La palude (apologia)

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ViolaCorsaro
00venerdì 31 ottobre 2008 14:47

Ancora non capisco il disprezzo
nutrito da alcuni per la palude
così da sembrare complementare
con l’appetito per lidi e dirupi.

L’acqua non indossa la trasparenza
-su ciò impossibile dissentire-
forse persino limacciosa quando
inarca alla rottura l’incidenza
di quei raggi, paralleli e noiosi,
che ci privano dei lati oscuri,
le piccolezze con cui poi ciascuno
s’ombreggia di anelli e di dita.

Ma in quel marrone io vedo la vita,
e non parlo delle foglie essenziali
che il falasco con sforzo disegna
a spezzare orizzonti tutti curve,
piuttosto quello sgusciare brillante
delle anguille ai piedi delle canne
o l’esotica emozione che sgorga
nel guardare mangrovie da lontano,
stagliarsi nere come le zattere,
talmente intricate e senza grazia
da esser casa per fenicotteri
e degli altri maestri di fascino.

Ecco che comprendo allora
il motivo del cielo,
il perché l’uomo manca di ali
per librarsi nel rosa,
fornendo pretesti alla terra
e implumi di sorta
affinché si compia la storia.


=AlexMoteL=
00venerdì 31 ottobre 2008 16:46
Questa è davvero una gran poesia.
Davvero complimenti, mi resteranno impresse queste immagini il significato che vogliono trasmettere
auroraageno
00sabato 1 novembre 2008 10:27

La palude ha un fascino tutto suo e tu lo sai vedere e sentire, Mattia. Incisivo eppure delicato il confronto con chi non lo avverte...

Splendida poesia! Piena di significato.

Grazie sentite [SM=g7319]

Buona giornata, Mattia caro [SM=x832000]


aurora

[SM=g6094]


lazharus
00domenica 2 novembre 2008 22:12
Ecco che comprendo allora
il motivo del cielo,
il perché l’uomo manca di ali
per librarsi nel rosa,
fornendo pretesti alla terra
e implumi di sorta
affinché si compia la storia.



Non ho voluto quotare questi versi perchè mi piacciono di più, ma perchè è qui che si comprende una sentenza e mi trovi daccordo.
Questa tua arringa è incredibilmente convincente (non per me che rimango un affascinato amante della palude)per coloro che vorrebbero un mondo bellissimo in acciaio cemento e vetro!
Cosa gliene frega dei polmoni e delle risorse umide della Terra, lo risolveranno gli scienziati con ossigenatori e umidificatori... però non avremmo più le zanzare....
il mondo va a pezzi e ci vorrebbero mille, diecimila poeti-avvocati come te perchè qualcosa cambi.

Sebastiano
ViolaCorsaro
00mercoledì 5 novembre 2008 16:02
Vi ringrazio tutti e tre sentitamente per il vostro apprezzamento anche se per me questo è un periodo dove farò fatica a seguire le vostre vicende potendo connettermi solo saltuariamente: cercherò di non fare mancare comunque la mia presenza!
Grazie ancora.

Violacorsaro
auroraageno
00venerdì 7 novembre 2008 18:10

Oh, Mattia..! Ci sei, meno male!

Conto e contiamo tutti sulla tua promessa di 'non farci mancare la tua presenza'..!!!

Di qualsiasi cosa si tratti, spero vivamente che troverai il modo per venire qui! [SM=x832007]

Auguri, carissimo, per ogni cosa!


aurora

[SM=g6094]


ViolaCorsaro
00lunedì 10 novembre 2008 20:16
Aurora, stai sicuro che, per quanto posso, non farò mancare la mia promessa anche perchè sono un toro: gran testardo!!
Saluti

Violacorsaro
ormedelcaos
00martedì 11 novembre 2008 09:39





L’elogio della follia, apologia della palude, quei territori dove la morte coltiva la vita, direbbe Platone, là dove gli opposti trasmutano nell’altro da sé; che è un loro asimmetrico essere, o solo un "complemento" comune ad entrambi?
L’uomo e la donna dalla palude, dal fango, crebbero. In origine il maschio, in derivazione la femmina, e tutto vi ritorna dopo l’amplesso a ri/nascere, da quelle (stesse) acque, anche se, come direbbe Eraclito: non ci bagniamo due volte con le stesse acque del fiume.
Potremmo così, filosoficamente, dire: nella palude tutto è sempre uguale (fermo) come sostiene, per l’universo intero, Parmenide, ma ugualmente che tutto è in movimento nel tramutarsi degli opposti, con l’Oscuro. In quel con/fine tra la vita e la morte.

Molto bella e profonda, Mattia!
Svolgi ad immagine il senso filosofico delle cose, cercando l'armonia del senza limite, ossia dell'infinito della vita stessa.

ViolaCorsaro
00martedì 11 novembre 2008 12:21
Caro Walter: non sai come sei riuscito perfettamente a seguire le orme del mio caos mentale in questa tua analisi che risale proprio alla concezione del mio componimento;

sono però ancora più lieto di rivederti qui tra noi, permettimi un caloroso abbraccio!
Un caro saluto

Violacorsaro
ormedelcaos
00mercoledì 12 novembre 2008 10:15


E', che quando ci teniamo a delle cose, combattiamo a che restino nel tempo, carissimo Mattia, e non limitarci a rincorrere fuochi fatui di un luna park che dopo poco toglierà le sue tende.




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