lazharus
00martedì 16 settembre 2008 14:39
Dipaniamoci matasse analizzate
da tutti, conci e sconci,
se dai miei versi sfora
il sangue di Medusa
non temiamoci
bensì firmiamoci amanti
che altrimenti l’alga
diventa corallo
ed io non fui Perseo…
ormedelcaos
00martedì 16 settembre 2008 18:08
Mi piace tantissimo, Caro Sebastiano.
Perché non ne fai l'inizio di un piccolo poemetto, che a te piace, come vedo la mitologia?
ormedelcaos
00mercoledì 1 ottobre 2008 13:14
La riporterei per farla ammirare da un'altra angolazione. Dal luogo dove si staglierebbe nell'universo.
Cerco di immaginare questo luogo, tra realtà e mitologia, tra pensiero e trasporto, e si rende inafferrabile.
Questa inafferrabilità è il grande senso poetico che mi affascina immensamente.
auroraageno
00giovedì 2 ottobre 2008 16:37
La trovo anch'io inafferrabile...
e di grandissimo fascino!
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Ti abbraccio, Sebastiano caro!
aurora
lazharus
00sabato 4 ottobre 2008 14:26
Ti ringrazio grande Walter per questa ripresa che mi da l'occasione di spiegare che molto spesso non siamo in grado di sostenere talune emozioni. A volte si impadroniscono di noi delle sensazioni che sconosciamo e spesso non riusciamo a gestire con l'adeguato raziocinio, ecco perche questo Perseo ha una certa fretta di firmarsi amante prima che avvengano quelle metamorfosi che fermeranno la leggenda che lui non è in grado di completare non essendo quella semidivinità.
Grazie
Lazzaro
ViolaCorsaro
00domenica 5 ottobre 2008 01:11
Interessante riflessione che prende spunto da una vicenda mitologica per tentare di spiegare in maniera efficace alcuni dei meccanismi e delle modalità ontologiche comuni a un non irrilevante numero di individui.
Saluti e buona poesia
Violacorsaro