Nazim Hikmet - biografia e Poesie

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lucky_luke
00martedì 23 settembre 2008 18:23
Nazim Hikmet - biografia e Poesie

Nato a Salonicco nel 1901 - morto a Mosca, 3 giugno 1963. Hikmet è una delle più importanti figure della letteratura turca del Novecento e uno dei primi poeti turchi ad usare i versi liberi. Hikmet è diventato, mentre era ancora vivo, uno dei poeti turchi più conosciuti in Occidente e i suoi scritti sono stati rapidamente tradotti in diverse lingue.

Condannato per marxismo fu il solo scrittore d'importanza ad evocare i massacri armeni del 1915 e 1922.
Nato a Salonicco (attualmente in Grecia) dal funzionario Nazim Hikmet Bey e dalla pittrice Aisha Dshalila studiò nel liceo francese di Galatasaray (Istanbul) e studiò anche nell'Accademia della Marina militare che dovette però lasciare per ragioni di salute.

Durante la guerra d'indipendenza, si schierò subito con Atatürk (Mustafa Kemal) in Anatolia e lavorò come insegnante a Bolu.
Studiò poi sociologia presso l'università di Mosca (1921-1928) e diventò membro del partito comunista turco negli anni venti.
Dopo il suo ritorno in Turchia nel 1928, senza visto, Hikmet scrisse articoli, scenari ed altri scritti.
Fu condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare ma amnistiato nel 1935. Nel 1938, fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk.
Grazie all'intervento di una commissione internazionale della quale facevano parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean-Paul Sartre scontò solo 12 anni e nel 1950 venne liberato.

Si sposò con Münevver Andaç, una bravissima traduttrice in francese e polacco ma nel 1951, a causa delle costanti pressioni, fu costretto a ritornare a Mosca (Russia) ma la moglie e il figlio non poterono seguirlo ed egli trascorse il suo esilio in tutta Europa, perse la cittadinanza turca e divenne polacco.
Nel 1960 si innamorò della giovane Vera Tuljakova e la sposò.
Morì il 3 giugno 1963 a causa di una crisi cardiaca mentre si trovava in esilio a Mosca.

lucky_luke
00martedì 23 settembre 2008 18:23

BENVENUTA


Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d'argento.
Certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti.
Certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido.
La mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato.
Hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre.
Hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme.
Ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!

NAZIM HICKMET



LA VITA

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio.
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio.
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro,
ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e gli occhiali
tu muoia affinchè vivano gli uomini
gli uomini di cui non conosci la faccia
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio,
pianterai degli ulivi
non perchè restino ai tuoi figli
ma perchè non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita sulla bilancia
peserà di più.

Nazim Hikmet
lucky_luke
00mercoledì 24 settembre 2008 12:08

Piogge d'estate
Al sole brillano coi loro lustrini coi fili d'argento
le piogge son biondi capelli di sposa fanciulla
la tranquillità delle tegole molli
mi penetra poco a poco.

1958

Su un viaggio

Apriamo le porte
chiudiamo le porte
passiamo le porte
e alla mèta dell'unico viaggio
né città
né porto.
Il treno deraglia
la nave naufraga
l'aereo s'abbatte
un biglietto è stampato sul ghiaccio.
Se potessi
ricominciare o no questo viaggio
ricomincerei.

1958

Come una camicia di canapa

Lavata su una tolda ventosa
con acqua di mare
e spazzola di ferro
come una camicia di canapa
porto sulle mie spalle la tristezza.
E in questo villaggio del sud il sole senza tregua
matura e s'arrossa
sopra le ragazze e le albicocche.

1958

Sul mare la nuvola rossastra

Sul mare la nuvola rossastra
in mare il battello d'argento
dentro il mare il pesce giallo
in fondo al mare il muschio blu.
Sulla riva del mare un uomo nudo pensa
devo essere la nuvola
oppure il battello
devo essere il pesce
oppure il muschio.
Né l'uno né l'altro
né l'uno né l'altro.
Devi essere il mare, vecchio mio,
con la sua nuvola
il suo battello
il suo pesce
e il suo muschio.

1958

E muore e nasce...

E muore e nasce a tutta forza
albero stella uomo
virus eccetera eccetera
un tumulto uno strepto
speranza malinconia
nostalgia
e nasce e muore
a tutto vapore.

1958

Nuotano nel boccale...

Nuotano nel boccale, i pesci di corallo
nel boccale, in mezzo alle stelle
com'è bizzarro, mia rosa, com'è bizzarro
la stupidità dei pesci di corallo
sanguina nella ferita di tante canzoni.

1959

lucky_luke
00giovedì 25 settembre 2008 09:24
Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

- Nazim Hikmet


Anima mia

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

- Nazim Hikmet


Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro

- Nazim Hikmet


Ciò che ho scritto di noi

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

- Nazim Hikmet

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