Noi qui

Noi, qui,
malgrado la presenza delle cose,
non ci siamo,
stanchi (forse), nascosti come rose
dentro il nostro mucchio di cespugli,
o come due chiavi in un anello arrugginito
sotto il loro tappeto spelacchiato.
Forse (ma no), solo distanti,
a domandarci le domande degli amanti
quando il latte è inacidito
ed il discorso non può essere che serio.

Noi, ora,
condannati a definirci come gli altri:
mortali, prettamente derogabili, normali,
nuovamente banali,
com'è il volo che ha concluso la sua azione
e non rimane che il malinconico
ritorno al capannone.

Com'è espressiva, Giuseppe..!

La fine dell'incanto, dell'entusiasmo e dell'ebbrezza del volo...
quando ci si ritrova comuni mortali, con qualche certezza in meno
e qualche rimpianto in più...

Però, alla fine del volo, al capannone si ritorna per una manutenzione, per fare provvista di carburante....

Bella, bella Giuseppe!
Grazie...

Ti abbraccio

Noi, qui,

malgrado la presenza delle cose


mi ha colpito molto questo verso.


ciao.

Introspettiva...
Profondamente ed universalmente vera...
Una poesia molto bella Giuseppe (l'ho letta e riletta)...
E' vero Walter: quel verso ha colpito anche me...
Intenso come il luccichio di una lama nel buio...
Un abbraccio,
Vale

Incantata anche da questi versi.

E' il mimetizzarsi, il confondersi con le cose, l'esserne assorbiti.

Vedo il capannone il ventre dello squalo, dove rassegnarsi a vivere, nella propria impotenza di vedere e di mostrare.


Così la leggo, ma siete tanto bravi, che non è facile per me, analizzare in profondità