Sempre avvolto nella nebbia
infilzato alle spalle
da malizie velenose
Si trascinò senza nome
in un’esistenza di dubbi
nascondendo l’anima
da trappole che parvero
giorni e notti
Morì in solitudine
senza sapere
che arcieri di calunnie
non ebbero coraggio
di fingere un pianto muto
Poi l’erba del suo giardino
divorò ogni fiore a lui caro
e il suo cane disperato
continuò ad abbaiare
a lune finte
e....tutti...
se lo ricordano ancora
..il cane...senza padrone....
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Da:Vite Contromano
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