PETI

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michael-santhers-
00venerdì 9 luglio 2010 02:58
La vecchia macchina da scrivere
s'inceppò e saltò una O
e invece di poeti peti
ma poi si rese conto
non c'era differenza tra i due termini
aria e recite stesse flautolenze indecifrabili
solo quelle letterarie incoronate
e le altre denigrate
comunque entrambe a perdersi
nell'aria
-Era una sera imbalsamata d'inverno duro
l'ombra disarmonica
rifiutava compagnia alla figura
e le parole dattiloscritte rilette
fulminee ritornavano a cuccia al cervello
rifiutandosi a suoni di vita
e solo l'eco dei peti forzati nella stanza buia
segnalava a se stesso umana presenza
-In certi momenti
quando i pensieri tomba di se stessi
qualsiasi segnale, rumore esterno
può essere flebile fiamma
e flebo all'esistenza
affossata in suo stesso inconscio congelato
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Da:Destini E Presagi
www.santhers.com
auroraageno
00venerdì 9 luglio 2010 09:14

Solitudine... tanta. Delusione protratta da non riconoscimenti...
Tutto conduce ad uno stato di prostrazione.

Poesia molto toccante! Bravissimo, amico mio Poeta!!

Grazie...

aurora


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