Pillole di vita: Una ragazza disperata.

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lucky_luke
00venerdì 4 settembre 2009 16:05
Pillole di vita: Una ragazza disperata.


La gratificazione del proprio lavoro è una cosa fondamentale per svolgerlo con entusiasmo.
La posizione lavorativa di Luigi è imperniata sul contatto con il pubblico, tutte le persone che entrano negli uffici, per primo incontrano lui.
"Ufficio informazioni", sta scritto a fianco dello sportello in vetro che lo separa dal contatto fisico con il pubblico, un vetro che, a volte, Luigi sente barriera architettonica nel notare come molti si abbassano per parlare attraverso la fessura e, che per il suo carattere, lo fa uscire dalla porta per poter parlare più "confidenzialmente" con chi non vuole "urlare" le sue richieste di informazione a tutte le altre persone che attendono il loro turno nella "reception" (come gli piace questa parola: reception – Luigi la traduce come: sala di ricevimento).

Orbene, qualche tempo fa, un venerdì pomeriggio, si avvicina al famigerato vetro, una bella ragazza, alta un metro e settanta circa, lunghi capelli biondi riccioli, vestita di un paio di jeans, una camicetta bianca con intarsi traforati che lasciava intravedere un bel seno stretto (forse un po' troppo a suo avviso) dentro un reggiseno, bianco anche quello, e un gilet di pile leggero.
Luigi la guarda in viso, gli piace guardare in viso la gente con cui parla, nota un bel visetto dai lineamenti dolci e le labbra carnose, l'unica cosa che non riesce a vedere sono i suoi occhi in quanto li teneva coperti da grandi occhiali sa sole avvolgenti.
- Buongiorno! Mi dica - si affretta a chiedere un po' colpito anche dal fascino della fanciulla che, stimò, sui 28 / 30 anni.
- Buongiorno! - risponde al suo saluto con una calda voce con l'accento pugliese. - avrei bisogno di alcune informazioni su come cambiare l'intestazione di un contratto di affitto! - Proseguì lei, sempre con quella sua calda voce.
- L'esperto mi arriva verso le 15,30 - la informa Luigi.
- Devo prendere appuntamento? C'è molta gente?
- No non serve appuntamento e non c'è molta gente, se lei ha tempo di attendere una mezz'oretta la faccio accomodare nella saletta d'attesa dell'ufficio, è anche la prima oggi, non c'è nessuno davanti e lei.
- Ok! - Risponde lei consultando l'orologio, - ho tempo fino alle 17,00 e perciò aspetto e così mi rilasso un po' che sono pure nervosa oggi.
- Venga, le faccio strada. - La invita Luigi prendendo il mazzo di chiavi per aprire le varie porte dei corridoi che uniscono i tre reparti degli uffici.
Luigi si avvia, seguito da lei, apre le diverse porte che delimitano i vari atri, uffici e sale fino ad arrivare all'attesa davanti all'ufficio dove avrebbe potuto trovare le risposte che cercava.
La fa accomodare, le fa vedere l'ufficio, ancora vuoto e le descrive genericamente la persona che sarebbe arrivata.
Lei lo ringrazia della sua cortesia con un largo e dolce sorriso. Luigi la lascia dicendole che se aveva bisogno lo trovava all'entrata. Altro splendido sorriso.
Se ne torna al suo posto per esaudire le richieste delle altre persone che nel frattempo erano in attesa.

Dopo circa un'oretta la vede ritornare:
- Tutto fatto, il signore mi ha spiegato che non si può cambiare l'intestatario del contratto d'affitto, bisogna aspettare che scada e rinnovarlo a nome mio.
- E quando dovrebbe scadere? - chiede Luigi incuriosito.
- Devo aspettare quasi due anni, sta di fatto che l'affitto è intestato al mio ex compagno, lui però se n'è andato, mi ha lasciato.
Tutti documenti continuano ad arrivare intestati a lui. Asporto rifiuti, affitto, spese condominiali e specialmente convocazioni di riunioni di condominio alle quali non posso andare se non ho la delega.
Gli racconta che con lei adesso abita la sorella, la quale essendo l'unica ad avere un lavoro, la aiutava a pagare l'affitto, lei era disoccupata e non riusciva a trovare un impiego, un qualsiasi lavoro, e si sentiva disperata.
Luigi le spiega che fra vari uffici c'è anche uno sportello che incrocia domande e offerte di lavoro e l'accompagna dall'operatore.
Fortuna vuole che fosse libero e perciò la fa accomodare tornando quindi alla reception.

Gli si ripresenta dopo un quarto d'ora, per confermargli di aver lasciato i suoi dati all'addetto dello sportello lavoro:
- Speriamo che possa fare qualcosa per trovarmi un lavoro, mi andrebbe bene qualsiasi cosa. Sono disperata.
- Su forza non si disperi, vedrà che qualcosa salterà fuori. - cerca di consolarla Luigi che per sua natura faceva quasi suoi i bisogni delle persone che si presentavano al suo sportello. “Non farti coinvolgere” gli diceva sempre il responsabile, ma Luigi non era capace di rimanere estraneo e si faceva coinvolgere emotivamente e mentalmente.
- Non ci faccio molto conto. - continua la ragazza - Quando i datori di lavoro capiscono chi, o meglio, cosa sono non mi assumono più.
- E che sei ricercata? - chiede Luigi scherzando.
- No! Sono un trans, e quando lo scoprono fanno una faccia schifata, vanno sul vago, le saprò dire... mi lasci un telefono che la richiameremo... e non si fanno più sentire.
- E dove sta il problema? Tu chiedi solo un lavoro! - ribatte Luigi un po' sorpreso dalla rivelazione.
- Infatti ma, se metti in conto che sono meridionale e anche trans, mi trattano peggio di un cane. Che ci posso fare io se sono nata cosi? Che colpa ne ho? Che devo fare, suicidarmi? Come si può vivere così?
Dal tono di voce, Luigi sente che quasi sta per piangere. Lei toglie gli occhiali da sole mostrandogli due splendidi occhi azzurro chiaro inumiditi da lacrime soffocate.
Luigi cerca di calmarla in qualche modi ma di fronte a queste motivazioni non gli riesce di trovare parole e finisce a commuoversi a sua volta.
- Grazie comunque per il tuo interessamento e cortesia.
- Prego non c'è di che, - risponde Luigi stringendole la mano che gli porge.
Lei saluta di nuovo e se ne va. Luigi rimane a pensare a quell'incontro.
Un incontro che lo ha turbato, prima di tutto per la grettezza di molte persone, ma anche, e soprattutto, per la disperazione di un'anima emarginata per un problema di nascita, evitata dai più, e infine anche lasciata dal compagno senza nessun motivo o solo per un'altra persona. Il fatto gli rende il cuore pesante e rimane nei suoi pensieri per qualche giorno.

Una settimana dopo la rivede, entra, lo saluta in modo solare, toglie gli occhiali da sole e gli chiede se può parlargli.
Luigi la fa entrare nel suo ufficio, lei gli porge un pacchetto dicendogli:
- Questo è per te, è un piccolo ringraziamento per la tua cortesia, ne ho un altro per il tuo collega che mi ha trovato un bel posto di lavoro.
- Davvero? Sono contento. Che lavoro ha trovato?
- Una birreria-pub, a loro non interessa se sono un trans, mi hanno fatto provare per una settimana e mi assumono a tempo pieno, ho anche un bel orario, dalle 20,00 alle 2,00, mi lascia la giornata libera e lavoro a contatto con la gente, mi piace e i titolari apprezzano il mio lavoro, sono proprio felice grazie a te e al tuo collega.
Luigi cerca cortesemente di rifiutare spiegandole che fa parte del suo lavoro cercare di aiutare le persone, che riceve già uno stipendio, che non occorreva gli facesse regali. Ma lei insiste:
- Non ti voglio fare un regalo, perché mi hai aiutato, capisco che lo faresti per chiunque, ma il regalo te lo faccio per un semplice motivo: quando ti ho rivelato chi ero, tu non hai fatto la faccia schifata come fanno la maggior parte delle persone, hai continuato a cercare di aiutarmi normalmente, questo non mi succede spesso ed è per questo che ti voglio ringraziare, perché mi hai trattato come una persona "normale". Posso darti un bacio?

All'acconsentire di Luigi gli schiocca due baci, gli mette in mano il pacchetto (una bottiglia di grappa al mirtillo e una scatola di cioccolatini), lo ringrazia di nuovo con il suo solito largo e dolce sorriso e se ne va.

Luigi si sente il cuore leggero, non capita molto spesso di ricevere ringraziamenti per il fatto di aiutare una persona, ma quel ringraziamento venuto da un'anima che fino a qualche giorno prima era disperata, lo ha reso felice, ha fatto cantare anche la sua anima.
Sono queste le piccole cose che danno soddisfazione sia al proprio lavoro ma soprattutto nella vita.
è stata una delle sue giornate più belle.


L.L.
auroraageno
00sabato 5 settembre 2009 11:44

Lo credo.... credo che sia stata una delle sue giornate più belle..!

Che racconto commovente..!

Che situazione, povera ragazza! Meno male che ha trovato sulla sua strada qualcuno con un cuore di carne e non di pietra... non prigioniero di pregiudizi... che sa ancora guardare le 'persone', come tali e non secondo gli schemi precostituiti.

Grazie, Giuliano...!

Un affettuoso saluto, caro

aurora

lucky_luke
00lunedì 7 settembre 2009 13:59
Re:
auroraageno, 05/09/2009 11.44:


Lo credo.... credo che sia stata una delle sue giornate più belle..!

Che racconto commovente..!

Che situazione, povera ragazza! Meno male che ha trovato sulla sua strada qualcuno con un cuore di carne e non di pietra... non prigioniero di pregiudizi... che sa ancora guardare le 'persone', come tali e non secondo gli schemi precostituiti.

Grazie, Giuliano...!

Un affettuoso saluto, caro

aurora



Grazie Aurora.
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