Quando il re faceva il gallo

ho convocato a me
gli stracci, vecchie foto e qualche musica
(così come ti arrivano
se muovi la metà della riserva)
, e qualche spazio ha ritrovato il suo:
le righe di una lettera che scrissi, da cow-boy
Londra dai finimenti colorati - la dinastia di giovani pionieri e
le ragazzine profumate d'ambra -
mai stato ai tropici
qualche brossura è andata (in qualche altro cassetto?)
la camicia di moschino col pizzo (santo il gallo sulle spalle)

rehab:
tendere il dito medio in direzione
del finestrino aperto e smanettare
l'ultima play list
guardare da vicino le sue cosce
apprezzamento squallido e scontato (sussurrato
appena fra le labbra) - se arriva un affanculo
sei guarito - se si volta e ride
con l'amica, forse, ma
quando cammina e neanche ti rivolge
sei cresciuto e non
c'è più nulla da fare

Qui raggiungi il massimo! la parola nata all’interno si espande senza confini; e la storia si lascia incapsulare dalla solennità del verso. Solennità che però cerchi, quasi a scusarti, di sminuire attraverso una punteggiatura asimmetrica che apre e chiude una frase qualsiasi,e non una di quelle più indicative o pregnanti.

Stupendo lavoro di essenzialità e bellezza, con sonorità uniche.



Bravissimo Tony!

Memorie, azioni e considerazioni in versi essenziali e belli...

Bello anche il santo gallo sulle spalle!!

Bravo Hunk..!



aurora

Walter
mi fa piacere che hai trovato gli spunti ritmici buoni.
E' una storia lunga che nasce da una domanda che ho trovato sul sito della yale university (in relazione alla poesia italiana e alle innovazioni ritmiche) e su questo sto cercando di "lavorare"...

Aurora
in realtà era pizzo Sangallo, ma l'ho trasformato in gallo santo perchè era una camicia da cucco, rappresenta un ricordo di gioventù (più santo di così)...

Grazie a voi
a presto

Mi fa piacere che abbia captato la novità, ed unicità, dei ritmi, e sia stato così' di positivo riscontro alla tua attuale ricerca poetica.

In bocca al lupo Tony.......