stagione, addio, sei tramontata,
Tu non ritornerai mai così tenera.




JUAN RAMON IMENEZ


Ti riconobbi, perché nel guardare
l'impronta del tuo piede sul sentiero
provò dolore il cuore
che avevi calpestato.

E corsi come un folle; tutto il giorno
ti cercai come un cane abbandonato.

...Te n'eri andata! E il tuo piede
mi premeva sul cuore fuggendo,
quasi fosse la strada
a rubarti per sempre.




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Come in un libro aperto
leggo nel fondo delle tue pupille.
Perché la bocca finge
di ridere se gli occhi la smentiscono.

Piangi, non vergognarti
di confessare che mi amasti un poco.
Piangi. Nessuno vede.
Guardami: io sono un uomo... eppure piango.




Luceeombra.
00venerdì 10 dicembre 2010 20:42



WILLIAM SHAKESPEARE


Da te ero lontano a primavera quando
Orgoglioso l'Aprile, vestito d'ornamenti,
Sulle cose alitava il suo giovane spirito
Tanto che rise con lui anche il greve Saturno.
Ma non il canto d'uccelli o il dolce effluvio
Dei fiori differenti per l'aroma e il colore
Mi fecero sentire nel colmo dell'estate,
O m'indussero a coglierli da quel fertile grembo.
Non mi stupiva il candore del giglio
Né mi esaltava il rosso della rosa.
Erano solo immagini per me, solo figure
A somiglianza tua, tu il modello di tutto.

Ma, te lontana, a me sembrava inverno
E di giocare cercando la tua ombra fra loro.




ALEKSANDR SERGEEVIC PUSKIN


Vi amai: ma forse ancora non è spento
del tutto in fondo all'anima l'amore;
ma pur se non è più per voi tormento,
voglio che nulla vi rechi dolore.

Senza speranza, in silenzio vi ho amata,
e geloso, e soffrendo nel guardarvi;
teneramente io vi ho tanto amata
come Dio voglia un altro possa amarvi.




STEPHEN SPENDER


1.

Quando noi ci parliamo, io posso immaginare
il silenzio, le pause, uno spazio improvviso
tutto vuoto fuorché di noi che a viso a viso,
e lontani dagli altri, qui vogliamo restare
da soli, e non importa se al buio o nella luce.


2.

Anche se ci racchiudono un cuore ed una stanza
nei nostri corpi avvinti c'è come una distanza
se non li trasformiamo noi ancora in parole.


3.

Stando vicino a te, io guardandoti vedo
al di là dei tuoi occhi voltati indietro, l'altra
te stessa, ed è parvenza questa esteriore immagine -
e la fonte di luce dove il pensiero è vero.


4.

Oggi, con quel pensiero, una vendetta sola
mi resta: questi versi su una pagina bianca
che tace, come fosse di carne la parola.




RUFINO


Con la mia mente faccio al cuore scudo
contro gli attacchi che gli muove Eros,
e che non possa vincere m'illudo.

Contro un dio da mortale lotterò!
Ma se anche Bacco scende a dargli aiuto
quale speranza di difesa avrò?




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Sono aria i sospiri
E vanno via nell'aria.
Sono acqua le lacrime
E se ne vanno al mare.
Ma, ragazza, l'amore
Sai dirmi dove va
Quando ce ne scordiamo?




JORGE LUIS BORGES


Sera che ha scavato il nostro addio.
Sera tagliente e gaudiosa e mostruosa come l'angelo oscuro.
Sera di quando le labbra vissero della nuda intimità dei baci.
Noi fummo uniti dal perfetto soffrire.
L'implacabile tempo traboccava
sopra l'amplesso inutile.
Profondevamo insieme la passione non per noi stessi ma per la già vicina solitudine.
Ci fu ostile la luce; era con furia arrivata la notte.
Andammo fino al cancello nella cupezza dell'ombra che già mitiga l'astro.
Io tornai dal tuo amplesso come chi torna da un prato perduto.
Tornai dalle tue lacrime come chi torna da un paese di spade.
Sera che come un sogno resisti luminosa
fra le altre sere.
E dopo io raggiunsi e andai oltre
le notti e gli itinerari.




GUILLERMO FERNANDEZ


1.

Altre acque mi guardano
a prua d'altro battello.

Noi taglieremo l'ora
su poggi senza orario.

La notte del tuo corpo è l'àncora
nella ricerca cieca delle mani.
Nella nebbia un pugnale moltiplica
la sua effigie insaziabile
in un eco alienato.

Prima di te fu l'ora
come un grido deserto.

Palpo la tua parete
e scopro il mio nome
nel tuo fianco;
le epigrafi silenti
del futuro salnitro.

E ascolto nel tuo petto la parola,
sereno il mareggiare
delle acque dell'alba;
il finale dei viaggi
dentro l'oblio del sonno
da riscattarla.

Un'acqua più fresca mi guarda
con sguardo più chiaro.


2.

Rifiutare il tuo corpo. Smembrarlo.
E far crollare i ponti dell'attesa,
e nell'ombra di un passero
ascoltare il tuo cuore.

Quell'estate perduta
inonderà con la dimenticanza
la nostra bocca.

Una luce invisibile nei nostri corpi edifica
deserti abitati.






Luceeombra.
00venerdì 17 dicembre 2010 18:10


VASCO POPA


Ridammi i miei stracci

I miei stracci di sogno puro
Fatti con il sorriso di seta del mio intermittente presagio
Fatti con questa mia stoffa di pizzo

I miei stracci di speranze invisibili
Fatti del mio desiderio che brucia
Fatti dell'arcobaleno di sguardi del mio viso

Ridammi i miei stracci
Ridammeli li voglio davvero.




MARZIALE


Cloe posso fare a meno
del tuo viso, del collo,
delle tue mani, ed anche
delle gambe, del seno,
dei tuoi fianchi e persino
delle tue belle natiche:
di tutta te, in breve,
io posso fare a meno.




Luceeombra.
00venerdì 17 dicembre 2010 18:12




Luna cinerea


Il rimpianto
La memoria






JOHANN WOLFGANG GOETHE


Ah, quei bei giorni chi può riportarmi,
Ah, quei bei giorni del mio primo amore
Ah, chi un'ora soltanto, può ridarmi
Di quella beata stagione!

E sto solo, la piaga ad attizzarmi
E quanto più si rinnova il dolore
rimpiango quella gioia che è passata.

Ah, quei bei giorni chi può riportarmi
di quella beata stagione!




GUILLAUME APOLLINAIRE


La tromba suona e risuona
Suona, si spengono i fuochi.
Il mio povero cuore ti dono
Per uno sguardo dei tuoi begli occhi
Un solo moto della tua persona.

Sono le dieci, tutto è spento,
Ascolto russare la caserma,
Viene dal Nord il vento,
La luna mi fa da lanterna
Grida un cane alla morte il suo lamento.

La notte si consuma lenta lenta,
Rintoccano le ore lentamente
Tu che fai o mia bella indolente
Mentre vegliando il tuo amante
Ti sospira lontana e si tormenta?

E io cerco nel cielo stellato
Dove sono le stelle gemelle -
Mio destino che al tuo è legato
Ma dove sono le nostre stelle?
O cielo, campo di grano incantato!

La notte si consuma dolcemente
Sereno alfine m'addormento.
I tuoi occhi che vegliano il tuo amante
Non sono forse, mia bella indocile,
Le nostre stelle del firmamento?




GUSTAVO ADOLFO BECQUER


Torneranno le brune rondinelle
al tuo balcone ad appendere i nidi
e ancora con le ali contro i vetri
giocando chiameranno.

Ma quelle che ammirate si fermavano
del tuo splendore e della mia fortuna,
quelle che i nostri nomi già imparavano,
quelle... non torneranno!

Ritorneranno folti i caprifogli
rampicanti sul muro del giardino,
e ancora più belli ogni sera
i fiori si apriranno.

Ma quelli coi cristalli di rugiada
le cui gocce tremare guardavamo
e poi cadere, lacrime del giorno,
quelli... non torneranno!


Ritorneranno le parole ardenti
dell'amore al tuo orecchio a risuonare,
e dal sonno profondo il tuo cuore
forse ridesteranno.

Ma così muto e assorto e inginocchiato
come davanti all'altare si adora
un dio, com'io t'ho amata, non illuderti,
così... non t'ameranno!




KOSTANTINOS KAVAFIS


Era l'una di notte,
o l'una e mezzo, forse.
Dietro un tramezzo di legno nell'angolo
della taverna. E nessuno, oltre noi,
nel locale deserto. A rischiararlo
appena un lume a petrolio. Il cameriere,
stanco da tanto, ormai
dormiva sulla porta.

Nessuno poteva vederci. Ed eravamo
così eccitati che ci rese ignari
d'ogni prudenza. S'aprirono
i vestiti già scarsi: era un luglio
che divampava ardente.

Che piacere dei sensi
tra quei vestiti dischiusi, e che rapido
scoprirsi della carne! Il suo bagliore
ventisei anni ha traversato e giunge
per rimanere vivo in questi versi.




BILHANA


Oggi ancora di lei mi ricordo,
di lei che le briglia reggeva
durante la furia selvaggia
del nostro galoppo d'amore,
di lei che aveva il volto
ardente e pallido come la luna,
e del suo corpo sconvolto dal tremito
della follia, oh come mi ricordo
oggi di lei, piegata sotto il peso
del seno colmo e dei fianchi rotondi
e dei suoi folti riccioli arruffati:
come se fosse oggi mi ricordo.




STEPHEN SPENDER


Da quell'aria di neve, dalla piazza
barocca che un disegno di ghiaccioli
ammantava di bianco,
lei venne, ed io le vidi
il viso gelido nella pelliccia
e le mie labbra rubarono il fuoco
del camino nel canto della stanza
dove in poltrona stavo ad aspettarla.
Con quel fuoco baciai la sua pelle,
vidi arrossarsi le sue guance pallide
e a quel mio tenero slancio i suoi occhi
sorridenti brillavano
come il ghiaccio là fuori
che ancora in loro mandava bagliori.

Quel giorno, fino ad oggi,
io l'avevo scordato.
E perché mi ricordo ora soltanto
che, quando entrò, non vide
la passione di quel dicembre bianco?




JUAN RAMON JIMENEZ


Che sgomento il ricordo
degli istanti sepolti
in cui fummo felici!

La memoria
- come in un grande vento
di crudeltà e rovina -
trascina i suoi orpelli, lo scenario...

E sono
maremme disseccate, sali rossi,
alte lagune che credemmo mari!





Luceeombra.
00lunedì 20 dicembre 2010 18:51


GUILLAUME APOLLINAIRE


Se due cuori si sono intensamente amati
Resiste il loro amore al di là della morte.
Cogliamoli i ricordi che abbiamo seminati
La lontananza è nulla quando l'amore è forte.




EMILY DICKINSON


Cuore, tu ed io, stanotte,
Lo dimenticheremo!
Ti scorderai il calore che ti dette,
Io scorderò la luce!

E avvertimi, ti prego,
Quando sarà finito
Così potrò di nuovo cominciare!
Fa presto! Perché fino a quando indugi
Io lo ricordo ancora!




ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA


Strinsi le mani sotto la veletta
oscura: "Oggi perché questo pallore?".
- Perché fino a stordirlo l'ho invasato
d'aspro dolore.

Come scordarlo? Lui uscì vacillando
e torceva la bocca per la pena.
Lo inseguii giù per le scale volando
fino al portone.

Ansimando gridai: "E' stato solo
uno scherzo quello che è stato. Sento
che morirò se vai". Disse in un ghigno:
"Non stare al vento".





GYULA JUHASZ


Così lontana lontana lontana
dove sta la gioia,
dove neanche più gli uccelli volano,
dove stremato arriva il desiderio,
lontana lontana
così lontana aspetta.

Un tempo, a primavera, o nella notte,
o nel mio mito, era amore
il suo nome; ieri (o cara)
era angoscia e dolore; oggi è ricordo,
e domani sarà
croce sulla mia tomba.




ANTONIO MACHADO


L'immagine di te su quell'altura
come m'appare!... E chiama il verde prato
la mia parola, e l'arida pianura,
la rupe grigia e il roseto sbocciato.

E al docile ricordo nera sale
la quercia sopra un picco, al fiume scende
il pioppo, al colle un pastore risale
ed un balcone di città risplende:

è il mio, il nostro. Non vedi? Lontana
la sierra di Moncayo bianca e rosa
verso Aragona... e della nube il fuoco

e nell'azzurro la stella, sua sposa.
E quel monte, oltre il Duero, di Santana
che nella sera silente si sfoca.




LORINC SZABO'


Sei sempre dappertutto, dove un tempo
io sapevo che c'eri, e ti vedevo, e t'amavo:
e sempre mi saluti con la strada e col bosco,
e la città e il villaggio, giorno e notte ti chiamano,
e la montagna autunnale e la neve
d'inverno, e le riviere e i sibili dei treni
e ovunque il mio lontano desiderio trepidi
da queste venticinque primavere
e dall'estate che è ancora infiammata
dalla follia che resiste.
Tu ci sei: dappertutto: una pioggia
di fiori spegne la mia vita, o mia
gioventù, mia freschezza, gioia mia:
e tutto e dappertutto mi aggredisce con te,
ma si leva dolente il mio lamento sempre:
che cosa sono questi dappertutto:
dappertutto non c'è.




JUAN RAMON JIMENEZ


Non ti ho tenuta più in me
di quanto tiene il fiume
l'albero della riva.
Io, passando, restavo
sempre nell'anima tua,
tu nell'anima mia sempre restavi,
non venivi mai via...
Bastava un povero vento, un cielo torvo
e tu sparivi dalla vita mia.




Luceeombra.
00mercoledì 29 dicembre 2010 17:14


CATULLO


Nessuna donna può dire d'essere stata amata
quanto tu, Lesbia mia, fosti amata da me.
E non fu mai più grande in un patto d'amore
la fedeltà che ho avuto nell'amore per te.




JOHANN WOLFGANG GOETHE


O mie amate canzoni perdetevi
Nel mare del passato.
Non una ragazza o una fanciulla in fiore
Vi canti quando viene primavera.

Voi parlavate solo del mio amore,
Ora lei irride la mia fedeltà.
Voi che sull'acqua siete state scritte
Ora con l'acqua perdetevi.




BORIS PASTERNAK


La bufera su tutta la terra,
dentro tutti i villaggi infuriava.
Una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.

Come d'estate va verso la fiamma
dei moscerini lo sciame lieve,
così scendevano verso il riquadro
della finestra i fiocchi di neve.

E contro i vetri la furia del vento
come dischetti e frecce li attaccava,
e una candela sopra la tavola
una candela si consumava.

Sopra il bianco soffitto illuminato
le nostre ombre si proiettavano,
e si incrociavano le nostre mani
e le gambe, e i destini si incrociavano.

E due scarpette all'improvviso caddero
con suono sordo sull'impiantito,
e dal lume la cera gocciolava
le sue lacrime sopra il vestito.

E quella neve con la sua candida
e fitta nebbia tutto ovattava,
e una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.

Venne da un canto sulla candela
un soffio, e il fuoco della tentazione
le sue ali levò come un angelo
a dare della croce una visione.

Tutto febbraio infuriò la bufera,
e non cessava più non cessava,
una candela sopra la tavola,
una candela si consumava.




THOMAS HARDY


Tu non venisti
e il tempo che fuggiva
su di me, già avvilito, si posava.
E non solo perché
la tua cara presenza mi mancava,
ma perché vidi allora
che nel tuo sentimento non c'era
quella pietà profonda che sa vincere
la riluttanza con la tenerezza.
Il mio dolore fu quando nell'ultimo
consuntivo di quella mia speranza
tu non venisti.

Tu non mi ami
e soltanto l'amore
ti potrebbe donare la lealtà;
lo sapevo e lo so, ma a quel tesoro
di atti umani divini non nel nome,
non si poteva aggiungere anche questo
- bastava solo un'ora o poco più -:
che tu, una donna, fossi là venuta
a dare un po' di dolcezza ad un uomo
già lacerato dal tempo, sebbene
tu non mi ami?




NICANOR PARRA


Anni fa passeggiando in una strada
dove già le mimose erano in fiore
un amico informato mi disse
che tu da poco tempo eri sposata.
Risposi che davvero non poteva
quella notizia affatto riguardarmi.
Però anche se proprio non t'ho amata
- e questo tu lo sai meglio di me -
ogni volta - e non potresti crederlo -
che io vedo fiorire le mimose
provo la stessa cosa che provai
quando mi fu sparata a bruciapelo
la notizia davvero desolante
che tu ti eri sposata con un altro.




KOSTANTINOS KAVAFIS


Torna sovente e prendimi,
palpito amato, a me ritorna e prendimi,
se la memoria dei sensi si desta
e infiamma il sangue di desiderio antico,
e quando le labbra e la carne
ricordano, e le mani
è come se ancora toccassero.

Torna sovente e prendimi, la notte
quando le labbra e la carne ricordano...




JUAN RAMON JIMENEZ


1.

Non andar via, ricordo, non andartene!
Volto, non disfarti come
nella morte, così!
Guardatemi ancora, occhi grandi e fissi
come mi avete guardato un momento!
Sorridetemi, labbra,
come mi avete sorriso un momento!

2.

Ah, fronte mia, restringiti;
non lasciare che la sua forma fuori
del suo continente dilaghi!
Comprimi il suo sorriso ed il suo sguardo
perché mia vita profonda diventino!

3.

- Sebbene di me stesso mi dimentichi;
e che il mio volto prenda,
soffrendolo, la forma del suo volto;
sebbene io sia lei
sebbene in lei si perda la mia immagine! -

4.

Oh, ricordo, sii me!
Tu - lei - sii tutto soltanto ricordo, per sempre;
ricordo per guardarmi e per sorridermi
nel nulla, o ricordo
- vita della mia vita - diventato
eterno, ma annullandomi, annullandomi!




DAVID HERBERT LAWRENDE


Se lei potesse venire qui da me
ora che la violenza della falce
ha disegnato sentieri nel sole
e le rondini già fendono l'aria
al tramonto! Se venisse da me!

Se lei potesse venire ora da me
prima che le campanule sfioriscano falciate,
mentre le vecce si infiammano, prima
che cercando freschezza i pipistrelli
cadano nella notte; oh se venisse!


Staccati i cavalli, il crepitio della macchina
tace. Se lei venisse raccoglieremmo il fieno
sulla collina e tranquilli giacere
davvero potremmo fin quando il cielo verde
non avesse più brividi nel lucore fremente.

Vorrei lasciarmi andare sopra il fieno
con la mia testa sulle sue ginocchia,
disteso, abbandonato, mentre lei
quietamente respira su di me
e silenziose crescono le stelle.

Vorrei giacere, immobile
come se fossi morto, ma sentendo
che la sua mano furtiva accarezza
la mia testa, il mio viso,
fino a quando si sciolga il mio dolore.




RUBEN DARIO


Ricordi che volevi sembrare Margherita
Gautier? Da me il tuo viso mai s'allontanerà
di quando andammo a cena al primo appuntamento
in una notte allegra che mai più tornerà.

Le tue labbra scarlatte di maledetta porpora
sorbivano champagne da un fine baccarat;
le tue dita sfogliavano la bianca margherita:
"Sì... no... sì... no", e sapevi che io t'amavo già!

Poi piangevi e ridevi, o fiore d'Isteria!
la mia bocca fu piena di lacrime e di baci;
mie le tue risa, i lagni, la fragranza fu mia.

Ma la morte gelosa di chi tanto si amò,
in una sera triste di quei giorni felici,
come una margherita d'amore ti sfogliò.






Luceeombra.
00giovedì 30 dicembre 2010 20:27


GUILLAUME APOLLINAIRE


Dei tuoi occhi nel lago profondo
Il mio povero cuore s'annega,
E lo sciolgono
In quell'acqua d'amore e di follia
Il tuo ricordo e la malinconia.




ARTHUR RIMBAUD


1.

Sull'onda calma e cupa dove dormono i cieli
Ofelia immacolata placidamente va,
Va come un grande giglio, sopita in lunghi veli.
Nei boschi si diffonde dei corni l'ansietà.

Più di mill'anni Ofelia dentro la sua tristezza
Passa, fantasma bianco, sull'acqua eterna e nera,
Più di mill'anni sono che la sua dolce ebrezza
Mormora la sua storia al soffio della sera.

Le bacia i seni il vento e in corolle dispiega,
Cullati dalle acque, languidamente i veli.
Un salice piangente sopra di lei si piega.
Sull'ampia fronte assorta si chinano gli steli.

E le ninfee s'adunano, gualcite, a sospirare.
Da un ontano che a volte distoglie dal riposo
Fugge un brivido d'ali da un nido al suo passare.
Dagli astri d'oro scende un canto misterioso.


2.

Pallida Ofelia, bella come neve, violento
Un fiume t'ha strappata alla tua verde età!
E' che dalle montagne della Norvegia un vento
Cadendo t'ha parlato dell'aspra libertà!

E' che nel soffio ignoto che t'ha sconvolto il manto
Dei capelli, il tuo spirito stranieri accenti udì;
E il tuo cuore la voce della Natura al canto
Delle notti e nel pianto degli alberi scoprì.

E' che al rombo del mare, un rantolo possente,
Il seno troppo umano e acerbo si turbò;
E un mattino d'aprile un povero demente,
Bel cavaliere pallido, a te si inginocchiò!

Povera folle, al sogno - la libertà, l'amore,
E il cielo! - ti sciogliesti come la neve tu.
A quel miraggio spense la voce lo stupore.
- Sgomentò l'infinito la tua pupilla blù.


3.

Ed il Poeta canta che, a notte, sotto cieli
Di stelle, cerchi i fiori che avevi colti già,
E che sull'acqua ha visto, sopita in lunghi veli,
Ofelia immacolata che come un giglio va.




JUAN RAMON JIMENEZ


E' ancora qui, com'era
allora, viva, la stessa
limpida e d'oro,
come se lei fosse Lei,
anzi ancora più Lei
perchè somiglia al suo ricordo immenso!

Primavera, perché
l'aiuti nella fuga?
Perché lasci che fugga
un'altra volta da me,
fra le tue valli in fiore,
più bella ancora nella mia memoria?




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Compiango voi, infelici stelle, voi
che siete belle e di luce splendenti
ed il nocchiero sgomento guidate
sernza compenso dagli dei o dagli uomini,
perché voi non amate, né mai
conosceste l'amore! Senza requie
le ore eterne portano le vostre
schiere attraverso l'infinito cielo.
Che viaggio avete compiuto da quando
fra le sue braccia restavo e di voi
e della mezzanotte mi scordavo!




VICENTE ALEIXANDRE


In questa sera piove e la tua immagine
limpida piove. E nel ricordo s'apre
il giorno. E tu entri. Ma non sento.
La memoria mi dà solo l'immagine,
Solo il tuo bacio
solo la pioggia cade nel ricordo.
E piove la tua voce, e piove il bacio
triste, il bacio profondo,
bacio che nella pioggia si è bagnato.
Umido è il labbro.
Umido di ricordo piange il bacio
dai grigi cieli teneri.
Piove il tuo amore bagnando
la mia memoria, e cade e cade. Il bacio
profondo cade. E anche grigia cade
la pioggia.




CATULLO


O infelice Catullo, rinuncia alla follia.
Rassegnati e convinciti che ciò che è stato è stato.
Vi fu un tempo che il sole per te rifulse limpido
quando eri prono al capriccio della fanciulla che amavi
come nessuna donna sarà amata così.
E lei come cedeva felice alle pazzie
a quei giochi d'amore che tu sempre inventavi.
Oh davvero quei giorni raggiavano per te.
Ora lei non ti vuole; e tu sii forte, rinunzia.
Non inseguirla se fugge, non tormentarti più,
ma torna alla ragione e ostinato resisti.
Addio fanciulla, ormai Catullo più non cede,
non ti cercherà più, né implorerà un tuo sguardo,
ma tu ne soffrirai di non essere amata.
Povera te, che vita è quella che ti resta?
Chi avrai ancora intorno? Chi più ti vedrà bella?
E chi amerai? A chi si dirà che appartieni?
A chi darai i tuoi baci e morderai le labbra?
Ma tu Catullo, inflessibile, non cedere, resisti.




EMILY DICKINSON


Per un istante d'estasi
Che prezzo d'angoscia paghiamo
Nella stessa misura fremente
Di quell'istante d'estasi.

Per un'ora che fu la più cara
Quali aspri compensi per anni,
Che amari spiccioli contesi
E che scrigni colmi di lacrime.




CIRIL ZLOBEC


Con fede nell'amore, come in Dio
crede un cristiano, io sempre e intensamente
ti penso, e a te le angustie della mente
e del cuore confido, e con il mio

desiderio, prostrato, t'imploro
e marchio sul tuo corpo con i baci
quello che mi appartiene, e sono braci
in cui tu ardi, e non mi stanco in loro,

né mai si affievolisce quell'ebrezza
del ricordo che sopra i luoghi santi
va del tuo corpo che mi dà tormento

con quelle alture della sua bellezza
e gli abissi, i supremi dei suoi incanti.
E ancora il cuore cede al turbamento.




ANNA ACHMATOVA


Che importa se la voce
si è fatta fioca. L'anima
ha più vigore: son casti i pensieri.
In questo cielo solcato dal vento
io, senza amore, rifiorisco libera.

S'è diradata l'ombra dell'insonnia,
più non languisco sulla grigia cenere,
e non è più una ferita mortale
dell'orologio della torre il battito.

Il passato non preme la sua mano
sul mio cuore. Rinasco nel perdono
assorta a un raggio che già primavera
sopra l'edera madida accende.




EMILY DICKINSON


Sono arrivata al punto di sentire
Il suo nome - o tremenda vittoria! -
Senza che il cuore s'arresti
E un rombo salga agli orecchi.

Sono arrivata al punto di passare
Sul pavimento, in quell'angolo
Dove noi ci voltammo le spalle
Coi nostri nervi a pezzi.

Sono arrivata al punto di frugare
Dentro la scatola delle sue lettere
Senza che il fiato mi tolgano
Trafiggendomi come chiodi.




JEROSLAV SEIFERT


Cos'è rimasto dei momenti belli?
Il brillare degli occhi,
di profumo una goccia,
un sospiro sul bàvero,
il respiro sul vetro,
di lacrime una briciola
e un'unghia di tristezza.

E poi, credetemi, quasi più nulla.
Fumo di sigarette
e sorrisi fuggevoli,
e un pugno di parole
che volano in un angolo
come rifiuti lievi
che il vento porta via.

E ancora non vorrei dimenticare
quei tre fiocchi di neve.

Solo questo, ed è tutto.




ALEKSANDR BLOK


Solo per pochi istanti ci si incontra
Noi fra le case in questi gialli giorni.
Tu con gli occhi di fiamma mi frastorni
E in un vicolo cieco ti nascondi.

E tu mi invadi non inutilmente
Col muto fuoco degli occhi, e t'agogno
Di nascosto, ma non inutilmente
E cedo a te, silenziosa menzogna!

Forse l'inverno ci potrà gettare
Con le sue notti in un ballo infernale
Ed alla fine mi potrà annientare
Il tuo sguardo tagliente, tuo pugnale.




LORINC SZABO'


Sono così felice, ardentemente,
d'amarti anche così, col mio dolore,
e vivo solo per tenerti in me
e non debbo evocarti per sentire
che sei qui: tu con gli occhi sognanti
e angosciati a osservare
questo destino che mi conduce
e mentre vecchi paesi s'accendono
e gli anni, penso che anche tu t'accendi,
tu che la trovi al fondo del tuo cuore
la mia tenerezza dolente.

Ora è il dolore la felicità,
ed è questo ad unirci; e più ancora
(e mai tanto così completamente!)
quando un sorriso un po' ironico passa
sulla dolcezza del tuo viso, e a me,
forse per pungermi, dici
(ma piena di fiducia e comprensiva):
"Mi ameresti così
se fossi ancora viva?"




PEDRO SALINAS


Se tu mi chiamassi,
oh se tu mi chiamassi!
Io tutto lascerei,
tutto butterei via:
i cataloghi, i premi,
l'azzurro dell'oceano sulle carte,
tutti i giorni e le notti,
i vecchi telegrmmi
e un amore.
Tu, che non sei l'amore,
se mi chiamassi!
E ancora ancora attendo la tua voce:
dai telescopi,
o da una stella,
attraverso gli specchi, dai tunnel,
dagli anni bisestili
potrà venire. Ma non so da dove.
Perché se tu mi chiami
- se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi! -
sarà per un miracolo
che non conosco e non potrò vedere.
E mai da queste labbra che ti bacio,
mai
dalla voce che dice: "Non andartene".




JOHANN WOLFGANG GOETHE


Spesso ci hai visti in sogno
andare insieme all'altare,
tu come sposa ed io come tuo sposo.
E spesso, appena desto, alla tua bocca
rubai, in quell'ora che nessuno vigila,
quanti più baci ti potei rubare.
Ma la felicità che ci prendeva
e quella voluttà di tante ore,
con il piacere fuggì come il tempo.
Cosa mi resta di tanto godere?
Quei baci ardenti come i sogni fuggono
e fugge, come un bacio, tanta gioia.




COUNTEE CULLEN


Vieni, piantiamo noi il nostro amore come
un seme i contadini, e tu lo annaffierai
con le lacrime ed io gli strapperò le erbacce
con le mani fin quando non mi sanguineranno.
E questo nostro amore seppellito potrà
cadere sopra un fertile terreno e generare,
con i fiori e coi frutti, un albero: e gli amanti
pallidi qui venuti per caso li potranno
raccogliere e mangiare, e nelle loro vene
uno struggente ardore dolce si spanderà
ed una sconosciuta melodia batterà
ai loro polsi e allora quelle timide labbra
si uniranno ed ancora tante volte vivranno
quella felicità. E gli altri che verranno
da lontano a vedere, pellegrini, quest'albero
per il quale noi fummo crocifissi, giammai
- poiché sono felici - sapranno che si è alzato,
l'albero dell'amore, sopra un cuore spezzato.










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