Piove?

Spoglia la vite del raggio
di una carezza, di una bici
che scalda un ricordo di fronde bagnate.
Di piani su piani assolati di fieno
le mani e le tue gambe stranite
richieste come una scena di film:
amore cellulare, stanza riposo
inespresso tossendo, richiami di vetro
alla testa che scansa tensioni
e richiama fratture e visioni di fori di legno.

L’ecosistema dei passi s’affonda
stridendo, maneggiando risposte
finite, inconcludenti, di sasso
rimasto incastrato nel battistrada.
Piove my love? Piangi my heart?
Tutto ha sempre il gusto del nulla,
e il poco è qualcosa d’accontentare,
come monete al luna park.

Già il vento forte ghiaccia labbra
celesti, e morde il sogno l’elica
del nero battello, sostandovi dentro
la mente come uno sbirro
in un bar fuori mano. Amore,
solo chi salva è salvato,
solo chi piange può amare,
io aspetto salvezze piangendo…
e sarei dentro di te, granulare
e disciolto, seminando gli occhi
delle mie emozioni ai tuoi passi,
se solo – ancora – ti amassi.

Bella e malinconica e, devo dire molto particolare per gli strani accostamenti,

ad es.: "i piani assolati di fieno" e poi "le gambe stranite come una scena di film"

E poi la fine è molto bella.

Apprezzato questo tuo canto

S.