Meat is Murder

Gli indiani d'america
seguivano il bisonte, miglia e miglia,
polvere sulla polvere
zoccoli sugli zoccoli,
vestivano persino la sua pelle,
il suo stesso odore,
prima di infilzarlo con le frecce
e le lance piumate.
E sulla carne dura, essi pregavano
lo spirito del vinto.
Pregavano, capite?
Noi, che ora navighiamo nello spazio,
piantiamo le bandiere nei pianeti,
cerchiamo l'acqua di luna su Giove
e parliamo nel vento del vento,
noi che vestiamo i bimbi con tessuti
anallergici, noi
che comperiamo i beni con un click
del mouse.
Noi che uccidiamo un altro essere
per dare più spessore alla vetrina,
che proviamo scoramento
quando finisce il nostro
legame, il nostro mare di miseria,
noi!
Su chi ci troveremo
a pregare?

C’è questo ritmo tra tamburi e verità (il ritmo del Vangelo: polvere nella polvere, zoccoli negli zoccoli), questa invocazione dello spirito (“Pregavano, capite?”), questa richiesta di rinsavimento. Il tutto in un progressivo sgretolarsi del mondo, in un azzeramento di valori (“Su chi ci troveremo a pregare?”).
Interrogativi che fanno seguito al vuoto, al nostro nichilismo del razionalismo avanzato, di quell’apparenza diventata ormai essenza dell’uomo occidentale, che da espropriatore di territori altrui (per gli indiani d’america) si vede privato ora da se stesso, dal suo stesso mondo; che resterà, solo, una vetrina di ciò che era.

Quanta maestria in questa naturalezza con cui scorre, fluidifica, il verso, caro Tony!

Davvero... sono d'accordissimo con Walter!

Sei grande... Grande!

Grazie, Hunk.

Ti abbraccio

aurora

Umilmente ringrazio

La divinità dell'uomo cade li, fra i tuoi versi, in quella verità che non può sfuggire, solo comodamente la si ignora.

Fortissima denuncia e bellissima poesia Tony

Grazie

Sebastiano

Grazie a te Sebastiano