Porti

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ormedelcaos
00mercoledì 3 settembre 2008 12:47



Porti un ricordo
porti i tuoi odori
e un sorriso

ancora fermo
all’oggi,
poi
ancora
un’altra luna
a queste labbra

a quel che ora
noi di due
ancora
non prendiamo









ViolaCorsaro
00sabato 6 settembre 2008 19:02
Per come la vedo io una bella poesia d'amore!!
E perchè nessun commento???( dal momento che tutti ci omaggi con i tuoi???)

Un abbraccio

ViolaCOrsaro
ginevra67
00domenica 7 settembre 2008 22:06
...direi un meraviglioso,singolare fermo immagine di un film d'autore che parla d'Amore,con particolari che entrano nel cuore attraverso pochi versi magistralmente resi

...un ricordo
...i tuoi odori
...un sorriso
...un’altra luna
a queste labbra
...noi di due

(vedi Mattia,il punto non è commentare,è riuscire a dare merito con pochi segni insufficienti,all'infinita gamma di sensazioni che un componimento come questo suscita.E ti assicuro che sono tante!)

C'è una forza nel tuo modo di utilizzare la parola,una tale pluralità di espressioni e di immagini,una passione nello sperimentare e innovare,che coinvolge interamente chi ti legge,caro Walter(almeno secondo me).
Ogni tuo brano mette in luce un angolo non ancora considerato,ed
è bello scoprire che qualcuno ha trovato e prova a utilizzare,con vero spirito da pioniere,l'intera scatola dei colori:io riesco ad adoperarne ancora solo un paio...e ne soffro moltissimo.
quindi...osservo,assaporo,gusto,centellino ogni verso per imparare da chi ci è già riuscito.
[SM=g7332] complimenti davvero.Un abbraccio.
Rebby.
00domenica 7 settembre 2008 22:18
Un attimo che arriviamoooooooooooooo. [SM=x831998]

Tanto non mi sarebbe scappata ancora per molto: come si fa a non soffermarsi di fronte ad un tale testo?

Questo bellissimo candeggiare frasi e pensieri per dare a noi lettori la possibilita' di fare nostri i tuoi versi dandone personali valenze,
perche' secondo me la poesia deve celare: ecco che allora diventa dono.
Come le sensazioni che si assorbono dall'ascolto di un brano interpretato divinamente: della serie " questo io sento e questo voglio farti sentire "

Ciao ciao Ormina


R [SM=g7341]
lazharus
00mercoledì 10 settembre 2008 17:44
Re:
ormedelcaos, 03/09/2008 12.47:




Porti un ricordo
porti i tuoi odori
e un sorriso

ancora fermo
all’oggi,
poi
ancora
un’altra luna
a queste labbra

a quel che ora
noi di due
ancora
non prendiamo












Sai Walter, ho l'impressione che quelle parole si siano messe la da sole, con la sola guida del tuo pensiero, senza nessun filtro.
Questa magnifica poesia d'amore s'è scritta da sola.

Non ci sono mani per applaudire!

Grazie Walter, ancora una volta grazie

Lazzaro

e ti mando pure un fiore [SM=x832013]


lazharus
00lunedì 15 settembre 2008 09:11
sembra che tu abbia trovato quel luogo dove si formano le parole dentro te e le lasci passare direttamente alla visione dei lettori.
Cosa che mi ha notevolmente impressionato con il nuovo doppio con Banda.


Lazzaro
ormedelcaos
00lunedì 15 settembre 2008 10:07



Forse perché è più semplice liberare le parole, come hai detto a Mattia: “farle scorrere”, che non cercare di costruirle l'una sull’altra. Almeno diventa un esercizio liberatorio della mente da quell’obbligo (scritturale) di dire, o meglio scrivere, sempre delle cose sensate, cioè piene di significato. E, così, cercare i suoni e i silenzi, provocarli quest’ultimi attraverso echi e sospensioni, che legare le parole con pedissequio senso logico. Viene più un gioco da bambini che si divertono a creare suoni somiglianti alle sensazioni del procedere al buio, piuttosto che con delle torce in mano verso un approdo sicuro. L’incertezza è la dominante della vita, e sembrare noi sicuri di poterne indicare la strada, dà un senso anche di nostra incomprensione. Abbandonammo il gioco da bambini, il gioco dei dadi con cui mescolavamo e diradavamo il nostro mondo magico, perché non proviamo a riprenderlo?

Sarà almeno un esercizio fonetico che spingerà verso l’acustica, un lobo diverso da quello cognitivo, a cercare sensazioni e non significati. L’eco è così bello in sé, e, non cerchiamo di certo il significato delle parole, quando vogliamo ascoltarla, ma solo come ci ritorna.

Ti abbraccio Sebastiano, buona giornata.


ormedelcaos
00lunedì 15 settembre 2008 10:30
Re:
ginevra67, 07/09/2008 22.06:

...direi un meraviglioso,singolare fermo immagine di un film d'autore che parla d'Amore,con particolari che entrano nel cuore attraverso pochi versi magistralmente resi

...un ricordo
...i tuoi odori
...un sorriso
...un’altra luna
a queste labbra
...noi di due

(vedi Mattia,il punto non è commentare,è riuscire a dare merito con pochi segni insufficienti,all'infinita gamma di sensazioni che un componimento come questo suscita.E ti assicuro che sono tante!)

C'è una forza nel tuo modo di utilizzare la parola,una tale pluralità di espressioni e di immagini,una passione nello sperimentare e innovare,che coinvolge interamente chi ti legge,caro Walter(almeno secondo me).
Ogni tuo brano mette in luce un angolo non ancora considerato,ed
è bello scoprire che qualcuno ha trovato e prova a utilizzare,con vero spirito da pioniere,l'intera scatola dei colori:io riesco ad adoperarne ancora solo un paio...e ne soffro moltissimo.
quindi...osservo,assaporo,gusto,centellino ogni verso per imparare da chi ci è già riuscito.
[SM=g7332] complimenti davvero.Un abbraccio.




Sì, è proprio come tu dici. Hai usato delle metafore che rispecchiano appieno il mio modo di giocare con le parole, a scavare tra le stesse per isolarne qualcuna come nuovo suono, come nuovo senso.
Vedi, tu hai usato la tavolozza dei colori, perché evidentemente voi donne avete maggiormente sviluppato quei sensi lì, oltre l'olfatto - per i profumi-, e, di conseguenza, usate molto di più gli aggettivi. Io, gli aggettivi, li salto proprio, e vado solo sui suoni dei sostantivi e dei verbi, forse perché all'uomo, quale pater familias, gli si attribuiva la legge, e da cui il doverne assumere anche il tono nella parola, e produrre quel silenzio che la consacrava maggiormente. La madre accostava, cercava di mediare tra la legge e l'applicazione della stessa per suo (di entrambi) figlio. Di conseguenza addolciva l'accaduto, lo rendeva più soft per la sua applicazione.
Indagare il linguaggio è indagare la nostra storia, cercare le nostre radici partendo dai giochi linguistici, sia dell'infanzia e sia della saggezza. Così come di quando noi giovani incontravamo voi ragazze alle fontane ed iniziavano i primi approcci amorosi, la prima comunicazione dei cuori. Un mondo che abbiamo dentro, ma che è scomparso coperto dall'artificialità di questo nostro mondo troppo spesso di plastica e di omologazione dell'in e dell'out, smarrito tra i fili del telefono e il rubinetto dell'acqua della doccia in casa.

Questo è lo scambiarci del forum, lo scoprire assieme come siamo fatti, quali lati di noi ognuno ha più preminenti, o che sta maggiormente sviluppando in concomitanza con la sua ricerca poetica; che è innanzitutto, secondo me, ricerca di linguaggi, e solo dopo di comunicazione.

Ti ringrazio assai Giusy per questo tuo indagare le mie parole, per l'attenzione, cioè, che mi hai prestato.
Ricambio l'abbraccio e ti saluto affettuosamente.

walter





lazharus
00lunedì 15 settembre 2008 10:58
Re:
ormedelcaos, 15/09/2008 10.07:




Forse perché è più semplice liberare le parole, come hai detto a Mattia: “farle scorrere”, che non cercare di costruirle l'una sull’altra. Almeno diventa un esercizio liberatorio della mente da quell’obbligo (scritturale) di dire, o meglio scrivere, sempre delle cose sensate, cioè piene di significato. E, così, cercare i suoni e i silenzi, provocarli quest’ultimi attraverso echi e sospensioni, che legare le parole con pedissequio senso logico. Viene più un gioco da bambini che si divertono a creare suoni somiglianti alle sensazioni del procedere al buio, piuttosto che con delle torce in mano verso un approdo sicuro. L’incertezza è la dominante della vita, e sembrare noi sicuri di poterne indicare la strada, dà un senso anche di nostra incomprensione. Abbandonammo il gioco da bambini, il gioco dei dadi con cui mescolavamo e diradavamo il nostro mondo magico, perché non proviamo a riprenderlo?

Sarà almeno un esercizio fonetico che spingerà verso l’acustica, un lobo diverso da quello cognitivo, a cercare sensazioni e non significati. L’eco è così bello in sé, e, non cerchiamo di certo il significato delle parole, quando vogliamo ascoltarla, ma solo come ci ritorna.

Ti abbraccio Sebastiano, buona giornata.






non intendevo precisamente questo Walter, ma più specificatamente che mentre in altri scritti noto il tuo scavare nella parola ,come dici a Giusy, e prendere quella che ti soddisfa nel suono e ritmo, nelle ultimissime, e come se tu fossi andato oltre. Come se non servisse più scavare perche hai scoperto il luogo dove avviene la metamorfosi pensiero-parola e da li basta solo trascinarle lievemente o lasciarle affiorare senza nessun tipo di filtro, pure, cosi come si formano.
E', per me, un ulteriore balzo al già "avanti" da dove stavi. Io sono ancora maledettamente condizionato dai significati e sono ancora un minatore che scava nel verbo. Per te, invece è come se, cadendo quest'ultima scorza mentale, le parole si trovano da se, si fanno da sole e tu non devi fare altro che pensare.

Ecco.

buona giornata anche a te Walter


ormedelcaos
00lunedì 15 settembre 2008 11:40
Re: Re:
lazharus, 15/09/2008 10.58:




non intendevo precisamente questo Walter, ma più specificatamente che mentre in altri scritti noto il tuo scavare nella parola ,come dici a Giusy, e prendere quella che ti soddisfa nel suono e ritmo, nelle ultimissime, e come se tu fossi andato oltre. Come se non servisse più scavare perche hai scoperto il luogo dove avviene la metamorfosi pensiero-parola e da li basta solo trascinarle lievemente o lasciarle affiorare senza nessun tipo di filtro, pure, cosi come si formano.
E', per me, un ulteriore balzo al già "avanti" da dove stavi. Io sono ancora maledettamente condizionato dai significati e sono ancora un minatore che scava nel verbo. Per te, invece è come se, cadendo quest'ultima scorza mentale, le parole si trovano da se, si fanno da sole e tu non devi fare altro che pensare.

Ecco.

buona giornata anche a te Walter






sono solo fasi Sebastiano, e questa è per me una fase buona perché non incoccio. non penso, butto lì e scrivo. tanto mica il mondo cambia dopo le nostre parole, o se ne importa di noi.
sentiamoci liberi. e questo è un modo per esserlo senza fare danno a nessuno.







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