Giunse sparo assordante
la parola "lavoro"
pronunciata incauta
al salotto dei poeti
da un Saggio finitovi per caso
in quel mondo di bugie
ove anche la fantasia
batteva sconsolata in ritirata
alle menzogne roboanti,
parve come tuono di proiettile
che in falsa mira sorvola
lepri intente a ingurgitar
tenera insalata di stagione
all’orto in complicità di luna,
infatti non è per questi,offesa
il denigrar di loro ingegno
al quale possibile è risponder
con sicuri rimedi
d’altri aleatori versi ma
l’invito a testar la schiena
in ausilio a menar le curate mani
per il faticoso pane
-Signori sono essi geniali artisti
capaci al pozzo
con raggir di frasi suadenti
riempir bucata paglietta
d’acqua e porla come collaudato secchio
avaro del non perder alcuna goccia
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Da:Pietre e Utopie
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