NOTTI BIANCHE eventi minori 1945 - è bene conoscerli, non dimenticarli

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
florentia89
00giovedì 12 novembre 2009 16:46
Assolutamente nulla di politico ma quei periodi passarono anche con ciò di cui oggi scrivo.
Notti “bianche" Ragazzi di Portoria Capitolo cinque

Primo dopoguerra, gli americani lasciano l’Italia. A Roma si erano sistemati soprattutto nei complessi del Foro Mussolini al Flaminio e dell’incompiuta E42 sita sull’indirizzo marino della città, oltre in qualche altra sede.
Avevano ridotto ogni superficie ad un lordume di scritte, immagini, messaggi, oscenità (anni dopo il tutto verrà nobilitato al rango di “graffiti”, “murales” e seguitano a deliziarci ancora oggi). C’era però il lato positivo che con la loro occupazione gli edifici erano stati sottratti ad una sicura devastazione-saccheggio-distruzione e necessitavano solo di energici interventi di ripristino, sistemazione, ripulitura.
Con gli yankees assenti il gruppo imperante “rossi & C” si mise in testa di abbattere l’obelisco dedicato al Duce prospiciente il Ponte Duca d’Aosta, nonché di occupare a loro uso le strutture del Foro, ribattezzato Foro d’Italia, della Rinascita, della Resistenza, sino a quello definitivo di “Foro Italico”. Anche le tante statue dello stadio dei marmi dovevano essere eliminate onde togliere di mezzo la cultura del corpo sano in mente sana, quello dell’italiano forte, intelligente, virile, voluto o sperato dal Duce. Per l’E42, coi lavori ancora in corso, le cose si profilavano peggiori. Ci furono parecchi che proposero di raderla al suolo, cancellando così ogni traccia e memoria della grande opera già in avanzato avanzamento lavori. Si volevano poi distruggere (o più verosimilmente asportare) i blocchi dell’obelisco a Marconi non ancora eretto ed allineati in terra.
L’uscita degli americani dall’E42 generò d’improvviso una cittadella fantasma distante qualche chilometro dall’ultimo quartiere suburbano, la “Garbatella”, oltre il quale, a differenza di oggi, c’erano solo prati e campi.
Fu così che in molti, singolarmente o in gruppo, decidemmo che il Foro Mussolini e l’Esposizione Universale, coi loro obelischi, dovessero essere salvati e sorsero nuclei di presidio più o meno formali, di cui alcuni alquanto “tosti” i cui componenti, assieme a volenterosi aggiuntivi, si alternavano in maniera da non lasciare incustoditi nelle ore notturne i manufatti principali e i due obelischi dedicati al Duce e a Marconi, i più soggetti a essere danneggiati, asportati, fatti saltare. Quante ore passate sul posto, o nelle prossimità, a parlare della Repubblica Sociale, di camerati che non c’erano più, non esclusa una larga parte di donne e banalità, riparati in qualche angolo o locale, stretti nei cappotti contro il freddo e l’umidità, con un cambio ipotetico e non programmato.
Arrivavamo per lo più in bicicletta, specie per la lontana E42, con qualche pagnottella, thermos di caffè, brandy.
Non c’erano Vespe, Lambrette, motorini, non parliamo di auto.Qualcosa esisteva solo per i meglio organizzati.
Le armi erano escluse, almeno per quello che vidi, pur se assi e tubi si trovavano sul posto e all’occorrenza li avremmo usati. Ci fu qualche tentativo di scontro, ma in effetti non accadde nulla di traumatico, sapevano bene i nostri avversari che non eravamo lì a fare la calza. Nei gruppi c’erano pure ragazze, con una delle quali presi una mezza cotta. Veniva anche qualche signora che ci portava un po’ di conforto morale e materiale, soprattutto caffè.
Per quanto mi riguardava fra lavoro, presidio, un po’ di studio, mangiare e dormire, se ne andavano le ventiquattro ore in un soffio e nulla restava da dedicare alle mie faccende private, posto ne avessi.
Infine le cose si normalizzarono. L’obelisco a Mussolini venne accettato controvoglia come monumento nazionale, quello a Marconi idem, e poi completato ed innalzato. I tanti edifici finiti e non finiti dell’E42, ribattezzata in seguito EUR (Esposizione Universale Roma), furono lentamente ultimati, anche se un po’ stravolti.
Qualcuno però sarà eliminato, come il teatro romano in Piazza Marconi e quello greco prospiciente i laghetti, lasciando il posto a due mega-fabbricati anonimi e brutti, per uffici, servizi, sede bancaria.
Tornammo così alle nostre occupazioni, sempre però con l’occhio vigile e pronti allo stato dei fatti.
Come complemento di spregio venne poi deciso di ignorare l’intendimento di sviluppare la capitale verso il mare, così Ostia rimase separata da Roma, pur facendone parte come quartiere marino. Si privilegiarono le zone interne (specie Casilina, Tiburtina, Cassia) con gli scempi urbanistici oggi sotto i nostri occhi. Così, Duce, i tuoi nemici nostrani non passarono, le tue opere non vennero toccate. La tua memoria si consolidò e vive nel bene e nel male ancora oggi, senza cadere nell'angosciosa dimenticanza di chi non lascia traccia dietro di se.

www.solechesorgi.forumfree.net
www.avus.freetools.it
www.avusroom.blogspot.com


auroraageno
00venerdì 13 novembre 2009 09:04

Grazie per tutte le notizie, le informazioni, che riceviamo da te, Francesco.

Sempre interessante.

Buona giornata!

aurora

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:54.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com