ME NE ANDRO'
Libero come grano che ondeggia al tramonto
me ne andrò con in mano la mia inutile
tristezza.
Oggi senza più conquiste
o decisioni
o nuvole sopra le vette
dove riposa perenne
la neve.
Senza più canti
sui ponti di Roma le sere
senza più baci
nè due monete
nè le tue risate fra le foglie
del Tevere
senza più niente.
Scivolare come musica fra i seni del tempo
me ne andrò perchè lo spazio
si è finito nel bicchiere
dell'inquietudine.
Fra due pezzi di carta
e una poesia
e la noia.
Me ne andrò in quella via senza persone
nè luci che illuminano
la notte.
Fra una radio accesa
e le tende
e la mezzanotte
nel buio
e la lampada della solitudine
lasciata sul muro della stanza.
Me ne andrò nella Verità
crudele e immutata.
E dolce
e forte.
Ed ampia
e sicura
e sgreta.
Me andrò quando tutto si sarà dimenticato
di me.
Oltre la memoria stessa
e la vita
e il mondo
e l'uomo.
Me ne andrò così
come un mazzo di carte sula tavola
scolorito e ormai rotto
sollevando polvere.
... Notturno...
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